Articoli in evidenza:

lunedì, luglio 27, 2020

Re del Bhutan a Gelephu

Il Re del Bhutan a Gelephu per le inondazioni

21 luglio 2020

Sua Maestà il Re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck del Bhutan si era recato a Gelephu, accompagnato dal Primo Ministro e dal capo delle operazioni della RBA, mentre erano in corso le operazioni di salvataggio. 

Gelephu è una città del Bhutan situata nel distretto di Sarpang, dove sono morti 4 soldati dell'esercito reale del Bhutan durante una coraggiosa operazione di soccorso per salvare la vita delle persone catturate nelle alluvioni di Gelephu ieri.

I soldati defunti sono stati premiati con la medaglia Drakpoi Khorlo per il loro straordinario coraggio ed il loro supremo sacrificio in servizio. 
Il Re del Bhutan ha anche ordinato che le loro famiglie possano ricevere stipendi, indennità e tutti i benefici che i soldati avrebbero ricevuto durante il loro servizio ed in pensione.

Il Re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck ha elogiato gli ufficiali, il personale della RBA, ed altri coinvolti nell'operazione di salvataggio, in particolare gli operatori escavatori, che hanno corso un grande rischio per raggiungere le persone bloccate, e li ha ringraziato per i loro eroici servizi .


Fondazione Reale di William e Kate

La Fondazione del Duca e della Duchessa di Cambridge finanzia 10 enti di beneficenza

23 luglio 2020

The Royal Foundation of The Duke and Duchess of Cambridge donerà quasi 1,8 milioni di sterline ($ 2,3 milioni) a 10 enti di beneficenza impegnate nella tutela della salute mentale.

Ad un incontro che si è tenuto presso Queen's Sandringham Estate, a Norfolk, il Duca William e la Duchessa Kate di Cambridge hanno parlato con 4 funzionari delle organizzazioni che beneficeranno del fondo, che sono stati in prima linea nella lotta contro il covid19.

Il principe William ha detto: "È bello vedere come la Royal Foundation sta supportando voi e molti altri per costruire la resilienza e darvi gli aiuti di cui avete bisogno attraverso questo fondo di risposta al COVID-19, che aiuterà dieci importanti organizzazioni benefiche a continuare il loro lavoro cruciale".

La duchessa Kate ha affermato : "Negli ultimi mesi siamo stati tutti sbalorditi dall'incredibile lavoro svolto da voi in prima linea e dai soccorritori in risposta al COVID-19, ma sappiamo che per molti di loro, le loro famiglie e per migliaia di altri in tutto il Regno Unito, la pandemia avrà un impatto duraturo sulla loro salute mentale". 


40 anni fa muore Scià dell'Iran

40 anni fa moriva in esilio lo Scià dell'Iran 

27 luglio 1980

Lo Scià dell'Iran morì di cancro mentre era in esilio ad Al Cairo (Egitto), 17 mesi dopo aver lasciato il suo Paese in seguito alla rivoluzione islamica.
Lo Shah Mohammad Reza Pahlavi, un tempo venerato, era fuggito dall'Iran nel gennaio 1979 di fronte a una rivolta, dopo un regno di 37 anni in cui sognava di rendere il suo paese la 5° potenza mondiale entro il 2000.
Il suo esilio aprì la strada al ritorno trionfale dalla Francia, il 1° febbraio 1979, dell'Ayatollah Ruhollah Khomeini ed alla creazione di una repubblica islamica.
Il tribunale islamico condannò a morte in contumacia nel giugno del 1979 sia Pahlavi che l'imperatrice Farah, mentre agli altri esponenti della famiglia fu interdetto l'ingresso.

Dopo aver soggiornato in diversi paesi nel giro di pochi mesi, - Marocco, Bahamas, Messico, Stati Uniti e Panama - si rifugiò in Egitto, l'unico paese che si dichiarò disposto ad ospitarlo, accolto dal presidente Sādāt. 
Mohammad Reza Pahlavi non sopravvisse molto alla sua deposizione: morì infatti l'anno dopo, nel luglio del 1980, per complicazioni di una macroglobulinemia di Waldenström, un tipo di tumore affine al linfoma non Hodgkin, di cui soffriva da anni. 

Il funerale di stato in Egitto si svolse il 29 luglio, durante il quale fu eseguito l'inno dell'Iran imperiale e la bara, drappeggiata con la bandiera iraniana, su una carrozza trainata da sei cavalli, raggiunse la moschea Al-Rifai.  Davanti alla moschea, Sadat e i due figli dello Shah, Reza Ciro e Ali Reza, accompagnarono il corpo nella camera funeraria, con i classici 21 colpi di cannoni sparati dalla piazza.

La forte amicizia tra i due uomini risale ai primi anni '70. Lo Scià rimase accanto all'Egitto durante la guerra arabo-israeliana del 1973, inviando aiuti medici ma soprattutto permettendo agli aerei sovietici di sorvolare l'Iran per rifornire il Cairo di armi e attrezzature militari.