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martedì, aprile 29, 2008

Economia e politica in Italia

Nel rapporto sulle previsioni economiche la Commissione Ue ha pubblicato che nel 2008 la crescita dell’Europa è in calo dove l’Italia guadagna, per l’ennesima volta, la maglia nera d’Europa.
L’inflazione record e crescita rallentata mette a rischio le famiglie a basso reddito e quindi in particolare in Italia dove gli stipendi sono piu’ leggeri rispetto alla media europea.
Le proiezioni sono all’insegna del pessimismo, che prevedono un aumento dei prezzi al 3,2% ed una diminuzione della crescita che si fermerà all’1,7%.
I dati provenienti da Bruxelles stimano che l’economia italiana crescerà appena dello 0,5% quest’anno e dello 0,8% nel 2009, ben al di sotto sia del potenziale, che è dell’1,6% circa, sia della crescita media dell’Eurozona.
Inoltre l’inflazione per il 2008 si situerà al 3% di media e il deficit, che nel 2007 era sceso per la prima volta sotto la soglia del 3% indicata dal Patto di Stabilità, dovrebbe risalire dall'1,9% al 2,3%.
Nonostante il debito pubblico sia previsto in diminuzione dal 104% del 2007 al 103,2% nel 2008, lo stato di salute dell’economia italiana è pessimo ed il nostro paese avrà, per il secondo anno consecutivo, la peggiore perfomance tra i 27 paesi dell’Ue

Per capire il persistente divario negativo di crescita dell’Italia rispetto alla media della zona euro ci sono due strade:
o gli italiani lavorano meno degli altri popoli (opzione non sostenibile)
oppure lo stato non è in grado di aiutare il lavoro degli italiani

Evidentemente la causa della debole e grave situazione economica e finanziaria del nostro paese è del Sistema Italia, e quindi del regime repubblicano.
L’economia italiana avrebbe bisogno di una cura, ma tutto è drammaticamente complicato dal fatto che il vero malato è lo stato.
L'Italia avrebbe bisogno di Finanze pubbliche sostenibili e usarle per favorire una crescita ma ho l’impressione che tutti i governi italiani non hanno il coraggio di fare quello che si dovrebbe fare.

Uno stato non dovrebbe aiutare una azienda non in grado di competere nel mercato. Oppure nel caso si rileva la necessità di aiutarla almeno si dovrebbe eliminare la maggior parte dei suoi tentacoli incancreniti.
Nulla di tutto ciò, e lo stato continua a compiere gli stessi errori.

Per il caso Alitalia lo Stato regala 300 milioni di Euro per dare ossigeno all’azienda, senza migliorare l’efficienza degli aeroporti e contemporaneamente coinvolgere anche il sistema ferroviario.
Infatti lo scopo non è salvare l’Alitalia ma migliorare la mobilità degli uomini e delle merci in Italia, e per realizzare questo ci dovrebbe essere una sinergia tra aeroporti e ferrovie.

A questo punto è spontaneo chiedere : Che differenza c’è tra l’assistenza di Prodi e quella di Berlusconi ?
La classe politica è in grado di fare vigorose politiche economiche?

Me lo auguro, ma rimango scettico.
Io vedo sempre le stesse persone, la stessa classe politica, temo che con le recenti elezioni ci sia solo un cambiamento di facciata, ma la nomenKlatura intesa come Pensiero politico-culturale rimane ancora saldamente al Potere.

Solo una virtuosa rivoluzione - in particolare culturale - potrebbe realizzare un reale e positivo cambiamento.

La scure di Bruxelles sui conti italiani

Crescita in stallo, irrilevante e comunque inferiore agli altri partner europei. Conti pubblici in peggioramento in un contesto di globale di frenata dell’economia e di allarme inflazione. È un quadro a tinte fosche per l’Italia quello indicato dalle previsioni economiche di primavera presentate dal commissario Ue per gli Affari economici e monetari Joaquin Almunia.

Crescita economica

I dati indicano che il motore dell’economia italiana continua a rallentare e nel corso dell’anno toccherà il fondo con una crescita dello 0,5 per cento, a febbraio si prevedeva lo 0,7 per cento, per risalire nel 2009 allo 0,8 per cento. «Complessivamente la crescita del Pil reale nel 2008 è prevista allo 0,5 per cento - si legge nel documento - chiaramente al di sotto del potenziale» e «il persistente gap negativo di crescita rispetto alla media dell’area euro si allargherà ulteriormente, nonostante l’esposizione relativamente modesta del sistema bancario italiano alle turbolenze finanziarie».

