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sabato, febbraio 27, 2010

Regina Rania inaugura nuova università

Sua Maestà la Regina Rania Al Abdullah e il principe Talal Bin Abdulaziz Al Saud, hanno inaugurato il nuovo edificio dell'Università AOU (Arab Open University) nella zona Tareq di Amman.

Regina Rania, co-presidente del consiglio di amministrazione della fondazione AOU ha scoperto la targa davanti al nuovo edificio che è stato realizzato con le ultime tecnologie.

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Queen Rania inaugurates Arab Open University facility

venerdì, febbraio 26, 2010

politica elezioni democrazia sanremo

Meno male che ci sono gli intellettuali snob di Fare Futuro (FF) che ci insegnano la democrazia e la politica.
A margine del televoto di Sanremo, dove si è rivisto il mal vizio repubblicano di falsificare i risultati dei voti degli italiani, FF si affanna a dire che le polemiche di Sanremo non hanno nulla a che fare con la democrazia.

FF teme che la dietrologia (inevitabile visto che nella repubblica italiana non c’è trasparenza) possa indebolire l’immagine non certo esaltante dello stato repubblicano e quindi decide di rassicurarci che la repubblica è un stato democratico che garantisce la sovranità popolare.

Nel preambolo FF fa un breve accenno alla correlazione tra i brogli del referendum del 1946 con quelli di Sanremo del 2010 (quindi non esclude che nel 1946 ci furono brogli) e che non obbligherà Filippo Rossi (collaboratore di FF) allo sciopero reattivo della fame se casomai il Principe dovesse diventare il vincitore di Sanremo (primo della finale aveva promesso lo sciopero della fame se avesse vinto il Principe).
Anche qui le solite promesse da politici...

Tornando al tema, FF teme che dagli evidenti brogli della votazione della canzone si possa concludere che ci sia una dura contrapposizione tra la élite e il popolo, tra competenti e sovranità delle masse.

Io ho idee completamente opposte.
Innanzitutto i termini casta e oligarchia si usano solo quando in uno stato la distanza tra popolo e nomenklatura è un fatto conclamato.

Inoltre è altrettanto chiaro che la nomenklatura repubblicana si è sempre più allontanata dai cittadini, ad esempio la mancanza di preferenza e il maggioritario sono leggi elettorali che tolgono o riducono le scelte ai cittadini.

Ma il punto centrale è quando FF sostiene di non confondere la votazione sanremese con una specie di pronunciamento popolare autentico e lo fa basandosi sul fatto che non ha votato il popolo ma solo una tifoseria che esprime le proprie preferenze musicali.
Quindi al massimo la contrapposizione sarebbe tra élite e tifosi.

Se si applica questa tesi anche alla Politica (un passaggio ovvio) ne consegue che anche i politici sono votati dalla tifoseria dei partiti e quindi la Politica verrebbe essere delegittimata.
Visto che l'elezione politica più importante è quella presidenziale allora anche il presidente della repubblica, eletto direttamente dai cittadini (il sistema preferito da FF), non sarebbe il capo di stato del Popolo ma solo di chi lo vota, il presidente della repubblica è l'emblema della tifoseria politica e quindi una persona che invece di unire divide gli italiani.
Insomma la tesi di FF ci fa scoprire che in una repubblica il capo di stato è sempre di parte e che non è il super partes.

Quindi se non si può caricare su Sanremo ragionamenti sulla democrazia (in ogni caso i brogli sono un segno di uno stato oligarchico), lo stesso ragionamento applicato alla Politica ci fa giungere alla conclusione che solo il Re è il capo di stato di tutti proprio perchè non eletto e quindi super partes.

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Fare Futuro

giovedì, febbraio 25, 2010

Re del marocco ordina di controllare le moschee

Re Mohammed VI ha inviato il ministro dell'Interno e il ministro degli Affari religiosi a Meknes, città patrimonio dell'Unesco e una delle 4 città imperiali del Marocco che si trova a circa 120 chilometri a est della capitale Rabat.

Il minareto era crollato durante la preghiera del venerdì uccidendo 41 persone e ferendone 71 in una moschea affollata nel centro storico della città storica.

I funzionari danno la colpa dell'incidente alla pioggia che aveva indebolito il minareto della moschea Bab Berdieyinne ed hanno visitato alcuni dei feriti negli ospedali di Meknes.
I feriti più gravi sono stati portati in ospedale nella vicina città di Fes.

L'antica città di Meknes è una zona pedonale, che ha reso più difficili le operazioni di soccorso.

Il re ha ordinato la ricostruzione della moschea, che è stata costruita quattro secoli fa sotto il sultano Moulay Ismail, a Meknes a suo tempo la capitale.

Il re del Marocco Mohammed VI ha anche ordinato agli esperti di verificare la sicurezza delle moschee storiche del paese.

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Collapse prompts Moroccan examination of old mosques

Re della Cambogia in Cina

Il Re della Cambogia, Norodom Sihamoni, è partito da Phnom Penh per Pechino per visitare i suoi anziani genitori che devono effettuare un controllo medico di routine.

Re-padre, Norodom Sihanouk e la regina madre Monineath risiedono per la maggior parte dell'anno nella capitale cinese.

