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martedì, luglio 03, 2012

Casillas consegna la coppa al Re

Il re Juan Carlos ha ricevuto la squadra nazionale di calcio spagnola che ha vinto il campionato europeo 2012, battendo l'Italia per 4 a 0.
Il ricevimento si è tenuto nel Palazzo della Zarzuela di Madrid.

2 luglio 2012

Don Juan Carlos, i Principi delle Asturie e la Principessa Elena hanno ricevuto la squadra spagnola di calcio nel Palazzo della Zarzuela, che è guidata dal tecnico Vicente Del Bosque.

Al ricevimento erano presenti anche il ministro dell'istruzione, Jose Ignacio Wert, il Presidente della Federazione di calcio spagnola, Angel María Villar. e il Presidente del Consiglio dello Sport, Miguel Cardinal.

Sua Maestà la Regina Sofia era assente perché è attualmente in visita nelle Filippine.

Dopo aver salutato tutti i membri della squadra che ha vinto il Campionato europeo 2012, il re, i principi e la principessa si sono recati al giardino del palazzo per le foto.

Finora nessuna squadra di calcio aveva vinto tre titoli importanti di fila, e quindi questa squadra spagnola sarà ricordata nella storia avendo vinto i titoli europei e mondiali nel 2008, 2010 e 2012.

Il Principe delle Asturie, Felipe, si era recato a Kiev per assistere la finale vinta dalla Spagna contro l'Italia 4 a 0.

Juan Carlos si è complimentato, per la terza volta dal 2008, con i ragazzi del commissario tecnico Vicente Del Bosque:
"Siete formidabili. Se presi singolarmente siete ottimi, come squadra siete formidabili".

"Non è facile parlare ai 'tricampeones"', ha aggiunto Juan Carlos rivolgendosi al gruppo che ha conquistato il titolo europeo nel 2008 e quello mondiale nel 2010.
"Avete dato una gioia non solo a noi, ma a tutta la Spagna", ha detto il re, in compagnia dei principi Felipe e Letizia, mentre le 'infantas' Leonor e Sofia indossavano la maglia della Nazionale.



Il capitano, Iker Casillas, a nome di tutta la squadra ha donato una maglietta firmata da tutti i giocatori, con il numero 1 sulla schiena e con il nome del Re di Spagna "Juan Carlos" per "non dimenticare mai questa vittoria."


VIDEO
El rey a la selección: "Habéis dado alegría a toda España"

lunedì, luglio 02, 2012

Spagna campione d’Europa

Euro 2012: la Spagna è campione d’Europa.
La finale è finita con la netta vittoria della Spagna che ha battuto l'Italia 4 a 0

1 luglio 2012

Alla finale degli europei tra la Spagna e l'Italia, la Spagna è stata rappresentata dal principe Felipe, mentre l'Italia dal presidente del consiglio Monti, seduti al fianco del presidente della Uefa Michel Platini.

Il principe Felipe ha detto che la squadra spagnola è "meravigliosa" e che "questa squadra è un lusso".

Dopo la vittoria della Spagna contro l'Italia, il principe Felipe si è congratulato con i giocatori della squadra iberica nello spogliatoio della Olimpico di Kiev, per il loro secondo campionato aggiungendo : "sono davvero imbattibile."

Il Principe Felipe di Spagna, al termine della vittoria contro l’Italia, si è recato agli spogliatoi delle "Furie Rosse" chiacchierando con tutti i giocatori.

Da notare che nessun giocatore spagnolo ha accolto il principe a torso nudo, il contrario di quanto abbiamo visto all’inizio dell’Europeo in occasione della visita di Giorgio Napolitano nello spogliatoio azzurro.


Questo comportamento non è solo formalismo ma significa che gli spagnoli, avendo rispetto della Monarchia e della Famiglia Reale, hanno sentito il dover di accogliere il principe vestiti con la maglia.
Al contrario gli azzurri che non sono certo orgogliosi della repubblica italiana, hanno parlato con Napolitano mezzi nudi.
Se avesse vinto l'Italia gli azzurri avrebbero accolto Monti in mutande....

Il principe Felipe e il Primo Ministro della Spagna, Mariano Rajoy, avevano già festeggiato con euforia sulla tribuna dello Stadio Olimpico di Kiev visto i 4 gol segnati dalla Spagna durante la finale del Campionato Europeo contro l'Italia.

