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martedì, aprile 29, 2008

Economia e politica in Italia

Nel rapporto sulle previsioni economiche la Commissione Ue ha pubblicato che nel 2008 la crescita dell’Europa è in calo dove l’Italia guadagna, per l’ennesima volta, la maglia nera d’Europa.
L’inflazione record e crescita rallentata mette a rischio le famiglie a basso reddito e quindi in particolare in Italia dove gli stipendi sono piu’ leggeri rispetto alla media europea.
Le proiezioni sono all’insegna del pessimismo, che prevedono un aumento dei prezzi al 3,2% ed una diminuzione della crescita che si fermerà all’1,7%.
I dati provenienti da Bruxelles stimano che l’economia italiana crescerà appena dello 0,5% quest’anno e dello 0,8% nel 2009, ben al di sotto sia del potenziale, che è dell’1,6% circa, sia della crescita media dell’Eurozona.
Inoltre l’inflazione per il 2008 si situerà al 3% di media e il deficit, che nel 2007 era sceso per la prima volta sotto la soglia del 3% indicata dal Patto di Stabilità, dovrebbe risalire dall'1,9% al 2,3%.
Nonostante il debito pubblico sia previsto in diminuzione dal 104% del 2007 al 103,2% nel 2008, lo stato di salute dell’economia italiana è pessimo ed il nostro paese avrà, per il secondo anno consecutivo, la peggiore perfomance tra i 27 paesi dell’Ue

Per capire il persistente divario negativo di crescita dell’Italia rispetto alla media della zona euro ci sono due strade:
o gli italiani lavorano meno degli altri popoli (opzione non sostenibile)
oppure lo stato non è in grado di aiutare il lavoro degli italiani

Evidentemente la causa della debole e grave situazione economica e finanziaria del nostro paese è del Sistema Italia, e quindi del regime repubblicano.
L’economia italiana avrebbe bisogno di una cura, ma tutto è drammaticamente complicato dal fatto che il vero malato è lo stato.
L'Italia avrebbe bisogno di Finanze pubbliche sostenibili e usarle per favorire una crescita ma ho l’impressione che tutti i governi italiani non hanno il coraggio di fare quello che si dovrebbe fare.

Uno stato non dovrebbe aiutare una azienda non in grado di competere nel mercato. Oppure nel caso si rileva la necessità di aiutarla almeno si dovrebbe eliminare la maggior parte dei suoi tentacoli incancreniti.
Nulla di tutto ciò, e lo stato continua a compiere gli stessi errori.

Per il caso Alitalia lo Stato regala 300 milioni di Euro per dare ossigeno all’azienda, senza migliorare l’efficienza degli aeroporti e contemporaneamente coinvolgere anche il sistema ferroviario.
Infatti lo scopo non è salvare l’Alitalia ma migliorare la mobilità degli uomini e delle merci in Italia, e per realizzare questo ci dovrebbe essere una sinergia tra aeroporti e ferrovie.

A questo punto è spontaneo chiedere : Che differenza c’è tra l’assistenza di Prodi e quella di Berlusconi ?
La classe politica è in grado di fare vigorose politiche economiche?

Me lo auguro, ma rimango scettico.
Io vedo sempre le stesse persone, la stessa classe politica, temo che con le recenti elezioni ci sia solo un cambiamento di facciata, ma la nomenKlatura intesa come Pensiero politico-culturale rimane ancora saldamente al Potere.

Solo una virtuosa rivoluzione - in particolare culturale - potrebbe realizzare un reale e positivo cambiamento.

La scure di Bruxelles sui conti italiani

Crescita in stallo, irrilevante e comunque inferiore agli altri partner europei. Conti pubblici in peggioramento in un contesto di globale di frenata dell’economia e di allarme inflazione. È un quadro a tinte fosche per l’Italia quello indicato dalle previsioni economiche di primavera presentate dal commissario Ue per gli Affari economici e monetari Joaquin Almunia.

Crescita economica

I dati indicano che il motore dell’economia italiana continua a rallentare e nel corso dell’anno toccherà il fondo con una crescita dello 0,5 per cento, a febbraio si prevedeva lo 0,7 per cento, per risalire nel 2009 allo 0,8 per cento. «Complessivamente la crescita del Pil reale nel 2008 è prevista allo 0,5 per cento - si legge nel documento - chiaramente al di sotto del potenziale» e «il persistente gap negativo di crescita rispetto alla media dell’area euro si allargherà ulteriormente, nonostante l’esposizione relativamente modesta del sistema bancario italiano alle turbolenze finanziarie».

Secondo gli esperti del motore comunitario «il previsto rallentamento della crescita è causato da tutte le componenti della domanda». «Quando guardo alle previsioni per l’Italia la preoccupazione principale è la crescita molto molto ridotta - ha spiegato Almunia - è una crescita molto bassa e al di sotto del potenziale dell’Italia».

Inoltre, «questa crescita è accompagnata nelle nostre previsioni da un’evoluzione molto debole della produttività» e «tutto questo in un Paese che avrebbe bisogno di una maggiore crescita equilibrata per migliorare la sostenibilità e la qualità delle proprie finanze pubbliche e ridurre il peso del debito pubblico per poter utilizzare le risorse come uno strumento che favorisca la crescita». Queste, per il rappresentante dell’esecutivo Ue, «sono le questioni che devono essere affrontate dal Governo italiano, vecchio e nuovo».

PIL e Conti Pubblici

Sul fronte dei conti pubblici infatti da Bruxelles avvertono già i segnali di un peggioramento dei dati: quest’anno il rapporto deficit/Pil delle finanze pubbliche italiane dovrebbe risalire al 2,3 per cento contro l’1,9 del 2007 e, anche se il dato è inferiore al 2,4 per cento indicato dal Governo ed è al di sotto della soglia del 3 per cento indicata dal Patto di Stabilità, nel 2008 i dati dei conti pubblici italiani sono in peggioramento. Quest’anno, si legge nel documento, «l’avanzo primario dovrebbe ridursi di mezzo punto percentuale rispetto al Pil». Inoltre «al netto dei fattori ciclici ed escludendo le misure una tantum, sia per il deficit che per il bilancio primario è previsto un peggioramento di più di un quarto di punto percentuale rispetto al Pil» e «questo deterioramento è dovuto alla spesa addizionale e ai tagli di tasse».

Debito pubblico

Il debito pubblico è invece previsto in diminuzione dal 104 per cento del 2007 al 103,2 per cento nel 2008 e ad un livello ancora più basso, nell’ipotesi di politiche invariate, l’anno prossimo. Nel resto d’Europa in medio la situazione è migliore ma non di molto. la Commissione ha ritoccato al ribasso le stime di crescita per il 2008 all’1,7 per cento, contro l’1,8 indicato il 21 febbraio scorso, lasciando invariate le previsioni per l’Ue a 27, al 2 per cento. A suscitare allarme però è la corsa inarrestabile dei prezzi che fa schizzare le stime sull’inflazione per l’anno in corso al 3,2 per cento nella zona euro e al 3,6 per cento nell’Ue, contro una previsione di febbraio di rispettivamente 2,6 e 2,9 per cento. Per l’Italia la stima è 3 per cento nel 2008 e 2,2 per cento nel 2009.

abcfinanze

martedì, aprile 22, 2008

Matrimonio Umberto Margherita



22 APRILE 1868

A Torino 140 anni fa il Principe di Piemonte Umberto (Re d'Italia dal 1878 al 1900) sposò la cugina Margherita dalla quale ebbe un figlio, Vittorio Emanuele, Principe del Piemonte (1878-1900) e Re d'Italia (1900-1946).

In occasione delle fauste nozze del futuro Re Umberto I, il Padre della Patria Vittorio Emanuele II concedeva le prime nomine nell’Ordine della Corona d’Italia.

giovedì, aprile 10, 2008

Berlusconi e napolitano : caos della repubblica

A proposito della possibilità che la presidenza di una delle Camere possa venir data all’opposizione, Silvio Berlusconi, intervistato da La 7, ha detto che questa eventualità potrebbe verificarsi solo se fosse eletto un altro capo dello Stato nella nostra parte politica.
In caso di vittoria del Pdl, se il Presidente della Repubblica decidesse di dimettersi per fare un gesto nei confronti della nuova situazione italiana, allora si potrebbe anche pensare di dare una Camera all'opposizione, sottolineando che questo è una pura ipotesi di scuola.
Inoltre Berlusconi accusa la sinistra di essersi impadronita di tutte le istituzioni e propone la soluzione: Se fosse eletto un capo dello Stato della nostra parte politica, sarebbe nostro dovere dare la seconda carica dello Stato, cioè la presidenza del Senato, al centrosinistra.

Apriti cielo!
Si è subito scatenata un'ondata di indignazione da parte dei paladini del regime repubblicano.
Non c’è nulla di peggio di dire il falso sapendo di mentire.

Se si lascia da parte la favola raccontata dal regime repubblicano – cioè il presidente della repubblica garante di tutti e superpartes – la dichiarazione di berlusconi e la dura polemica scatenata tra i partiti sono utili perché permettono di scoprire l’ipocrisia del sistema repubblicano.

Al contrario di quello che dicono i conservatori, l'ipotesi-Quirinale presentata da berlusconi non rappresenta l'ennesimo tentativo di avvelenare la vita democratica del paese ma piuttosto permette di liberarci della ipocrisia delle repubblica ed avere la consapevolezza che tutti i presidente della repubblica sono dei politici e quindi di parte.
Come si fa a continuare a credere che il presidente della repubblica possa essere garante di tutti e superpartes quando è un politico, che ha fatto carriera all'interno di un partito, di un governo, ....ed inoltre è imposto solo da alcuni partiti (alle volte addirittura solo dalla maggioranza di un governo) ?

Quello che avvelena la democrazia è l’equivoco istituzionale della repubblica.

Infatti l’imparzialità del presidente della repubblica è l’ideale degli idioti e la maschera dei faziosi, e dobbiamo avere il coraggio d’affrontare questo problema.