Secondo gli esperti del motore comunitario «il previsto rallentamento della crescita è causato da tutte le componenti della domanda». «Quando guardo alle previsioni per l’Italia la preoccupazione principale è la crescita molto molto ridotta - ha spiegato Almunia - è una crescita molto bassa e al di sotto del potenziale dell’Italia».

Inoltre, «questa crescita è accompagnata nelle nostre previsioni da un’evoluzione molto debole della produttività» e «tutto questo in un Paese che avrebbe bisogno di una maggiore crescita equilibrata per migliorare la sostenibilità e la qualità delle proprie finanze pubbliche e ridurre il peso del debito pubblico per poter utilizzare le risorse come uno strumento che favorisca la crescita». Queste, per il rappresentante dell’esecutivo Ue, «sono le questioni che devono essere affrontate dal Governo italiano, vecchio e nuovo».

PIL e Conti Pubblici

Sul fronte dei conti pubblici infatti da Bruxelles avvertono già i segnali di un peggioramento dei dati: quest’anno il rapporto deficit/Pil delle finanze pubbliche italiane dovrebbe risalire al 2,3 per cento contro l’1,9 del 2007 e, anche se il dato è inferiore al 2,4 per cento indicato dal Governo ed è al di sotto della soglia del 3 per cento indicata dal Patto di Stabilità, nel 2008 i dati dei conti pubblici italiani sono in peggioramento. Quest’anno, si legge nel documento, «l’avanzo primario dovrebbe ridursi di mezzo punto percentuale rispetto al Pil». Inoltre «al netto dei fattori ciclici ed escludendo le misure una tantum, sia per il deficit che per il bilancio primario è previsto un peggioramento di più di un quarto di punto percentuale rispetto al Pil» e «questo deterioramento è dovuto alla spesa addizionale e ai tagli di tasse».

Debito pubblico

Il debito pubblico è invece previsto in diminuzione dal 104 per cento del 2007 al 103,2 per cento nel 2008 e ad un livello ancora più basso, nell’ipotesi di politiche invariate, l’anno prossimo. Nel resto d’Europa in medio la situazione è migliore ma non di molto. la Commissione ha ritoccato al ribasso le stime di crescita per il 2008 all’1,7 per cento, contro l’1,8 indicato il 21 febbraio scorso, lasciando invariate le previsioni per l’Ue a 27, al 2 per cento. A suscitare allarme però è la corsa inarrestabile dei prezzi che fa schizzare le stime sull’inflazione per l’anno in corso al 3,2 per cento nella zona euro e al 3,6 per cento nell’Ue, contro una previsione di febbraio di rispettivamente 2,6 e 2,9 per cento. Per l’Italia la stima è 3 per cento nel 2008 e 2,2 per cento nel 2009.

abcfinanze

martedì, aprile 22, 2008

Matrimonio Umberto Margherita



22 APRILE 1868

A Torino 140 anni fa il Principe di Piemonte Umberto (Re d'Italia dal 1878 al 1900) sposò la cugina Margherita dalla quale ebbe un figlio, Vittorio Emanuele, Principe del Piemonte (1878-1900) e Re d'Italia (1900-1946).

In occasione delle fauste nozze del futuro Re Umberto I, il Padre della Patria Vittorio Emanuele II concedeva le prime nomine nell’Ordine della Corona d’Italia.

giovedì, aprile 10, 2008

Berlusconi e napolitano : caos della repubblica

A proposito della possibilità che la presidenza di una delle Camere possa venir data all’opposizione, Silvio Berlusconi, intervistato da La 7, ha detto che questa eventualità potrebbe verificarsi solo se fosse eletto un altro capo dello Stato nella nostra parte politica.
In caso di vittoria del Pdl, se il Presidente della Repubblica decidesse di dimettersi per fare un gesto nei confronti della nuova situazione italiana, allora si potrebbe anche pensare di dare una Camera all'opposizione, sottolineando che questo è una pura ipotesi di scuola.
Inoltre Berlusconi accusa la sinistra di essersi impadronita di tutte le istituzioni e propone la soluzione: Se fosse eletto un capo dello Stato della nostra parte politica, sarebbe nostro dovere dare la seconda carica dello Stato, cioè la presidenza del Senato, al centrosinistra.

Apriti cielo!
Si è subito scatenata un'ondata di indignazione da parte dei paladini del regime repubblicano.
Non c’è nulla di peggio di dire il falso sapendo di mentire.