Prima dell'inizio della partita, il principe Filippo aveva inviato un ultimo messaggio di incoraggiamento alla squadra nazionale attraverso le camere di Telecinco : "Siamo di buon umore e tesi, ma abbiamo fiducia visto tutto quello che è stato fatto. Una finale è una finale. Siamo certi che sarà una bella partita per la Spagna. L'illusione è enorme e la fiducia si basa sui fatti. E' una finale, e sappiamo che l'Italia gioca bene. Il re avrebbe voluto essere qui e mi ha detto di tornare con la coppa, ma è chiaro che sentiremo il sostegno di tutto il paese."

domenica, giugno 10, 2012

Spagna-Italia Euro 2012

Felipe e Letizia alla partita Spagna - Italia

10 giugno 2012

Il Principe e la Principessa delle Asturie hanno partecipato alla partita Spagna - Italia del campionato europeo di calcio 2012.

 
La partita di esordio dell'Italia con la Spagna, detentrice del titolo di campione d’Europa e del Mondo in carica, si è giocata allo stadio comunale di Danzica.(Polonia), davanti a una platea d'eccezione.
Infatti nella tribuna d’onore, oltre al principe Felipe di Spagna ed alla principessa Letizia, erano presenti anche il premier spagnolo Rajoy, il presidente polacco, Komorowski, e il presidente italiano, Napolitano.



A pochi minuti prima della partita, Felipe de Borbón, il principe di Spagna, ha parlato alla Telecinco.
Lui ha ammesso che la squadra spagnola è forte, ma non è la favorita.
Ha rilevato che "Gli esordi sono sempre difficili, e questo a prescindere dall'avversario."

La partita Spagna - Italia è finita in pareggio 1 -1.
L'Italia era passata in vantaggio al 15' del secondo tempo del match d'esordio del Gruppo C di Euro 2012.
La rete era stata segnata da Totò Di Natale, appena entrato al posto di Mario Balotelli. Subito dopo però la Spagna ha raggiunto il pareggio grazie a Fabregas.

sabato, maggio 26, 2012

Coppa del Re 2012

Il principe Felipe presiede la finale della Coppa del Re

Sua Altezza Reale il Principe delle Asturie ha presieduto la finale della Coppa del Re, che si è giocata allo Stadio Vicente Calderon tra l'Athletic Club di Bilbao e il Barcellona FC.

Il Principe era accompagnato dal vice primo ministro, Soraya Saenz de Santamaria, dal Ministro dell'Istruzione, della Cultura e dello Sport, José Ignacio Wert, dal presidente della Federazione reale spagnola di calcio, Angel María Villar.

L'incontro si è concluso con un punteggio di 3-0 a favore del FC Barcellona.

Al termine del match, il principe Felipe ha consegnato il trofeo al capitano del Barcellona, ​​Xavi Hernandez.

LINK casareal

domenica, gennaio 09, 2011

Principe di Giordania è vice-presidente FIFA

Il Principe Ali Bin al-Hussein di Giordania è stato eletto vice-presidente della FIFA

6 gennaio 2011

All'hotel Sheraton di Doha, in Qatar, il Principe di Giordania, figlio del defunto Re Hussein di Giordania, è stato eletto vice-presidente della FIFA per il continente asiatico.



Il Principe Ali ha battuto per la carica Chung Mong-Joon, l'azionista di controllo del colosso industriale Hyundai Heavy Industries, uno dei maggiori sponsor della FIFA.

Il principe è il più giovane membro del comitato esecutivo della FIFA, 35 anni, ed è stato presidente della federazione nazionale di calcio della Giordania per un decennio e mantiene lo stesso ruolo alla testa della sempre più influente West Asian Football Federation.

La vittoria del principe Ali è avvenuta dopo poche settimane che il Qatar ha vinto il diritto di ospitare la Coppa del Mondo 2022.

Link

venerdì, maggio 29, 2009

Re di Spagna e il Principe William alla finale di Champions League


A Roma, Re Juan Carlos di Spagna e il Principe William d'Inghilterra hanno partecipato alla finale di Champions League tra i club di Barcellona e Manchester.
(28 maggio 2009)

All'Olimpico una notte regale

martedì, settembre 02, 2008

Calcio, treni, tifosi, polizia, stato



Ecco cosa è successo alla prima domenica del campionato di calcio.

