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martedì, gennaio 20, 2009

Rivoluzione francese ed il comunismo


Luigi XVI di Francia (23 agosto 1754 - 21 gennaio 1793)
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Luigi venne arrestato il 13 agosto 1792. Il 21 settembre 1792, l'Assemblea Nazionale dichiarò che la Francia era una repubblica.
Luigi venne processato (dall'11 dicembre 1792) e accusato davanti all'Assemblea Nazionale di alto tradimento. Venne condannato a morte (17 gennaio 1793) per ghigliottina con 361 voti favorevoli, 288 contrari e 72 astenuti.

Re Luigi XVI venne ghigliottinato il 21 gennaio 1793 in Piazza della Rivoluzione, l'attuale Place de la Concorde.

Il Re rivolgendosi ancora una volta ai francesi affermò: Muoio innocente di tutti i crimini che mi sono imputati. Perdono i responsabili della mia morte e prego Dio che il sangue che state per versare non ricada mai sulla Francia.

Ricordiamo questo sovrano.

Il binomio Rivoluzione-ghigliottina è divenuto inscindibile nella coscienza collettiva.
Dal punto di vista politico la ghigliottina è stato lo strumento fondamentale della repubblica francese .

I rivoluzionari della repubblica francese uccisero tutti coloro che si opposero (il genocidio vandeano), fu un periodo di terrore.
Molte le analogie della repubblica francese con i totalitarismi del Novecento, soprattutto del comunismo di stampo sovietico.

lunedì, gennaio 19, 2009

Obama Day, spettacolo e dollari

Naturalmente in questi giorni l'avvenimento più importante è l'insediamento alla Casa Bianca del nuovo presidente degli Stati Uniti, Obama, ed in questo contesto io vorrei spostare l'attenzione sui costi eccessivi stanziati per questo evento.

A parte il fatto che, in genere, le Istituzioni e la Politica non dovrebbe mai spendere troppo in festeggiamenti o cose non essenziali, la critica a questi costi diventa ancor più fondata se si tiene conto la difficile situazione economica degli Stati Uniti, nella quale molti americani perdono lavoro o non riescono a pagare i mutui per l'acquisto di casa.

Ecco quindi che fa molto discutere il massiccio investimento per questi festeggiamenti, e nonostante le molte promesse di austerità in questi tempi di profonda crisi economica.

Infatti la giornata costerà intorno ai 170 milioni di dollari, una cifra enorme.
La cerimonia del giuramento da sola arriverà a costare 1,24 milioni. La maggior parte verrà speso in misure di sicurezza e nelle decine di balli e feste che costelleranno la città di Washington. Le spese saranno in gran parte coperte dagli sponsor, mentre il governo federale coprirà 49 milioni di dollari e gli Stati di Washington DC, Virginia e Maryland hanno chiesto aiuti al governo centrale per altri 75 milioni.

Ci sarà un esercito di 20mila agenti, di una cinquantina di diverse agenzie di sicurezza, a proteggere il giuramento di Barack Obama.
Per garantire che tutto si svolta regolarmente è stato arruolato un piccolo esercito. Gli uomini e i mezzi addetti alla sicurezza impegnati su Washington e dintorni sono oltre 42mila, con un costo complessivo di almeno 78 milioni di dollari.

E' significativo confrontare i costi dei festeggiamenti per l'insediamento di Obama con quelli precedenti.
Adesso si spende molto più dei 42,3 milioni spesi dal comitato Bush nel 2005 o i 33 milioni dell'Inauguration Day di Bill Clinton nel 1993.
Da segnalare quindi il continuo aumento dei costi del presidenzialismo americano.

Io ho l'impressone che Obama non parte molto bene.
Da una persona di colore che per la prima volta diventa presidente degli Stati Uniti, un fatto epocale che avviene in un periodo di profonda crisi economica, io mi sarei aspettato ben altro, non certo uno spreco di denaro pubblico.

In più avverto una sgradevole ostensione allo spreco di denaro pubblico, una eccessiva ricerca alla celebrità (parata di stelle pronta a salire sul palco), allo spettacolo (ricevimenti, appuntamenti pubblici e megaconcerti) che urta con la situazione reale della società degli Stati Uniti.

La portata storica dell'evento, la grande attesa che lo circonda e il senso di enorme fiducia e aspettativa che accompagna Barack Obama ha un prezzo: oltre 170 milioni di dollari.

C'è da chiederci se le migliaia di persone che andranno a Washington DC lo faranno per vedere Obama o per assistere gratuitamente il megaconcerto di famosi cantanti....
Lo spettacolo americano continua.

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sabato, gennaio 17, 2009

Italia brasile battisti : e la giustizia?


Il ministro brasiliano della Giustizia, Tarso Genro, ha concesso lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti e quindi ha respinto la richiesta di estradizione avanzata dall'Italia.

Ricordiamo la storia di questo terrorista.
Alla fine degli anni settanta Cesare Battisti, contumace, fu condannato all'ergastolo per 4 omicidi. Arrestato in Italia nel '79, riuscì ad evadere nel 1981.
Da quel momento ha iniziato un lungo periodo di latitanza che lo ha portato in Messico e poi a Parigi dove ha scritto e pubblicato libri gialli di un certo successo. Rintracciato nel 2004 le autorità francesi concessero l'estradizione ma lui riesce a fuggire in Brasile.

Perchè il Brasile, a fronte di una richiesta di estradizione dal parte dell'italia, ha concesso lo status di "rifugiato politico"?
Il quotidiano la repubblica riporta che l'avvocato difensore di Battisti è Luis Eduardo Greenhalgh (l'avvocato del "Soccorso rosso") che, oltre ad essere stato deputato per il partito del Presidente Lula, è amico del Presidente e di tutti i maggiori dirigenti del partito al governo.
Il ministro della giustizia brasiliana ha spiegato di difendere battisti perchè è convinto che lui in Italia sarebbe ucciso.
Questa è solo una scusa in quanto in italia non succederebbe di certo una cosa del genere .. anzi al massimo diventerebbe una specie di eroe, difeso e festeggiato dai comunisti doc italiani.

Questo caso dimostra che molti terroristi rossi godono di aiuti economici e politici in tutto il mondo.
D'altronde si sa che in Italia esiste una lobby di personaggi più o meno coinvolti con gli Anni di Piombo e con la bandiera rossa che fanno politica, insegnano o che predicano in tv.

Non è un caso che Bertinotti e company in molte occasioni hanno inneggiato alla democrazia di Lula in Brasile come esempio da imitare.

Comunque la scusa inventata dal ministro Brasiliano (Battisti in Italia sarebbe ucciso) dimostra anche che molti stati hanno una immagine decisamente negativa della repubblica italiana e d'altronte si sa che la giustizia italiana funziona molto male .....

Da questa situazione ne esce con le ossa rotte non solo la nostra giustizia ma tutte le istituzioni repubblicane che non hanno la forza e la capacità di reagire e farsi ascoltare.

Un'altra figuraccia della repubblica italiana ...