Articoli in evidenza:

martedì, marzo 10, 2009

Obama staminali


Barack Obama ha firmato un ordine esecutivo che pone fine al blocco dei finanziamenti federali a favore della ricerca sulle cellule staminali embrionali, in netto contrasto all’attività legislativa di George W. Bush.
Il neo-inquilino della Casa Bianca afferma di aver agito per alleviare la sofferenza umana, criticando apertamente quella che finora è stata la falsa necessità del governo di dove operare una scelta tra scienza e morale.

Obama criticando duramente le scelte di Bush secondo me mette in luce un limite della repubblica, soprattutto se presidenziale, e cioè il fatto che il passaggio da un presidente ad un altro non è lineare, più che continuità c'è discontinuità che alimenta l'odio tra presidenti.
Ora mentre all'interno di uno stato lo scontro politico è inevitabile tra un capo di governo ed un altro, questo diventa un problema se lo scontro esiste tra il nuovo capo di stato e quello precedente, come appunto registriamo negli USA.

Lasciando da parte la Scienza e la Morale, io invece considero il provvedimento, più che tenere fede ad una promessa elettorale, una cambiale pagata da Obama verso la potente lobby che sostiene la ricerca sulle cellule staminali embrionali, la quale a suo tempo lo aveva finanziato per le elezioni presidenziali.
Insomma più che una convinzione politica, l'ordine esecutivo emanato da Obama è un ricambio di favore tra il neo presidente della repubblica USA e coloro che lo hanno aiutato a vincere le elezioni.
Posso sbagliare, ma io ho l'impressione che Obama sia più che altro un esecutore di ordini fatti da altri.

Vedremo in futuro come il dibattito sulle cellule staminali e la Medicina si svilupperà.

domenica, marzo 08, 2009

Camera voti pianisti casta


All'interno delle istituzioni repubblicane ci sono fenomeni scorretti e spiacevoli che limitano addirittura la democrazia nel nostro Paese, come ad esempio la corruzione e privilegi, ed infatti la classe politica è considerata una casta lontana dalle esigenze e problemi della popolazione.

Tra questi fenomeni c'è anche quello dei pianisti, cioè quei palamentari che votano anche per i colleghi assenti falsificando in questo modo i risultati della votazione alla Camera ed al Senato.

Per contrastare questo comportamento, alla Camera si è deciso di utilizzare un nuovo voto elettronico che si basa sul rilevamento delle impronte digitali dei parlamentari al momento della votazione.

Diciamo una cosa. Solo in uno stato profondamente corrotto nasce l'esigenza di installare sistemi elettronici del genere.
Evidentemente questo dimostra l'assoluta incapacità della classe politica di auto regolarsi e di rispettare i principi morali e comportamenti che invece dovrebbero essere sempre rispettati dalle istituzioni.

Inoltre si deve sottolineare il Costo dell'operazione: 450.000 euro.
Oltre al danno anche la beffa: oltre ai già alti costi della classe politica e delle istituzioni (diventata una oligarchia) adesso gli italiani dovranno pagare l'immoralità dei parlamentare al momento del voto.
Questi deputati li eleggiamo, li paghiamo e dobbiamo pure controllare se fanno il loro mestiere e se le votazioni in aula sono corrette.

Un'altra anomalia. Infatti l’adesione al nuovo sistema di votazione è volontaria e ad oggi sono 19 i parlamentari che hanno rifiutato l’utilizzo del nuovo sistema e un altro centinaio non si è ancora espresso.
Per cercare di garantire trasparenza gli italiani devono pagare il costo di questo sistema ma i parlamentari possono decidere se usarlo oppure no.
A questo punto se tutti i parlamentari rifiutassero di utilizzarlo (come potrebbero) 450.00o euro diventerebbero inutili.
Incredibile!

Questo sistema di registrazione di voto entrerà in funzione dal 10 marzo solamente alla Camera e quindi molto probabilmente al Senato continueranno le irregolarità di voto.
Dal 10 marzo 2009 i voti saranno corretti solo alla Camera mentre al Senato no.

Inoltre questo sistema applicato solo alla Camera contrasta la stessa costituzione, nella quale invece si parla della assoluta simmetria tra la Camera e Senato.
Il caos repubblicano continua...

giovedì, marzo 05, 2009

Gli svedesi preferiscono la monarchia


In base ad un sondaggio la maggior parte degli svedesi sono favorevoli alla continuazione della monarchia nel loro paese, 74 per cento degli intervistati vogliono la monarchica, mentre solo il 15 per cento è contrario.

Il sessantaduenne Carl XVI Gustaf divenne re nel settembre 1973, alla morte di suo nonno, il re Gustavo VI Adolf.
Nel 1975, molte competenze della monarchia costituzionale sono state trasferite al governo svedese.
Come in molti altri paesi europei, la famiglia reale conserva ancora il suo titolo e svolge funzioni cerimoniali.

In Svezia nel gennaio 1980, è entrato in vigore una nuova legge sulla successione che consente al primo figlio di un sovrano di ereditare il trono, indipendentemente dal genere.
La Principessa Reale Victoria erediterà il trono, invece del suo fratello minore, Carl Philip.

Il mese scorso, la 31enne Victoria si è fidanzata al 35enne Daniel Westling, proprietario di una serie di palestre, ed ha dichiarato che "Il re ed il governo hanno dato il loro consenso al nostro matrimonio, il quale è previsto per la primavera o all'inizio dell'estate 2010."

I risultati del sondaggio:
In Svezia preferite la monarchia o la repubblica?
Favorevoli 74%

Contrari 15%
Non so 11%

PS.
In Italia il regime repubblicano impone ai giornali e televisioni di nascondere i sondaggi quando sono favorevoli alla monarchia.





angus-reid

mercoledì, marzo 04, 2009

Georgia, referendum, monarchia


I monarchici georgiani vogliono un referendum per ripristinare la monarchia. La dichiarazione è stata fatta al terzo congresso nazionale dell'Unione dei Nobili e Aderenti e del Movimento monarchico della Corona dello Zar.

Il congresso ha discusso sul referendum per spingere l'opinione pubblica verso il ripristino della monarchia costituzionale.

Secondo il leader della Corona dello Zar, Iya Bagration Muhranskaya, è il popolo che deve decidere se ripristinare la monarchia.
Ha poi aggiunto : "Il popolo georgiano ha bisogno di una persona che ci unisce. Il nostro motto è: 'Lingua, Patria, Fede e il Re'".

Il Patriarca georgiano Ilia II aveva invitato la Corona dello Tsar a rafforzare l'idea monarchica nel paese.


Georgian nobles want a referendum to restore the monarchy. The statement was made at the third national congress of the Union of Noblemen and Adherents and Monarchist Movement of the Tsar's Crown.

The congress discussed a referendum to gauge public opinion about reinstating a constitutional monarchy.

According to Tsar's Crown leader Iya Bagration Muhranskaya, the people must decide to restore the monarchy.

"The Georgian people need a person to unite around. Our motto is: 'Language, Fatherland, Faith and the King,'" she said.

Georgian Patriarch Ilia II once called on the Tsar's Crown to strengthen the monarchist idea in the country.

trendnews

giovedì, febbraio 26, 2009

Giovanna di Savoia, Regina di Bulgaria


Giovanna di Bulgaria, nata Giovanna Elisabetta Antonia Romana Maria di Savoia (Roma, 13 novembre 1907 – Estoril, 26 febbraio 2000), figlia del Re d'Italia Vittorio Emanuele III e della Regina Elena, fu regina di Bulgaria.

Nel 1927 incontrò per la prima volta il futuro Re di Bulgaria Boris III e il 25 ottobre 1930, ad Assisi con ufficio del Podestà di Assisi Arnaldo Fortini incaricato da Sua Maesta Vittorio Emanuele III ( padre di Giovanna ), si sposarono con rito cattolico.
Essendo lo zar di religione ortodossa, venne celebrata una seconda cerimonia a Sofia.
Dal matrimonio nacquero due figli: la Principessa Maria-Luisa (13 gennaio 1933, Sofia) e l'erede al trono Simeone II di Bulgaria (16 giugno 1937, Sofia).

Caduto il comunismo, tornò per la prima volta in Bulgaria nel 1993, dove fu accolta con grande entusiasmo, per il cinquantenario della morte di suo marito Boris.
Morì a Estoril il 26 febbraio del 2000, ma volle essere sepolta in Italia nel Cimitero di Assisi, Cappella dei Frati. Era infatti devotissima a San Francesco e Terziaria francescana.
Giovanna, durante il regno, fu popolare presso i Bulgari. Lo storico francese Ristelhneber definì la sua vita: "Tutto un esempio di semplicità e di dignità".

domenica, febbraio 22, 2009

Un nepalese vuole salvare le statue dei re


Lo scorso anno la monarchia nepalese è stata rovesciata dai rivoluzionari maoisti che ora governano il paese, ma un uomo è determinato a mantenere viva la loro memoria.
Laxman Khadka si è dedicato a preservare le statue di pietra degli ex re che ancora decorano le strade della capitale Kathmandu.

Le statue sono state danneggiate durante le proteste nel 2006 che costrinsero re Gyanendra a lasciare il trono e quindi la fine della monarchia Hindu che governò per circa 240-anni.