Nella Stazione Centrale di Napoli una frotta di tifosi inferociti, con il volto coperto e senza aver pagato il biglietto, pretendono ed ottengono il posto di chi aveva il biglietto del treno, il tutto è permesso dalla polizia che ha fatto scendere i detentori del biglietto per far posto agli ultrà dietro promessa di un altro treno...

Una scena assurda : i passeggeri vengono minacciati brutalmente e costretti a scendere dai vagoni perché alcuni tifosi volevano raggiungere gratuitamente Roma per assistere alla partita di calcio.

Un'ordinanza urgente della Prefettura di Napoli ha prescritto a Ferrovie dello Stato, per motivi di ordine pubblico, la partenza alle 12.29 da Napoli Centrale del treno Intercity Plus 520 (Napoli - Torino) con a bordo un migliaio di sostenitori del Napoli Calcio diretti a Roma.

Ora immaginate la scena. Siete tranquillamente seduti sul treno in attesa che parta. Per caso avete un figlio malato, dovete recarvi all’Ospedale, oppure dovete andare a lavorare o tornare a casa dopo le vacanze, bene lo stato vi obbliga a perdere il treno per facilitare coloro che non hanno il biglietto.

E non basta, perché coloro che sono rimasti sul Napoli-Torino hanno assistito alla sistematica devastazione operata dai violenti, che hanno provocato danni gravi a tutte le vetture, nel breve tragitto tra Roma e Napoli l’ira funesta degli invasati si è abbattuta sulle carrozze provocando danni da centinaia di migliaia di euro.

E non basta. Arrivato a Roma, gli ultrà scendono e l’Intercity Plus 520 viene giudicato troppo malconcio per proseguire e quindi ai poveri passeggeri regolari non resta che scendere e attendere una coincidenza per Torino. I “tifosi” ripeteranno la scena al ritorno dallo stadio, pretendendo ovviamente di tornare a casa, e sempre gratis.

Il delirio allo stato puro, dei violenti hanno sequestrato un treno, hanno viaggiato gratuitamente, hanno devastato un convoglio dei cittadini e lo stato repubblicano ha permesso tutto questo scempio prendendo in giro chi aveva pagare il biglietto

Quello che è accaduto è una giornata di ordinaria follia che spesso dobbiamo subire di assistere in Italia.

Il fenomeno degli ultrà è un’anomalia tutta italiana perché negli altri paesi dell’Europa non si vede nulla di simile.
L’unico paese che ha avuto un problema simile a quello italiano è stata il Regno Unito degli hooligan, che però con una legge sono riuscito a stroncare il fenomeno.

Evidentemente la repubblica italiana non riesce neanche a copiare una legge valida, come quella appena ricordata, perché sarebbe troppo efficace, noi purtroppo viviamo in una paese non normale (repubblichetta ..)

Il calcio c’entra ben poco, c’entra invece, e molto, lo stato repubblicano. Un paese impotente di fronte alla criminalità, assoggettato alle mafie, ai prepotenti impuniti.


E’ il senso di impotenza che lascia amareggiati. E’ quella sensazione di impunità diffusa che sembra impossibile da estirpare, in cui sguazzano tutti i furbetti, dai livelli più infimi (tifosi) ai livelli più alti (vedi il Parlamento).

I fatti e le scene assurdi che succedono, ad esempio nel calcio, sono i segnali della degenerazione dello stato repubblicano che non ci permette di pensare ad un futuro migliore

Lo stato protegge i violenti ed i furbi
Un’altra vergogna della repubblica.

LA RABBIA DEI 250 DIRETTI A TORINO. TRENITALIA: la prefettura ci ha detto DI FAR PARTIRE L'ic

Napoli, tifosi padroni del treno
Petardi e fumogeni anche a Termini

I supporter azzurri diretti nella Capitale «sfrattano» i passeggeri. Quattro dipendenti delle Fs contusi, 500 mila euro di danni alle carrozze

