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martedì, gennaio 29, 2008

Dopo il governo prodi, il governo napolitano


Come avevo scritto prima in un mio post, in Italia stiamo assistendo ad una crisi di sistema.

La clamorosa e scandalosa emergenza dei rifiuti in Campania è il punto d'iceberg di un sistema che ormai non funziona più, la crisi del governo prodi, avvenuta improvvisamente e, per un certo senso, scatenata da una questione personale (il caso mastella) dimostra quanto sia grave la situazione.
Il sistema politico-istituzionale (repubblica) è giunto al culmine di una crisi dalla quale non si intravede una via d'uscita, la repubblica rivela tutti i suoi limiti, la sua incapacità a autoriformarsi.

A tutto ciò si deve considerare un altro fattore che aggrava la situazione, e che naturalmente il regime repubblicano nasconde, e cioè la mancanza di un capo di stato davvero super-partes.
Infatti al Quirinale c’è un politico - esponente del PCI che nel 1956 difese l’invasione militare dell’URSS in Ungheria e che non ha mai ripudiato il comunismo - che è stato votato solo dalla maggioranza che ha sostenuto il governo prodi.

Il governo prodi aveva una maggioranza numerica risicata, grazie ai senatori vita, ma non politica, ed ora al parlamento non c'è una maggioranza che rispetta la volontà popolare.
Il quadro completo di ciò che vogliono i partiti è chiaro, il centro-sinistra vuole un governo istituzionale per evitare di andare alle elezioni, al contrario il centro-destra punta alle elezioni, certo di vincerle.
Con la scusa che la differenza numerica al parlamento tra le due strade è minima, napolitano vuole verificare se al parlamento può esiste un altro governo.

Ora secondo me, non ha senso avere un governo che abbia l'unico scopo di stabilire una nuova legge elettorale anche perché sarebbe molto debole.
Inoltre un governo del genere è dannoso al Paese perché i problemi che assillano gli italiani peggiorerebbero ed inoltre non è possibile che in pochi mesi i partiti, che nel frattempo non fanno altro che litigare, possano mettersi d'accordo.

Il presidente della repubblica nominando un politico per creare un governo istituzionale, mette in luce uno dei tasti dolenti della repubblica, cioè la mancanza di un capo di stato apolitico e garante di tutti.

In una situazione politica complessa e difficile come questa, qualsiasi scelta che prenderà napolitano sarà destinata ad attirare non poche critiche.

Si sa già che tutti i presidente della repubblica sono dei politici, che difendono i partiti che li hanno portati al quirinale, e quindi se napolitano non scioglie le Camere per andare al più presto alle elezioni, diventa palese che vuole aiutare la parte politica dalla quale proviene.

Insomma qualsiasi scelta faccia napolitano è sospetta, in particolare se soddisfa la linea politica indicata dal centro-sinistra.

Ci si illude che il presidente della repubblica (PdR) possa essere superpartes, ma è impossibile.
Infatti ogni decisione del Pdr può essere interpretata come azione politica e quindi criticabile.
Insomma inevitabilmente le azioni e scelte di napolitano alimentano ulteriormente la degenerazione.

Quando cade un governo, non c’è un’altra maggioranza che rispetta la volontà popolare, ed in più non si ha più fiducia nella classe politica, si capisce molto bene quanto la monarchia sia meglio della repubblica.

Solo il Re è un capo di stato super-partes perché, non appartenendo alla classe politica, le sue azioni non sono influenzate dai partiti.

Magari adesso avessimo un Re invece di un politico al Quirinale !