Se si lascia da parte la favola raccontata dal regime repubblicano – cioè il presidente della repubblica garante di tutti e superpartes – la dichiarazione di berlusconi e la dura polemica scatenata tra i partiti sono utili perché permettono di scoprire l’ipocrisia del sistema repubblicano.

Al contrario di quello che dicono i conservatori, l'ipotesi-Quirinale presentata da berlusconi non rappresenta l'ennesimo tentativo di avvelenare la vita democratica del paese ma piuttosto permette di liberarci della ipocrisia delle repubblica ed avere la consapevolezza che tutti i presidente della repubblica sono dei politici e quindi di parte.
Come si fa a continuare a credere che il presidente della repubblica possa essere garante di tutti e superpartes quando è un politico, che ha fatto carriera all'interno di un partito, di un governo, ....ed inoltre è imposto solo da alcuni partiti (alle volte addirittura solo dalla maggioranza di un governo) ?

Quello che avvelena la democrazia è l’equivoco istituzionale della repubblica.

Infatti l’imparzialità del presidente della repubblica è l’ideale degli idioti e la maschera dei faziosi, e dobbiamo avere il coraggio d’affrontare questo problema.

E poi perché i cosiddetti “conservatori dello status quo repubblicano” difendono napolitano ma nessuno ricorda che anni fa napolitano, assieme ai suoi compagni del PCI, chiese di buttare fuori Leone e Cossiga?

Ma come si può essere così ingenui da credere che un uomo, da sempre fedele militante di una parte estrema, sia divenuto, per investitura e vecchiaia, un saggio equanime?

E non solo.
Secondo la Costituzione (art. 87) il presidente della repubblica deve essere muto, potendosi rivolgere solo alle Camere, ma nella realtà non stanno zitti un minuto e parlano ovunque e di tutto.

I giornali al fianco del regime e del PD ne approfittano per attaccare berlusconi.
Il direttore del quotidiano la repubblica scrive che Finora non eravamo ancora giunti fin qui, nel punto più basso della Repubblica, dove si confondono ambizioni e istituzioni...larepubblica

Il Corriere della Sera si stupisce e scrive :
E sembra non rendersi conto che un’istituzione di garanzia come la presidenza della Repubblica non può essere valutata comunque con gli stessi criteri delle altre cariche dello Stato: non a caso dura sette e non cinque anni.
corrieredellasera

Berlusconi è uomo scaltro, già altre volte ha tirato in ballo napolitano, e quindi gli attacchi al capo dello Stato sono l’inizio di un conflitto deciso a tavolino.
Innanzitutto non vi è dubbio che ciò fa presagire un confronto molto duro tra le due principali cariche del Paese e tento di fare alcune osservazioni in merito.

Berlusconi sta lavorando su più fronti.
La prima è che Berlusconi non crede nella carica di garanzia rivestita dal presidente della repubblica, ed inoltre lo ripete da sempre che napolitano è stato eletto con i soli voti del centrosinistra prodiano.
La figura del presidente della repubblica è alla stessa stregua di una qualsiasi nomina scaturente dalla lottizzazione del potere e quindi ecco che la seconda carica dello Stato potrebbe essere affidata al centrosinistra solo se Napolitano si dimetta.

Inoltre il fatto che il quirinale appartenga alla sinistra è la valida scusa per non dover cedere nulla all’avversario : l’opposizione può al massimo avere o il Quirinale o il Senato.

La seconda osservazione lascia prevedere che, con questi presupposti, Berlusconi vuole far intendere che questa volta non si lascerà condizionare dalle ingerenze del Capo dello Stato.
Egli sa benissimo che dal presidente, per il passato sfacciatamente schierato dalla parte di veltroni, non avrà di certo un appoggio, cosa d’altronde giàesperimentato con scalfaro e ciampi

La terza osservazione è che berlusconi si aspica che la vittoria alle urne del PDL possa portare addirittura all'uscita di scena del capo dello Stato napolitano, costretto a dimettersi per conformarsi in fretta e furia alla nuova situazione politica.

La quarta osservazione è che questa volta berlusconi non nasconde la sua bramosia di potere, e comincia ad avvicinarsi al quirinale.
Parliamoci chiaro, in una repubblica il capo di stato è scelto dal parlamento e quindi se dovesse vincere la destra il sogno di berlusconi è legittimo, quasi banale.