Il Re della Cambogia si recherà anche nella provincia orientale cinese del Fujian.
Durante la sua assenza il presidente del Senato, Chea Sim, sarà il capo provvisorio dello Stato.
Chea Sim, il presidente dell'Assemblea Nazionale Heng Samrin, il Primo Ministro Hun Sen, altri funzionari governativi, membri della famiglia reale, nonché l'ambasciatore cinese in Cambogia Zhang Jinfeng hanno accompagnato il Re all'aeroporto.

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Cambodian King leaves for China

CAMBODIAN KING LEAVES FOR MEDICAL CHECKUP IN CHINA

mercoledì, febbraio 24, 2010

Scomparsa la nonna del re del Nepal

Sarala Manandhar, nonna del re del Nepal Gyanendra Shah ha esalato l'ultimo respiro a Kathmandu domenica scorsa.
Manandhar aveva 91 anni era moglie del re Gyanendra Shah Tribhuwan ed era affetto da diabete.

I riti sono stati eseguiti domenica nel tempio Pashupatinath.

Manandhar (matrigna), insieme con la regina madre Ratna Rajya Laxmi Shah, viveva all'interno del Palazzo Narayanhiti, che era stato trasformato in un museo dopo l'abolizione della monarchia.
La Monarchia in Nepal è stata abolita nel maggio 2008 e l'ex re Gyanendra e la sua famiglia hanno dovuto abbandonare il palazzo Narayanhiti il 13 giugno, ma il governo ha permesso alle due anziane sovrane di rimanere all'interno del complesso del palazzo.

Anche se gli altri membri della famiglia reale possono incontrare le due donne quando vogliono, non è stato permesso di entrare dall'ingresso principale del palazzo e devono usare un ingresso secondario.

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Nepal ex-king's grandmother dies

martedì, febbraio 23, 2010

Sciopero dei monarchici nepalesi

Migliaia di sostenitori del deposto Re del Nepal Gyanendra hanno bloccato i principali uffici governativi nella capitale per chiedere un referendum sul ripristino della monarchia e sullo status di paese come uno Stato indù.




I sostenitori del Partito Nazionale Democratico del Nepal, l'unico gruppo che sostiene apertamente la monarchia, si sono riuniti nel centro di Katmandu e hanno bloccato le strade che portano a Singhadurbar, il complesso che ospita pubblici uffici tra cui l'ufficio del primo ministro.
I sostenitori si sono scontrati con la polizia ma nessune lesioni gravi sono state riportate nella colluttazione. Il capo della polizia
di Kathmandu Ganesh ha detto che la polizia ha arrestato alcuni manifestanti, ma non fornire ulteriori dettagli.
 E' stata la prima volta che il partito monarchico ha organizzato uno sciopero generale. 

Rajaram Shrestha, ex sindaco di Kathmandu e un leader del Rashtriya Prajatantra-Nepal (RPP-Nepal), l'unico partito a sostegno monarchia parlamentare, ha detto:"Vogliamo che il governo indichi un referendum su tre questioni di interesse nazionale. Queste sono monarchia, uno Stato indù e federalismo".


Inoltre Kamal Thapa, ministro degli interni nel governo del re Gyanendra e alla testa di RPP-Nepal, dice che se il referendum non si terrà prima che la nuova Costituzione entrerà in vigore, la gente può rifiutarsi di accettarla.
Thapa dice che il suo partito continuerà proteste a sostegno di un referendum pacificamente e in modo democratico,

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http://www.radiovaticana.org/EN1/articolo.asp?c=359094

http://www.nytimes.com/2010/02/23/world/asia/23briefs-nepalstrike.html?partner=rss&emc=rss 

Principe ereditario del Giappone compie 50 anni

Il Giappone ha festeggiato il 50° compleanno del suo principe ereditario, Naruhito, primogenito dell'imperatore Akihito e dell'imperatrice Michiko.
23 febbraio 

Il principe della corona è noto per la sua attività nelle opere caritatevoli che svolgeva, in particolare, quando non era ancora principe ereditario.

Assolve inoltre ad una lunga serie di funzioni imperiali. Ha sposato Masako Owada.

