
28 novembre 1952
ELENA DI SAVOIA
TERZA REGINA D’ITALIA
ROSA D’ORO DELLA CRISTIANITÀ
in esilio muore a Montpellier (Francia), ove riposa tuttora in attesa di trovare degna sepoltura al Pantheon di Roma
Pannella: se Villari dovesse dimettersi verrebbe preso in giro anche il Capo della Stato
Le pressioni che il Pd sta facendo su Riccardo Villari per farlo dimettere dalla presidenza della Commissione di Vigilanza sulla Rai sono “un comportamento eversivo” che mette in grave difficoltà anche il Presidente della Repubblica. A sostenerlo è il leader radicale Marco Pannella che convoca una lunga conferenza stampa per annunciare che a breve comincerà un’azione nonviolenta proprio per “aiutare” il Capo dello Stato.
“Giorgio Napolitano, infatti - racconta Pannella - il 3 ottobre mi scrisse una lettera nella quale spiegava di condividere la necessità che le regole democratiche venissero rispettate arrivando al più presto all’elezione del giudice costituzionale e del presidente della Commissione di Vigilanza. In particolare, Napolitano scrisse come fosse indispensabile che su ogni pur comprensibile diversità di valutazioni politiche prevalga la consapevolezza dell’inderogabile dovere costituzionale da adempiere”.
Se Villari dovesse dimettersi, aggiunge Pannella, per le pressioni ricevute dal Pd verrebbe “preso in giro anche il Capo dello Stato”. E così lui, per scongiurarlo, comincerà appena tornato da Bruxelles un’azione nonviolenta “che comprenderà tra le varie cose anche lo sciopero della fame e della sete”.
Villari comunque c’è, conclude, “è stato eletto regolarmente” ed è in condizione di “svolgere perfettamente le sue funzioni”, quindi perché costringerlo a dimettersi? La ragione politica, sottolinea, “non può prendere il sopravvento sul rispetto delle regole e della Costituzione.”
radicali
Crisi: Napolitano, si impongono rigore e sacrifici
ROMA - "Si impongono politiche di rigore e anche sacrifici", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un discorso a braccio al Quirinale. Si impongono, ha aggiunto, di fronte "ad una situazione difficile come non si vedeva da anni", nella quale si sovrappone la questione antica del debito pubblico e l'effetto della crisi economica mondiale sempre più evidente. Tuttavia, ha concluso, non bisogna perdere di vista esigenze di spesa pubblica prioritaria in alcuni settori perché "le voci di spesa non sono tutte uguali".
ansa
Così anche la repubblica algerina si allontana dalla democrazia
Per l’Algeria è un grande passo indietro, mentre per il suo presidente, Abdelaziz Bouteflika, è indubbiamente un successo. Ieri il Parlamento di Algeri ha adottato la revisione dell’articolo 74 della Costituzione, che pone il limite di due mandati per l’elezione del capo dello Stato. Bouteflika, dal 1999 alla guida del paese, potrà quindi ripresentarsi per la terza volta il prossimo aprile, quando in Algeria si svolgeranno le presidenziali.
L’emendamento è passato con 500 voti a favore su 529. Otto gli astenuti e ventuno i contrari, tutti membri di partiti d’opposizione.Ma se Bouteflika pone una sicura ipoteca sulla sua rielezione, per l’ordinamento politico algerino è una grave involuzione. L’Algeria si è allineata alle altre repubbliche del nord Africa, dove la carica di presidente è ‘a vita’.
Basta guardare i numeri: in Tunisia Zine el Abidine Ben Ali è al potere dal 1987, mentre l’Egitto dal 1981 è guidato da Hosni Mubarak. E’ la Libia però a detenere il record, con Muammar Gheddafi ‘presidente’ dal 1969.
Nel resto del mondo arabo non va meglio, come nello Yemen di Alì Abdallah Saleh (in carica dal 1978) e in Siria con gli Assad al potere dal 1971, prima il padre Hafez e ora il figlio Bashir.
L’Algeria è l’ultimo esempio di quello che preoccupa gli esperti mediorientali: mentre le monarchie compiono piccoli passi verso la democrazia (si pensi ad alcuni regni del Golfo Persico che hanno introdotto il suffragio universale), gli ordinamenti repubblicani involvono ripiegandosi sulla presidenza a vita.
ilfoglio
2009 Copyright monarchico