Già mi immagino cosa dirà la sinistra se il prossimo capo di stato sarà davvero berlusconi, scommetto che questa volta anche per la sinistra il capo di stato non sarà più superpartes e faranno di tutto pur di cacciarlo via.

A questo punto la guerra è dichiarata : da una parte coloro che difendono la repubblica parlamentare e dall’altra chi vuole il presidenzialismo.
Lo scontro sarà totale e durissimo e pochi sopravviveranno.

Se vogliamo evitare di farci del male da soli e distruggere ancora di più l’Italia, non ci rimane che ricordare che esiste una terza ipotesi, un sistema istituzionale dove il capo di stato non appartiene alla politica, ma alla Storia alla Tradizione alla Famiglia.
Parlo della Monarchia Costituzionale dove il capo dello stato è garante di tutti perché non imposto dai partiti e dove lo Stato educa e protegge la Corona.

Se si vuole diminuire il Potere della casta dei politici, se si vuole difendere l’Identità di un Popolo e di una Nazione, minacciate dal globalismo e dalle Lobby Finanziarie, non rimane altro che preferire la Monarchia alla repubblica.

W il Re!

martedì, aprile 08, 2008

Incendio al Castello di Moncalieri


Dopo il rogo della Santa Sindone, che si trova nel Duomo di Torino, un altro incendio in una delle torri del Castello di Moncalieri, una delle Residenze Sabaude tutelate anche dall’Unesco.

Tra le stanze più compromesse c'è quella dove fu firmato il Proclama di Moncalieri, nel novembre del 1849: il re Vittorio Emanuele II scioglieva la Camera ed invitava il nuovo Parlamento a ratificare la pace con l'Austria.
Per fortuna il documento storico è salvo, custodito all'Archivio di Stato di Torino.

Le origini del Castello di Moncalieri risalgono al XIII secolo; ampliato nella seconda metà del Quattrocento da Jolanda de Valois e, successivamente, sul finire del Cinquecento da Carlo Emanuele I, il Castello deve l'impianto attuale alle trasformazioni attuate nel corso del XVII secolo da Padre Costaguta ed Amedeo di Castellamonte per volere di Vittorio Amedeo I e Cristina di Francia.

Solo gli ingenui e gli sprovveduti pensano che questi incendi sono stati voluti dal caso o dalla sfortuna.
Guarda caso questi due incendi si sono sviluppati durante una manutenzione, naturalmente voluta e stabilita dalle istituzioni repubblicane.
In teoria tutto in regole, con tanto di permessi e leggi da rispettare.
A questo punto alcune domande.
Come è stato vinta l'appalto?
Chi doveva far rispettate le norme di sicurezza?
Quanto doveva costare?

Come al solito non verranno accertate le cause e le responsabilità, nessuno pagherà nulla, come è anche certo che il Popolo italiano diventerà più povero essendo andati in fumo un pezzo del proprio passato, della storia sabauda e così della nostra Patria.

La Monarchia seppe costruire e lasciò monumenti e palazzi dei quali siamo ancora oggi orgogliosi.
Al contrario la repubblica non ha costruito nulla, se non stadi, lasciati mezzi vuoti.

Lascia sgomenti ed interdetti l'assoluta incapacità, da parte della repubblica, di tutelare e difendere l'enorme patrimonio del passato della nostra Patria.

Si dice chi rompe paga, ma questo non vale per una oligarchia, come appunto lo è la repubblica.
C'è qualcuno che ha mai pagato gli errori compiuti?

sabato, aprile 05, 2008

Brogli, elezioni, repubblica

I brogli sono una costante realtà inquietante della repubblica italiana .

La riammissione della DC di Pizza alle elezioni e le seguenti dichiarazioni scoprono una inquietante realtà sempre tacciata dal regime repubblicano.

Dopo la rinuncia di Pizza a chiedere il rinvio delle elezioni sembrava che tutto fosse risolto ma non è per nulla così.
Il segretario della Dc è di nuovo sul piede di guerra e in una conferenza stampa parla di un piano per far saltare il voto, accusando il ministro dell'Interno di non svolgere correttamente i suoi compiti.

Anche Berlusconi ricorre ai toni forti lanciando l'allarme-brogli.

A queso punto è impossibile non ricordare il referendum istituzionale monarchia-repubblica del 1946, i cui risultati sono stati considerati falsati. (non solo dai monarchici)
Il grave è che i brogli non appartengono solo al passato lontano (1946), ma sono avvenuti nelle elezioni politiche recenti, e continuano ad esistere per le prossime elezioni del 13-14 aprile 2008.