Mentre dipinge una statua del re Birendra, Khadka ha dato che con questi attacchi si rovina la cultura nepalese e si ignora la famiglia reale che contribuì alla storia della Nazione,

"Appena mi accorgo che le statue sono imbrattate, io per prima cosa le pulisco con acqua e sapone, e quindi le dipingo .
"Birendra era una brava persona. Voleva che Nepal fosse un paese in pace, ma morì prima che lui potesse vedere il suo sogno", ha detto Khadka, prima di salire su una scala a pioli, armato di una tanica di vernice verde ed un pennello.

In strane circostanze Birendra, la regina Aishwarya e altri membri della famiglia reale furono uccisi nel 2001 presso il palazzo da un principe ereditario ubriaco che più tardi si uccise.
In seguito giunse al trono Gyanendra il quale - prima che la monarchia cadesse nel 2008 - ci fu un periodo di governo di emergenza.

Khadka disse che non è un monarchico, ma ama il suo passato e il paese ed ha deciso di salvare le statue in segno di rispetto per il ruolo che gli ex re hanno svolto per la creazione e lo sviluppo del Nepal.
"Il re ci hanno dato l'identità di essere nepalesi. Senza i loro sforzi, non sarebbe mai esistito la nazione nepal", ha dichiarato il sessantenne Khadka, un ex agricoltore.

La famiglia reale è stata infine consegnata alla storia lo scorso anno quando i maoisti hanno dichiarato la repubblica Nepalese.
Dopo la vittoria elettorale dei maoisti, il Vice Primo Ministro Bamdev Gautam ha annunciato che tutti i monumenti reali nei luoghi pubblici sarebbe stati rimossi e sostituiti da statue dedicati ai "martiri".
Il portavoce del ministero Nabin Ghimire la settimana scorsa ha detto che il governo deciderà di spostare le decine di statue a grandezza reale fuori dalle valli di Kathmandu.

"Le statue sono il patrimonio del Nepal. Essi raccontano la nostra storia. Il governo non può cancellare il passato, eliminando loro", ha detto Khadka.

Prithvi Narayan Shah, il primo nella linea di successione Shah, è considerato fondatore del moderno Nepal unendo un mosaico di piccoli feudi himalayana nel 1769.

"Credo che il lavoro che faccio è molto utile. Il Popolo dovrebbe apprezzarmi. Essi mi riconoscono me per quello che sto facendo."
Khadka ha dichiarato che il suo impegno gli causa delle difficoltà interne.
"Mia moglie e figli non mi rispettano, perché mi hanno detto che metto in difficoltà la reputazione della famiglia nella società, ma non ho rimpianti".

Khadka, che si finanzia con donazioni da amici, ha iniziato a pulire le statue otto anni fa, quando la monarchia è stata distrutta da una crescente e violenta insurrezione maoista.
Nel 2006, un gruppo di maoisti lo hanno scoperto che puliva una statua di Prithvi Narayan Shah, padre fondatore del Nepal.

"Circa 40 maoisti vennero per distruggere la statua circondandomi. Ma dopo un pò, mi permisero di portare avanti il mio lavoro. Essi pensavano che facevo questo lavoro solo per passare il tempo", ha detto.

"Alcune persone pensano che sono un pazzo, ma non me ne frega niente", ha detto.
"Voglio continuare a pulire le statue finché la mia saluta me lo permetterà".


Labour of love to save Nepal's royal statues

KATHMANDU (AFP) — Nepal's monarchy may have been toppled from power last year by the Maoist revolutionaries who now govern the country, but one man is determined to keep their memory alive.

Laxman Khadka has dedicated himself to preserving the stone statues of former kings that still decorate the streets of the capital Kathmandu.

The statues were often vandalised during protests in 2006 that eventually forced king Gyanendra from the throne and ended the Hindu monarchy's 240-year rule.

Such attacks desecrated Nepalese culture and ignored the royal family's contribution to the nation's history, Khadka told AFP as he gave a statue of king Birendra a fresh lick of paint.

"Whenever I feel the statues are getting dirty, I go and treat them. First I clean them with soap and water, then I touch up the paintwork.

"Birendra was a good person. He wanted Nepal to be a zone of peace but he died before he could see his dream fulfilled," said Khadka, before climbing up a ladder armed with a pot of green paint and a brush.

In extraordinary circumstances, Birendra, Queen Aishwarya and other members of the royal family were murdered in 2001 at the palace by a drunken crown prince who later shot himself.

Gyanendra then came to the throne and for a period imposed absolute rule -- before the monarchy was finally thrown out in 2008.

Khadka said he is not a monarchist but loves his country's past and is determined to save the statues out of respect for the role that the former monarchs played in the creation and development of Nepal.

"The kings were the ones who gave us the identity of being a Nepalese. Without their efforts, Nepal would have never existed as a nation," said 60-year-old Khadka, a former farmer.

Prithvi Narayan Shah, the first in the Shah line of succession, is credited with founding modern Nepal out of a patchwork of small Himalayan fiefdoms in 1769.

The royal family was finally consigned to history last year when the Maoist-dominated constitutional assembly declared Nepal a republic.

After the Maoists' election victory, deputy prime minister Bamdev Gautam announced all royal monuments in public places would be removed and replaced by statues of "martyrs".

Home ministry spokesman Nabin Ghimire told AFP last week that officials were waiting for the government's formal decision to move the dozen life-size royal statues out of the Kathmandu valley.

"The statues are the heritage of Nepal. They chronicle our history. The government must not wipe out the past by removing them," said Khadka.

"I think the work I do is very worthwhile. People appreciate it. They recognise me for what I've achieved."

Khadka said his self-imposed task has caused him domestic difficulties.

"My wife and children don't respect me because they said I threatened the family's reputation in the society, but I have no regrets."

Khadka, who is funded with donations from friends and well-wishers, started cleaning the statues eight years ago, when the monarchy was faced by a growing and violent Maoist insurgency.

In 2006, a gang of Maoists found him cleaning a statue of Prithvi Narayan Shah, Nepal's founding father.

"Around 40 Maoists who had come to destroy the statue surrounded me. But after an argument, they let me carry on with my work. They knew I had been doing such work for some time," he said.

"Some people think I'm a mad man but I don't care," he said. "I will continue cleaning the statues as long as my health supports me."

google

mercoledì, febbraio 11, 2009

Corte dei Conti, Italia, corruzione

La Corte dei Conti ha il compito di accertate e verificare come sono spesi i soldi pubblici ed eventualmente condannare i responsabili al risarcimento.
Anche se la Corte dei Conti non funziona molto bene, è un organo di controllo importante.

Nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2009 la Corte dei Conti lancia l'ennesimo allarme: "Nella Pubblica Amministrazione la corruzione dilaga"
I dati forniti sono allarmanti e dimostrano che l'Italia è uno dei paesi al mondo dove dilaga di più la corruzione.

I settori a rischio sono quelli farmaceutico-sanitari, degli appalti pubblici, dei rifiuti.
Inoltre dalla relazione si legge che le condanne della Corte hanno fatto incassare allo Stato, tra il 2004 e il 2008, circa 34 milioni di euro a fronte di quasi 220 milioni accertati. Una cifra che si è triplicata negli ultimi anni.
Questo significa che i controlli sull'Amministrazione non sono adeguati e vi è una situazione di scarsa efficacia e, secondo il presidente dell’organo, la maggior causa di questa tendenza è la mancanza di trasparenza.

Insomma nella repubblica italiana la corruzione c’è, vive e dilaga.
Ma se i controlli interni ed esterni non sono pienamente adeguati, se c'è una situazione di scarsa efficacia di chi è la colpa se non dello stato ?

Di fronte a questi dati (e non solo) aumenta la sfiducia da parte dei cittadini verso lo stato e le istituzioni e non è solo un problema economico e di equità.
La repubblica ormai è una oligarchia che sfrutta i cittadini che comporta un rischio per la democrazia stessa.


La relazione del Pg Pasqualucci ripercorre le disfunzioni della pubblica amministrazione
Dalla spesa farmaceutica fuori controllo alla tragedia dei rifiuti in Campania
Truffe, tangenti, troppi derivati
La Corte dei conti bacchetta la P.A.
L'allarme del presidente: Italia gli ultimi posti nella classifiche sulla lotta alla corruzione


ROMA - Truffe nei settori della spesa farmaceutica e sanitaria, dei rifiuti, e dei contributi comunitari; opere edilizie incompiute e uso sconsiderato dei prodotti finanziari derivati; danno all'immagine causato alla pubblica amministrazione dai dipendenti pubblici che hanno intascato mazzette; consulenze indebite. E' il quadro della mala-amministrazione, della corruzione e degli sperperi che emerge dalla relazione del pg della Corte dei Conti Furio Pasqualucci - presente anche Giorgio Napolitano - e che, nel 2008, si è tradotto in atti di citazione in giudizio per un totale di circa 1 miliardo e 700mila euro di danni e in 561 sentenze di condanna in primo grado.

E molto forti sono state anche le parole del presidente della Corte, Tullio Lazzato. Che, nella conferenza stampa successiva
all'inaugurazione, ha sottolineato come l'Italia sia "agli ultimi posti nelle classifiche internazionali sulla lotta alla corruzione. Ci sono tanti modi per combattere la corruzione, ma questa lotta si fa soprattutto con i controlli. Perchè, per poter allignare, la corruzione ha bisogno di coni d'ombra".