NAPOLI - E' stato un vero e proprio assalto al treno, in mattinata, alla stazione di Napoli. Spintoni, tensioni, urla: così per oltre tre ore l'Intercity Plus 520, diretto a Torino, è rimasto sotto assedio di oltre mille tifosi azzurri che volevano raggiungere la capitale per la partita con la Roma, anche senza biglietto. I tafferugli hanno raggiunto il culmine quando un folto gruppo di ultras, privo del biglietto di viaggio, ha forzato i cordoni di controllo predisposti dalle Ferrovie dello Stato in collaborazione con le Forze dell'ordine ed è salito con la forza sul treno, azione che ha provocato la contusione di quattro dipendenti delle FS. Il tutto davanti ai passeggeri allibiti. I passeggeri dell'Intercity, quando si sono resi conto della situazione, non hanno avuto altra scelta che scendere dal treno. Nella stazione erano presenti centinaia di agenti, anche in assetto antisommossa. Una settantina di supporters, con regolare biglietto, sono partiti con l'ICP 586 delle 10.24. Ma la maggioranza dei tifosi insisteva per partire con lo stesso ICP 520: inutili gli sforzi del personale Fs. Alla fine, un’ordinanza urgente della Prefettura di Napoli ha prescritto alle Fs, per motivi di ordine pubblico, la partenza dell'ICP 520 alle 12.29, con un migliaio di tifosi a bordo.

250 PASSEGGERI «SFRATTATI» - Sono stati circa 250 i passeggeri che, a causa delle intemperanze dei tifosi del Napoli, hanno dovuto lasciare l'Intercity plus 520 e viaggiare a bordo di altri treni. Solo in cinquanta, infatti, secondo una stima di Trenitalia, hanno potuto continuare il viaggio. Anche per loro, comunque, disagi con una partenza che ha accumulato oltre tre ore di ritardo. Sovraffollato anche il treno dei tifosi che ha viaggiato con circa 150 passeggeri in più rispetto alla normale capienza, nonostante fossero state aggiunte anche altre quattro carrozze in previsione del forte afflusso di passeggeri. Trenitalia, anche ieri, aveva ribadito ai tifosi l'appello a non utilizzare il treno per recarsi a Roma, in virtù del fatto che domenica è una giornata da «bollino rosso» anche per il trasporto ferroviario in considerazione dei rientri dalle vacanze.

CARROZZE VANDALIZZATE - Il treno ha subito gravi ritardi, ed è partito solo dopo le 12.30. Saliti sul treno, i tifosi hanno vandalizzato 11 carrozze, causando oltre 500 mila euro di danni. Nel corso del viaggio i tifosi hanno anche azionato inutilemente, per tre volte, il freno d'emergenza, bloccando il viaggio del convoglio. Il treno è stato fermato a Roma, in quanto non c'erano più le condizioni per il suo proseguimento verso Torino: i passeggeri che dovevano continuare il viaggio sono stati fatti salire su un altro convoglio.

PETARDI E FUMOGENI A ROMA - Alla stazione Termini, i tifosi azzurri, al loro arrivo, hanno lanciato petardi e fumogeni. Stessa scena durante la sosta in attesa del ritorno: i tifosi non volevano pagare il biglietto. Allo stadio Olimpico, incappucciati, hanno sfondato cancelli e fatto esplodere ancora petardi. Cinque, in tutto, gli arrestati, a vario titolo e di diverse tifoserie. Un tifoso del Napoli è stato arrestato perché notato a bordo di un bus diretto alla stazione con un coltello in mano. I tifosi sono stati fatti ripartire da Roma alle 21:36 con un Intercity a cui sono state aggiunte cinque vetture, come richiesto dalla Questura di Napoli per questo e altri convogli diretti a Napoli. In stazione i tifosi sono stati tenuti sotto controllo da forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa.

QUESTORE: «CAPIENZA INSUFFICIENTE» - C'era anche il questore di Napoli, Antonio Puglisi, alla stazione di Napoli, che ha detto di aver parlato con i tifosi spiegando che tutti erano «regolarmente muniti di biglietto». «Era una giornata particolare per Trenitalia che ha dovuto fare i conti con una disponibilità non immediatamente sufficiente - ha detto Puglisi - i numeri non ci hanno aiutato, la capienza non sufficiente subito ci ha creato qualche problema di gestione della folla».