A questo punto, secondo me, la repubblica è o complice dei brogli o è incapace di eliminarli.

Dc attacca Amato, Pdl lancia allarme brogli

C'è un accordo sotterraneo per far saltare il voto'

Il Viminale alla Dc: fino alla Cassazione no al simbolo nelle schede

Elezioni, Dc: "Amato
è inadempiente"


C'è un piano per far saltare le elezioni

Caso Pizza, Viminale chiede a Dc di aspettare fino all’8 aprile

C'è un piano per far saltare il voto

venerdì, aprile 04, 2008

la repubblica divide l'Italia

Queste ultime dichiarazioni di berlusconi dimostrano un fatto incontestabile, cioe’ che la repubblica e’ un sistema che divide gli italiani.

Se berlusconi si lamenta delle interferenze politiche che ha dovuto subire anche da parte dei presidenti della repubblica, si deve anche avere il coraggio di dire che i conflitti tra le massime cariche dello stato sono alimentate dalla repubblica, in quanto anche il presidente della repubblica e' un politico e quindi di parte.

Inoltre si deve capire che qualsiasi dichiarazioni o azioni dei presidenti della repubblica, anche quelle banali o "giuste", sono sempre criticabili perche' sono espressioni di una persona che appunto e' di parte.

Non puo' esistere un presidente della repubblica di tutti gli italiani.
Come si sa, il pesce comincia a puzzare sempre dalla testa.


BERLUSCONI, AVRO' CONTRO LE ISTITUZIONI

Ci sono da fare tante, troppe cose per un governo che avra' contro molto, se non tutto, il sistema istituzionale italiano: credo che la prima cosa da cambiare sara' la nostra architettura istituzionale".
Il leader del Pdl, Silvio Berlusconi intervenendo alla Confapi critica il fatto che "oggi il premier ha il potere solo di stendere l'ordine del giorno del Consiglio dei ministri ma non puo' dimissionare un ministro".
Il Cavaliere torna anche a denunciare che l'attuale legge elettorale, realizzata dal centrodestra, fu cambiata "per un'interpretazione dubbia del Quirinale" polemizzando cosi' con l'intervento dell'allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. I
n particolare riguardo l'attribuzione su base regionale del premio di maggioranza al Senato, Berlusconi dice: "per una interpretazione dubbia del Quirinale fummo costretti a cambiare quel sistema".

Anche oggi il numero uno del Pdl torna a parlare del timore di brogli sottolineando la necessita' "di uno spoglio scheda per scheda" e osservando come esista "una circolare del ministero dell'Interno che dice che chi non fa lo spoglio scheda per scheda e' passibile del carcere da 3 a 6 mesi".
Per il Cavaliere senza brogli "credo potremo avere la vittoria con due premi di maggioranza sia alla Camera che al Senato e ci serve questa vasta maggioranza perche' la situazione economica e' difficile".
Berlusconi non risparmia una stoccata al leader del Pd e ricorda che "Walter Veltroni ha lasciato nove miliardi di debito come amministrazione comunale e per quanto riguarda le consulenze le ha fatte passare da 30 a 130 milioni, con un aumento del 243%. A Roma lascia un disastro!".
Altra stoccata a Pier Ferdinando Casini che ha scelto di correre da solo e non con la Cdl. "Non e' stata una scelta politica, ma ha prevalso -sostiene Berlusconi- l'ambizione personale. Forse l'Udc e' l'unica forza che puo' superare la soglia del 4% alla Camera, ma sicuramente al Senato non e' in grado di superare lo sbarramento dell'8%".
(AGI) - Roma, 4 apr. –

agi

giovedì, aprile 03, 2008

pressioni di napolitano sulle elezioni?

E' stata fissata all'8 aprile prossimo l'udienza nella quale la seconda sezione bis del Tar del Lazio deciderà nel merito sul ricorso presentato dalla Dc di Giuseppe Pizza contro l'esclusione del Viminale del simbolo del suo partito per le elezioni del 13 e 14 aprile.
Intanto il Viminale ha annunciato di aver dato mandato all'Avvocatura dello Stato per proporre ricorso contro l'ordinanza che riammette la lsta alla consultazione del 13 aprile.

La decisione del Consiglio di Stato di rimettere in corsa per le elezioni politiche il simbolo con lo scudo crociato mette a soqquadro il mondo della politica e nel frattempo Berlusconi e veltroni sono contrari al rinvio.