Rifiuti e Calciopoli. Tra i casi più eclatanti segnalati dal pg, l'emergenza rifiuti in Campania che nel 2008 ha portato alle prime condanne da parte della magistratura contabile regionale per un totale di 650mila euro, ma restano da definire altri due giudizi per un totale di 45milioni di euro di danni, mentre altre istruttorie sono state aperte. E c'è anche Calciopoli: la procura regionale del Lazio ha emesso due atti di citazione, il primo nei confronti di nove persone tra dirigenti, arbitri, assistenti di gara e due giornalisti Rai ai quali si richiede di risarcire 240milioni di euro, mentre il secondo per contestare ad altre nove persone un milione di euro per danni all'immagine e da disservizio.

Sanità e appalti. Sempre per danno all'immagine, la procura della Corte dei Conti della Lombardia ha chiesto risarcimenti per oltre 8milioni di euro alle 14 persone coinvolte nell'inchiesta sulla cosiddetta clinica degli orrori di Milano per interventi ritenuti inutili e dannosi sui malati solo per ottenere rimborsi dallo Stato. Notevoli anche le condanne (77) nel 2008 per danni erariali causati da attività contrattuale, per esempio appalti per la costruzione di strade, scuole o carceri che, a causa di tangenti o sovrafatturrazioni, sono stati eseguiti tardi e male, oppure mai realizzati: le citazioni in giudizio per questo tipo di danno, sempre nel 2008, sono per un totale di 831milioni di euro.

Frodi comunitarie e consulenze. Atti di citazione per circa 79milioni di euro sono invece stati emessi per frodi comunitarie,
in particolare per lo sforamento delle quote latte, mentre il ricorso ai derivatì ha causato citazioni per quasi 46mila euro.

Consulenze esterne e incarichi illeciti sono stati alla base di 96 condanne in primo grado e di oltre 20milioni di euro di danni contestati nelle citazioni a giudizio.

Rischio derivati. In materia di contratti sui derivati stipulati dagli enti locali, è necessario "che il ministero dell'Cconomia proceda con urgenza all'emanazione del decreto legislativo, al fine di dare certezza sia in ordine ai requisiti oggettivi sia soggettivi, con particolare riguardo all'individuazione della qualifica di operatore qualificato". Lo dice ancora Paqualucci, sottolineando "la sproporzione tra il rischio assunto dall'ente locale rispetto a quello ricadente sull'operatore finanziario".

Le cose da fare. Per il presidente della Corte dei conti, Tullio Lazzaro, bisogna in primo luogo "potenziare e irrobustire i controlli" sulla pubblica amministrazione, per "renderli effettivi nello svolgersi e concreti negli effetti". Pasqualucci sottolinea invece "l'esigenza normativa di una razionalizzazione della spesa sanitaria, da un lato, e, dall'altro lato, dell'approntamento di misure volte al contenimento della stessa". Quanto alle opere pubbliche incompiute, rappresentano un un "gravissimo spreco" delle risorse pubbliche, e sono la "testimonianza più eloquente dell'inefficienza dell'amministrazione centrale e periferica".

Le reazioni. "Mi sono avvicinato al presidente Lazzaro per dirgli che condivido e sottoscrivo riga per riga la sua relazione": a dirlo è il ministro della Giustizia, Angelino Alfano.

larepubblica

martedì, febbraio 10, 2009

Istria e foibe, 10 febbraio Giorno del ricordo



E' sacrosanto ricordare la tragedia dell'Istria, ma non basta ricordare il passato, evocare i duri sacrifici patiti dagli italiani che vivevano in Istria e Dalmazia.
Infatti la repubblica non fa mai autocritica, si considera immune di errore, ha sempre ragione, ed e' per questo che la repubblica italiana, almeno storicamente e culturalmente, e' un regime.
Dopo anni di ignavia e viltà manca una storiografia più vicina alla realtà ed indipendente dalla politica e dai miti fondanti della repubblica. Infatti nei libri scolastici non ci sono testi ed informazioni sui tremendi eventi avvenuti nell'Istria, molti italiani non sanno neanche cosa sono le foibe!

Purtroppo continua il silenzio del regime repubblicano, si limita a dire che ci sono stati tardivi riconoscimenti della tragedia istriana ma non c'è mai un accenno di autocritica storica e politica, e non parliamo poi della vergogna del trattato di osimo.
Con questo silenzio la repubblica continua ad uccidere gli istriani !

Perche' si è voluto dimenticare questi fatti?
Secondo me una risposta è il fatto che la vulgata repubblicana ha cancellato gli orrori compiuti dai comunisti italiani perchè la costituzione repubblicana è stata scritta anche dai comunisti.

Questo 'Giorno del ricordo' non ci ricorda solo gli esuli e gli infoibati, ma ci insegna che in italia c'è un profondo bisogno di revisionismo storico e culturale.

lunedì, febbraio 09, 2009

Eluana Englaro è morta

Eluana Englaro è morta oggi alle 20,10, dopo 4 giorni dal ricovero alla casa di riposo «La Quiete» di Udine, dove era stata trasferita per l'avvio del processo di sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione forzata che la tenevano in vita.

Adesso è il momento della preghiera.

domenica, febbraio 08, 2009

La Georgia sogna la monarchia


Ogni Paese ha bisogno di una forza che unisca la nazione e la Monarchia è l'istituzione che più di altre garantisce l'unità di un popolo.

Nell'ottobre del 2007 il capo della Chiesa Ortodossa Georgiana, il Patriarca Illia II aveva detto pubblicamente che il ripristino di una monarchia è l'unica vera idea che possa riunire il popolo georgiano.

Il matrimonio nella cattedrale della Trinità a Tiblisi, tra il principe David Bagrationi-Mukraneli e la principessa georgiana Anna Bagrationi-Gruzinksi, rende possibile le speranze e le tentazioni monarchiche nel Paese caucasico.
La dinastia Bagrationi ha regnato in Georgia dal IX secolo sino all'inizio del XIX e con la rivoluzione sovietica i nobili georgiani furono costretti a fuggire all'estero.
Crollata l'Unione Sovietica, la Georgia ha dichiarato la propria indipendenza ed una delle prime proposte è stata la restaurazione della monarchia.

W il Re
W la Georgia

Georgia/ Nozze da fiaba per gli eredi, Tbilisi sogna la monarchia
Il principe David e la principessa Anna oggi sposi

Roma, 8 feb. (Apcom) - Potrebbe sembrare una fiaba, ma a Tbilisi molti sperano che cambi la storia: un principe e una principessa georgiana pronunciano il loro 'sì' nella cattedrale della Trinità. Risvegliando speranze e tentazioni monarchiche nel Paese caucasico reduce dalla guerra con la Russia e attraversato da tensioni politiche.

Cerimonia con 3.000 invitati (compresi il presidente Mikheil Saakashvili e vari nobili di crescenti aspirazioni) eppure molto 'privata' nei toni e nelle anticipazioni. La mancanza alla vigilia di dettagli sulla cerimonia, d'altronde, ha nutrito la curiosità dei georgiani e i capannelli in attesa dei promessi di sangue blu.

Lei ha è la principessa Anna Bagrationi-Gruzinksi, 31 anni, figlia di un direttore di teatro, lui è il principe David Bagrationi-Mukraneli e ha 32 anni. La dinastia Bagrationi è ricondotta al re David di biblica memoria e ha regnato in Georgia dal IX secolo sino all'inizio del XIX, ovvero fino all'annessione alla Russia zarista. Con la rivoluzione sovietica i nobili georgiani fuggirono all'estero e la famiglia reale si sparse un po' ovunque in Europa dopo il 1921, anno dell'ingresso della Georgia nell'Unione che di lì a breve (nel 1922) sarebbe diventata Sovietica.

All'esodo della famiglia reale sono seguiti innumerevoli e interminabili litigi per rivendicare il trono. Ma i due nobili rampolli che convolano a nozze sono i discendenti dei rami 'favoriti'. Poco importa che il principe David, nato in Spagna e residente dal 2003 in Georgia, non parli ancora georgiano. I due oggi sposi riaprono l'orizzonte monarchico della piccola repubblica sempre in cerca di identità dopo il crollo dell'Urss.

Così, in attesa dei dettagli sul 'matrimonio del secolo' per la Georgia, a Tbilisi è scoppiato il dibattito sul futuro istituzionale.
Il sistema repubblicano non convince tutti e la guerra di agostone ha evidenziato i militi, a fronte di un presidente dotato di molti poteri e oggi sempre più criticato.

E se gli analisti e i politici sono divisi sull'argomento, la chiesa non ha dubbi. Il patriarca Ilia II si è di recente dichiarato a favore della monarchia durante una trasmissione tv.
Un sondaggio-spot ha rivelato un 40% di telespettatori d'accordo con il capo della chiesa ortodossa georgiana.

georgia



vede anche :
georgia-russia-monarchia

georgia-per-una-monarchia

repubblica italiana, ideologia e dittatura


Come già scritto nel post precedente, il caso di Eluana Englaro si è trasformato in guerra politica che mette in luce i limiti e le contraddizioni della repubblica italiana.
La vicenda umana di Eluana è diventata lo spunto di un attacco frontale alla costituzione repubblicana, e la partita più in vista ed importante è quella tra il presidente della repubblica napolitano ed il presidente del consiglio berlusconi.

Infatti il presidente della repubblica napolitano ha rifiutato di firmare il decreto governativo di berlusconi.
In una drammatica lotta contro il tempo, da una parte berlusconi vuole bloccare l'esecuzione voluta da alcuni giudici, dall'altra napolitano cerca di ritardare l'azione del governo.
Insomma ci troviamo di fronte ad un scontro istituzionale tra le massime cariche dello stato che si gioca sulla pelle di una povera donna.