E poi perché i cosiddetti “conservatori dello status quo repubblicano” difendono napolitano ma nessuno ricorda che anni fa napolitano, assieme ai suoi compagni del PCI, chiese di buttare fuori Leone e Cossiga?

Ma come si può essere così ingenui da credere che un uomo, da sempre fedele militante di una parte estrema, sia divenuto, per investitura e vecchiaia, un saggio equanime?

E non solo.
Secondo la Costituzione (art. 87) il presidente della repubblica deve essere muto, potendosi rivolgere solo alle Camere, ma nella realtà non stanno zitti un minuto e parlano ovunque e di tutto.

I giornali al fianco del regime e del PD ne approfittano per attaccare berlusconi.
Il direttore del quotidiano la repubblica scrive che Finora non eravamo ancora giunti fin qui, nel punto più basso della Repubblica, dove si confondono ambizioni e istituzioni...larepubblica

Il Corriere della Sera si stupisce e scrive :
E sembra non rendersi conto che un’istituzione di garanzia come la presidenza della Repubblica non può essere valutata comunque con gli stessi criteri delle altre cariche dello Stato: non a caso dura sette e non cinque anni.
corrieredellasera

Berlusconi è uomo scaltro, già altre volte ha tirato in ballo napolitano, e quindi gli attacchi al capo dello Stato sono l’inizio di un conflitto deciso a tavolino.
Innanzitutto non vi è dubbio che ciò fa presagire un confronto molto duro tra le due principali cariche del Paese e tento di fare alcune osservazioni in merito.

Berlusconi sta lavorando su più fronti.
La prima è che Berlusconi non crede nella carica di garanzia rivestita dal presidente della repubblica, ed inoltre lo ripete da sempre che napolitano è stato eletto con i soli voti del centrosinistra prodiano.
La figura del presidente della repubblica è alla stessa stregua di una qualsiasi nomina scaturente dalla lottizzazione del potere e quindi ecco che la seconda carica dello Stato potrebbe essere affidata al centrosinistra solo se Napolitano si dimetta.

Inoltre il fatto che il quirinale appartenga alla sinistra è la valida scusa per non dover cedere nulla all’avversario : l’opposizione può al massimo avere o il Quirinale o il Senato.

La seconda osservazione lascia prevedere che, con questi presupposti, Berlusconi vuole far intendere che questa volta non si lascerà condizionare dalle ingerenze del Capo dello Stato.
Egli sa benissimo che dal presidente, per il passato sfacciatamente schierato dalla parte di veltroni, non avrà di certo un appoggio, cosa d’altronde giàesperimentato con scalfaro e ciampi

La terza osservazione è che berlusconi si aspica che la vittoria alle urne del PDL possa portare addirittura all'uscita di scena del capo dello Stato napolitano, costretto a dimettersi per conformarsi in fretta e furia alla nuova situazione politica.

La quarta osservazione è che questa volta berlusconi non nasconde la sua bramosia di potere, e comincia ad avvicinarsi al quirinale.
Parliamoci chiaro, in una repubblica il capo di stato è scelto dal parlamento e quindi se dovesse vincere la destra il sogno di berlusconi è legittimo, quasi banale.

Già mi immagino cosa dirà la sinistra se il prossimo capo di stato sarà davvero berlusconi, scommetto che questa volta anche per la sinistra il capo di stato non sarà più superpartes e faranno di tutto pur di cacciarlo via.

A questo punto la guerra è dichiarata : da una parte coloro che difendono la repubblica parlamentare e dall’altra chi vuole il presidenzialismo.
Lo scontro sarà totale e durissimo e pochi sopravviveranno.

Se vogliamo evitare di farci del male da soli e distruggere ancora di più l’Italia, non ci rimane che ricordare che esiste una terza ipotesi, un sistema istituzionale dove il capo di stato non appartiene alla politica, ma alla Storia alla Tradizione alla Famiglia.
Parlo della Monarchia Costituzionale dove il capo dello stato è garante di tutti perché non imposto dai partiti e dove lo Stato educa e protegge la Corona.

Se si vuole diminuire il Potere della casta dei politici, se si vuole difendere l’Identità di un Popolo e di una Nazione, minacciate dal globalismo e dalle Lobby Finanziarie, non rimane altro che preferire la Monarchia alla repubblica.

W il Re!

martedì, aprile 08, 2008

Incendio al Castello di Moncalieri


Dopo il rogo della Santa Sindone, che si trova nel Duomo di Torino, un altro incendio in una delle torri del Castello di Moncalieri, una delle Residenze Sabaude tutelate anche dall’Unesco.

Tra le stanze più compromesse c'è quella dove fu firmato il Proclama di Moncalieri, nel novembre del 1849: il re Vittorio Emanuele II scioglieva la Camera ed invitava il nuovo Parlamento a ratificare la pace con l'Austria.
Per fortuna il documento storico è salvo, custodito all'Archivio di Stato di Torino.

Le origini del Castello di Moncalieri risalgono al XIII secolo; ampliato nella seconda metà del Quattrocento da Jolanda de Valois e, successivamente, sul finire del Cinquecento da Carlo Emanuele I, il Castello deve l'impianto attuale alle trasformazioni attuate nel corso del XVII secolo da Padre Costaguta ed Amedeo di Castellamonte per volere di Vittorio Amedeo I e Cristina di Francia.

Solo gli ingenui e gli sprovveduti pensano che questi incendi sono stati voluti dal caso o dalla sfortuna.
Guarda caso questi due incendi si sono sviluppati durante una manutenzione, naturalmente voluta e stabilita dalle istituzioni repubblicane.
In teoria tutto in regole, con tanto di permessi e leggi da rispettare.
A questo punto alcune domande.
Come è stato vinta l'appalto?
Chi doveva far rispettate le norme di sicurezza?
Quanto doveva costare?

Come al solito non verranno accertate le cause e le responsabilità, nessuno pagherà nulla, come è anche certo che il Popolo italiano diventerà più povero essendo andati in fumo un pezzo del proprio passato, della storia sabauda e così della nostra Patria.

La Monarchia seppe costruire e lasciò monumenti e palazzi dei quali siamo ancora oggi orgogliosi.
Al contrario la repubblica non ha costruito nulla, se non stadi, lasciati mezzi vuoti.

Lascia sgomenti ed interdetti l'assoluta incapacità, da parte della repubblica, di tutelare e difendere l'enorme patrimonio del passato della nostra Patria.

Si dice chi rompe paga, ma questo non vale per una oligarchia, come appunto lo è la repubblica.
C'è qualcuno che ha mai pagato gli errori compiuti?

sabato, aprile 05, 2008

Brogli, elezioni, repubblica

I brogli sono una costante realtà inquietante della repubblica italiana .

La riammissione della DC di Pizza alle elezioni e le seguenti dichiarazioni scoprono una inquietante realtà sempre tacciata dal regime repubblicano.

Dopo la rinuncia di Pizza a chiedere il rinvio delle elezioni sembrava che tutto fosse risolto ma non è per nulla così.
Il segretario della Dc è di nuovo sul piede di guerra e in una conferenza stampa parla di un piano per far saltare il voto, accusando il ministro dell'Interno di non svolgere correttamente i suoi compiti.

Anche Berlusconi ricorre ai toni forti lanciando l'allarme-brogli.

A queso punto è impossibile non ricordare il referendum istituzionale monarchia-repubblica del 1946, i cui risultati sono stati considerati falsati. (non solo dai monarchici)
Il grave è che i brogli non appartengono solo al passato lontano (1946), ma sono avvenuti nelle elezioni politiche recenti, e continuano ad esistere per le prossime elezioni del 13-14 aprile 2008.

A questo punto, secondo me, la repubblica è o complice dei brogli o è incapace di eliminarli.

Dc attacca Amato, Pdl lancia allarme brogli

C'è un accordo sotterraneo per far saltare il voto'

Il Viminale alla Dc: fino alla Cassazione no al simbolo nelle schede

Elezioni, Dc: "Amato
è inadempiente"


C'è un piano per far saltare le elezioni

Caso Pizza, Viminale chiede a Dc di aspettare fino all’8 aprile

C'è un piano per far saltare il voto

venerdì, aprile 04, 2008

la repubblica divide l'Italia

Queste ultime dichiarazioni di berlusconi dimostrano un fatto incontestabile, cioe’ che la repubblica e’ un sistema che divide gli italiani.

Se berlusconi si lamenta delle interferenze politiche che ha dovuto subire anche da parte dei presidenti della repubblica, si deve anche avere il coraggio di dire che i conflitti tra le massime cariche dello stato sono alimentate dalla repubblica, in quanto anche il presidente della repubblica e' un politico e quindi di parte.

Inoltre si deve capire che qualsiasi dichiarazioni o azioni dei presidenti della repubblica, anche quelle banali o "giuste", sono sempre criticabili perche' sono espressioni di una persona che appunto e' di parte.

Non puo' esistere un presidente della repubblica di tutti gli italiani.
Come si sa, il pesce comincia a puzzare sempre dalla testa.


BERLUSCONI, AVRO' CONTRO LE ISTITUZIONI

Ci sono da fare tante, troppe cose per un governo che avra' contro molto, se non tutto, il sistema istituzionale italiano: credo che la prima cosa da cambiare sara' la nostra architettura istituzionale".
Il leader del Pdl, Silvio Berlusconi intervenendo alla Confapi critica il fatto che "oggi il premier ha il potere solo di stendere l'ordine del giorno del Consiglio dei ministri ma non puo' dimissionare un ministro".
Il Cavaliere torna anche a denunciare che l'attuale legge elettorale, realizzata dal centrodestra, fu cambiata "per un'interpretazione dubbia del Quirinale" polemizzando cosi' con l'intervento dell'allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. I
n particolare riguardo l'attribuzione su base regionale del premio di maggioranza al Senato, Berlusconi dice: "per una interpretazione dubbia del Quirinale fummo costretti a cambiare quel sistema".