La verità è che nel caso Pizza sono in molti ad avere qualche responsabilità.
Berlusconi a dargli corda, nell'illusione di infastidire l'altro Scudo Crociato di Casini, Veltroni (o prodi?) nel nascondere finora questo rinvio per poi utilizzarlo per mettere in difficolta’ berlusconi, il Viminale a escluderlo dalle liste, nonostante una sentenza del tribunale che lo confermava titolare del simbolo, la magistratura amministrativa che ha preso forse una decisione irresponsabile. ...
Il ministro degli Esteri d'alema considera la vicenda "molto delicata” e persino l'ex capo dello Stato cossiga sollecita la presidenza della repubblica, dicendo : La decisione di rinviare le elezioni e' molto discrezionale e sostanzialmente dipende dal Quirinale.

Dalla dichiarazione di cossiga si evince che la patata bollente e’ completamente nelle mani di napolitano, perche’ sara’ lui a decidere quando si andra’ a votare
Cosa confermata anche dalla ultime dichiarazione di Pizza che, consapevole di aver provocato un vero terremoto nel mondo politico, si fa conciliante ed afferma : Io sono un uomo mite e dialogante e dunque non escludo che se arrivasse una sollecitazione del Capo dello Stato e se il ministero dell'Interno

Io prevedo che, sotto fortissime pressione dal quirinale, Pizza fara’ passi indietro, ma la nuova posizione sara’ spiegabile solo ipotizzando un ordine del presidente della repubblica.

Insomma la decisione politica di rinviare o no le elezioni sara’ presa da napolitano, cioe’ da un politico di chiara matrice politica, ma non si deve nascondere che qualsiasi decisione sara’ inevitabilmente occasione di divisioni e di interpretazione politica di parte.

La situazione è di estrema incertezza, ormai in questa repubblica nessuno sa cosa fare, ed anche la posizione assunta dall'Esecutivo è schizofrenica, che manifesta una chiara volontà di escludere la lista della Dc dalla competizione elettorale, scavalcando la decisione del Consiglio di Stato.

Insomma non stiamo piu’ solo assistendo a un altro episodio della commedia della repubblica italiana ma temo che ormai e’ a rischio la democrazia.


rainews
ansa
voceditalia

mercoledì, aprile 02, 2008

DC, Pizza, elezioni


La Dc di Pizza è stata riammessa alle consultazioni elettorali dal Consiglio di Stato distruggendo cosi' il trofeo di guerra sbandierato con spavalderia da Casini, che allora ebbe la meglio nella guerra sullo Scudo crociato.

La clamorosa riammissione della DC alle prossime imminente elezioni sembrerebbe un pesce d’aprile ma invece e’ un fatto vero e la Dc di Giuseppe Pizza, che si fregia di rappresentare la storia della Balena Bianca, correrà alle elezioni.

La riammissione della DC ha l’effetto di un terremoto che smuove tutto il mondo politico, adesso c’e’ chi si lamenta, chi ha paura di perdere, chi gioisce che forse vincera’, chi non sa cosa fare, chi prega, chi da tempo lo prevedeva e si sta divertendo...

Non sono un esperto, ma forse il ricorso e’ giusto perche’ Pizza e la sua Dc erano le uniche ad avere il diritto a presentarsi con lo scudo crociato dal momento che aveva vinto la battaglia giudiziaria per i beni e il simbolo della vecchia Democrazia Cristiana, ma perche’ si arriva a questo punto solo adesso ?
Non si poteva giungere a questa conclusione prima?

E poi, chi si sobbarcherà i costi di questa bella frittata all’Italiana?
Ovviamente saranno gli italiani a pagarli, che devono pagare sempre gli errori compiuti dalla repubblica che inesorabilmente “uccide” il nostro paese.

Si puo' considerare questa notizia come una burla, una barzelletta, un pesce d’aprile in ritardo, una pazzia, una bacchetta magica di qualche politico di razza ma, secondo me, rimane il fatto che la DC di pizza rappresenta un altro sfregio all’immagine, gia’ negativa, della repubblica.