E' davvero pietoso o disgustoso vedere il corpo di Eluana diventato oggetto conteso dalle caste della repubblica.

Come già accennato questo scontro istituzionale mette in luce alcune verità sulla repubblica italiana.
Infatti berlusconi ha affermato che : la repubblica è nata sotto l’influenza della fine di una dittatura e dominata da forze ideologizzate che hanno guardato alla Costituzione russa come a un modello da cui prendere molte indicazioni.
Ed inoltre : la Costituzione è ideologizzata.
Con un giudizio di merito sul Carta fondamentale della repubblica: Filosovietica, fatta sotto l'influsso di una dittatura.

Questa volta sono d'accordo con berlusconi.

L'antifascismo non è stato solo il riscatto degli italiani al regime fascista, l'antifascismo è stato anche il mezzo con il quale i comunisti italiani hanno potuto nascondere la dittatura comunista, l'antifascismo ha rotto la evidente equivalenza tra fascismo e comunismo.

Bisogna ricordare che Mussolini era un dittatore che preferiva la repubblica, inizialmente accettò la monarchia solo perchè non poteva liberarsi di Casa Savoia ed infatti appena ebbe l'occasione ( liberato da un altro dittatore repubblicano ) realizzò la repubblica sociale, dividendo ulteriormente gli italiani.
Il fascismo purtroppo riuscì piegare la Monarchia, cioè l'architrave sulla quale si fonda l'Italia, ed ancora adesso stiamo pagando questo errore.

La repubblica, nata male per tanti motivi (dopo una guerra persa, sotto pressione internazionali, italiani divisi tra repubblicani e monarchici, referendum falsificato ..), capì che per rafforzarsi e per assicurarsi l'esistenza doveva trasformarsi in una nuova ideologia permanente.

D'altronde la costituzione repubblicana è stata scritta anche dai comunisti (togliatti affermò di non sentirsi italiano ma sovietico) e quindi è ovvio che ci siano aspetti filosovietici.
La frase "la repubblica si fonda sul lavoro" è un chiaro esempio.

La repubblica non è solo una ideologia ma addirittura una fede, guai a chi si permette di criticarla....
C'è assolutamente bisogno di una nuova costituzione, senza ispirazioni ideologie, ma per realizzare questo ci deve essere una nuova classe politica.
Purtroppo però al parlamento si vedono sempre gli stessi politici e partiti che pensono ai loro interessi...


Berlusconi: Costituzione ideologizzata
Berlusconi attacca la Costituzione E' filosovietica, va cambiata

venerdì, febbraio 06, 2009

Eluana - legge sentenza, vita e morte


Per il caso di Eluana Englaro cerco di non farmi coinvolgere da tematiche più importanti e serie, come quelle legate alla religione e che toccano il senso stesso della vita, e questo non perchè non mi interessano ma al contrario perchè mi turbano troppo ed anche perchè mi rendo conto di non poterle affrontare in maniera adeguata.
In fondo la vita e la morte toccano in profondità la coscenza di tutti gli uomini ed ognuno di noi, in umiltà ed in libertà, devono cercare di trovare la propria risposta.

Anche se non è facile dimenticare la drammatica e dolorosa vita della povera Eluana Englaro, sposto l'attenzione sul piano politico.

E' evidente che anche il caso di Eluana Englaro si è trasformato in una guerra fra la magistratura e la politica, tra i partiti e tra le istituzioni.
D'altronde in italia tutto ormai viene inglobato e digerito dalle numerose caste della repubblica, le quale appunto stanno distruggendo il nostro Paese.

Con sgomento mi rendo conto che il corpo di Eluana ormai è un oggetto conteso dalla magistratura e dalla politica; ricevuta la benedizione della magistratura il corpo vivente di Eluana è stato spostato verso la Clinica “La Quiete” per eseguire la sentenza, poche ore dopo la politica risponde con un decreto che vieta lo stop all'idratazione e all'alimentazione.
Anche questa volta il caos repubblicano trionfa...

Da una parte ci troviamo di fronte ad una magistratura, che anziché preoccuparsi di far rispettare le leggi, le vuole fare. Il partito dei giudici con toni perentori ed arroganti ha spesso affermato che le loro sentenze non si giudicano, non si criticano, si eseguono e basta.
Dall'altra parte abbiamo una politica inconcludente e che spesso arriva in ritardo, ma soprattutto non all'altezza di risolvere i problemi dei cittadini e della società.

Ecco quindi che, a secondo a quale fazione uno appartiene, ci sono coloro che affermano che si devono rispettare le sentenze, altri invece che credono nella superiorità del potere legislativo.

Oltre al fatto che la repubblica italiana è una oligarchia autoreferenziale, piena di privilegi e lontana dai cittadini, è veramente sconvolgente e terribile registrare che addirittura la vita e la morte sono regolarizzate da questa politica, da questo stato o da questa magistratura.

Se questo è vero, non viviamo forse in un regime ?

venerdì, gennaio 30, 2009

Felipe di Borbone e Grecia


Felipe de Borbón y Grecia (Madrid, 30 gennaio 1968) è figlio di re Juan Carlos I di Spagna e della regina Sofia. È stato battezzato con i nomi di Felipe Juan Pablo Alfonso de Todos los Santos.

Erede al trono di Spagna dal 1975, ha ricevuto il titolo di Principe delle Asturie nel 1977.
Secondo la costituzione spagnola è erede al trono di Spagna, e, per questa ragione, ha il titolo di Principe delle Asturie.

mercoledì, gennaio 28, 2009

Napolitano, Di Pietro, Giustizia e Politica

In una manifestazione organizzata a Roma dall’Associazione nazionale vittime di mafia e dall’Italia dei Valori contro la riforma della giustizia, Di Pietro ha accusato Napolitano di non essere un arbitro imparziale e di tacere su alcuni temi come la giustizia e il Lodo Alfano.

La protesta dell’Idv sarebbe motivata dalla sospensione, decisa dal Csm, del procuratore capo di Salerno Luigi Apicella, un provvedimento che sarebbe segnale di grave ingerenza del potere politico nei confronti dell’autonomia della magistratura.

In piazza Farnese c'era anche un manifesto che riportava la frase "Napolitano dorme, l’Italia insorge”, una dura ed evidente critica nei confronti del presidente della repubblica.
Di Pietro ha aggiunto: “A lei che dovrebbe essere arbitro possiamo dire che a volte il suo giudizio è poco da arbitro e da terzo", inoltre ha concluso: “Il silenzio uccide, il silenzio è un comportamento mafioso per questo io voglio dire quello che penso”.

Evidentemente Di Pietro esorta il presidente ad intervenire sulle questioni della giustizia e sullo scontro attorno al caso dei magistrati di Salerno.

In Italia è da anni che assistiamo ad una aspra lotta tra la Magistratura e la Politica, una lotta che sta dissanguando la repubblica, che già per altri motivi vive un periodo di profonda crisi.
E' chiaro che qualsiasi riforma della giustizia proposta in questo contesto non può che peggiorare il difficile rapporto tra politica e magistratura.

Secondo me Di Pietro comincia a temere che il PDL ed il PD possano mettersi d'accordo per riformare la Giustizia.
Per evitare che questo possa succedere, oltre che dimostrare di essere il leader della opposizione, cerca di fare pressione su napolitano affinchè non firmi la ipotetica riforma.

Ovviamente le parole di Di Pietro hanno sollevato un polverone.

Lasciamo da parte la stupida favola del presidente della repubblica superpartes, non esiste in quanto sono tutti dei politici eletti da partiti (e quindi di parte).
Se è vero allora le loro decisioni sono scelte politiche e quindi criticabili, fattore ancor più evidente quando si tocca la giustizia essendo il presidente della repubblica anche il presidente del CSM.
Adesso napolitano si trova in una situazione molto scomoda nel senso che qualsiasi cosa farà (firmare o no la ipotetica riforma) sarà sempre criticato da qualche parte poltica.

Di Pietro ha sbagliato a dare del mafioso a napolitano, ma ha avuto il merito di scoprire una verità, e cioè che i presidenti della repubblica non possono essere arbitri o da terzi, sono politici di parte.

Ed anche per questo io preferisco la Monarchia alla repubblica.

martedì, gennaio 27, 2009

I poveri in Italia


L'ottavo rapporto sulla povertà della Caritas Italiana-Fondazione Zancan ha stabilito che un italiano su quattro è povero e che in Europa l'Italia è il paese con una delle più alte percentuali di popolazione a rischio povertà.

Gli italiani considerati poveri sono quelli che vivono con meno di 500-600 euro al mese (il 13% della popolazione), le famiglie con anziani e le famiglie con tre o più figli. Il 48,9% di queste vive al sud.

Accanto ai circa 7 milioni e mezzo di italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà relativa, ce ne sono altrettanti che si trovano appena sopra a tale soglia. Gli italiani "coinvolti" nel fenomeno povertà sono circa 15 milioni, ovvero il 25% della popolazione.

Nonostante questi dati allarmanti l'Italia è al di sotto della spesa media per la protezione sociale.
La spesa aumenta ma il 66,3% serve per coprire le pensioni. Questo squilibrio è ancor più evidente se si considera l'incidenza sul PIL: la spesa per la previdenza incide per il 15,8%, quella per la sanità per il 6,2%, per l'assistenza sociale per l'1,9%.