L'oligarchia repubblicana contro il popolo

La dura reazione dell’establishment al trionfo del Principe a Sanremo deve far riflettere tutti gli italiani.
L’establishment ha cercato di impedire che Emanuele Filiberto arrivasse alla finale e vincesse ma non c’è riuscito, il popolo si è schierato dalla parte del Principe che ha trionfato a Sanremo.
Il regime repubblicano si è mobilitato contro il Principe con tutta le sue forze, politici – giornalisti – intellettuali – musicisti -conduttori.
Per non dare la completa esclusiva al Principe, anche la maggioranza e l’opposizione (rappresentati da un ministro e dal segretario del PD) si sono catapultati all’Ariston, ma sono rimasti quasi ignorati e contestati.
I giornalisti, ausiliari del regime, hanno scritto centinaia di articoli per prendere in giro Emanuele Filiberto. Nulla da fare.
Anche gli pseudo esperti di musica hanno urlato che la canzone “Italia amore mio” è brutta, che non è neanche una canzone, che Emanuele non sa cantare ed ha una brutta voce. Nulla da fare.
Anche in tv i conduttori (tranne alcuni casi isolati) hanno sputato sangue pur di parlar male della canzone e del Principe. Anche qui nulla da fare.
L’ordine di mobilitarsi si è sviluppato anche nel web.
I repubblichini snob di Fini (Fare Futuro), adesso amici di merenda con gli altri falsi intellettuali del quotidiano “la repubblica”, hanno addirittura inventato un bizzarro termine “destra monarco trombonesca” per ricordare che la destra non ha bisogna del Re ma l’Italia deve essere una repubblica. (una specie di Manifesto di Verona per una repubblica questa volta non sociale ma presidenziale).
Per protestare contro una eventuale vittoria del Principe, l’associazione Fare Futuro aveva addirittura proposto di fare lo sciopero della fame, subito accolta da Bersani.
Sarebbe stato bello vederli dimagrire un po', visto che i politici mangiamo talmente tanto bene....
Tra parentesi, queste dichiarazioni fanno ricordare in mente l’amnistia di togliatti quando ringraziò i repubblichini di aver votato per la repubblica.

Ma perché questo attacco frontale di questa dimensione, anch’io sono rimasto stupito.
Perché quest’odio nei confronti del giovane principe Savoia che ha scritto una bella canzone d’amore per il nostro Paese?
Perché la repubblica ha reagito in questa maniera scomposta e violenta?

Questa assurda e violenta critica ad una semplice canzone d’amore dimostra quanto ci siamo incattiviti durante questa repubblica, nel nostro Paese si lanciano allarmi sul razzismo contro gli extracomunitari, ma quest’odio nei confronti dei Savoia, voluto dall’elitè repubblicano, cos’è se non una specie di razzismo ad personam?
Come si suol dire, l’esempio viene dall’alto, e quindi non é difficile capire che le cause principali di questa situazione sono i comportamenti dei politici e delle istituzioni.
Infatti in politica non si discute più su temi d’interesse comune, l’avversario è il nemico che deve essere distrutto ad ogni costo, ormai addirittura la Giustizia e la Morale sono usati come mezzi per sbarazzarsi del nemico.
Le lotte tra le Istituzioni hanno prodotto una societa’ malata, i politici parlano di solidarietà ma pensano solo ai loro interessi e poi fanno i moralisti...

Una risposta alle domande è che la oligarchia repubblicana si scaglia contro ogni cambiamento e contro chi non appartiene all’elitè. Adesso si sente debole ed ha paura, capisce che non riesce più a controllare l’opinione pubblica ed infatti, nonostante la massiccia mobilitazione, gli italiani non si sono fatti influenzare dalla propaganda del Potere.

E’ davvero straordinario che il giovane, da solo, abbia sconfitto le forze dello stato. La sua forza vincente è stato il sentimento d'amore verso l'Italia immediatamente avvertito dagli italiani.

Quindi ringraziamo Sanremo di averci fatto capire quanto la repubblica italiana sia profondamente antidemocratica, è uno stato elitario irrispettoso e irriguardoso verso i cittadini. Tutti i componenti della nomenklatura - politici intellettuali conduttori giornalisti RAI e orchestrali - hanno avuto comportamenti inconcepibili ed arroganti.

W la Monarchia
W l’Italia amore mio

sabato, febbraio 20, 2010

La repubblica contro l'Unità d'Italia?

Giorni fa al convegno “Verso il 150° dell'Italia unita: tra riflessione storica e nuove ragioni di impegno condiviso”, svoltasi all’Accademia dei Lincei, il presidente della repubblica aveva attaccato i detrattori dell’Italia unitaria.

Nell'intervento ha anche parlato del grave deficit di conoscenze storiche diffuse di cui soffrono e ha criticato i giudizi sommari e pregiudizi volgari sul formarsi dell’Italia unita.

Non possiamo che essere d'accordo con queste affermazioni ma non basta perchè si dovrebbe chiederci perchè esiste questo deficit.

In tutti i paesi lo stato con il Ministero dell'Istruzione educa i cittadini e plasma la società e la cultura.
E' chiaro allora che in Italia, il deficit denunciato da napolitano è stato soprattutto causato dallo stato repubblicano che evidentemente non ha voluto, o potuto, trasmettere ai cittadini il valore irrinuciabile dell'Unità d'Italia.

Il mio ragionamento si fonda sul fatto che la nascita della repubblica fu un drammatico momento di rottura con il passato, la nuova Italia repubblicana, voluta dai partiti del CLN, doveva rompere con la tradizione e la storia precedente.
In questo processo l’errore fatale fu quello di considerare il fascismo e monarchia due elementi quasi sovrapposti. Questa sbagliata considerazione di parte ha poi indebolito il Risorgimento perchè la Monarchia e Risorgimento sono due momenti indissolubili.

Quindi la repubblica, demonizzando la Monarchia, ha alimentato i detrattori dell'unità d'Italia e infatti, guarda caso, le forze antirisorgimentali si sono rafforzate proprio durante il periodo repubblicano.