PASSEGGERI BEFFATI - «Una stazione sotto assedio per colpa di una partita di calcio». È la rabbia dei passeggeri dell'Intercity. Stanchi e provati dall'esperienza ma soprattutto inferociti per essere stati «cacciati» dal loro convoglio le persone che avrebbero dovuto partire da Napoli per Torino, commentano increduli l'assalto dei tifosi, che li ha convinti ad accogliere la richiesta di Trenitalia, ossia scendere dal convoglio per far posto ai supporter azzurri. «Una scena incredibile», racconta Cinzia Vettosi, in viaggio con due bambini: «Ho avuto finanche paura di scendere dal treno, di fronte a centinaia di tifosi che inveivano pretendendo di salire, in un'atmosfera che è facile immaginare». Daniela Terrazzano, impiegata, deve tornare a Torino per riprendere domani il lavoro dopo le ferie: «Dovevo partire alle 9.24, ho già perso oltre tre ore e non so quando potrò prendere il prossimo treno. Scendere? In pratica non c'erano alternative: prima i tifosi hanno cominciato a chiedercelo urlando, poi sono saliti sul treno gli addetti di Trenitalia ribadendo la richiesta. Cosa dovevamo fare?». Alcuni passeggeri hanno reagito urlando contro l'assedio. Tra loro la signora Anna R., in viaggio con il figlio che deve essere visitato all'ospedale Gaslini: ha pianto e gridato all'indirizzo dei tifosi. Anche lei, comunque, ha abbandonato l'Intercity in attesa di una successiva partenza.

ilcorrieredellasera

martedì, novembre 13, 2007

Il calcio muore in uno stato malato


L'uccisione del giovane laziale non ha nulla a che vedere con il calcio, è stata una tragedia che poteva accadere davanti a un bar o in una stazione.

L'aspetto più grave e inquietante è quello successo dopo negli stadi e la violenta reazione dei tifosi nella strade.
In seguito alla tragedia provocata, a quanto pare, da un errore umano, invece di esprimere gesti di solidarietà umana nei confronti del povero ragazzo ucciso, gli ultrà hanno deciso che non si doveva giocare e dichiarare guerra nei confronti delle forze dell'ordine.

Ormai il calcio, che per fortuna non seguo, è un ambiente corrotto che non ha più niente a che fare con lo sport, ai calciatori interessa solo guadagnare e comparire in tv.
Piuttosto rimane l'amarezza vedere che alcuni giovani si facciano plagiare dal calcio, un mondo non certo da seguire.

Visto che non è la prima volta che succedono casi del genere, in qualche modo esiste un codice non scritto che unisce la tifoseria estrema di tutte le squadre in base al quale si deve reagire in maniera violenta alle forze dell'ordine.
Infatti stupisce che i tifosi si trovano uniti e compatti nella battaglia contro i poliziotti quando in altre occasioni combattano tra loro a colpi di spranghe per difendere la propria squadra.

A questo punto bisogna chiederci perchè succedono cose del genere?
Cosa unisce i tifosi?

Non voglio difendere certo quei terroristi che si nascondono dietro un pallone, ma non sono certo la causa ma l'effetto.
I tifosi rappresentano un grave disagio sociale.
Infatti ai giovani mancano i punti di riferimento, anche la famiglia è minacciata, non esistono più gli ideali, esempi da seguire, ormai importante è l'apparenza e l'avere.
Di fronte a questa situazione lo stato e la classe politica hanno gravissime responsabilità.
Alcuni politici - anche loro figli di ideologie - tendono dare al fenomeno un marchio ideologico, si dice che i romani sono di sinistra, i laziali di destra ed amenità del genere.
Ormai in italia la destra e sinistra rappresentano il passato, e quindi è assurdo ragionare seguendo questa logica.

Purtroppo in Italia, dopo il caso Carlo Giuliani e l’elezione della madre al Senato, si è creata una sorta di odio autorizzato contro le forze dell’ordine, ci sono forze politiche che hanno una responsabilità gravissima nella criminalizzazione dell’operato delle forze dell’ordine.
Inoltre l’attuale governo ha messo in ginocchio l’operatività delle forze dell’ordine con tagli su tagli.

In realtà i tifosi (o meglio i giovani) sono arrabbiati con la società e lo stato.
I giovani non credono più allo stato, considerano le istituzioni nemiche, la classe politica è lontano anni luce da loro, la corruzione domina quasi ovunque.
E' sempre più difficile trovare lavoro, il potere d'acquisto diminuisce, la violenza aumenta ...