In Italia le misure contro la povertà sono le meno efficaci in Europa, mentre in alcuni paesi (come Svezia, Danimarca, Olanda) l'impatto della spesa per la protezione sociale riesce a ridurre del 50% il rischio povertà, in Italia solo il 4%.

Questa è la vera e drammatica situazione sociale italiana, ben diversa dall'immagine disegnata dai massmedia o da quello che si vede nelle varie caste della repubblica italiana.

Le cifre sono impressionanti e testimoniano una persistenza del fenomeno della povertà nel nostro paese e il sostanziale fallimento delle politiche di intervento assistenziale.

Regina Maria José



A Ginevra il 27 gennaio 2001 moriva la Regina Maria Josè.

Per Suo espresso volere venne sepolta nell'Abbazia Reale di Altacomba (Alta Savoia in Francia) ed adesso riposa al fianco di S.M. Umberto II.

martedì, gennaio 20, 2009

Rivoluzione francese ed il comunismo


Luigi XVI di Francia (23 agosto 1754 - 21 gennaio 1793)
.

Luigi venne arrestato il 13 agosto 1792. Il 21 settembre 1792, l'Assemblea Nazionale dichiarò che la Francia era una repubblica.
Luigi venne processato (dall'11 dicembre 1792) e accusato davanti all'Assemblea Nazionale di alto tradimento. Venne condannato a morte (17 gennaio 1793) per ghigliottina con 361 voti favorevoli, 288 contrari e 72 astenuti.

Re Luigi XVI venne ghigliottinato il 21 gennaio 1793 in Piazza della Rivoluzione, l'attuale Place de la Concorde.

Il Re rivolgendosi ancora una volta ai francesi affermò: Muoio innocente di tutti i crimini che mi sono imputati. Perdono i responsabili della mia morte e prego Dio che il sangue che state per versare non ricada mai sulla Francia.

Ricordiamo questo sovrano.

Il binomio Rivoluzione-ghigliottina è divenuto inscindibile nella coscienza collettiva.
Dal punto di vista politico la ghigliottina è stato lo strumento fondamentale della repubblica francese .

I rivoluzionari della repubblica francese uccisero tutti coloro che si opposero (il genocidio vandeano), fu un periodo di terrore.
Molte le analogie della repubblica francese con i totalitarismi del Novecento, soprattutto del comunismo di stampo sovietico.

lunedì, gennaio 19, 2009

Obama Day, spettacolo e dollari

Naturalmente in questi giorni l'avvenimento più importante è l'insediamento alla Casa Bianca del nuovo presidente degli Stati Uniti, Obama, ed in questo contesto io vorrei spostare l'attenzione sui costi eccessivi stanziati per questo evento.

A parte il fatto che, in genere, le Istituzioni e la Politica non dovrebbe mai spendere troppo in festeggiamenti o cose non essenziali, la critica a questi costi diventa ancor più fondata se si tiene conto la difficile situazione economica degli Stati Uniti, nella quale molti americani perdono lavoro o non riescono a pagare i mutui per l'acquisto di casa.

Ecco quindi che fa molto discutere il massiccio investimento per questi festeggiamenti, e nonostante le molte promesse di austerità in questi tempi di profonda crisi economica.

Infatti la giornata costerà intorno ai 170 milioni di dollari, una cifra enorme.
La cerimonia del giuramento da sola arriverà a costare 1,24 milioni. La maggior parte verrà speso in misure di sicurezza e nelle decine di balli e feste che costelleranno la città di Washington. Le spese saranno in gran parte coperte dagli sponsor, mentre il governo federale coprirà 49 milioni di dollari e gli Stati di Washington DC, Virginia e Maryland hanno chiesto aiuti al governo centrale per altri 75 milioni.

Ci sarà un esercito di 20mila agenti, di una cinquantina di diverse agenzie di sicurezza, a proteggere il giuramento di Barack Obama.
Per garantire che tutto si svolta regolarmente è stato arruolato un piccolo esercito. Gli uomini e i mezzi addetti alla sicurezza impegnati su Washington e dintorni sono oltre 42mila, con un costo complessivo di almeno 78 milioni di dollari.

E' significativo confrontare i costi dei festeggiamenti per l'insediamento di Obama con quelli precedenti.
Adesso si spende molto più dei 42,3 milioni spesi dal comitato Bush nel 2005 o i 33 milioni dell'Inauguration Day di Bill Clinton nel 1993.
Da segnalare quindi il continuo aumento dei costi del presidenzialismo americano.

Io ho l'impressone che Obama non parte molto bene.
Da una persona di colore che per la prima volta diventa presidente degli Stati Uniti, un fatto epocale che avviene in un periodo di profonda crisi economica, io mi sarei aspettato ben altro, non certo uno spreco di denaro pubblico.

In più avverto una sgradevole ostensione allo spreco di denaro pubblico, una eccessiva ricerca alla celebrità (parata di stelle pronta a salire sul palco), allo spettacolo (ricevimenti, appuntamenti pubblici e megaconcerti) che urta con la situazione reale della società degli Stati Uniti.

La portata storica dell'evento, la grande attesa che lo circonda e il senso di enorme fiducia e aspettativa che accompagna Barack Obama ha un prezzo: oltre 170 milioni di dollari.

C'è da chiederci se le migliaia di persone che andranno a Washington DC lo faranno per vedere Obama o per assistere gratuitamente il megaconcerto di famosi cantanti....
Lo spettacolo americano continua.

the 56th Presidential Inauguration
Obama, clinton, dollari
Obama e dollari
Obama, Usa, politica, Italia
complotto obama, elezioni USA, naziskin

sabato, gennaio 17, 2009

Italia brasile battisti : e la giustizia?


Il ministro brasiliano della Giustizia, Tarso Genro, ha concesso lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti e quindi ha respinto la richiesta di estradizione avanzata dall'Italia.

Ricordiamo la storia di questo terrorista.
Alla fine degli anni settanta Cesare Battisti, contumace, fu condannato all'ergastolo per 4 omicidi. Arrestato in Italia nel '79, riuscì ad evadere nel 1981.
Da quel momento ha iniziato un lungo periodo di latitanza che lo ha portato in Messico e poi a Parigi dove ha scritto e pubblicato libri gialli di un certo successo. Rintracciato nel 2004 le autorità francesi concessero l'estradizione ma lui riesce a fuggire in Brasile.

Perchè il Brasile, a fronte di una richiesta di estradizione dal parte dell'italia, ha concesso lo status di "rifugiato politico"?
Il quotidiano la repubblica riporta che l'avvocato difensore di Battisti è Luis Eduardo Greenhalgh (l'avvocato del "Soccorso rosso") che, oltre ad essere stato deputato per il partito del Presidente Lula, è amico del Presidente e di tutti i maggiori dirigenti del partito al governo.
Il ministro della giustizia brasiliana ha spiegato di difendere battisti perchè è convinto che lui in Italia sarebbe ucciso.
Questa è solo una scusa in quanto in italia non succederebbe di certo una cosa del genere .. anzi al massimo diventerebbe una specie di eroe, difeso e festeggiato dai comunisti doc italiani.

Questo caso dimostra che molti terroristi rossi godono di aiuti economici e politici in tutto il mondo.
D'altronde si sa che in Italia esiste una lobby di personaggi più o meno coinvolti con gli Anni di Piombo e con la bandiera rossa che fanno politica, insegnano o che predicano in tv.

Non è un caso che Bertinotti e company in molte occasioni hanno inneggiato alla democrazia di Lula in Brasile come esempio da imitare.

Comunque la scusa inventata dal ministro Brasiliano (Battisti in Italia sarebbe ucciso) dimostra anche che molti stati hanno una immagine decisamente negativa della repubblica italiana e d'altronte si sa che la giustizia italiana funziona molto male .....

Da questa situazione ne esce con le ossa rotte non solo la nostra giustizia ma tutte le istituzioni repubblicane che non hanno la forza e la capacità di reagire e farsi ascoltare.

Un'altra figuraccia della repubblica italiana ...

giovedì, gennaio 15, 2009

Libertà Economica in Italia

Ogni anno la Heritage Foundation pubblica l'Indice della libertà economica, che descrive la libertà con cui gli operatori economici possono muoversi in ciascun paese del mondo.
Il livello di libertà economica dell'Italia viene valutato al 61,4 per cento, ciè un paese "moderatamente libero" e molto vicino al limite dei paese "poco liberi".

L'Italia è bocciata in libertà economica ed è classificata al settantaseiesimo posto, in picchiata rispetto al sessantaquattresimo posto dell'anno scorso.
Nonostante un lieve miglioramento in quattro parametri - libertà d'impresa, libertà dal fisco, libertà dalla corruzione e libertà monetaria - si sono registrati decisi arretramenti.
La libertà dallo Stato viene stimata solo al 24,7 per cento, contro il 29,4 per cento dell'anno scorso, a causa dell'aumento della spesa pubblica, basti pensare al controverso processo di privatizzazione di Alitalia.
Inoltre è peggiorato anche la libertà del lavoro, passato dal 74,5% del 2008 al 61,3% del 2009.

Se si confronta l'italia con altri paesi la performance dell'Italia risulta più grave in quanto nel mondo e in Europa la libertà economica ha fatto molti progressi.
I paesi più liberi al mondo sono Hong Kong, Singapore e l'Australia. Tra i primi dieci paesi, ben quattro sono europei: Irlanda (quarto posto), Danimarca (ottavo), Svizzera (nono) e Regno Unito (decimo).

