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martedì, gennaio 07, 2014

Elena, Regina d'Italia

L'8 gennaio 1873 nasceva a Cettigne, la Principessa Elena Petrovich del Montenegro, futura consorte di Re Vittorio Emanuele III e Regina d'Italia.

8 Gennaio 1873

Le nozze tra Elena e Vittorio si celebrarono il 24 ottobre 1896: la cerimonia civile si svolse al Quirinale, quella religiosa in Santa Maria degli Angeli.
In seguito all'assassinio di Re Umberto I, Vittorio Emanuele salì al trono, e Elena accanto al sovrano si mantenne sempre umile e discreta. Attenta ai bisogni del popolo, Elena profuse il suo impegno in numerose iniziative caritative e assistenziali, che le assicurarono vasta simpatia e popolarità.

Terminata la guerra, il 9 maggio del 1946, Vittorio Emanuele III abdicò a favore del figlio Umberto, assumendo il nome di Conte di Pollenzo, e andò in esilio in Egitto con Elena.
Elena rimase col marito fino alla morte di quest'ultimo, avvenuta il 28 dicembre 1947.

Dopo 3 anni si scoprì malata di cancro e si trasferì in Francia a Montpellier, ed anche qui la popolazione ebbe modo di conoscere la "bonne Dame noire" («La buona signora in nero») che, nonostante le ormai residue possibilità economiche, continuava ad aiutare i poveri.

Elena morì il 28 novembre 1952,e fu sepolta, come suo desiderio, in una comune tomba del cimitero cittadino a Montpellier. La Municipalità di Montpellier ha intitolato il viale che porta al cimitero alla regina Elena e le ha innalzato un monumento.

Il Sommo Pontefice Pio XI il 15 aprile 1937 le conferì la Rosa d’oro della Cristianità, la più importante onorificenza possibile a quei tempi per una donna da parte della Chiesa Cattolica.
Il papa Pio XII nel messaggio di condoglianze inviato al figlio Umberto II per la morte di Elena, la definì «Signora della carità benefica».
In seguito nel 2001 Elena è stata proclamata "Serva di Dio" in occasione dell'apertura del processo di canonizzazione.

Nel 1960 Messina, grata delle opere compiute dalla Regina Elena in quei terribili giorni di terremoto, eresse la Statua in marmo bianco di Carrara, in memoria dell'alto senso di umanità e di materna dedizione dimostrata dall'Augusta Sovrana verso i sopravvissuti.

Auspichiamo il rientro in Patria dell'Augusta salma e la sua tumulazione nel Pantheon di Roma, insieme agli altri Re e Regina d'Italia ancora in esilio.

Juan Carlos alla Pascua Militar

Il Re Juan Carlos, la regina Sofia e i principi delle Asturie alla tradizionale parata militare "Pascua Militar"

6 gennaio 2014

Il giorno seguente al suo 76° compleanno, per la prima volta il Re ha partecipato ad una cerimonia ufficiale dopo la operazione subita all'anca il 23 novembre.
Il Re Juan Carlos, appoggiandosi su due stampelle, ha seguito in piedi tutta la parata, e quindi la cerimonia è continuata con un ricevimento al Palazzo Reale di Madrid.

Il Re la Regina di Spagna ed i Principi delle Asturie hanno ricevuto il primo ministro, Mariano Rajoy, il ministro della Difesa e degli Interni Peter Morenes, il capo della Difesa ed altri militari e funzionari.



Nel suo messaggio, il sovrano "ha incoraggiato le Forze Armate e la Guardia Civile a perseguire a trasmettere fiducia e serenità, a continuare a lavorare insieme per la sicurezza e il benessere di tutti gli spagnoli, e di essere i primi ad offrire e gli ultimi a ricevere".

Nelle sue parole, Juan Carlos ha dichiarato di "essere pienamente consapevole dell'enorme sforzo compiuto dai militari in un "anno difficile" ed ha avvertito di proseguire lungo il percorso per ottimizzare le risorse".