Anche oggi il numero uno del Pdl torna a parlare del timore di brogli sottolineando la necessita' "di uno spoglio scheda per scheda" e osservando come esista "una circolare del ministero dell'Interno che dice che chi non fa lo spoglio scheda per scheda e' passibile del carcere da 3 a 6 mesi".
Per il Cavaliere senza brogli "credo potremo avere la vittoria con due premi di maggioranza sia alla Camera che al Senato e ci serve questa vasta maggioranza perche' la situazione economica e' difficile".
Berlusconi non risparmia una stoccata al leader del Pd e ricorda che "Walter Veltroni ha lasciato nove miliardi di debito come amministrazione comunale e per quanto riguarda le consulenze le ha fatte passare da 30 a 130 milioni, con un aumento del 243%. A Roma lascia un disastro!".
Altra stoccata a Pier Ferdinando Casini che ha scelto di correre da solo e non con la Cdl. "Non e' stata una scelta politica, ma ha prevalso -sostiene Berlusconi- l'ambizione personale. Forse l'Udc e' l'unica forza che puo' superare la soglia del 4% alla Camera, ma sicuramente al Senato non e' in grado di superare lo sbarramento dell'8%".
(AGI) - Roma, 4 apr. –

agi

giovedì, aprile 03, 2008

pressioni di napolitano sulle elezioni?

E' stata fissata all'8 aprile prossimo l'udienza nella quale la seconda sezione bis del Tar del Lazio deciderà nel merito sul ricorso presentato dalla Dc di Giuseppe Pizza contro l'esclusione del Viminale del simbolo del suo partito per le elezioni del 13 e 14 aprile.
Intanto il Viminale ha annunciato di aver dato mandato all'Avvocatura dello Stato per proporre ricorso contro l'ordinanza che riammette la lsta alla consultazione del 13 aprile.

La decisione del Consiglio di Stato di rimettere in corsa per le elezioni politiche il simbolo con lo scudo crociato mette a soqquadro il mondo della politica e nel frattempo Berlusconi e veltroni sono contrari al rinvio.

La verità è che nel caso Pizza sono in molti ad avere qualche responsabilità.
Berlusconi a dargli corda, nell'illusione di infastidire l'altro Scudo Crociato di Casini, Veltroni (o prodi?) nel nascondere finora questo rinvio per poi utilizzarlo per mettere in difficolta’ berlusconi, il Viminale a escluderlo dalle liste, nonostante una sentenza del tribunale che lo confermava titolare del simbolo, la magistratura amministrativa che ha preso forse una decisione irresponsabile. ...
Il ministro degli Esteri d'alema considera la vicenda "molto delicata” e persino l'ex capo dello Stato cossiga sollecita la presidenza della repubblica, dicendo : La decisione di rinviare le elezioni e' molto discrezionale e sostanzialmente dipende dal Quirinale.

Dalla dichiarazione di cossiga si evince che la patata bollente e’ completamente nelle mani di napolitano, perche’ sara’ lui a decidere quando si andra’ a votare
Cosa confermata anche dalla ultime dichiarazione di Pizza che, consapevole di aver provocato un vero terremoto nel mondo politico, si fa conciliante ed afferma : Io sono un uomo mite e dialogante e dunque non escludo che se arrivasse una sollecitazione del Capo dello Stato e se il ministero dell'Interno

Io prevedo che, sotto fortissime pressione dal quirinale, Pizza fara’ passi indietro, ma la nuova posizione sara’ spiegabile solo ipotizzando un ordine del presidente della repubblica.

Insomma la decisione politica di rinviare o no le elezioni sara’ presa da napolitano, cioe’ da un politico di chiara matrice politica, ma non si deve nascondere che qualsiasi decisione sara’ inevitabilmente occasione di divisioni e di interpretazione politica di parte.

La situazione è di estrema incertezza, ormai in questa repubblica nessuno sa cosa fare, ed anche la posizione assunta dall'Esecutivo è schizofrenica, che manifesta una chiara volontà di escludere la lista della Dc dalla competizione elettorale, scavalcando la decisione del Consiglio di Stato.

Insomma non stiamo piu’ solo assistendo a un altro episodio della commedia della repubblica italiana ma temo che ormai e’ a rischio la democrazia.


rainews
ansa
voceditalia

mercoledì, aprile 02, 2008

DC, Pizza, elezioni


La Dc di Pizza è stata riammessa alle consultazioni elettorali dal Consiglio di Stato distruggendo cosi' il trofeo di guerra sbandierato con spavalderia da Casini, che allora ebbe la meglio nella guerra sullo Scudo crociato.

La clamorosa riammissione della DC alle prossime imminente elezioni sembrerebbe un pesce d’aprile ma invece e’ un fatto vero e la Dc di Giuseppe Pizza, che si fregia di rappresentare la storia della Balena Bianca, correrà alle elezioni.

La riammissione della DC ha l’effetto di un terremoto che smuove tutto il mondo politico, adesso c’e’ chi si lamenta, chi ha paura di perdere, chi gioisce che forse vincera’, chi non sa cosa fare, chi prega, chi da tempo lo prevedeva e si sta divertendo...

Non sono un esperto, ma forse il ricorso e’ giusto perche’ Pizza e la sua Dc erano le uniche ad avere il diritto a presentarsi con lo scudo crociato dal momento che aveva vinto la battaglia giudiziaria per i beni e il simbolo della vecchia Democrazia Cristiana, ma perche’ si arriva a questo punto solo adesso ?
Non si poteva giungere a questa conclusione prima?

E poi, chi si sobbarcherà i costi di questa bella frittata all’Italiana?
Ovviamente saranno gli italiani a pagarli, che devono pagare sempre gli errori compiuti dalla repubblica che inesorabilmente “uccide” il nostro paese.

Si puo' considerare questa notizia come una burla, una barzelletta, un pesce d’aprile in ritardo, una pazzia, una bacchetta magica di qualche politico di razza ma, secondo me, rimane il fatto che la DC di pizza rappresenta un altro sfregio all’immagine, gia’ negativa, della repubblica.

Altro che telenovelas, questo e’ puro ed insuperabile spettacolo repubblicano!!

l Consiglio di Stato riammette la lista apparentata con il Pdl al Senato
Torna la Dc di Pizza: «Ora rinvio del voto»
Ricorso accolto: potrà correre alle elezioni. Il segretario: ci spettano altri 15 giorni per la campagna


MILANO - L'ex sindaco di Padova Settimo Gottardo ancora non ci crede: «Sono un vecchio dc, scettico: ho paura che sia vero come i pinguini che volano della Bbc». E invece niente pesce d'aprile, la notizia ha l'ufficialità di uno stemma della Repubblica e il crisma di una sentenza del Consiglio di Stato: la Dc di Giuseppe Pizza è stata riammessa alle elezioni del 13-14 aprile, dalle quali era stata esclusa qualche settimana fa. Notizia solo apparentemente di nicchia: perché la vittoria giudiziaria rischia di deflagrare in una competizione elettorale già avviata, destabilizzando il centrodestra. Con il rischio estremo, ancora allo stadio di ipotesi, di uno slittamento del voto che potrebbe dare tempo prezioso al partito democratico di Walter Veltroni. All'origine della disputa giudiziaria, l'utilizzo dello scudo crociato. Troppo simile a quello dell'Udc di Pier Ferdinando Casini, secondo una precedente ordinanza del Tar della Campania. Il rischio di creare confusione nell'elettorato aveva portato all'esclusione dalle liste. Ora, la riammissione del «glorioso simbolo dello Scudo Crociato - Libertas, dopo la proditoria esclusione», come dice Pizza. Ma che succederà ora? «Adesso — spiega — spetta al governo e al ministro Amato rimetterci nelle condizioni di svolgere correttamente la campagna elettorale, al pari di tutti gli altri partiti».

Già, perché i giochi sono fatti da tempo, sorteggio sulle liste e operazioni burocratiche comprese. E la Dc ha meno di 15 giorni per portare a termine la sua campagna elettorale contro i 30 previsti per legge: «Infatti chiediamo un spostamento del voto di almeno quindici giorni, per il rispetto della legge sulla par condicio». Casini non sarà entusiasta della sentenza: «Io ho sempre cercato di aver un buon rapporto con lui — spiega Pizza, che festeggia con i suoi al ristorante —. Ma ha preferito creare un partito padronale. Comunque Casini usa illegittimamente il simbolo. Noi rappresentiamo la continuità storica con la Dc, che non è mai stata mandata a casa dagli elettori: l'ultima volta che si presentò, nel lontano '92, ottenne il 29,2 per cento dei consensi». Tra sofismi, cavilli, cause e faldoni, Pizza non molla. E chiede il rinvio del voto, a costo di far arrabbiare qualcuno nel centrodestra: «Non mi importa, decide la direzione della Dc non gli altri. Con il Pdl abbiamo solo un accordo tecnico al Senato. Restiamo di centro e proporzionalisti. Siamo ferocemente contrari a questo sistema elettorale e all'abolizione delle preferenze: un golpe».

La sentenza del Consiglio di Stato ha un effetto collaterale importantissimo, come spiega Gianluigi Pellegrino, avvocato della Sinistra Arcobaleno: «Riconosce che la giurisdizione sull'ammissione delle liste alle elezioni politiche è amministrativa». Non una cosa da poco, visto che sono pendenti una serie di ricorsi presentati contro l'ammissione del Movimento per l'Autonomia di Raffaele Lombardo. Pendono, perché tutti gli organi teoricamente preposti si sono chiamati fuori dalla titolarità del giudizio: «C'è un vuoto di tutela grave — spiega Pellegrino —. Finalmente, con questa sentenza, si stabilisce che c'è un giudice a Berlino. A questo punto, da giurista, dico che occorre il tempo necessario per attivare la tutela. E quindi credo che sia necessario un rinvio della data delle elezioni».
corriere



Amato: non escluso rinvio elezioni per riammissione Dc

Il ministro dell'Interno dopo l'accoglimento del ricorso da parte del Consiglio di Stato: ''La decisione in ogni caso compete a governo e presidente della Repubblica''. La Democrazia cristiana di Pizza: ''Si è trattato di un'arbitraria decisione amministrativa e di insensibilità politica da parte di Amato''. Berlusconi: ''Sarebbe un danno per il Paese che ha bisogno di un governo immediatamente operativo''.
adnkronos

porcellum, ciampi e la repubblica


Molti politici, osservatori, giornalisti criticano la legge elettorale, il cosiddetto porcellum, che effettivamente causa una situazione parlamentare frammentata, altera gli effettivi equilibri di voti ed indebolisce la stabilita’ del governo.