I dati mostrano che l'economia dell'Italia è molto debole e poco competitiva e, dunque, meno in grado di resistere alla crisi globale.
La libertà fiscale e la libertà dallo Stato (ossia, la dimensione del settore pubblico) continuano ad essere bassi, a causa dell’imponente welfare state.
La spesa pubblica ammonta grosso modo alla metà del PIL.
La riduzione del cronico deficit di bilancio e del debito pubblico è andata a rilento e il valore di quest’ultimo si aggira ancora intorno al 105 per cento del PIL.
L’attività economica informale (economia sommersa) è considerevole.

Italy's economic freedom

lunedì, gennaio 12, 2009

Debito pubblico


Un nuovo record (negativo) della repubblica italiana : il debito pubblico segnalato oggi dalla Banca d'Italia ha raggiunto la cifra stratosferica di 1.670 miliardi di euro.
Ogni cittadino italiano ha 28.000 euro, cioé 81.000 euro sulle spalle di ogni famiglia.

Le cifre ed i numeri non hanno colore o ideologia politica, e piuttosto devono essere letti ed interpretati con oggettività.
L’economia italiana è allo sfascio soprattutto per colpa dei governi. Infatti se lo Stato è molto indebitato, ed i cittadini lo sono poco, significa che le spese sono fatte più dalla politica e dall’amministrazione che dai produttori di reddito e dalle famiglie.

Ora la situazione economica del nostro paese continua a peggiorare, gli indici sono tutti negativi e la fiducia delle imprese e dei consumatori è ai minimi storici.

Un appello agli italiani.
Prima che sia troppo tardi è giunto il momento di liberarsi dalla classe politica che si assicura privilegi, stipendi e pensioni da nababbi senza fare nulla per il nostro Paese.


Adusbef: 'conto' di 81mila euro su ogni famiglia

ROMA - Il nuovo record del debito pubblico segnalato oggi dalla Banca d'Italia (1.670 miliardi) rappresenta un 'conto' per ogni cittadino italiano di 28.000 euro, cioé 81.000 euro "sulle spalle di ogni famiglia".

I calcoli sono forniti da Elio Lannutti (Adusbef) che accusa il governo di "farfugliare invece di adottare politiche economiche di contenimento". "Mentre governo e ministro dell'economia si trastullano nel regalare Alitalia ai capitani coraggiosi, ben ripulita di 4 miliardi di oneri addossati alla fiscalità generale che aumentano l'indebitamento statale e sterilizzata da normativa Antitrust per taglieggiare gli utenti che devono pagare 340 euro da Roma a Milano, oltre la media tariffaria per aggiungere New York, - argomenta Lannutti - si registra l'ennesimo record per il debito pubblico italiano, che ad ottobre si è attestato a 1.670,6 miliardi, dalla contrazione di settembre (1.648,6 miliardi) dopo il record raggiunto nell'agosto 2008 (a 1.666,6 miliardi). Il debito pubblico italiano che pesa per ben 81.000 euro sulle spalle di ogni famiglia, 28.000 euro che gravano su ognuno dei 60 milioni di abitanti, poteva essere ridotto utilizzando le dismissioni di oro e riserve della Banca d'Italia (circa 67 miliardi di euro) come hanno fatto tutti i Paesi dell'area euro ed attuando politiche economiche di dismissioni dell'enorme patrimonio del demanio, neppure ben censito".
Adusbef torna così a chiedere "azioni concrete di contenimento del debito pubblico, che nonostante i tassi in discesa da parte della Banca Centrale Europea, non verrà ridotto senza interventi realistici ed urgenti, dato lo spread di circa 1,70 punti base pagati dal Tesoro italiano ai sottoscrittori di titoli pubblici rispetto ai bund tedeschi e che resterebbero invenduti, qualora non si pagasse il premio del maggiore rischio paese proprio derivante dall'enorme mole del debito pubblico".

ansa

venerdì, gennaio 09, 2009

Omaggio a Re Vittorio Emanuele II


Il 9 gennaio del 1878, alle ore 14,35 si spegneva a Roma nel palazzo del Quirinale VITTORIO EMANUELE II (Il Primo Re d'italia).

Fu proclamato Padre della Patria e sepolto al Pantheon che da allora divenne il sepolcreto dei Re d'Italia.

giovedì, gennaio 08, 2009

Ricordo della Regina Elena



L'8 gennaio 1873 nasceva a Cettigne, la Principessa Elena Petrovich Njegosh del Montenegro, futura consorte di Re Vittorio Emanuele III e Regina d'Italia.

mercoledì, gennaio 07, 2009

Il Tricolore


Il Tricolore

E' giusto onorare il Tricolore ma non si deve mai dimenticare che la prima vera Bandiera Italiana è stata quella Sabauda (voluta da Re Carlo Alberto) usata durante le prime guerre d'indipendenza dai patrioti del Risorgimento che volevano realizzare l'Italia impugnando proprio questa Bandiera.

La bandiera del 1797 non aveva il significato dell'Unità d'Italia.
Durante il triennio (1796-1799) i giacobini volevano imporre nella nostra penisola gli errori della rivoluzione francese, la bandiera della repubblica cisalpina era imposta dallo straniero Napoleone e quindi non simboleggiava l'unità d'Italia e la sua indipendenza.

Inoltre questa bandiera è fisicamente diversa da quella attuale (le bande sono orizzontali invece che verticali, e con uno sconosciuto stemma).

La repubblica, fissando l'anniversario del tricolore il 7 gennaio, ricorda la bandiera della repubblica cisalpina invece della vera prima bandiera italiana, quella voluta da Re Carlo Alberto di Savoia.

Ripeto che la prima Bandiera italiana è stata quella Sabauda voluta da Re Carlo Alberto.

Viva il Risorgimento !
Viva il vero tricolore !
Viva il Tricolore di Re Carlo Alberto
Viva la bandiera del Regno d'Italia !!

Hirohito, imperatore del giappone


Sua Maestà imperiale Showa, nato Hirohito (Tokyo, 29 aprile 1901 – 7 gennaio 1989) è stato il 124° imperatore del Giappone secondo il tradizionale ordine di successione.

In occidente è noto principalmente con il suo nome personale Hirohito. Il suo titolo onorifico fu Michi no miya .

Il 7 gennaio 1989 l'imperatore Hirohito si spense e con la sua scomparsa si concluse l'era Showa, la più lunga nella storia del Giappone iniziata nel 1926). Iniziava il regno dell'attuale imperatore Akihito e l'era Heisei.

martedì, gennaio 06, 2009

I neozelandesi preferiscono la monarchia


I neozelandesi preferiscono la monarchia

Un recente sondaggio mostra che in Nuova Zelanda ci sono più neozelandesi che preferiscono una monarchia costituzionale rispetto a quelli che vorrebbero una repubblica.

Il 48% degli intervistati vogliono la Regina come capo di Stato, mentre il 42% si sono espressi a favore di una repubblica. Il resto sono indecisi.

Secondo il sondaggio, le donne e le persone di età superiore a 40 anni preferiscono la monarchia, mentre gli uomini ed i giovani una repubblica.

Inoltre il 45% degli intervistati sostengono il Principe Carlo come prossimo re, mentre il 43% preferiscono il Principe William.
Le donne e giovani preferiscono William come capo di Stato.

PS:
Naturalmente in italia i massmedia danno spazio ai sondaggi solo quando vince la repubblica...


A new poll shows more New Zealanders think the country should stay a constitutional monarchy than those who would like it to become a republic.

The poll of 500 people by Research New Zealand asked whether New Zealand should consider becoming a republic.

Forty-eight percent of those surveyed supported the Queen's position as head of state, while 42% were in favour of a republic. The rest were undecided.

Research New Zealand's director Emanual Kalafatelis says although the results showed a greater number of people wanting to retain the Queen as head of state, the critical result was the increase in those wanting a formal consideration of the country becoming a republic.

Research NZ says in previous polls, the number of people supporting the idea of a republic was about 25% to 30%.

According to the latest poll, women and those aged over 40 were more likely to support the monarchy, while men and younger respondents were more likely to favour a republic.

The research showed 45% of respondents support Britain's Prince Charles becoming the next king, while 43% preferred his son Prince William.

Women and younger respondents were more likely to support William as head of state.

The poll has a margin of error of plus or minus 4.6%.

radionz

lunedì, gennaio 05, 2009

Juan Carlos Re di Spagna


Re Juan Carlos, nato il 5 gennaio del 1938 a Roma, compie 71 anni acclamato dagli spagnoli.

Re Juan Carlos di Spagna è sul trono da 33 anni, ma la sua popolarità non mostra segni di declino, anzi la monarchia della Spagna piace più di qualunque repubblica.

Re Juan Carlos è il padre della moderna democrazia spagnola infatti nel 1981 in tv denunciò un fallito tentativo di golpe e incitò i cittadini ad appoggiare il governo eletto.

sabato, gennaio 03, 2009

Ricordo della Regina Margherita


Il 4 gennaio del 1926 a Bordighera si spegneva la Regina Madre Margherita.

Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia (Torino, 20 novembre 1851 – Bordighera, 4 gennaio 1926) fu regina d'Italia come sposa di Umberto I di Savoia.
Dopo la morte del marito, la regina dovette adattarsi al ruolo di regina madre. In tale veste si dedicò ad opere di beneficenza e all'incremento delle arti e della cultura, incoraggiò artisti e letterati e fondò istituzioni culturali.