La negazione dell'unità d'Italia è frutto di 60 anni di repubblica, un po' di autocritica da parte delle istituzioni non basterebbe …

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Napolitano No a giudizi sommari
e volgari sull'Unità d'Italia

venerdì, febbraio 19, 2010

Re Juan Carlos incontra Obama alla Casa Bianca

Il Re di Spagna Juan Carlos ha avuto un breve incontro con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama alla Casa Bianca.

Obama è l'ottavo presidente americano che incontra Re Juan Carlos.

Pare che il Re Juan Carlos abbia invitato Obama a visitare la Spagna.

Spanish King Juan Carlos I meets with U.S. President Obama in Washington

Regina Rania al festival di Sanremo

Il Regina Rania di Giordania è stato ospite del festival di San Remo 2010.

60th Sanremo Music Festival

Al Teatro Ariston di San Remo, la Regina ha parlato della sua passione per la musica e la cucina, ma anche del suo impegno per i bambini.

La Regina Rania era arrivata da Barcellona ed era entusiasta di essere a San Remo.
"Sono lusingata di essere ospite d'onore al 60 Festival di Sanremo! Guarderò il talento degli italiani e propaganderò il messaggio "Istruzione per tutti", ha scritto su Twitter.

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twitter.com/QueenRania/

mercoledì, febbraio 17, 2010

Regina Rania per l'istruzione dei bambini

La Regina Rania di Giordania al Congresso Mondiale della telefonia mobile di Barcellona che ha annunciato il sostegno alla campagna GOAL 1 per l’educazione di tutti.

La 1GOAL è un'iniziativa volta a garantire che, entro il 2015, ogni bambino del mondo abbia la possibilità di andare a scuola.
Finora circa 72 milioni bambini nel mondo non hanno l'accesso alla istruzione di base primaria.

Gli operatori provenienti da tutto della telefonia mobile hanno unito le forze con i campioni del calcio mondiale, la FIFA, insieme ad associazioni educative, caritative per sostenere la 1GOAL.
La campagna prevede una piattaforma per milioni di cittadini a livello globale, per mostrare il loro sostegno alla iniziativa 1GOAL. Dovrebbe partire il 20 aprile fino alla finale di Coppa del Mondo in Sud Africa il 11 luglio.

"Siamo grati per i responsabili e partnership del GSMA per la creazione di questa campagna", ha detto la regina Rania, Co-fondatore e co-Presidente della iniziativa 1GOAL.

"Voglio ringraziare ciascuno di voi che oggi si sono uniti al team 1GOAL e che verrà raggiungere agli abbonati con un messaggio, un app, o di un widget. "
"So che l'istruzione per tutti può aiutare ad eliminare la povertà nel mondo".


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Her Majesty Queen Rania met with CEOs from different mobile operators

Queen Rania preaches true meaning of mobile

martedì, febbraio 16, 2010

Principi olandesi alle olimpiadi di Vancouver

Iil principe Willem-Alexander, Princess Máxima e le loro figlie Amalia, Alexia e Arianna, erano in tribuna tra i tifosi olandesi per assistere alle gare delle Olimpiadi invernali di Vancouver.

Olympics Winter Games - The Netherlands royal Family

Principe di Norvegia alle Olimpiadi di Vancouver

Olympic Winter Games - Crown Prince Haakon of Norway attends the Cross Country Ladies' 10 Km - Whistler


Anche il Principe Haakon di Norvegia è ai Giochi Olimpici di Vancouver.
I medici hanno raccomandato riposo alla Principessa Mette Marit che quindi non ha accompagnato il marito.

Il principe ha partecipato ad un evento di biathlon.

Coppia reale danese alle olimpiadi

Il Principe Frederik e la Principessa Mary di Danimarca sono a Vancouver per incoraggiare gli atleti danese alle Olimpiadi invernali.

Olympic Winter Games - Prince Frederik and Princess Mary attend the Biathlon Men - Whistler


Le Olimpiadi sono certamente un momento speciale per la coppia reale, come è stato per le Olimpiadi estive di Sydney nel 2000 quando si conobbero.

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lunedì, febbraio 15, 2010

Re Alberto del Belgio visita il luogo dello scontro ferroviario

Re Alberto II accompagnato dal Primo Ministro e di altri ministri, ha visitato Halle (vicino a Bruxelles) dove c'è stato un terribile scontro tra due treni alle ore di punta del mattino.
Ci dovrebbero essere 25 morti e 125 feriti.

Il re, che si trovava in Francia, per visitare il luogo del disastro era atterrato all'aeroporto di Melsbroek nel pomeriggio.

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Accident de train à Hal: suivez NOTRE DIRECT VIDEO

domenica, febbraio 14, 2010

Reza Pahlavi intervistato sull'Iran

In un'intervista con France 24, Reza Pahlavi, il figlio dell'ultimo Scià in esilio in Iran, ha invitato i suoi compatrioti a "rifiutare di cooperare con il regime" e organizzare un movimento di transizione politica che si basi sulla disobbedienza civile.

L'intervista è avvenuta il giorno dopo la celebrazione della rivoluzione islamica del 1979, il principe in esilio ha chiesto alla comunità internazionale di aiutare il movimento iraniano di opposizione e di smettere di concentrarsi sulle sanzioni contro il programma nucleare del paese.

Il principe è il sostenitore della libertà, della democrazia e dei diritti umani in Iran.

