Quando si discute su temi fondamentali per la democrazia, come la libertà di stampa, si ignorano alcune premesse, come dare alle persone e cose il loro giusto significato e non farsi accecare dalla politica. Infatti in Italia succede che Santoro sia il paladino della libertà di informazione e che la trasmissione “Annozero” sia una informazione corretta e oggettiva. Ovviamente non è così.
Sia chiaro, io ritengo sia giusto che la Rai trasmetti programmi decisamente “di parte” ma non si può sostenere che un programma come “Annozero” sia fondamentale per la difesa della libertà di stampa.
Visto la sua evidente partigianeria, ritengo sia meglio trovare una più adatta collocazione (in terza serata?) per soddisfare i suoi sostenitori e rispettare la maggior parte dei telespettatori che hanno un concetto di libertà diverso (più liberale) e che non ragionano con ideologie. In prima serata ci dovrebbero essere programmi più seri, maggiormente equilibrati e oggettivi.
Il discorso sulla trasmissione “Raiperunanotte” (la versione “Annozero 2.0”) merita un discorso diverso perchè è stato un evento straordinario.
Non era mai successo che uno spettacolo trasmesso in diretta sul web collezionasse oltre 120 mila contatti (questi dati sono corretti?), diffuso anche su numerosi canali satellitari. E’ stato il primo esperimento di talk politico multicanale andato in onda contemporaneamente sul web e sul satellite che ha rotto l’egemonia della televisione. E’ stato un evento mediatico di straordinario impatto, antesignano forse di un nuovo modo di distribuire informazione.
L’aspetto positivo è che si è visto la possibilità di uscire dal monopolio televisivo Rai/Mediaset - la prima sconfitta subita dalla tv tradizionale - e la enorme potenzialità del web.
Purtroppo però questo spettacolo è stato condotto da un politico/giornalista che ha compiuto l’errore di politicizzare una sacrosanta battaglia di libertà.
Invece di difendere la libertà, Santoro ha dato allo spettacolo una connotazione politica, trasformandolo in arma contro il nemico dove l’antiberlusconiano militante si è scatenato mostrando addirittura l’assurdo parallelismo Mussolini-Berlusconi.
Questo significa che si continua a seguire la logica dei partiti e che ci si impegna in una battaglia solo per convenienze politiche: chi parla di regime lo fa per attaccare l’avversario mentre in realtà il regime è del sistema nel suo complesso, si dimentica che il regime è la partitocrazia e non solo da chi governa, ben pochi si preoccupano della lottizzazione della Rai, è praticamente impossibile modificare la gestione della Rai perchè impedito dai partiti e dalle lobbies dei giornalisti, anche il referendum sulla privatizzazione della Rai è stato disatteso da tutti.
E’ successo che un politico/giornalista – infondo l’icona del mito dell’occupazione militante della Rai e della lobby dei giornalisti - si spaccia da paladino della libertà mentre in realtà Santoro difende i privilegi della casta dei giornalisti e della partitocrazia.
L’ideale sarebbe stato se l’evento fosse stato condotto da una persona esterna alla Rai/Mediaset, senza tessera di partito e con un background diverso.
D’altronde mi rendo conto che una persona davvero libera non potrebbe realizzare uno spettacolo del genere perchè non avrebbe gli aiuti economici politici e logistici necessari, insomma un evento del genere non è disponibile a tutti ma a chi appartiene alla oligarchia.
Se da una parte “Raiperunanotte” ha avuto il merito di rompere il duopolio Rai/Mediaset, ha però rafforzato la logica dei due blocchi politici, “noi contro gli altri armati”, lo scenario è sempre lo stesso, da una parte i bravi dall’altra i cattivi, la mia verità contro la tua.
D’altronde il bipolarismo politico è perfettamente in sintonia con il duopolio televisivo, anzi penso che il bipolarismo rafforza la lottizzazione ed impedisce possa esserci una informazione più corretta.
Prima c’era il canale della DC, del PSI e del PCI (Rai 1 2 e 3), adesso la televisione è formata da due grandi e simili contenitori (rai/mediaset) controllati dal coacervo dei partiti che genera e perpetua il pensiero unico del regime.
Ecco in Italia il “grande fratello” è proprio il pensiero unico propagandato dal regime repubblicano che tende a omologare le opinioni e idee, che inganna e confonde gli italiani.
Come uscire da questa empasse?
Come si può dare una visione della realtà meno faziosa e più spassionata, lasciando poi al telespettatore l’onere e la libertà di farsi un’idea?
Secondo me ci sarebbe più democrazia e libertà solo se in Italia ci fosse un nuovo sistema, una nuova costituzione, una nuova classe politica, un nuovo stato.
Infatti la repubblica - nata dal CLN e presto degenerato in partitocrazia - alimenta la divisioni tra gli italiani, fa parte del suo dna – nata da una guerra persa, da un referendum pilotato, dominato da ideologie ormai abbandonate – che poi genera incapacità, corruzione e la lottizzazione ... anche della televisione.
Per ora l’unica cosa fattibile è avere avamposti intellettuali, morali e politici per cambiare tendenza, come quello che avviene in natura quando i nuovi semi possono gradualmente rigenerare un terreno arido.
La strada è lunga e in salita. Intanto cominciamo a rifiutare l’oligarchia e a ragionare con la propria testa, da veri uomini liberi...in attesa di nuovi eventi.
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