Ogni tanto si ritorna a parlare di costi della politica ma la casta della repubblica non si pente anzi rilancia.
Il regime repubblicano e' una vera e propria oligarchia che con trucchi e deroghe ad hoc continua a prendere soldi legalmente.
Ad esempio il costo di Montecitorio è passato dai 34 milioni del 2007 ai 36 milioni per il 2008, causato soprattutto da alcune deroghe concesse all'inizio della legislatura che hanno aumentato il numero dei gruppi parlamentari (quelli con meno di 20 deputati, Comunisti italiani, Dc-Psi, la Rosa nel Pugno, i Verdi e i Popolari-Udeur).
Inoltre a far lievitare le spese ha contribuito anche il ritocco all'insù erogato ai gruppi più numerosi con la riduzione delle fasce di calcolo da cinque a due, con questo nuovo meccanismo l'Ulivo ha ottenuto il 28,7% di finanziamenti in più, Forza Italia il 20,5% in più e An il 9,2% in più...
I tagli promessi negli ultimi anni dalla classe politica non sono mai presi in considerazioni, la casta dei politici non ha mai messo un freno ai finanziamenti, anzi il Trend accomunato dalla Camera e Senato e' in continua crescita, al quale si deve considerare anche il Quirinale.
Come se non bastasse nonostante le Camere si sono sciolte, i costi della politica continuano ad aumentare e con il voto anticipato la casta guadagnera' 300 milioni di euro.
Questi soldi arriveranno nelle tesorerie sotto la voce “rimborsi elettorali”, che i partiti continueranno a riscuotere nei tre anni che mancano alla fine naturale della XV legislatura. E non finisce qui. I compensi andranno ad accumularsi con i nuovi rimborsi elettorali a cui avranno diritto per il fatto di correre e avere eventuali eletti alle prossime consultazioni elettorali.
C'e' una norma del 2006 - legge n. 51/2006, art. 39-quaterdecies, comma 2, lettera a - che, con rigoroso voto bipartisan, stabilisce il solenne principio dell'erogazione del rimborso elettorale anche in caso di scioglimento delle Camere.
Come se non bastasse, da alcune dichiarazioni di calderoli sembra che si cerca un modo per dare la pensione a tutti quei politici che a causa della fine anticipata della legislatura non avranno diritto alla pensione, da ricordare che un politico per avere la pensione devono passare 2 anni 6 mesi 1 giorno.
La Casta della repubblica colpisce ancora!!!
Legislatura sempre più cara
Breve la durata delle Camere, lunga la lista dei gruppi che le hanno affollate: 14 quelli della Camera. Un record della storia repubblicana, sei in più rispetto alla legislatura precedente. Da record anche il conto presentato nel bilancio di questi due anni di legislatura: due milioni di euro in più all'anno.
Il capitolo del conto economico di Montecitorio è passato dai 34 milioni del 2007 ai 36 milioni per il 2008. Colpa delle cinque deroghe ai mini-gruppi (quelli con meno di 20 deputati) concesse all'inizio della legislatura che hanno dato autonomia parlamentare a Comunisti italiani, Dc-Psi, la Rosa nel Pugno, i Verdi e i Popolari-Udeur. Ciascuno di questi partiti si è così potuto dotare di propri dipendenti, di un proprio staff di segreteria e di propri uffici. Ma a far lievitare le spese ha contribuito anche il ritocchino all'insù erogato ai gruppi più numerosi con la riduzione delle fasce di calcolo da cinque a due. Con il nuovo meccanismo l'Ulivo ha ottenuto il 28,7% di finanziamenti in più, Forza Italia il 20,5% in più e An il 9,2% in più. Morale della favola: nonostante i tagli degli ultimi anni a quasi tutte le voci del bilancio, i trasferimenti ai gruppi hanno sempre avuto un trend di crescita, compreso fra il +4 e il +5 per cento. Trend che ha accomunato Camera e Senato. Seppur a fine legislatura, Palazzo Madama ha deciso di intervenire per mettere un freno ai finanziamenti sospendendo il recupero del dato inflattivo relativo allo scorso anno. Il 20 febbraio il collegio dei questori approverà il bilancio per il 2008 e comunicherà ai gruppi ormai in scioglimento il taglio dei fondi.
Alle casse delle due Camere gioveranno invece i risparmi prodotti dai 380 parlamentari alla prima legislatura che, per via dello scioglimento anticipato delle Camere, non maturano il diritto al vitalizio.
Ieri il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli (Lega), aveva denunciato una presunta furbizia del Governo che avrebbe fissato il voto al 13 aprile per garantire la pensione a tutti i parlamentari, anche quelli di prima legislatura. Quella data assicura alle Camere il traguardo dei due anni di legislatura. Ma tanto non basta a mettere le mani sul vitalizio. I questori di Montecitorio e Palazzo Madama, che dopo l'annuncio di Calderoli sono stati subissati di telefonate da parte dei parlamentari "sfortunati", ricordano però che la possibilità di riscattare il vitalizio scatta dopo due anni e 5 mesi di legislatura: occorreva dunque tener duro fino al 27 ottobre. Per i parlamentari di prima legislatura resta solo la possibilità di cumulare questi due anni con altri periodi futuri se verranno rieletti.
Difficile calcolare i risparmi che, secondo i questori delle due Camere, si potranno apprezzare solo sul lungo periodo. In un primo tempo, infatti, venendo meno le risorse contributive versate dai parlamentari cessati dal mandato, per Palazzo Madama e Montecitorio ci saranno anche minori entrate.
Quanto al tentativo di garantire il vitalizio, Calderoli insiste parlando di un accordo tra le forze politiche nell'ufficio di presidenza della Camera per superare la sperequazione tra il parlamentare alla prima legislatura non più eletto rispetto all'equivalente però rieletto. Secca la replica del questore della Camera Gabriele Albonetti: «La politica ha già tanti problemi veri che non è proprio il caso di aggiungerne di falsi».
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