Duca di York nel Messico

Il Duca di York in visita ufficiale nel Messico, in qualità di rappresentante speciale del Regno Unito per il commercio internazionale e gli investimenti, ha incontrato il Presidente messicano, Felipe Calderon.

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Mexico should boost trade with EU: Calderon

Mexico and United Kingdom Strengthen Cooperation Links

Principe di Danimarca alle Olimpiadi Vancouver

Il Principe ereditario Frederik di Danimarca ha incontrato gli atleti danesi ai Giochi Olimpici 2010 di Vancouver (canada)
11 Febbraio 2010

Vancouver 2010 Olympic Games

10 febbraio Giorno del Ricordo senza oblio


L'Italia, uscita sconfitta dal conflitto mondiale, oltre a restituire tutti i territori occupati dalle sue truppe nel corso della guerra, si impegnava a cedere alla Jugoslavia la città di Fiume, il territorio di Zara, le isole Pelagosa e Lagosta, parte dell'Istria, del Carso triestino e goriziano e dell'alta valle dell'Isonzo.
Tra gli italiani che lasciarono le loro case ed affetti, ci furono molti che, vittime dell'odio etnico e politico, furono uccisi dai partigiani di Tito, abbandonati nelle foibe, profonde fratture carsiche, dove trovarono la morte dopo un volo di centinaia di metri e una lunga agonia tra atroci sofferenze.
Per questo motivo il 10 febbraio è diventato il «giorno del ricordo»

Il presidente Napolitano ha parlato al Quirinale di oblio e forme di rimozione diplomatica che hanno pesato nel passato e causato pesanti sofferenze agli esuli e ai loro familiari, ha espresso anche impegno per la soluzione dei problemi ancora aperti nel rapporto con le nuove istituzioni e autorità slovene e croate.

Ricordo una dichiarazione di Togliatti: "Lavoratori triestini! Il vostro dovere è accogliere le truppe di Tito come liberatrici e di collaborare con esse nel modo più stretto".
Ebbene, se non sbaglio, Napolitano era un fedele stimatore di Togliatti, e quindi se Lui ricordasse e chiarisse anche questo aspetto le sue dichiarazioni sarebbero più credibili.

Il presidente del Senato, Schifani: Il ricordo di tante persone uccise solo perchè italiane dopo troppi anni di oblio è un dovere assoluto da parte di tutti.

Il presidente della Camera, Fini: sempre gli umili, i più deboli e gli indifesi a patire per primi la follia dell'uomo.

L’Italia è l’unica nazione europea che ha ben due giorni dedicati alla Memoria ma, con presunzione, non chiede scusa ma lo esige agli altri.
Da anni le istituzioni repubblicane evitano il pentimento; la colpa è sempre degli altri, della Monarchia, dei Savoia, del Risorgimento, del fascismo, della mafia, del terrorismo..... ma appunto sorvola sulle sue responsabilità e colpe.

Esige però la genuflessione alla costituzione, alla classe politica, ai partiti, allo stato repubblicano.

Le parole espresse dalle più alte cariche dello stato sono vuote, non compare nemmeno un accenno al fatto che la repubblica abbandonò gli esuli italiani.
Le istituzioni si dimostrano degne quando ammettono di aver sbagliato, quando hanno il coraggio di fare autocritica.
Nulla di tutto ciò.

Ma se non c’è anche pentimento ed autocritica a che serve questo 10 febbraio?
Purtroppo la drammatica vicenda è sempre avvolta dal silenzio, la storia delle Foibe non è divulgata nelle scuole, nei centri culturali, nella televisione, sui giornali.
Insomma ci troviamo di fronte ad un evidente oscurantismo ideologico.
Da questa tragedia si possono capire gli errori e i drammi che hanno generato le dittature e le aberrazioni ideologiche.

La repubblica si illude di pulirsi la coscienza solo con un semplice e tardivo riconoscimento per le vittime di un crimine contro l'umanità.

Invece si può difendersi da questa ignominia solo con il pentimento attraverso una rielaborazione della Storia .
Questo ci attende nel futuro.

giovedì, febbraio 11, 2010

Repubblica islamica Iran

In Iran il 31° anniversario della Rivoluzione islamica si è presto trasformato in scontri, dove i poliziotti e miliziani Basiji hanno addirittura sparato in aria sulla folla.

Da alcuni blog e twitter sembra che sia morta anche una ragazza di 27 anni che si chiamerebbe Leila Zarei.
Nessun organo ufficiale ha confermato la notizia.

L'Onda verde dei contestatori è scesa in piazza per la prima volta dopo la repressione del 27 dicembre (almeno otto morti) e dopo l'impiccagione di 2 giovani monarchici.
Questi 2 monarchici non avevano neanche partecipato alle proteste seguite alla rielezione di Ahmadinejad, la loro unica colpa era di far parte di un gruppo monarchico che si oppone al regime repubblicano islamico.

Contro i manifestanti nel centro di Teheran sono stati lanciati lacrimogeni e sparati dei colpi. I feriti sarebbero diverse decine.

Purtroppo i mass media, portatori della sbagliata convinzione che la repubblica sia l’istituzione migliore, interpretano i “regimi” in maniera diversa a secondo se sono monarchie o repubbliche.
L’Iran è un chiaro esempio.