Il giudizio negativo sulla legge elettorale pero’ e’ strumentalmente usato solo per attaccare il governo berlusconi, dimenticando che la colpa non fu solo del ministro calderoni ma anche di ciampi.
Evidentemente per non imbarazzare ciampi e per non screditare la figura superpartes (una farsa) del presidente della repubblica, si nasconde il fatto che la situazione del Senato è stata determinata dal presidente ciampi il quale rimandò il cosiddetto «porcellum» alle Camere perché pretendeva, ed ebbe, la ripartizione del premio di maggioranza su base regionale anziché nazionale.

In questa situazione caotica ci sono poi gli imbrogli che sono la tipica caratteristica della repubblica, gia’ ampiamente utilizzati durante il referendum istituzionale del 1946 monarchia-repubblica.

Oltre all’Italia territoriale in cui vota chi paga le tasse c’e’ un’Italia estera dominata da imbrogli e comportamenti farseschi : schede pazze, alle volte ci sono troppe schede altre volte poche, c’e’ chi vota due o tre volte, chi vorrebbe votare una volta sola non può perché la scheda non è arrivata, i seggi restano aperti per vari giorni ...

Insomma per il porcellum dobbiamo ringraziare ciampi
Per gli imbrogli dobbiamo ringraziare la repubblica

Che razza di democrazia sarebbe questa repubblica?


La polemica
Quirinale: «Gravi le parole di Berlusconi»
Il leader del Pdl: «Difficile governare con Ciampi, che stava dall'altra parte». In serata la replica del Colle

ROMA - Silvio Berlusconi pronuncia la frase "incriminata" durante un forum organizzato dal Tempo: «Sappiamo che il Consiglio dei ministri non potrà approvare nulla che non debba passare sotto le forche caudine di un capo dello Stato che sta dall'altra parte». Il leader del Pdl ricorda il suo «rapporto con Ciampi» e cita anche un esempio: «Nell'attuale legge elettorale così maltrattata c'era solo una cosa da cambiare ed era il premio di maggioranza al Senato, che da regionale doveva diventare nazionale. Il grosso guaio fu dovuto a un'interpretazione della Costituzione da parte del Quirinale». Una critica esplicita al Colle, dunque. Poco dopo, però, è lo stesso Berlusconi a precisare il suo intervento: «Mi riferivo al rapporto dialettico con Ciampi. Non c'entra niente Napolitano, con cui ho un ottimo rapporto e a cui porto affetto e stima che so essere condivise».

LA REPLICA - Ma al Quirinale non basta. In serata, infatti, arriva la replica: «La Presidenza della Repubblica - chiunque ne fosse il titolare - ha sempre esercitato una funzione di garanzia nell'ambito delle competenze attribuitele dalla Costituzione senza mai sottoporre a interferenze improprie le decisioni di alcun governo, e considera grave che le si possano attribuire pregiudizi ostili nei confronti di qualsiasi parte politica».

LA TELEFONATA - Una dura presa di posizione. Tanto che poco dopo il portavoce di Berlusconi, Roberto Bonaiuti, riferisce di una telefonata chiarificatrice tra il leader del Pdl e il Capo dello Stato: «Berlusconi ha chiamato Napolitano per chiarire ancora meglio il senso del suo intervento».

ISTITUZIONI - Ma è, in serata, ospite al programma «Conferenza stampa» su Rai Due, che Berlusconi torna a parlare delle grandi istituzioni, pur senza citare il Colle. Alla domanda se pensi che siano contro di lui ha risposto: «Non è che confermo un'opinione, è la realtà». L'ex premier ribadisce che nel 2006 ci sono state irregolarità. «La sinistra è arrivata alla pari nel 2006, ma ci sono stati molti brogli e un uso improprio delle schede bianche tanto che secondo noi si sarebbe dovuto ricontare le schede, ma la sinistra non l'ha consentito e ha messo le mani su tutte le istituzioni. La Corte Costituzionale vede 11 giudici dalla parte della sinistra, contro 3 dei nostri; al Csm è la stessa cosa, i sindacati pure, la grande stampa è a sinistra e parte dei Pm, non solo sono a sinistra, ma usano i loro poteri per fare lotta politica. Quindi la situazione è obbiettivamente difficile».

VELTRONI - Sempre durante «Conferenza stampa», in quello che è stato una specie di duello televisivo in due tempi, anche Walter Veltroni interviene sull'argomento: «Quella di oggi è una brutta smentita» afferma, riferendosi alle tensioni tra Berlusconi e il Quirinale. «Attaccare il Capo dello Stato presente e passato e poi dover smentire e telefonare è una cosa che ci riporta esattamente indietro in questo quattordicennio».

corriere

venerdì, marzo 28, 2008

Mozzarelle repubblicane


Possiamo mangiare la mozzarella di bufala campana ?

Ormai e’ come sparare alla Croce Rossa, in Italia ogni giorno si scoprono cose che non funzionano, scandali, inefficienze, corruzioni, si spera sempre si sia toccato il fondo ma la realta’ e’ peggio.
Nella situazione caotica e paradossale - dove si passa da un allarme all’altro, dove i quotidiani non fanno altro che cavalcare l’onda degli ultimi casi per aumentare le vendite, dove le notizie dei telegiornali sono spot politici/pubblicitari oppure di cronaca nera, dove e’ sempre piu’ difficile trovare lo spazio dedicato all’approfondimento - non siamo in grado di capire la Realta’ e di dare un giudizio sereno alle cose che avvengono.
Anche per la contaminazione da diossina della mozzarella di bufala campana succede la stessa cosa ma comunque rimane sempre una certezza, e cioe’ l’assoluta incapacita’ e pericolosita’ dello stato repubblicano.

Infatti se l’allarme fosse vero, si concluderebbe che lo stato non svolgerebbe tutti quei controlli necessari e previsti dalle leggi per prevenire la salute degli italiani.
Se invece non fosse vero, lo stato non difenderebbe gli interessi delle aziende italiane, che invece operano in maniera corretta, e non tutelerebbe il lavoro, in quanto si perderebbe posti di lavoro. Secondo i produttori, in gennaio-febbraio c'è già stato un calo delle vendite del 30% e per la Coldiretti sono circa due milioni le tonnellate di falsa mozzarella Made in Italy prodotta nel mondo (in Australia e Usa) che rischiano di sostituire sugli scaffali di vendita il prodotto originale danneggiato dalle restrizioni commerciali e dalla psicosi che si sta diffondendo a livello internazionale.

La salute è una cosa seria e altrettanto seri devono essere i controlli cosa che nel nostro paese non succede, e percio' si deve stigmatizzare lo scarico di responsabilità dello stato, che appunto mette a grave rischio la nostra salute, e non il fatto che altri paesi prendano la palla al balzo per screditarci.
Insomma dobbiamo prendercela con la classe politica e con lo stato che distrugge il nostro Paese.

Come il solito in questa repubblica non c’e’ nulla di certo e di serio ma solo sospetti e dubbi.
Il Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, De Castro, ha tenuto una conferenza stampa per rassicurare che non esisterebbe un caso mozzarella di bufala: Non c’è nessun blocco, ma solo una preoccupazione di questi Paesi di fronte a questa enorme bolla mediatica: è solo un blocco temporaneo legato all’acquisizione di dati, non ci sono analisi che abbiano individuato qualcosa.
Leggi newsfood

Per il ministero della Salute, i primi risultati sull'eventuale presenza di sostanze tossiche nella mozzarella avevano evidenziato positività alla diossina, molto limitate, per il vicepremier D'Alema l’allarme e’ eccessivo e immotivato invitando a non alimentare una psicosi"che non ha alcuna giustificazione e spiegando che il blocco da parte di alcuni Paesi come Corea del Sud e Giappone è solo di tipo preventivo.

Per lo stato l’allarme diossina nella bufala e’ solo una bolla mediatica, ma perche’ dimentica che si e’ arrivato a questo allarme dopo il caso (ancor ora irrisolto) dei rifiuti campani ?
Non si puo’ credere a quello che dice lo stato per il semplice motivo che e’ il massimo corresponsabile !

Inoltre il giudizio negativo della Commissione europea dimostra l'assoluta mancanza di credibilita’ da parte della repubblica italiana.
Le misure messe in atto dall’Italia sul caso della mozzarella contaminata alla diossina secondo la Commissione europea sono insufficienti, che chiede al governo italiano di adottare ulteriori provvedimenti per garantire che la mozzarella contaminata non entri nel mercato Ue.
Leggi Mozzarelle, l'Ue bacchetta l'Italia:"Misure insufficienti, provvedete

E non solo, basta leggere alcuni autorevoli giornali stranieri, dove la mozzarella e' diventata simbolo negativo del "made in Italy".
sulla prima pagina del sito del Los Angeles Times campeggia una foto della mozzarella, mentre il Wall Street Journal parla di grande paura

I quotidiani stranieri confermano la mia tesi, cioe’ che la contaminazione della mozzarella evoca responsabilità politiche piuttosto che legami ai rifiuti tossici.
La migliore mozzarella vive dal latte delle bufale vicino a Napoli, regione disseminata di rifiuti tossici, illegali e controllati dalla mafia e dal regime repubblicano, che i governi italiani non sono riusciti a ripulire da decenni.