Durante la prima guerra mondiale, la regina madre trasformò in ospedale (Ospedale n.2, l'1 era il Quirinale dove operava come crocerossina Elena) la sua residenza romana.
Finita la guerra, si rifugiò a Bordighera.
Margherita ebbe onoranze funebri prima a Bordighera, e poi a Roma, ove fu tumulata nelle tombe reali del Pantheon.
In questa occasione si dimostrò tutto l'affetto popolare, al passaggio del convoglio ferroviario, dove una folla commossa, ostacolava e rallentava l'andamento dello stesso, per potersi avvicinare e gettare fiori.

domenica, dicembre 28, 2008

Re Vittorio Emanuele III

Vittorio Emanuele III di Savoia nacque a Napoli, 11 novembre 1869 e si spense il 28 dicembre 1947 ad Alessandria d'Egitto.
Fu Re d'Italia dal 1900 al 1946, Imperatore d'Etiopia dal 1936 al 1943 e Re d'Albania dal 1939 al 1943. Abdicò il 9 maggio 1946 e gli succedette il figlio Umberto II.

Auspichiamo il rientro in Patria dell'Augusta salma e della sua tumulazione nel Pantheon di Roma.

VIVA RE VITTORIO EMANUELE III

ascoltate la voce di Re Vittoro Emanuele III

sabato, dicembre 27, 2008

Terremoto di Messina e Casa Savoia

Il Re d'italia visita i feriti a Messina

Il 28 dicembre 1908, un cataclisma che raggiunse il 10 grado della scala Mercalli devastava le coste calabre e siciliane, distruggendo completamente Messina e provocando epidemie e quasi 200.000 morti.

Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena furono tra i primi a giungere sul posto.
Inoltre è il caso di sottolineare che S.M. la Regina Elena, che parlava il russo e per l'amicizia con lo Zar, riuscì ad obbligare le navi straniere che stavano in zona (russe in particolare) ad intervenire in soccorso alla popolazione.
Il re e la regina partirono il 29 per Napoli. Saliti poi sulla Vittorio Emanuele, in sosta per caricare a bordo anche materiale sanitario e generi di conforto, raggiunsero la Sicilia nelle prime ore della giornata successiva. Il Re e la regina arrivarono all'alba del 30.

Il Re rientrato a Roma dopo aver visitato i luoghi sinistrati della Sicilia e della Calabria, ritenne opportuno indirizzare in data 5 gennaio 1909 un proprio ordine del giorno di elogio al personale italiano e straniero, sempre impegnato con grave sacrificio nell’adempimento dei compiti assegnati:
All'Esercito ed all'Armata,
Nella terribile sciagura che ha colpito una vasta plaga della nostra Italia, distruggendo due grandi città e numerosi paesi della Calabria e della Sicilia, una volta di più ho potuto personalmente constatare il nobile slancio dell'esercito e dell'armata, che accomunando i loro sforzi a quelli dei valorosi ufficiali ed equipaggi delle navi estere, compirono opera di sublime pietà strappando dalle rovinanti macerie, anche con atti di vero eroismo, gli infelici sepolti, curando i feriti, ricoverando e provvedendo all'assistenza ai superstiti.

Al recente ricordo del miserando spettacolo, che mi ha profondamente commosso, erompe dall'animo mio e vi perdura vivissimo il sentimento di ammirazione che rivolgo all'esercito ed all'armata.
Il mio pensiero riconoscente corre pure spontaneamente agli ammiragli, agli ufficiali ed agli equipaggi delle navi russe, inglesi, germaniche e francesi che, mirabile esempio di solidarietà umana, recarono tanto generoso contributo di mente e di opera.


In data 8 gennaio 1909 si riunì la Camera dei Deputati per esaminare alcuni provvedimenti urgenti di natura giuridica e finanziaria a favore delle località danneggiate.
Accolte le misure proposte tra cui quelle inerenti nuove imposte e stanziamenti importanti da destinare alla ricostruzione, il 12 gennaio il Senato approvò a sua volta all’unanimità il progetto di legge a favore di Messina e di Reggio.
Associandosi poi alle parole del Re emanò a sua volta un proprio ordine del giorno:
Il Senato nell’intraprendere, col pensiero alla patria, l’esame dei provvedimenti intesi a risollevare le sorti delle province di Messina e di Reggio Calabria, rende omaggio e riverente plauso alle LL.MM. il Re e la Regina, a S. Maestà la Regina Madre ed ai Principi Reali, primi a portar sollievo al luogo del disastro; al Governo, all’esercito, alla nostra marina, alle Nazioni ed alle marine straniere, che con generosa abnegazione si adoprarono a riparare l’immensa sciagura che commosse tutte le genti civili.

lunedì, dicembre 22, 2008

Il sistema della repubblica italiana

La Politica con la P maiuscola, intesa come nobile servizio per il bene di tutti, è ormai un ectoplasma.
In Italia non esiste più la Politica, i partiti hanno degenerato sono diventati comitati d'affari che gestiscono interessi disparati e contraddittori, talvolta addirittura loschi, in ogni caso senza alcun rapporto con le esigenze e le necessità dei cittadini.

Questo sistema abnorme è la repubblica italiana, e su questo modello corrotto si sta conformando la società.

La repubblica è l'origine dei mali d'Italia.
Con l'avvento della repubblica - sponsorizzata dal CLN, il germe iniziale della partitocrazia - i partiti hanno subito occupato lo Stato e le istituzioni.
Poi la repubblica trasformata in regime ha occupato piano piano tutto, gli enti locali, gli enti di previdenza, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai, i giornali....

In seguto per assicurarsi il controllo del popolo la repubblica ha corrotto la società, il cosiddetto magna-magna dall'interno dei partiti si è spostato a livelli più bassi, verso le periferie e quindi nella società.
Il mercimonio, le sopraffazioni, il clientelismo, le discriminazioni sono evidenti agli italiani.

La corruzione della repubblica è talmente radicale che la questione non si esaurisce scovando, denunciando e mettere in galera i corrotti e ladri.

Non ha senso parlare di questione morale, piuttosto si dovrebbe parlare di declino della repubblica che fa tutt'uno con l'occupazione dello Stato da parte dei partiti, fa tutt'uno con la guerra tra le istituzioni, fa tutt'uno con la concezione della politica.

La corruzione ed il declino sono il paradigma della repubblica italiana.

sabato, dicembre 20, 2008

Il declino della repubblica

In uno stato serio e capace un ministro dovrebbe avere competenze specifiche nell’ambito del dicastero od almeno dovrebbe essere un leader di una corrente oppure vantare un peso elettorale.
Invece in questa repubblica dove i partiti sono comitati d'affari, con una legge elettorale senza preferenza dove i candidati sono scelti dalla nomenklatura dei partiti, le cose sono cambiate in peggio.

Ad esempio nei ministeri della giustizia, istruzione e pari opportunità possiamo parlare di competenza?
Ed inoltre non viene il dubbio che molti parlamentari sono semplici esecutori del governo e senza nessuna autonomia decisionale?
Ormai in questa repubblica l’etica e il buon senso sono diventate virtù sconosciute, piuttosto registriamo scarsa competenza e capacità dei politici, la Politica invece che basarsi su alti principi ed ideali è diventato un lavoro per arricchirsi.
Dov'è andato a finire lo spirito di abnegazione e servizio al Paese?
Quante persone in questo governo sono competenti nella materia e hanno un’ etica politica immacolata ?

C'è modo di uscire da questo circuito nel quale si diventa complici di questo declino repubblicano?

Tangentopoli della repubblica

Destano sconcerto gli avvenimenti politici - giudiziari in Campania, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Toscana, dalle quali si evince che Tangentopoli non è finita.

Io però non mi meraviglio che questi fatti accadano, anzi mi stupisce chi lo si scopra solo adesso, la novità è che finalmente anche la sinistra è coinvolta, la quale finora era riuscita arrogantemente a considerarsi la parte politica migliore.

La politica a tutti i livelli è malata, come la pubblica amministrazione, la magistratura, l’imprenditoria, i sindacati .... tutte le istituzioni.

D’altronde si vive sulla propria pelle la corruzione, il clientelismo, l’inefficienza di uno stato completamente da abbandonare e da rifare.
Ad esempio te ne accorgi quando vedi i lavori pubblici realizzati, fatti male e già disastrati appena finiti, te ne accorgi come vengono sprecati i soldi pubblici. Tangentopoli è anche il dover fare i conti con una burocrazia che soffoca i cittadini, Tangentopoli è l’ignoranza e l’incapacità degli amministratori e dei politici oppure quando capisci che le forze dell’ordine fanno finta di non vedere ciò che invece tutti vedono.

La corruzione è talmente radicata che regola il funzionamento della repubblica, ed in questa situazione tutti devono pagare il pizzo allo stato per ottenere i propri giusti diritti od interessi.

La bufera giudiziaria che ruota attorno alla figura di Alfredo Romeo non si ferma a Napoli e travolge molti politici. Infatti Romeo, si è avvalso di amicizie politiche bipartisan. Arrestato all’epoca di Mani Pulite, uscì dal carcere dopo pochi giorni accusando i politici dell’epoca di avergli estorto del denaro, venne condannato in appello con l’accusa di corruzione a 2 anni e sei mesi. La sentenza però non è mai stata definitiva e nel 2000 è stata prescritta in Cassazione.