Se addirittura i giovani hanno paura del futuro - che rappresentano il futuro - significa proprio che c'è assoluto bisogno di una nuova società e stato.
Il cosiddetto progresso - che si fonda su assurde ideologie - ha realizzato una società malata e sbagliata.

Siamo ancora in tempo di ricostruire un mondo diverso e più in armonia con la natura e l'uomo?
Questa è la vera sfida!

domenica, febbraio 04, 2007

Il calcio è morto, lo stato dov'è ?



Ho la sensazione che la vicenda di catania è quella del Déjà Vu, cose già visto. Anche le frasi che si ascoltano dalle autorità politiche e sportive non sono nuove.
A questo punto siamo stufi di discussioni sterili.

Purtroppo il calcio non è più uno sport, ci sono troppi interessi economici, il dio denaro ha trasformato il calcio in business, non esiste più il calciatore legato ad una squadra ed amante del pallone, quel che conta è il contratto, la popolarità...
Infatti i giovani si avvicinano al calcio non più per imitare i campioni (ci sono ancora ?) ma per guadagnare un sacco di soldi senza fare sacrifici e per evitare di studiare ...
Inoltre i giocatori di serie A, neanche più bravi dei dilettanti, guadagnano milioni di euro all'anno ....mentre molti giovani italiani non hanno lavoro o sono sottopagati e sfruttati...
Nel calcio ci sono tanti soldi, la popolarità, le belle donne, non si studia, non esistono i sacrifici, macchine, moto, interviste televisive e giornalistiche...

Secondo me la colpa di quello che succede nel calcio, non è solo dei club e dei tifosi, ma anche e soprattutto della società che è marcia.
Quello che è successo a Catania più che sconvolgente è disperante, i fatti di Catania riproducono ed esasperano un fenomeno presente ovunque in Italia cioè il disagio giovanile e la mancanza di principi e valori.
Inoltre c'è anche il bisogno di un nemico contro il quale sfogare ire e frustrazioni e al quale addossare qualsiasi tipo di colpe.

Insomma la società moderna, plasmata anche dallo stato repubblicano, ha distrutto la gioventù, non esistono valori, i giovani non sanno più cosa sia la responsabilità.

Non per difendere nessuno, ma i giovani rifiutano la società attuale e non avendo modelli validi da seguire, per rabbia e disperazione compiono atti così sbagliati ...

E' deprimente constatare come nemmeno di fronte alle tragedie più toccanti, come la morte dell'ispettore di polizia a Catania, in italia la classe dirigente (politici, presidenti dei club e giornalisti) non abbia mai il coraggio di chiedere scusa e si cerchi di cambiare strada.

Uno stato con una moralità ridotta ed incapace di svolgere il suo ruolo si deve solo vergognare.
Un paese così sicuramente non ha futuro !!

sabato, gennaio 06, 2007

Maglia degli azzurri




In vista della partita di ritorno con l’Ungheria in programma a Milano il 6 gennaio 1911 visto che i Magiari indossavano anch’essi una tenuta bianca, che nell’incontro di Budapest avevano sostituito con una di diverso colore per “dovere di ospitalità”, la Federazione Italiana dovette predisporre un maglia di altro colore.
La scelta cadde sull’azzurro in onore della famiglia reale Casa Savoia.

Dopo la costituzione del Comitato Olimpico, ci vollero degli anni ancora prima che tutte le nostre nazionali adottassero l’azzurro, cosa che avvenne nelle Olimpiadi di Los Angeles nel 1932.

W gli azzurri !
W Savoia !

venerdì, gennaio 06, 2006

maglia azzurra della squadra nazionale



In vista della partita di ritorno con l’Ungheria in programma a Milano il 6 gennaio 1911 visto che i Magiari indossavano anch’essi una tenuta bianca, che nell’incontro di Budapest avevano sostituito con una di diverso colore per “dovere di ospitalità”, la Federazione Italiana dovette predisporre un maglia di altro colore.
La scelta cadde sull’azzurro in onore della famiglia reale Casa Savoia.

Dopo la costituzione del Comitato Olimpico, ci vollero degli anni ancora prima che tutte le nostre nazionali adottassero l’azzurro, cosa che avvenne nelle Olimpiadi di Los Angeles nel 1932.

W gli azzurri !
W Savoia !