Il fatto che le informazioni fornite dallo stato repubblicano sono state considerate dall’Europa incomplete e insufficienti va ben oltre il già angoscioso tema, in quanto evidenzia una totale mancanza di trasparenza, una criminale sottovalutazione del problema da parte dell’esecutivo e anche una incredibile dabbenaggine politica.
Il marasma repubblicano, non è solo un fatto di monnezza e diossina, ma scopre sepolcri imbiancati dei politici ed e' anche un'accusa a quel giornalismo italiano che non ama certo la trasparenza e che ubbidisce sempre al regime.
Dopo il monnezzagate il mozzarellagate.

Ritorno da dove ero partito : possiamo mangiare la mozzarella di bufala ?
Chi ci ridara' le mozzarelle di bufala?

lunedì, marzo 24, 2008

Olimpiade di Pechino, contestata la fiaccola



Ad Olimpia, tra antichi riti ellenici e proteste, è iniziato il lungo viaggio della fiamma olimpica verso Pechino.

Per timore di un gesto mediatico dei tibetani la polizia greca aveva blindato il sito archeologico ma alcuni attivisti di Reporters sans Frontières, l’associazione che si batte per i diritti della libera stampa, sono riusciti a contestare la cerimonia di accensione della fiaccola olimpica proprio durante parlava Liu Qi, presidente del comitato organizzatore di Pechino 2008.
Un attivista ha sventolato una bandiera con i cinque cerchi olimpici a forma di manette e la scritta boicottate i Paesi che disprezzano i diritti umani, l’altro ha cercato di impadronirsi del microfono.
Sono stati subito bloccati dal servizio di sicurezza. Una dozzina di manifestanti ha poi inscenato una protesta nelle strade di Olimpia.

Per nascondere la contestazione la televisione cinese per alcuni secondi ha sospeso la trasmissione in diretta della cerimonia.

Nel frattempo il governo tibetano in esilio a Dharamsala (India) ha portato a 130 il numero dei morti accertati durante le manifestazioni in Tibet. Il governo cinese ne ha ammessi finora 19.

venerdì, marzo 21, 2008

Veltroni, Berlusconi e l'Italia


Se un importante esponente della casta ed appartenente alla parte politica piu' conservatrice del regime dice che c’e’ bisogno di costruire una nuova Italia che cresca come negli anni del dopoguerra allora la repubblica e’ proprio fallita.

Evidentemente la situazione politica e sociale di quel tempo era diversa da quella di adesso, l’Italia era devastata dalla guerra piu’ grande della Storia e dalle due ideologie (nazismo e comunismo) che modificarono in peggio il mondo, ma un confronto puo' essere utile per capire meglio la situazione.

Anche lo slogan piu’ usato da Berlusconi - Rialzati Italia – conferma l'allarme lanciato da Veltroni.
Visto che, per fortuna, non abbiamo subito un’altra guerra, i motivi che ci spingono disperatamente a ricostruire l’Italia sono di carattere prettamente politico e non militare.
In maniera analoga a quello che avvenne nell'URSS anche la repubblica italiana crolla per implosione , cioe' il regime crolla senza bisogna di spinte esterne.

Evidentemente quando un regime crolla da solo significa che il cedimento e’ intrinseco al sistema e che quindi e’ impossibile riformarlo, e' analogo a quando, per questioni di sicurezza e buon senso, si decide di abbattere un edificio nel quale le colonne portanti ormai non reggono piu’.

Per un sistema politico non c’e’ niente di peggio di una implosione perche’, senza bisogno di un contro-potere o di una propaganda opposta, tutti lo considerano molto negativo e quindi il sistema e' definitivamente rifiutato.
Il segno del completo sbaraglio in cui versa la repubblica, distrutta da una grave implosione politica, sono anche gli slogan usati dai partiti, molti dei quali sono comici e disperati, con i quali si presenta la presunta nuova classe politica:
"Yes, we can", "Si puo’ fare", “Rialzati Italia”, “Nuova Italia” ....
In poche parole la classe politica che finora ci ho rovinato adesso, con un bel maquillage - con frasi ad effetto, con liste elettorali nate all’ultimo momento, con partiti fantasmi e senza base popolare - si presenta come il nuovo salvatore della patria.

Adesso il rischio peggiore che corriamo e’ che questa implosione politica paralizzi il Paese, che impedisca un vero cambiamento, che le riforme diventino solo l'alibi del regime per sopravvivere.
Io ho l’impressione che il mostro Veltrusconi - o partito unico PDL-PD – rappresenti l’ultimo atto nel quale il regime cerchera' di riciclarsi e sopravvivere.

Gli italiani capiranno di non farsi fregare di nuovo e di darsi da fare?


ELEZIONI: VELTRONI, FARE ITALIA INNOVATIVA COME NEL DOPOGUERRA

Savona, 20 mar. - (Adnkronos) - Costruire un'Italia nuova che cresca come negli anni del dopoguerra e' il messaggio centrale del discorso tenuto questa sera a Savona dal leader del Partito democratico Walter Veltroni.

adnkronos

giovedì, marzo 20, 2008

Benzina, tasse, accise e la repubblica


In una fase di corsa dei prezzi, con i carburanti alle stelle e in particolare il gasolio a livelli record, arriva per gli automobilisti il provvedimento dello stato che farà scattare la riduzione delle accise sui carburanti.
Ben 2 centesimi di euro !!

Visti i continui rincari precedenti e l’enorme peso della tassazione sul prezzo della benzina, questa operazione risulta del tutto insufficiente anzi sembra una presa in giro.

Il regime repubblicano enfatizza questa diminuzione come se facesse parte di una grande operazione finanziaria, uno sconto fiscale che possa davvero aiutare gli italiani.
Allora questo provvedimento e’ solo un "taglio" temporaneo delle accise, una riduzione non strutturale, ma transitoria, che resterà in vigore fino al 30 aprile. In sostanza, quando il prezzo medio del greggio nel periodo preso a riferimento supera di 2 centesimi quello fissato nel Dpef, pari a 71 dollari al barile, il surplus dell'Iva viene bilanciato attraverso una riduzione transitoria dell'accisa e, per questa via, torna nelle tasche dei cittadini..

Oltre al danno la beffa, ricordiamo infatti cosa paghiamo per ogni litro di benzina o gasolio:
# 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
# 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
# 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
# 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966;
# 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
# 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
# 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
# 205 lire per la missione in Libano del 1983;
# 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
# 0,020 euro per rinnovo contratto autoferrotranviari 2004

Secondo me uno Stato dovrebbe automaticamente cancellare una tassa quando non esiste piu’ il motivo che la ha causata ma in Italia invece non è così. Anzi, su queste accise che in sostanza sono tasse, viene applicata anche l’Iva, cioè una tassa sulla tassa. Semplicemente indecente.

La propaganda della repubblica definisce questo provvedimento come un regalo pasquale, un meccanismo compensativo ed il governo – attraverso il ministro dello Sviluppo economico Bersani - conferma il proprio impegno a non far cointeressare lo Stato agli aumenti del carburante....

Allora diciamo che il costo della benzina e’ composto per il 30% da chi estrae, trasporta, raffina e vende e per il 70% dallo stato repubblicano che inoltre ci fa pagare il 20% di iva sul totale del costo carburante sommato alle accise!

Il regime repubblicano, abituato a comandare e sfruttare il popolo, non si rende neanche piu’ conto quanto sia impopolare e percio’ si sbaglia di grosso se si aspetta il ringraziamento da parte degli italiani !!

2 centesimi al litro sono come una goccia nel mare, miseria, presa in giro, beffa, barzelletta ...


ROMA (Reuters) - Da questa sera a mezzanotte e fino al 30 aprile 2008, gli automobilisti usufruiranno di uno "sconto" di 2 centesimi per ogni litro di benzina e di gasolio e per ogni chilo di Gpl.

E' quanto ricorda oggi il Ministero per lo Sviluppo economico in una nota, aggiungendo che nel mese di maggio, quando saranno aggiornati i dati sull'eventuale maggior gettito Iva derivante dal caro-greggio, potrebbe essere varato un nuovo decreto interministeriale per un'ulteriore riduzione delle accise sui carburanti.

Intanto da domani, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, entra in vigore il decreto interministeriale che "ri-determina le aliquote di accisa sui prodotti energetici in funzione delle variazioni del prezzo internazionale".

"In particolare, il decreto prevede un meccanismo compensativo che può essere utilizzato quando il prezzo medio del petrolio supera di 2 punti percentuali quello indicato nel documento di programmazione economica e finanziaria, espresso in euro. Il decreto, inoltre, azzera l'accisa sul gas naturale per autotrazione", si legge nella nota.

Il provvedimento -- utilizzando le maggiori entrate dell'Iva derivanti dall'incremento del prezzo del petrolio -- restituisce ai cittadini le risorse finanziarie maturate dall'1 gennaio al 29 febbraio 2008, che sono state valutate in circa 162 milioni di euro, aggiunge la nota.

"Prosegue la valutazione sul possibile ulteriore extragettito Iva e nel mese di maggio verrà presa l'eventuale decisione sulle modalità di restituzione", spiega ancora la nota.

"Un'attenta azione di monitoraggio su eventuali scostamenti dalla media del prezzo europeo proseguirà per evitare che alle tensioni del prezzo possano aggiungersi comportamenti speculativi", dice nella nota il ministro Pierluigi Bersani.
borsaitaliana

martedì, marzo 18, 2008

Tibet, Cina, Olimpiadi



I mass media danno ampio spazio alle drammatiche notizie che giungono dal Tetto del Mondo, molti politici dichiarano di sentirsi vicini ai tibetani ma solo a parole in quanto i governi - ed a maggior ragione l’ONU dove la Cina può imporre il suo veto - fanno ben poco di concreto per il tibet.

E' davvero molto triste, ma i tibetani devono combattere da soli contro la Cina e tutti i potenti del mondo.
L’ipocrisia degli uomini non ha fine.

La violenza è la caratteristica principale delle dittature e delle ideologie e quello che stiamo vivendo in queste ore è Deja-vu.