Quando in Iran cadde lo Scià, tutti i giornalisti sostenevano la repubblica islamica, considerata una svolta democratica che avrebbe permesso il progresso e il miglioramento della Persia.
La situazione invece è peggiorata, l’Iran da un paese monarchico alleato degli Stati Uniti e dove le donne si vestivano come le donne occidentali, adesso è diventata una repubblica islamica nemica dell’occidente e che nega la libertà.

Di fronte a questa enorme mistificazione della Storia e degli avvenimenti, io intendo denunciare il silenzio complice di numerosi mass media e di governi occidentali.

Mi auspico che gli iraniani abbiano la forza di liberarsi da questa dittatura repubblicana e che finalmente si capisca che la libertà è un valore irrinunciabile che deve essere difeso sempre e non solo quando non urta le convinzioni politiche.

mercoledì, febbraio 10, 2010

Il nemico dell'Unità d'Italia

L'autore dell’articolo pubblicato su Il Corriere della Sera ha cercato di spiegare come mai, proprio alla vigilia del 150° anniversario dell'Unità, il Risorgimento sia sotto processo, sostenendo che il motivo sia la saldatura di tre segmenti antirisorgimentali, cioè quello legato all’ispirazione leghista, quello che va dai neoborbonici fino ai marxisti, ed infine ai cattolici guelfo - temporalisti.

Le considerazioni sono fondate nel senso che i tre fattori considerano il Risorgimento un nemico, ma ci si limita a trovare alcuni indizi senza cogliere invece la vera essenza (o forse la nasconde).
Infatti l’articolo evita di indicare il fattore scatenante che ha causato questo fronte antirisorgimentale e antiunitario, che invece si può facilmente identificare nella repubblica italiana.
Questi tre fattori antiunitari, assolutamente deboli e quasi sconosciuti durante il Regno d’Italia, si sono rafforzati durante il periodo repubblicano.
Come mai, perchè?

E’ vero che la critica al Risorgimento ha una lunga tradizione ma si dovrebbe aggiungere che queste spinte furono facilmente assorbite dalla Monarchia.
Sia ben chiaro, l’Unità Nazionale non fu imposta dall’alto, fu una conquista desiderata da quasi tutti gli italiani, desiderio che si trasformò in realtà grazie all’intervento meritorio di Casa Savoia.
Il mio ragionamento si fonda sul fatto che la nascita della repubblica fu un drammatico momento di rottura con il passato, la nuova Italia repubblicana, voluta dai partiti del CLN, doveva rompere con la tradizione e la storia precedente.
L’errore fatale fu quello di considerare il fascismo e la monarchia due elementi quasi sovrapposti che inevitabilmente ha indebolito il Risorgimento, visto che non si può distinguere la Monarchia dal Risorgimento.

Non si deve poi dimenticare che la Monarchia è l’unica alternativa alla repubblica, storicamente l’Italia è nata grazie alla Monarchia ed in Europa esistono diversi paesi, più liberi e democratici del nostro, che si fondano sulla monarchia e quindi la repubblica, visto la sua debolezza ed inadeguatezza, continua a temerla.

Ai sostenitori del federalismo conviene screditare il Risorgimento che riuscì a creare uno stato centrale ma unitario. Detto questo però si deve ricordare che la Lega Nord deve il suo successo alla sua battaglia contro l’inefficienza dello stato repubblicano - il noto slogan “Contro Roma padrona” - contro l’enorme quantità di denaro sprecata dallo stato repubblicano con la Cassa del Mezzogiorno.
Dopo più di 60 anni di repubblica non ha senso sostenere che la colpa dei numerosi malfunzionamenti dello stato sia della Monarchia, è pura e semplice mistificazione della Storia. Se il divario tra Nord e Sud è peggiorato la colpa non può che essere dello stato repubblicano.

La repubblica ha sempre cercato di additare colpe ed ostacoli al Passato, la Monarchia è stata la valvola di sicurezza che gli ha permesso di scaricare la tensione della crisi isituzionali che altrimenti la avrebbe distrutta.
Così è stato nel passato per il fascismo, così adesso per il divario nord-sud, per il centralismo, eccetera ....

I neoborbonici fanno parte del progetto intrapreso della repubblica di screditare la Monarchia, queste persone sono aiutate dal regime repubblicano con l'intenzione di impedire che si rafforzi l’idea monarchica.
Ad esempio ricordo l’arrivo a Napoli dei Principi di Savoia (il primo rientro in Italia, visto che quello precedente fu nel vaticano) quando un gruppo di persone aiutato da forze occulte dello stato, con bandiera e manifesti, cercarono di rovinare l’evento.

I marxisti non difendono le nazioni e le Patrie ma credono nel mito dell’internazionalismo e quindi non è tanto corretto fare riferimento a queste forze.
Piuttosto si dovrebbero pensare ai grandi gruppi finanziari mondiali che vogliono il Globalismo e quindi distruggere le Patrie, trasformando i popoli in consumatori.

Per quanto riguarda i cattolici che vogliono ripristinare lo Stato Temporale del Papa, direi che la forza della Chiesa è quella spirituale e quindi ritornare ad una Chiesa con potere temporale è una contraddizione di termini.