La Romeo Immobiliare era diventato snodo fondamentale degli appalti non solo a Napoli ma in molte città come Milano, Venezia, Roma.
Come hanno accertato gli inquirenti, il gruppo Romeo ha una rete di relazioni molto capillare, arrivando anche alla manutenzione del Quirinale, del Senato e del ministero dell’Economia.
lastampa

Ora se addirittura la manutenzione del Quirinale – tra l'altro i costi della gestione del palazzo presidenziale sono top secret - è affidata ad imprenditori accusati di corruzione, mi fa pensare ad una battuta sgradevole ma che rappresenta l'oligarchia di questa repubblica : il più pulito ha la rogna.

Fino a quando gli italiani sopporteranno tutto questo?

venerdì, dicembre 05, 2008

Magistratura CSM Forleo De Magistris


Stiamo assistendo in questi giorni ad un altro episodio non certo esaltante della repubblica italiana, adesso è il momento della Giustizia dare prova dello scompaginamento delle istituzioni.

Da tempo si sa che la Magistratura non funziona come dovrebbe, concorsi farsa per reclutare i nuovi magistrati, inchieste ad orologeria per eliminare personaggi scomodi, cortocircuito tra la Politica e Magistratura, adesso il caso "Why not" certifica quanto la Giustizia sia arrivata allo sbando.
Dopo aver assitito alla lotta tra Politica e Magistratura giungiamo alla lotta tra magistrature (Salerno e Catanzaro) e addirittura all'interno del CSM.

La guerra tra magistrati è talmente andata fuori dai canali istituzionali che, con un'iniziativa senza precedenti, il presidente della repubblica ha chiesto gli atti dell'inchiesta e si appresta a un intervento censorio fortissimo in qualità di presidente del Csm.
Lo stesso Csm è nella bufera, perché avvallò l'operato della procura di Catanzaro, trasferendo De Magistris, ed è quindi moralmente corresponsabile della chiusura della sua inchiesta che oggi la Procura di salerno considera fraudolenta (tanto che Nicola Mancino, vicepresidente del Csm oggi ha minacciato le dimissioni).

Come se non bastasse cossiga non approva l'azione di napolitano, e non è la prima volta che ci siano polemiche tra presidenti della repubblica .
Cossiga ha affermato :
Ho grande rispetto e nutro un'antica amicizia nei confronti di Giorgio Napolitano, come politico e capo dello Stato, e, cosa che conta molto di più, come persona. Ho molto meno rispetto e stima per una parte della magistratura ordinaria e per il Consiglio superiore della magistratura, strana istituzione che dobbiamo alla poca esperienza istituzionale democratica dei cattolici dell'Assemblea Costituente contro la volontà del Pci; e non ne ho nessuno, salvo qualche eccezione, per l'Associazione nazionale magistrati. Percio' forse diro' cose che non sembreranno coerenti con la mia linea''.
Lo scrive in una nota il senatore a vita Francesco Cossiga, parlando della guerra delle Procure tra Catanzaro e Salerno, alla luce della preoccupazione espressa dal capo dello Stato sul caso De Magistris.
Il presidente emerito della Repubblica sottolinea che nè il Colle, nè il Csm 'sono competenti a occuparsi di queste vicende.
Continua Cossiga: ''Comprendo tutta la gravità di quanto sta avvenendo negli uffici giudiziari, o per essere più esatti, negli uffici delle Procure della Calabria e di Salerno: una guerra che da un certo punto di vista è una garanzia per gli spazi di libertà dei cittadini!
Certo -avverte- ciò puo' avvenire solo in Italia a causa della Repubblica dei procuratori: non in Francia, negli Stati Uniti, nel Bund e nei Lander germanici, poichè in quei Paesi le procure sono gerarchizzate e vi è un Procuratore Generale che mantiene l'ordine! Ma in Italia non è cosi'! E i magistrati inquirenti hanno lo stesso status dei magistrati giudicanti''.
ilsole24ore

Inoltre ricordo l'intervista dell'ex GIP di Milano Clementina Forleo, che come De Magistris stava indagando su politici (il caso Unipol), la quale sul corriere della sera ha dichiarato:
Fino a Tangentopoli, e fino a qualche anno fa, il problema era dell’indipendenza della magistratura dal potere politico, adesso è dell’indipendenza del magistrato rispetto alla magistratura.
Il singolo magistrato che non si vuole allineare, non si vuole schierare, vuole essere libero, finisce per pagare i suoi errori. E li paga cari [...] Si sono toccati i fili che fanno morire. Perché fino a quando s’era attaccato il nemico della magistratura, il nemico di destra, era andato tutto bene. Avevo avuto la solidarietà. La magistratura era stata compatta nel proteggere il giudice Forleo. Poi, quando spunteranno caimani d’altro colore, tutti si dilegueranno
ilcorrieredellasera

A questo punto si giunge alla convinzione che anche la magistratura è delegittimata, altro che indipendenza della magistratura, altro che mani pulite.
In questa repubblica non si salva nulla.

Tutti le istituzioni repubblicane sono delegittimate o lottano tra di loro, fattori che mettono in pericolo addirittura la democrazia e la libertà del nostro Paese.
Di fronte a tutto ciò sono sempre più convito che l'Italia potrà, forse, risorgere solo dopo la fine di questo regime oligarchico repubblicano.

martedì, dicembre 02, 2008

mezzogiorno e napolitano

Non posso che condividere il discorso del presidente della repubblica quando recentemente a Napoli ha affermato che Occorre reagire all'impoverimento morale della politica.

Da decenni la situazione del nostro paese continua a peggiorare, ad una crisi politica sociale - tangentopoli, partitocrazia, corruzione ... - ora si aggiunge una profonda crisi finanziaria che sta minando le basi dell'economia reale.

Rivolgendosi agli amministratori di tutto il Mezzogiorno napolitano ha detto che si deve fare autocritica e un'autoriflessione sulla amministrazione della cosa pubblica e che l'impoverimento culturale e morale della politica è sotto gli occhi di tutti

Visto che napolitano si è sempre occupato di politica, sbaglio se penso che il monito sia indirizzato anche a lui ?

Purtroppo la classe politica che ha causato la decadenza del nostro paese invece di chiedere scusa e di dimettersi continua ad occupare le poltrone che contano.
Ascoltando i politici si ha l'impressione che loro non abbiamo mai avuto responsabilità e che si trovino al parlamento quasi per caso.

Dopo più di 60 anni di repubblica l'Italia è peggiorata.
Di chi è la colpa ?



Il monito di Napolitano: «Occorre reagire all'impoverimento morale della politica»
Il Mezzogiorno deve fare «autocritica e un'autoriflessione» sulla amministrazione della cosa pubblica

NAPOLI - Bisogna assolutamente reagire a un fenomeno che si è fatto sempre più pesante di «impoverimento culturale e morale della politica che è sotto gli occhi di tutti. Si fa enorme fatica a dirlo e a reagire», ha detto Giorgio Napolitano alla Fondazione Mezzogiorno Europa a Napoli. Con queste parole il presidente della Repubblica ha spiegato, più apertamente il senso dei richiami rivolti lunedì e martedì agli amministratori di tutto il Mezzogiorno a procedere ad un profondo rinnovamento e allo stesso tempo a fare una riflessione autocritica sul modo di amministrare la cosa pubblica. «Questa e altre fondazioni - ha detto - hanno assoluta necessità di ripensare il rapporto cultura-politica e di reagire a fenomeni sempre più pesanti e niente affatto nuovi. Io lo scrissi nella conclusione provvisoria della mia autobiografia politica (nel 2005, ndr) parlando di impoverimento culturale e morale della politica, fenomeno che è sotto gli occhi di tutti. Si fa enorme fatica a dirlo e a reagire».

continua ..
ilcorrieredellasera

mercoledì, novembre 26, 2008

Ricordo della Regina Elena


28 novembre 1952

ELENA DI SAVOIA
TERZA REGINA D’ITALIA
ROSA D’ORO DELLA CRISTIANITÀ

in esilio muore a Montpellier (Francia), ove riposa tuttora in attesa di trovare degna sepoltura al Pantheon di Roma

sabato, novembre 22, 2008

Obama, clinton, dollari


A quanto pare Hillary Rodham Clinton sarà il nuovo segretario di Stato americano del governo Obama.
Solo pochi giorni fa, Obama e la Clinton erano i due rivali durante la prima parte delle campagne elettorali, adesso questi due protagonisti diventano così partner.

A questo punto mi chiedo se è giusto che questi 2 personaggi possano tranquillamente mettersi insieme, dopo che hanno speso milioni di dollari per combattere l'uno contro l'altro.

Lasciamo da parte altre considerazioni politiche e considerando solo l'aspetto economico, con il sistema presidenziale c'è un enorme spreco di denaro che proprio non ha senso.

Infatti per conquistare la Casa Bianca, tutti i candidati per competere tra loro devono spendere milioni di dollari.
Mesi fa durante le primarie Obama aveva speso già milioni di dollari per battere la Clinton, cosa che si è ripetuto poi contro McCain.

Ed adesso Obama, dopo aver speso una quantità enorme di denaro pubblico per battere la Clinton, offre alla rivale un posto di prestigio.
Ma non potevano mettersi d'accordo prima ?


Alla fine una considerazione italiana.
Conoscendo bene quanto sia avida di denaro la nostra classe politica, ho orrore nell'immaginare quello che potrebbe succedere se anche in Italia ci fosse un sistema simile a quello degli stati uniti.


Obama e dollari
Obama, Usa, politica, Italia
complotto obama, elezioni USA, naziskin
Elezioni presidenziali USA, denaro e scandali