Nel 1959 la Repubblica Popolare Cinese con la forza dell’esercito e con campagne di vandalismo distrusse la quasi totalità dei monasteri (oltre 6.000), innumerevoli arrestati, spesso torturati, e circa 1.200.000 tibetani uccisi.
Il governo tibetano fu costretto all’esilio.

Oggi i tibetani hanno ancora la forza di reagire, a Lhasa, capitale del Tibet, le autorità indigene parlano di centinaia di morti, e la rivolta si è estesa anche al di fuori della Regione Autonoma del Tibet.
Pechino tace adottando la linea dura con tutti i mezzi a disposizione.

Il leader politico e spirituale dei buddisti tibetani denuncia un genocidio culturale ma con grande senso di responsabilità e civiltà, dichiara contemporaneamente di essere contrario al boicottaggio delle Olimpiadi di Pechino.
Inoltre è da anni che il Dalai Lama non chiede più l’indipendenza del Tibet ma esclusivamente un'autonomia in modo che il suo paese non scompaia sotto il comunismo cinese.

In Cina i cambiamenti e le aperture non hanno cambiato la sostanza perché la repubblica cinese continua ad essere una dittatura.
Al tempo di Mao il comunismo combatteva il capitalismo adesso la Cina è un enorme laboratorio dove il peggio del comunismo ed il peggio del capitalismo si fondono, in una cultura di sopraffazione e violenza, è diventato l’avanguardia del peggior sviluppo industriale e finanziario, specializzandosi in distruzione ambientale e violazione dei più elementari diritti umani.
Invece di difendere i Diritti Umani l'USA e l'Europa hanno deciso di entrare nell'enorme mercato cinese per moltiplicare i profitti.

Intanto si avvicinano i Giochi Olimpici.

E' vero che non si dovrebbe boicottare lo Sport, ma visto che si fa ben poco per difendere i Diritti Umani forse l'unico modo per fare pressione sulla Cina e sul Globalismo sarebbe quello di boicottare le Olimpiadi.

lunedì, marzo 17, 2008

Umberto II




Il 18 marzo del 1983 si spegneva in una clinica di Ginevra, dopo una lunga malattia, Sua Maestà Umberto II di Savoia, Re d'Italia.
Aveva 78 anni di cui 37 passati in esilio.

Ricordiamo che a dare la notizia ufficiale della morte del Re fu il Ministro della Real Casa Falcone Lucifero, il quale precisò che l'ultima parola pronunciata dal Sovrano fu: "Italia".

PS.
Alla repubblica italiana rimarrà per sempre la vergogna di aver lasciato morire Sua Maestà Umberto in esilio.

domenica, marzo 16, 2008

Anniversario dell'Unita' d'Italia


Anniversario dell'Unità d'Italia

Il 17 marzo è l'anniversario dell'Unità d'Italia.

La Festa dell'Italia!!

Il 17 marzo 1861, il primo atto del nuovo Parlamento Italiano fu la proclamazione del Regno d'Italia, con capitale a Torino.

In seguito alla votazione unanime del Parlamento, Re Vittorio Emanuele II assunse per sè ed i suoi discendenti il titolo di "Re d'Italia, per grazia di Dio e volontà della nazione".

giovedì, marzo 13, 2008

14 MARZO: NASCONO DUE RE D’ITALIA

Re Vittorio Emanuele II
Re Umberto I




Il 14 marzo 1820 nasceva a Torino Vittorio Emanuele di Savoia-Carignano, figlio primogenito di Carlo Alberto di Savoia-Carignano e di Maria Teresa d'Asburgo Lorena.

Fu principe di Piemonte, duca di Savoia e re di Sardegna dal 1849 al 1861 e re d'Italia dal 1861 al 1878.
Il compimento dell'unificazione italiana gli procurò l'appellativo di Padre della Patria.


Il 14 marzo 1844 nasceva a Torino suo figlio, Umberto di Savoia, futuro secondo Re d’Italia col nome di Umberto I.

Fu re d'Italia dal 1878 al 1900.
All'epoca venne soprannominato il Re Buono per l'impegno dimostrato nel fronteggiare sciagure nazionali, come la grave epidemia di colera a Napoli del 1884.

Repubblica senza soldi


Sarà perché stimato (troppo) dalla classe politica, per quel senso di superiorità con la quale si presenta nelle interviste e dichiarazioni, il famoso Sartori non mi è mai piaciuto ma questa volta pubblico nel mio blog un suo articolo, comparso sul Corriere.

Condivido l’analisi del professore, finalmente non si limita a criticare la legge elettorale ( alla quale lui dà troppa importanza ) o qualche politico (come ad esempio berlusconi, diventando cosi paladino della sinistra ) ma sottolinea un dato di fatto incontrovertibile e cioé che ci sono troppe cose che non funzionano - dall’intreccio fra malavita e politica, alle ecologia, all’economia, alle infrastrutture eccetera - arrivando alla conclusione che non si può continuare in questo modo.

Erano cose che probabilmente Sartori lo sapeva già, ma finora lo nascondeva, ed indicava i motivi della crisi del sistema nella legge elettorale o nel berlusconismo, fattori, tutto sommato, secondari o che sono conseguenze ma non cause della gravi situazione nella quale stiamo vivendo.

Il titolo la democrazia al verde è tutto un programma, significa che la repubblica ha sperperato i sacrifici degli italiani, ha preso in giro gli italiani, fino addirittura a cercare di distribuire più di quel che si produce.
Solo un sistema corrotto ed incapace può fare tanto e deve essere abbandonato il più presto possibile.

Questo articolo si può considerare come un'appendice del noto libro di Rizzo/Stella La Casta dei Politici.
Il libro si limita ad elencare gli sprechi dei politici ed in genere dello stato repubblicano, con quest’articolo addirittura il famoso politologo della casta giunge ad affermare che la repubblica ormai non ha più soldi in tasca.

Gli italiani è da tempo che si trovano in questa situazione (il potere di acquisto dei nostri lavoratori è del 18% circa inferiore a quello dei Paesi dell’euro),speriamo che questa repubblichetta non pensi di vendere il patrimonio dello Stato per continuare ad ungere il suo diabolico meccanismo.

Sono d'accordo con sartori che i programmi elettorali oramai si riducono a essere strumenti acchiappa-voti - con la gravissima conseguenza che una nazione senza una vera Politica è allo sbando -, ma questo perverso metodo non è solo una tendenza o limitato solo alle elezioni ma è stato utilizzato sistematicamente dalla repubblica.
Sperperare denari pubblici e comprare voti sono delle caratteristiche principale della repubblica italiana, con i quali cerca di conquistare consenso.
Distribuendo favori e favorendo clientelismo non ha certo fatto molto contro la Mafia, ha raschiato il fondo del barile fino addirittura a non avere più soldi.
Insomma la repubblica assomiglia ad un cane cretino che mangia anche la sua coda.

L’unica soddisfazione è che non avendo più soldi da sperperare adesso la repubblica non potrà più sopravvivere.
Speriamo che finirà presto.

IL SOMMERSO DEI PROGRAMMI
Democrazia al verde
di Giovanni Sartori

Torno ai programmi elettorali. Scrivevo che oramai si riducono a essere strumenti acchiappa- voti. Servono per vincere. Il che non implica che servano per ben governare. Può darsi; ma può anche darsi che costringano a governare malissimo. In parte perché promettono quel che non dovrebbero, e in parte perché occultano i veri problemi, i problemi che sono davvero da affrontare. Questi problemi, scrivevo, costituiscono la parte sommersa delle campagne elettorali. Vediamo di farla emergere. Una prima partita sulla quale troppo si sorvola è quella del nostro debito pubblico. Sì, sappiamo che c'è; ma poi si svicola.

Eppure batte ogni record: oscilla intorno al 105% del Pil (prodotto interno lordo), e cioè della ricchezza prodotta dal Paese in un anno; il che comporta un carico di interessi di 70 miliardi di euro. Ora, anche un bambino (ma non i sindacati e nemmeno la sinistra-sinistra) arriva a capire che trovarsi ogni anno con 70 miliardi bloccati è un’intollerabile palla al piede. Questo debito era superato, in passato, dal Belgio, che però è riuscito a dimezzarlo. A noi non riesce. Perché? E' un segreto di Pulcinella, debitamente oscurato da tutti. Una seconda partita dolente, anzi dolentissima, è quella della mafia (nella quale ricomprendo camorra e 'ndrangheta). Vedi caso, nessun programma si impegna in una «guerra alla mafia». Eppure la mafia è la più grossa azienda del Paese, con un fatturato nell'ordine di 90 miliardi all'anno, tutti esentasse, tutti in nero. Ma né Tremonti né Visco né nessuno hanno mai davvero cercato soldi nel colossale patrimonio mafioso.

Perché? E' un altro segreto di Pulcinella. E' che il voto malavitoso condiziona e inquina la politica e le elezioni di metà del Paese. Nel 2001 Berlusconi vinse in Sicilia 61 collegi su 61. E’ comune opinione che quel trionfo fu dovuto anche ai voti controllati dalla mafia. E ora il Cavaliere ritenta il colpo rilanciando il ponte di Messina, che sarebbe inevitabilmente una colossale pacchia per l'onorata società. Come insegna l'autostrada Salerno- Reggio Calabria, fatturata metro per metro dalle cosche. Aggiungo che questo lassismo, e ancor più la collusione tra politica e mafia, sono particolarmente vergognosi perché impiombano l'economia del Sud e di riflesso tutta l'economia italiana. Il Sud non riesce a decollare, economicamente, anche perché strangolato dal «pizzo» e da un gigantesco parassita che oramai è arrivato al Lazio. Come scrive Giorgio Bocca, la malavita sta «sconfiggendo lo Stato in metà dello Stato». Eppure i partiti (paghi di qualche fortunato arresto) non fiatano e anzi candidano personaggi in altissimo odore di sospetto. Una terza grossa partita è quella delle infrastrutture. Sono tante. Qui ho in mente strade e ferrovie, che sono infrastrutture disattese da decenni.