Altro che telenovelas, questo e’ puro ed insuperabile spettacolo repubblicano!!

l Consiglio di Stato riammette la lista apparentata con il Pdl al Senato
Torna la Dc di Pizza: «Ora rinvio del voto»
Ricorso accolto: potrà correre alle elezioni. Il segretario: ci spettano altri 15 giorni per la campagna


MILANO - L'ex sindaco di Padova Settimo Gottardo ancora non ci crede: «Sono un vecchio dc, scettico: ho paura che sia vero come i pinguini che volano della Bbc». E invece niente pesce d'aprile, la notizia ha l'ufficialità di uno stemma della Repubblica e il crisma di una sentenza del Consiglio di Stato: la Dc di Giuseppe Pizza è stata riammessa alle elezioni del 13-14 aprile, dalle quali era stata esclusa qualche settimana fa. Notizia solo apparentemente di nicchia: perché la vittoria giudiziaria rischia di deflagrare in una competizione elettorale già avviata, destabilizzando il centrodestra. Con il rischio estremo, ancora allo stadio di ipotesi, di uno slittamento del voto che potrebbe dare tempo prezioso al partito democratico di Walter Veltroni. All'origine della disputa giudiziaria, l'utilizzo dello scudo crociato. Troppo simile a quello dell'Udc di Pier Ferdinando Casini, secondo una precedente ordinanza del Tar della Campania. Il rischio di creare confusione nell'elettorato aveva portato all'esclusione dalle liste. Ora, la riammissione del «glorioso simbolo dello Scudo Crociato - Libertas, dopo la proditoria esclusione», come dice Pizza. Ma che succederà ora? «Adesso — spiega — spetta al governo e al ministro Amato rimetterci nelle condizioni di svolgere correttamente la campagna elettorale, al pari di tutti gli altri partiti».

Già, perché i giochi sono fatti da tempo, sorteggio sulle liste e operazioni burocratiche comprese. E la Dc ha meno di 15 giorni per portare a termine la sua campagna elettorale contro i 30 previsti per legge: «Infatti chiediamo un spostamento del voto di almeno quindici giorni, per il rispetto della legge sulla par condicio». Casini non sarà entusiasta della sentenza: «Io ho sempre cercato di aver un buon rapporto con lui — spiega Pizza, che festeggia con i suoi al ristorante —. Ma ha preferito creare un partito padronale. Comunque Casini usa illegittimamente il simbolo. Noi rappresentiamo la continuità storica con la Dc, che non è mai stata mandata a casa dagli elettori: l'ultima volta che si presentò, nel lontano '92, ottenne il 29,2 per cento dei consensi». Tra sofismi, cavilli, cause e faldoni, Pizza non molla. E chiede il rinvio del voto, a costo di far arrabbiare qualcuno nel centrodestra: «Non mi importa, decide la direzione della Dc non gli altri. Con il Pdl abbiamo solo un accordo tecnico al Senato. Restiamo di centro e proporzionalisti. Siamo ferocemente contrari a questo sistema elettorale e all'abolizione delle preferenze: un golpe».

La sentenza del Consiglio di Stato ha un effetto collaterale importantissimo, come spiega Gianluigi Pellegrino, avvocato della Sinistra Arcobaleno: «Riconosce che la giurisdizione sull'ammissione delle liste alle elezioni politiche è amministrativa». Non una cosa da poco, visto che sono pendenti una serie di ricorsi presentati contro l'ammissione del Movimento per l'Autonomia di Raffaele Lombardo. Pendono, perché tutti gli organi teoricamente preposti si sono chiamati fuori dalla titolarità del giudizio: «C'è un vuoto di tutela grave — spiega Pellegrino —. Finalmente, con questa sentenza, si stabilisce che c'è un giudice a Berlino. A questo punto, da giurista, dico che occorre il tempo necessario per attivare la tutela. E quindi credo che sia necessario un rinvio della data delle elezioni».
corriere



Amato: non escluso rinvio elezioni per riammissione Dc

Il ministro dell'Interno dopo l'accoglimento del ricorso da parte del Consiglio di Stato: ''La decisione in ogni caso compete a governo e presidente della Repubblica''. La Democrazia cristiana di Pizza: ''Si è trattato di un'arbitraria decisione amministrativa e di insensibilità politica da parte di Amato''. Berlusconi: ''Sarebbe un danno per il Paese che ha bisogno di un governo immediatamente operativo''.
adnkronos

porcellum, ciampi e la repubblica


Molti politici, osservatori, giornalisti criticano la legge elettorale, il cosiddetto porcellum, che effettivamente causa una situazione parlamentare frammentata, altera gli effettivi equilibri di voti ed indebolisce la stabilita’ del governo.