Dopo aver ringraziato il "patriottismo", la "solidarietà" e la "generosità" mostrato dai membri delle Forze Armate,  il capo dello Stato ha proclamato: "La nostra società avrà sempre apprezzamento e ammirazione della vostra generosità, ed io, come sempre, mi sento orgoglioso di essere il vostro capo."

Il discorso del Re è stato preceduto da quello del ministro della Difesa Peter Morenes.

La "Pascua Militar" risale al 1782 durante il regno di Re Carlo III, è una cerimonia solenne presieduta dalla Famiglia Reale e a cui partecipano le più alte cariche dello Stato, per rendere onore alle Forze Militari spagnole.

LINK
El Rey celebra junto a la Reina y los Príncipes la Pascua Militar

lunedì, gennaio 06, 2014

Festa del Tricolore

Festa del Tricolore del Regno d'Italia

7 gennaio 2014

La repubblica italiana ha il complesso di inferiorità nei confronti della Monarchia, e consapevole della sua debolezza e del suo fallimento cerca sempre di indebolire la Monarchia.

Per quanto riguarda la Bandiera Italiana, nella complessa storia del nostro Paese, la repubblica italiana è giunta al punto di "sostituire" il primo e vero Tricolore italiano (quello Sabaudo) con qualsiasi “vessillo repubblicano” che cronologicamente avesse anticipato quella monarchica.

Questa “bandierina targata repubblicana” è il vessillo della "repubblica cisalpina" del 1797, una assurda forzatura storica.

La bandiera è un simbolo che ha il suo significato legato al periodo storico nel quale è vissuta, e quindi non si può, a posteriore, applicare al vessillo del 1797 un significato diverso da quello che aveva.
La bandiera del 1797 non aveva, e quindi non ha, il significato dell'Unità d'Italia.


Nel triennio 1796-1799 la bandiera della repubblica cispadana rappresenta la volontà degli stranieri francesi (Napoleone) - supportati da alcuni giacobini italiani - di imporre nella nostra penisola la rivoluzione francese, combattuti dal popolo della penisola.
Lo stato cispadano era un piccolissimo stato fantoccio dell’esercito napoleonico che non simboleggiava l'Unità d'Italia e la sua Indipendenza, anzi era esattamente l'opposto.

E poi come si spiega il fatto che, fino a pochi anni fa, questo vessillo non è mai stato insegnato nelle scuole?
Un altro clamoroso fallimento della repubblica ...

E questo non basta.
La bandiera della repubblica cispadana è graficamente molto diversa da quella attuale, le bande sono orizzontali invece che verticali, al centro è dipinto la faretra con 4 frecce e la sigla “R C” .
Ironia della sorte, sotto la faretra c’è anche un fascio littorio …
Stupisce che la repubblica italiana, che si vanta di essere nata dalla resistenza contro il fascismo, preferisca una fascio littorio al simbolo di Casa Savoia ...

Infine la beffa per i sostenitori del vessillo cispadano. Non esiste l’originale della bandiera del 1797, esiste solo la ricostruzione storica fatta da un certo Ugo Bellocchi, un giornalista di Reggio Emilia, che nel 1945 fondò il quotidiano “Reggio Democratica”, organo del Comitato Provinciale di Liberazione Nazionale.
La presunta ricostruzione del vessillo avvenne solo nel 1963 quando lui riuscì a identificare le esatte caratteristiche della bandiera cispadana...

La Verità è che non è possibile festeggiare degnamente il Tricolore senza la Bandiera Sabauda !

Il primo vero Tricolore dell'Italia è quello scelto da Re Carlo Alberto, e usato dai patrioti nella Prima Guerra d'Indipendenza.

W il Tricolore!
W la Bandiera di Re Carlo Alberto!
W il Risorgimento!
W la Monarchia!
W il Regno d'Italia!