Insomma la Monarchia,nonostante limiti e difficoltà, riuscì ad unire gli italiani.
La repubblica ha invece distrutto il Paese dimostrando di essere il vero nemico dell'Unità d'Italia.

IL RISORGIMENTO SOTTO PROCESSO
L'unità d'Italia e i suoi nemici

Proprio alla vigilia del 150esimo anniversario dell'Unità, il Risorgimento è sotto processo. Non è solo La Padania. Sono decine e decine di pubblicazioni, articoli, libri e libercoli, che ormai da anni (ma con ritmo accelerato negli ultimi tempi) stanno cambiando l'immagine di quel nodo di eventi. «Quella tangente di Mazzini inaugura il malcostume di un'Italia disonesta », «Carlo Alberto sciupafemmine, traditore e indeciso a tutto», «Perché la Liguria non appartiene all'Italia », «L'invenzione delle camicie rosse», «Da capitale estense a provincia sarda», «Complotto massonico- protestante contro la Chiesa», «I Savoia e il massacro del Sud», «Un popolo alla deriva»: è solo un piccolo campionario di titoli (di capitoli, di volumi, di articoli) che però serve a dare un'idea di che cosa stiamo parlando.
Intendiamoci: la critica al Risorgimento ha una lunga tradizione. Cominciò nel momento stesso in cui fu proclamato il Regno d'Italia, nel 1861, per voce di coloro che si erano battuti per un altro esito, diverso da quello rappresentato dalla monarchia cavouriana. Da allora in poi quella critica ha occupato un posto centrale nel discorso pubblico del Paese. Non a caso tutte le culture politiche dell'Italia del Novecento, dal socialismo al nazionalfascismo, al cattolicesimo politico, all'azionismo, al comunismo gramsciano, si sono fondate per l'appunto su una visione a dir poco problematica del modo in cui era nata l'Italia. Basta ricordare i nomi di alcuni loro fondatori: Oriani, Sturzo, Gobetti, Gramsci. Ma attenzione: questa critica, sebbene spesso assai aspra, ha sempre osservato un limite. E cioè si è sempre ben guardata dal divenire una critica all'unità in quanto tale, non ha mai ceduto alla tentazione di mettere in dubbio il carattere positivo dell'esistenza dello Stato nazionale.
E' su questo punto che invece si sta consumando una rottura decisiva. Va costituendosi negli ultimi anni, infatti, un vero e proprio fronte antirisorgimentale e insieme antiunitario che nasce dalla saldatura di tre segmenti: un segmento settentrionale d'ispirazione leghista, un secondo segmento, rappresentato da nazionalisti meridionali innestati su un variegatissimo arco ideologico che va dai tradizionalisti neoborbonici agli ultrà paleomarxisti, e infine un segmento di cattolici che potremmo definire guelfo- temporalisti.
Tutti si fanno forti di una ricostruzione del passato che dire approssimativa è dire poco: di volta in volta tagliata con la motosega o persa nei pettegolezzi minuti «dal buco della serratura». Nella quale, comunque, dominano i modelli interpretativi presi a prestito dall'Italia di oggi: quello del giustizialismo più grossolano («Chi c'ha guadagnato», «chi ha rubato », «chi ha pagato») e il complottismo maniacale che vede massoni e «misteri » dappertutto.
L'Unità d'Italia diviene così un racconto a metà tra Mani pulite, la P2, e la strage di Ustica «come non ve l'hanno mai raccontata prima ». Ridicolo, ma per molti convincente, dal momento che quel racconto riempie il vuoto che si è determinato da decenni nel nostro discorso pubblico dopo che esso ha espulso da sé, e ormai perfino dal circuito scolastico, ogni autentica e viva narrazione del Risorgimento. A riprendere la quale non basterà certo il patetico brancolare nel buio del governo attuale, che sembra considerare l'anniversario dell'Unità più che altro come la classica tegola cadutagli sulla testa.

corriere della sera

martedì, febbraio 09, 2010

10 febbraio Giorno del ricordo per le vittime delle foibe

E' sacrosanto ricordare la tragedia dell'Istria, ma non basta ricordare il passato, evocare i sacrifici patiti dagli italiani che vivevano in Istria e Dalmazia.

La repubblica non fa mai autocritica, evita sistematicamente il confronti con persone esterne alla vulgata, e quindi ha nascosto di aver abbandonato migliaia di italiani nelle mani del dittatore Tito, amico di Togliatti.
Questa atteggiamento storico e politico autoreferenziale è tipico di un regime.
Dopo anni di ignavia e viltà manca una storiografia vicina alla realtà ed indipendente dalla politica e dai miti della repubblica. Infatti nei libri scolastici non ci sono testi ed informazioni sui tremendi eventi avvenuti nell'Istria, molti italiani non sanno neanche cosa siano le foibe!

Al massimo, la vulgata repubblicana si limita a dire che ci sono stati tardivi riconoscimenti della tragedia istriana, ma mai un accenno di autocritica storica e politica.
Con questo silenzio la repubblica continua ad uccidere gli istriani!