Il giudizio negativo sulla legge elettorale pero’ e’ strumentalmente usato solo per attaccare il governo berlusconi, dimenticando che la colpa non fu solo del ministro calderoni ma anche di ciampi.
Evidentemente per non imbarazzare ciampi e per non screditare la figura superpartes (una farsa) del presidente della repubblica, si nasconde il fatto che la situazione del Senato è stata determinata dal presidente ciampi il quale rimandò il cosiddetto «porcellum» alle Camere perché pretendeva, ed ebbe, la ripartizione del premio di maggioranza su base regionale anziché nazionale.

In questa situazione caotica ci sono poi gli imbrogli che sono la tipica caratteristica della repubblica, gia’ ampiamente utilizzati durante il referendum istituzionale del 1946 monarchia-repubblica.

Oltre all’Italia territoriale in cui vota chi paga le tasse c’e’ un’Italia estera dominata da imbrogli e comportamenti farseschi : schede pazze, alle volte ci sono troppe schede altre volte poche, c’e’ chi vota due o tre volte, chi vorrebbe votare una volta sola non può perché la scheda non è arrivata, i seggi restano aperti per vari giorni ...

Insomma per il porcellum dobbiamo ringraziare ciampi
Per gli imbrogli dobbiamo ringraziare la repubblica

Che razza di democrazia sarebbe questa repubblica?


La polemica
Quirinale: «Gravi le parole di Berlusconi»
Il leader del Pdl: «Difficile governare con Ciampi, che stava dall'altra parte». In serata la replica del Colle

ROMA - Silvio Berlusconi pronuncia la frase "incriminata" durante un forum organizzato dal Tempo: «Sappiamo che il Consiglio dei ministri non potrà approvare nulla che non debba passare sotto le forche caudine di un capo dello Stato che sta dall'altra parte». Il leader del Pdl ricorda il suo «rapporto con Ciampi» e cita anche un esempio: «Nell'attuale legge elettorale così maltrattata c'era solo una cosa da cambiare ed era il premio di maggioranza al Senato, che da regionale doveva diventare nazionale. Il grosso guaio fu dovuto a un'interpretazione della Costituzione da parte del Quirinale». Una critica esplicita al Colle, dunque. Poco dopo, però, è lo stesso Berlusconi a precisare il suo intervento: «Mi riferivo al rapporto dialettico con Ciampi. Non c'entra niente Napolitano, con cui ho un ottimo rapporto e a cui porto affetto e stima che so essere condivise».

LA REPLICA - Ma al Quirinale non basta. In serata, infatti, arriva la replica: «La Presidenza della Repubblica - chiunque ne fosse il titolare - ha sempre esercitato una funzione di garanzia nell'ambito delle competenze attribuitele dalla Costituzione senza mai sottoporre a interferenze improprie le decisioni di alcun governo, e considera grave che le si possano attribuire pregiudizi ostili nei confronti di qualsiasi parte politica».

LA TELEFONATA - Una dura presa di posizione. Tanto che poco dopo il portavoce di Berlusconi, Roberto Bonaiuti, riferisce di una telefonata chiarificatrice tra il leader del Pdl e il Capo dello Stato: «Berlusconi ha chiamato Napolitano per chiarire ancora meglio il senso del suo intervento».

ISTITUZIONI - Ma è, in serata, ospite al programma «Conferenza stampa» su Rai Due, che Berlusconi torna a parlare delle grandi istituzioni, pur senza citare il Colle. Alla domanda se pensi che siano contro di lui ha risposto: «Non è che confermo un'opinione, è la realtà». L'ex premier ribadisce che nel 2006 ci sono state irregolarità. «La sinistra è arrivata alla pari nel 2006, ma ci sono stati molti brogli e un uso improprio delle schede bianche tanto che secondo noi si sarebbe dovuto ricontare le schede, ma la sinistra non l'ha consentito e ha messo le mani su tutte le istituzioni. La Corte Costituzionale vede 11 giudici dalla parte della sinistra, contro 3 dei nostri; al Csm è la stessa cosa, i sindacati pure, la grande stampa è a sinistra e parte dei Pm, non solo sono a sinistra, ma usano i loro poteri per fare lotta politica. Quindi la situazione è obbiettivamente difficile».

VELTRONI - Sempre durante «Conferenza stampa», in quello che è stato una specie di duello televisivo in due tempi, anche Walter Veltroni interviene sull'argomento: «Quella di oggi è una brutta smentita» afferma, riferendosi alle tensioni tra Berlusconi e il Quirinale. «Attaccare il Capo dello Stato presente e passato e poi dover smentire e telefonare è una cosa che ci riporta esattamente indietro in questo quattordicennio».

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