Giuseppe Turani stima che la rete ferroviaria da rifare costerebbe 30-40 miliardi, e che «per diventare (in materia di viabilità) un Paese moderno in media con gli altri Paesi europei dovremmo spendere nell'arco di una ventina d'anni almeno un altro Pil al completo». Basta e avanza così? Purtroppo no. Perché tra le partite ad alto costo c'è anche la partita ecologica e dell'incombente disastro climatico. In materia i nostri Verdi fanno ridere o fanno danno. Per loro il problema principale è di bloccare strade, ferrovie e fabbricati «brutti», nonché il grosso degli impianti per l'energia elettrica e la rigassificazione del metano. Il brutto non piace nemmeno a me. Ma è irresponsabile raccontarci che il fabbisogno energetico (in vertiginosa crescita) sarà fronteggiato dal sole e dal vento. Nel contempo si limitano a piangere, soltanto l'estate, quando i nostri boschi bruciano; e il ministro Pecoraro Scanio si è distinto nel bloccare a Napoli i termovalorizzatori perché il suo collegio elettorale è, appunto, Napoli. Abbiamo sottoscritto gli accordi di Kyoto, dopodiché le nostre emissioni di gas serra (il vero problema) hanno superato del 13% il limite che abbiamo accettato.

La verità è che sia Berlusconi che Prodi del riscaldamento della Terra si sono strafregati, e nemmeno Veltroni si stravolge più di tanto. Quanti Pil verrà a costare, quando i nodi verranno al pettine (sarà presto), questa cecità? Nessuno lo sa né lo vuol sapere. Infine c'è il costo del federalismo promesso a Bossi da Berlusconi. Nei programmi è un costo non contemplato, come se spezzettare il Paese in parecchie Sicilie aggiuntive non comportasse un esiziale aggravio di sprechi clientelari e di ogni sorta di disfunzioni. Pertanto quando si osserva che i programmi del Pd e del Pdl si equivalgono, si dimentica che se Berlusconi vincerà dovrà pagare a Bossi il salatissimo prezzo del suo sostegno. Ripeto, nessuno lo nota ma su questa partita Berlusconi, e soltanto lui, ci costerà molto caro. Cerchiamo di fare il punto a oggi. Siamo una democrazia troppo indebitata? Sicuramente sì. Siamo anche una «democrazia in deficit», per dire che le uscite superano regolarmente le entrate? Per ora è ancora così; e dubito sulla redenzione prevista per il 2012.

La cosa certa è, invece, che siamo una «democrazia al verde», senza un soldo in tasca, e che ha raschiato il fondo del barile (ci resta soltanto la risorsa, poco saggia, di continuare a vendere il patrimonio dello Stato). Si risponde che siamo pur sempre una «democrazia in crescita» in termini di Pil. Ma questa crescita è modestissima. Eppoi il Pil a questo effetto non è un buon indicatore. Il dato significativo è che oggi, secondo i dati Ocse, il potere di acquisto dei nostri lavoratori è del 18% circa inferiore a quello dei Paesi dell’euro. E siccome ci mancano i soldi per rimediare, il mio sospetto è che noi siamo una «democrazia in decrescita» e cioè caduta nel vortice di uno sviluppo non sostenibile che distribuisce più di quel che produce.

ilcorrierellasera

martedì, marzo 11, 2008

Scuola della repubblica


Un’indagine condotta dal Ministero della Pubblica Istruzione rileva che nelle superiori solo 3 studenti su 10 non hanno avuto debiti.

Ciò significa che il 70% degli allievi , pari a circa 2 milioni di studenti, hanno riportato almeno una insufficienza e in media ogni ragazzo e’ andato sotto la sufficienza in quattro materie.

Inoltre la situazione è ancor più drammatica negli istituti professionali dove gli insufficienti sono ben 8 su 10.
Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza culturale, ci sono molti (troppi) ragazzi con gravi lacune con la conseguenza che i corsi rischiano di essere un duplicato della lezione impedendo un completo svolgimento dell'insegnamento.

In questa situazione drammatica non basta una riqualificazione della docenza per migliorare l’Istruzione ma occorre una rivoluzione culturale e sociale.
I dati dimostrano che ci troviamo di fronte ad un forte decadimento del livello educativo nella scuola Italiana.

Il motivo principale di questa debacle è dello stato repubblicano che ha demolito i valori morali e comportamentali sui quali fino ad alcuni decenni fa si basava la società italiana.

La repubblica ha distrutto tante cose valide con altre false, spesso anche senza proporre delle alternative.
L'educazione dei ragazzi era basata su alcuni assi portanti, la famiglia, la scuola e la chiesa.
La famiglia l'abbiamo sacrificata al dio denaro, adesso il padre e la madre lavorano con il risultato che non si ha più il tempo di seguire i figli.
Inoltre abbiamo indebolito la famiglia tradizionale con il divorzio e favorendo altri tipi di famiglia che non fanno certo crescere bene i bambini.
La scuola è nelle mani di insegnanti incapaci e comunque meno educatrice rispetto al passato, e siamo arrivati al punto che se un alunno indisciplinato riceve una nota l'insegnante rischia di essere denunciato dai genitori.
L'insegnamento della Chiesa l'abbiamo relegata ai margini, sostituita da uno stato corrotto ed inefficiente.

Adesso i ragazzi crescono con modelli sbagliati, senza dialogo e senza valori.
E’ conclamato che lo stato repubblicano è inefficiente ed incapace e quindi anche i tentativi di riformare la scuola hanno peggiorato la situazione, ed inoltre i governi che si sono succeduti hanno distrutto le riforme precedenti aumentando confusione.

Secondo me la scuola è peggiorata per la fortissima presenza della propaganda repubblicana che ha politicizzato quasi tutto.
L'insegnamento è filtrato e controllato dal regime repubblicano, la scuola è diventato il mezzo con il quale il regime ha plasmato la cultura e la società.
Senza meritocrazia, appiattimento totale, falsi principi e valori, questi sono i frutti della repubblicana.

Perché meravigliarsi del bullismo, del decadimento del livello educativo in Italia quando la scuola è controllata e gestita da uno stato così corrotto ed inefficiente?


Superiori, risultati del primo quadrimestre: 2 milioni di studenti (il 70% degli iscritti) hanno riportato 8 milioni di insufficienze
Fioroni: uno sforzo straordinario per aiutare a recuperare
l 70,3% dei ragazzi che frequentano le scuole superiori hanno riportato una o più insufficienze al termine del I quadrimestre 2008: in media ogni ragazzo ha riportato insufficienze in quattro materie. Questi sono alcuni dei dati rilevati da un’ apposita indagine campionaria, condotta in questi giorni dall’Ufficio studi del Ministero sul 40% delle scuole.

Il 70,3% degli studenti, in sede di scrutinio, ha riportato almeno una insufficienza tra le diverse discipline. Questo valore corrisponde a circa due milioni di studenti.

Studenti con insufficienze per 100 scrutinati

Liceo Classico 57,6
Liceo Scientifico 61,9
Licei socio-psico-pedagogici 57,6
Liceo Linguistico 67,4
Istituto tecnico 76,4
Istituto professionale 80,0
Istruzione artistica 73,8

TOTALE 70,3

Mediamente sette alunni su dieci registrano almeno un’insufficienza, valore di per sé alquanto negativo, che diventa drammatico negli istituti professionali dove gli “insufficienti” sono ben 8 su 10. E’ come se in una classe (ad es. di 24 alunni) solo 7 di questi riportassero risultati positivi (e solo 5 negli istituti professionali).

L’indagine ha rilevato che dovranno essere superate circa 8 milioni di insufficienze: in media ogni studente dovrà recuperare quattro debiti.

La disciplina dove sì è registrato il maggior numero di insufficienze è la matematica con il 62,4% dei casi, con valori negativi in tutti i tipi di scuola.

Il numero di insufficienze rimane costante a prescindere dagli anni di corso: solo in quinta si nota una lieve riduzione (65%), ma rimangono significative le carenze in materie come la matematica (60,9%), e l’italiano che nei tecnici ed i professionali è di circa il 40%.

“I dati del primo quadrimestre – ha commentato il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni - dimostrano quale lavoro straordinario la scuola debba mettere in atto perché entro giugno si recuperino il più possibile queste insufficienze. Sono numeri che, oltre a far chiarezza, illustrano anche lo sforzo che alunni e docenti saranno chiamati a fare nei prossimi mesi in quanto, a fine anno, di solito le insufficienze si dimezzano. E’ del tutto evidente comunque che ci troviamo di fronte ad un problema serio ed è questo il motivo per il quale è stata data priorità assoluta, anche in termini di risorse economiche, alle azioni per supportare l’impegno delle scuole”.

pubblica istruzione

martedì, marzo 04, 2008

martedì, febbraio 12, 2008

napolitano burocrate europeo

Un capo di stato dovrebbe essere molto prudente nel parlare, in particolare in tema di politica estera, anche perché non mi risulta che il presidente della repubblica abbia poteri di indirizzo in politica.

Lo scorso 11 febbraio nel corso della Lectio Magistralis svoltasi a Trento, il presidente della repubblica ha detto che È indispensabile che il nuovo Trattato europeo di Lisbona entri in vigore l’anno prossimo, prima delle elezioni per il Parlamento di Strasburgo ed ha sollecitato l’Italia a ratificare il Trattato europeo di Lisbona anche in questa fase elettorale e criticando, con impliciti riferimenti, Paesi come la Gran Bretagna.

Non sono un costituzionalista ma so che un presidente deve evitare di fare politica e quindi napolitano, spingendo i politici a non indugiare nel ratificare la Costituzione europea, e’ andato ben oltre le sue prerogative, ed inoltre non puo’ certo permettersi di criticare le scelte politiche di altri Stati.

Ricordo che il regime repubblicano ha deciso di giungere all'Unione Europea via parlamentare e senza consultare gli italiani, al contrario di quello che hanno fatto altri paesi, come la Francia ed Olanda.
Io penso che il metodo parlamentare è una scorciatoia che avvalora la tesi del deficit di legittimità del sistema istituzionale europeo e nonche’ la mancanza di una effettiva democrazia della repubblica italiana.

