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Per contrastare il linciaggio della figura di Re Vittorio Emanuele III da decenni perpetrato dalla propaganda repubblicana, segnalo alcuni pareri insospettabili di favoritismo monarchico.
- Sergio Romano (Corriere della Sera, 23-06-06):
debbo chiedermi cosa sarebbe successo se il Re fosse rimasto nella capitale e fosse caduto, com'era probabile, nelle mani dei tedeschi. Vi sarebbero state nei mesi seguenti un'Italia fascista governata da Mussolini e un'Italia occupata dagli alleati, priva di qualsiasi governo nazionale.
La fuga, fra tante sventure, ebbe almeno l'effetto di conservare allo Stato un territorio su cui sventolava la bandiera nazionale. Non è poco.
- Carlo Azeglio Ciampi, allora Presidente della Repubblica:
il Re ha salvato la continuità dello stato (il governo italiano colmò l'incombente vuoto istituzionale, imponendosi agli alleati quale unico interlocutore legittimo).
- Dello stesso parere anche il marxista prof. Ernesto Ragionieri (cfr. la sua "Storia d'Italia", edita da Einaudi).
- Lucio Villari (Corriere della Sera, 09-08-2001):
Sono, in proposito, assolutamente convinto che fu la salvezza dell'Italia che il Re, il governo e parte dello stato maggiore abbiano evitato di essere afferrati dalla gendarmeria tedesca e che il trasferimento (il termine "fuga" è, com'è noto, di matrice fascista e riscosse e riscuote però grande successo a sinistra) a Brindisi gettò, con il Regno del Sud, il primo seme dello stato democratico e antifascista ed evitò la terra bruciata prevista, come avverrà in Germania, dagli alleati.
La vulgata storica imposta dalla visione repubblicana è inquinata dagli occultamenti della verità, facendo leva sulla propaganda di nazisti, repubblichini o Comitato di liberazione nazionale, per condannare la monarchia anche dal punto di vista morale.
Infatti la cosiddetta fuga di Vittorio Emanuele III fu coniata dagli ambienti vicini a Mussolini, fu una parola utilizzata da subito dai fascisti.
Fin dall’aprile ’43 i nazisti cercavano l’occasione per invadere l’Italia, e quella della fuga era una occasione ghiotta per realizzare il disegno.
In realtà Re Vittorio Emanuele III salvò l'Italia.