Perchè si è voluto dimenticare questi fatti?
Secondo me, la vulgata repubblicana ha nascosto gli orrori compiuti dai comunisti italiani perchè la costituzione repubblicana è stata scritta anche dai comunisti.

Il 10 febbraio è la ricorrenza istituita il 30 marzo 2004 per rinnovare la memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo Dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

Questo 'Giorno del ricordo' non ci ricorda solo gli esuli e gli infoibati, ma dimostra quanto sia necessario avere un revisionismo storico politico e culturale ... e di non credere come oro colato quello che ci viene imposto dalla repubblica!!

Re Juan Carlos in Libano

Il Re di Spagna è arrivato in Libano per la sua prima visita nel paese del Medio Oriente.
Appena sceso dall'aereo il sovrano è stato accolto dal presidente libanese Michel Suleiman, a Beirut.
Re Juan Carlos sarà in Libano per due giorni.

Questa visita avviene quando la Spagna è il capo della Forza delle Nazioni Unite in Libano, lungo il confine israeliano. La Spagna ha più di mille soldati Unifil nella zona.
Il re ispezionerà i soldati nella parte meridionale del paese.

Suleiman ha elogiato le relazioni tra il suo paese e il Re in una cena di stato nel Palazzo Baada. Il presidente visitò la Spagna l'anno scorso.
Il presidente Suleiman ha anche chiesto a Juan Carlos di attuare la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1701 nel condannare Israele che rallenta ogni progresso nel processo di pace in Medio Oriente.
La Spagna detiene attualmente la presidenza dell'Unione europea, che cambia ogni sei mesi.

I sovrani della giordania visitano Hussein Medical City

I sovrani della giordania visitano Hussein Medical City

Il re e la regina di Giordania hanno visitato il “King Hussein Medical City”, dove hanno incontrato i pazienti.

Il Re Abdullah II e la regina Rania hanno partecipato alla cerimonia del progetto di un centro medico che consentirà di accrescere la capacità degli impianti con 2.000 posti letto.

Questo progetto coincide con il 11° anniversario della scomparsa di Sua Maestà Re Hussein.

Il re e la regina hanno anche inaugurato la prima struttura medica specializzata ai bambini.

Link
King, Queen attend ceremony to launch King Hussein Medical City development project

Jordan: King, Queen attend launch of medical centre expansion project

Re Alberto II riceve il team che lavorava in Haiti

Re Alberto II ha ricevuto il team che aveva lavorato in Haiti

Al Castello di Laeken, Re dei Belgi Alberto II ha ricevuto, ad un ricevimento, i volontari medici ed persone anche di altri settori che avevano lavorato durante il terremoto in Haiti.
8 febbraio 2010

King Albert II of Belgium Honors Voluntary Workers Helping in Haiti

mercoledì, febbraio 03, 2010

Matrimonio Otto d'Asburgo



Matrimonio del principe ereditario Otto von Hasburg con la Principessa Regina di Sassonia-Meiningen (nata a Würzburg il 6 gennaio 1925 e morta a Pöcking il 3 febbraio 2010).
Ebbero sette figli.

Otto d'Asburgo è stato il Capo della Casa d'Asburgo dal 1922 al 2007, anno in cui ha abdicato in favore del figlio Carlo d'Asburgo-Lorena. Ottone è figlio dell'Imperatore Austriaco e Re d'Ungheria Carlo I e di sua moglie Zita di Borbone-Parma.

Regina von Habsburg è morta

La morte della Regina Arciduchessa d'Austria

La Regina Arciduchessa d'Austria, nata Principessa di Sassonia-Meiningen, moglie di Arciduca Otto è morta oggi all'età di 85 anni nella sua residenza di Pöcking vicino al lago di Starnberg, in Germania.
3 febbraio 2010

La Regina Helene Elisabeth Margarete di Sassonia-Meiningen nacque il 6 Gennaio 1925 a Wurzburg. La più giovane figlia del duca Georg di Sassonia-Meiningen e della contessa Maria Klara von Korff-Schmissing-Kerssenbrock.

Il 10 Maggio 1951, si è sposata con l'arciduca Otto, figlio maggiore di Carlo, l'ultimo imperatore d'Austria e re d'Ungheria e l'imperatrice Zita. La coppia ebbe 7 figli: Andrea, Monika, Michaela, Gabriela, Walburga, e George Karl.

Per problemi cardiaci fu costretta a ritirarsi dalla vita pubblica negli ultimi mesi. Lei era la nonna di 22 nipoti.

Il suo figlio primogenito, ha reso omaggio a lei con le seguente parole: "Mia madre era il modello per tutti noi, abbiamo perso una grande personalità che ci ha influenzato di attraverso la sua fede incrollabile e la sua visione positiva della vita."

Il direttore dell'ufficio degli Asburgo ha affermato :"Si è addormentato pacificamente circondato dai suoi figli".

Link
Regina von Habsburg Verstorben im Alter von 85 Jahren

Regina Noor al vertice anti-nucleare

La Regina di Giordania Noor ha partecipato al vertice internazionale Global Zero contro le armi nucleari a Parigi, in Francia.
2 febbraio 2010

International Global Zero Summit Against Nuclear Weapons


Link
Global Zero