Nonostante la classe politica e la grande imprenditoria lodano gli effetti positivi dell'Unione Europea (e mi chiedo se sia proprio vero ..), gli italiani non sono per nulla soddisfatti dell’unione europea, l'euro ha indebolito il loro potere d'acquisto, e l’entusiasmo europeo e' ormai solo un ricordo.
Ritengo che solo un referendum popolare può garantire la democrazia in Europa e quindi il trattato europeo dovrebbe comunque sempre passare al vaglio del corpo elettorale.
Purtroppo in Italia non è stato così ed ora napolitano addirittura ritiene che si debba procedere alla ratifica del Trattato di Lisbona anche se le Camere sono sciolte.

Napolitano (come precedentemente ciampi) spinge i politici ad essere europeisti ad ogni costo, e percio’ svolge un ruolo politico di primo piano che è in contrasto con la costituzione.
Ci risiamo con la solita doppiezza della costituzione repubblicana.
La repubblica considera il capo di stato la persona apolitica e superpartes, mentre in realtà è un politico, per mestiere e passato, imposto dai partiti ( se non addirittura solo dalla maggioranza) al quirinale che continua ad influenzare la classe politica.

L’ultima dichiarazione di napolitano dimostra che il Parlamento è una variabile dipendente invece che l’espressione del popolo sovrano.
Infatti non conta il consenso dei cittadini e napolitano formalizza apertamente la dittatura dei burocrati di Bruxelles e cioe’ che l'Italia e gli Italiani soprattutto, non hanno voce in capitolo nelle decisioni che riguardano il loro futuro.
Napolitano e’ sempre un comunista non solo perche’ non ha mai ripudiato il passato, ma anche perche’ con l’ultima dichiarazione sembra eseguire gli ordini della nomenklatura di bruxelles tanto simile al politburo sovietico.

domenica, febbraio 10, 2008

Le vittime delle Foibe abbandonate dalla repubblica


Dopo anni di silenzio, finalmente un presidente della repubblica ricorda la tragedia dell'Istria.

Il ricordo è sacrosanto, ma non basta !
Non ha senso e non basta ricordare il passato, evocare i duri sacrifici patiti dagli italiani che vivevano in Istria e Dalmazia.
Dopo anni di ignavia e viltà, questa era l'occasione opportuna per fare un pò di autocritica, segnalare la mancanza di una storiografia più vicina alla realtà ed indipendente dalla politica.
Infatti nei libri scolastici è quasi impossibile trovare testi ed informazioni sui tremendi eventi avvenuti nell'Istria, molti italiani non sanno neanche cosa sono le foibe!

Purtroppo il silenzio del regime repubblicano continua, napolitano si limita a dire che ci sono stati tardivi riconoscimenti della tragedia istriana ma non c'è nemmeno un accenno di autocritica storica e politica, e non parliamo poi della vergogna del trattato di osimo

Con questo silenzio la repubblica continua ad uccidere gli istriani !

Come mai si è voluto dimenticare questi fatti?
La risposta è semplice : la vulgata repubblicana ha cancellato gli orrori compiuti dai comunisti perchè la costituzione repubblicana è stata scritta anche dai comunisti.

In italia esistono ancora storici ed intellettuali liberi ed indipendenti dal Potere?

Questo 'Giorno del ricordo' non ci ricorda solo gli esuli e gli infoibati, ma ci insegna che in italia c'è un profondo bisogno di revisionismo storico e culturale.

venerdì, febbraio 08, 2008

La Casta della repubblica


Ogni tanto si ritorna a parlare di costi della politica ma la casta della repubblica non si pente anzi rilancia.
Il regime repubblicano e' una vera e propria oligarchia che con trucchi e deroghe ad hoc continua a prendere soldi legalmente.

Ad esempio il costo di Montecitorio è passato dai 34 milioni del 2007 ai 36 milioni per il 2008, causato soprattutto da alcune deroghe concesse all'inizio della legislatura che hanno aumentato il numero dei gruppi parlamentari (quelli con meno di 20 deputati, Comunisti italiani, Dc-Psi, la Rosa nel Pugno, i Verdi e i Popolari-Udeur).

Inoltre a far lievitare le spese ha contribuito anche il ritocco all'insù erogato ai gruppi più numerosi con la riduzione delle fasce di calcolo da cinque a due, con questo nuovo meccanismo l'Ulivo ha ottenuto il 28,7% di finanziamenti in più, Forza Italia il 20,5% in più e An il 9,2% in più...

I tagli promessi negli ultimi anni dalla classe politica non sono mai presi in considerazioni, la casta dei politici non ha mai messo un freno ai finanziamenti, anzi il Trend accomunato dalla Camera e Senato e' in continua crescita, al quale si deve considerare anche il Quirinale.

Come se non bastasse nonostante le Camere si sono sciolte, i costi della politica continuano ad aumentare e con il voto anticipato la casta guadagnera' 300 milioni di euro.
Questi soldi arriveranno nelle tesorerie sotto la voce “rimborsi elettorali”, che i partiti continueranno a riscuotere nei tre anni che mancano alla fine naturale della XV legislatura. E non finisce qui. I compensi andranno ad accumularsi con i nuovi rimborsi elettorali a cui avranno diritto per il fatto di correre e avere eventuali eletti alle prossime consultazioni elettorali.

C'e' una norma del 2006 - legge n. 51/2006, art. 39-quaterdecies, comma 2, lettera a - che, con rigoroso voto bipartisan, stabilisce il solenne principio dell'erogazione del rimborso elettorale anche in caso di scioglimento delle Camere.

Come se non bastasse, da alcune dichiarazioni di calderoli sembra che si cerca un modo per dare la pensione a tutti quei politici che a causa della fine anticipata della legislatura non avranno diritto alla pensione, da ricordare che un politico per avere la pensione devono passare 2 anni 6 mesi 1 giorno.

La Casta della repubblica colpisce ancora!!!



Legislatura sempre più cara

Breve la durata delle Camere, lunga la lista dei gruppi che le hanno affollate: 14 quelli della Camera. Un record della storia repubblicana, sei in più rispetto alla legislatura precedente. Da record anche il conto presentato nel bilancio di questi due anni di legislatura: due milioni di euro in più all'anno.
Il capitolo del conto economico di Montecitorio è passato dai 34 milioni del 2007 ai 36 milioni per il 2008. Colpa delle cinque deroghe ai mini-gruppi (quelli con meno di 20 deputati) concesse all'inizio della legislatura che hanno dato autonomia parlamentare a Comunisti italiani, Dc-Psi, la Rosa nel Pugno, i Verdi e i Popolari-Udeur. Ciascuno di questi partiti si è così potuto dotare di propri dipendenti, di un proprio staff di segreteria e di propri uffici. Ma a far lievitare le spese ha contribuito anche il ritocchino all'insù erogato ai gruppi più numerosi con la riduzione delle fasce di calcolo da cinque a due. Con il nuovo meccanismo l'Ulivo ha ottenuto il 28,7% di finanziamenti in più, Forza Italia il 20,5% in più e An il 9,2% in più. Morale della favola: nonostante i tagli degli ultimi anni a quasi tutte le voci del bilancio, i trasferimenti ai gruppi hanno sempre avuto un trend di crescita, compreso fra il +4 e il +5 per cento. Trend che ha accomunato Camera e Senato. Seppur a fine legislatura, Palazzo Madama ha deciso di intervenire per mettere un freno ai finanziamenti sospendendo il recupero del dato inflattivo relativo allo scorso anno. Il 20 febbraio il collegio dei questori approverà il bilancio per il 2008 e comunicherà ai gruppi ormai in scioglimento il taglio dei fondi.
Alle casse delle due Camere gioveranno invece i risparmi prodotti dai 380 parlamentari alla prima legislatura che, per via dello scioglimento anticipato delle Camere, non maturano il diritto al vitalizio.

Ieri il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli (Lega), aveva denunciato una presunta furbizia del Governo che avrebbe fissato il voto al 13 aprile per garantire la pensione a tutti i parlamentari, anche quelli di prima legislatura. Quella data assicura alle Camere il traguardo dei due anni di legislatura. Ma tanto non basta a mettere le mani sul vitalizio. I questori di Montecitorio e Palazzo Madama, che dopo l'annuncio di Calderoli sono stati subissati di telefonate da parte dei parlamentari "sfortunati", ricordano però che la possibilità di riscattare il vitalizio scatta dopo due anni e 5 mesi di legislatura: occorreva dunque tener duro fino al 27 ottobre. Per i parlamentari di prima legislatura resta solo la possibilità di cumulare questi due anni con altri periodi futuri se verranno rieletti.

Difficile calcolare i risparmi che, secondo i questori delle due Camere, si potranno apprezzare solo sul lungo periodo. In un primo tempo, infatti, venendo meno le risorse contributive versate dai parlamentari cessati dal mandato, per Palazzo Madama e Montecitorio ci saranno anche minori entrate.
Quanto al tentativo di garantire il vitalizio, Calderoli insiste parlando di un accordo tra le forze politiche nell'ufficio di presidenza della Camera per superare la sperequazione tra il parlamentare alla prima legislatura non più eletto rispetto all'equivalente però rieletto. Secca la replica del questore della Camera Gabriele Albonetti: «La politica ha già tanti problemi veri che non è proprio il caso di aggiungerne di falsi».

ilsole24ore

martedì, gennaio 29, 2008

Dopo il governo prodi, il governo napolitano


Come avevo scritto prima in un mio post, in Italia stiamo assistendo ad una crisi di sistema.

La clamorosa e scandalosa emergenza dei rifiuti in Campania è il punto d'iceberg di un sistema che ormai non funziona più, la crisi del governo prodi, avvenuta improvvisamente e, per un certo senso, scatenata da una questione personale (il caso mastella) dimostra quanto sia grave la situazione.
Il sistema politico-istituzionale (repubblica) è giunto al culmine di una crisi dalla quale non si intravede una via d'uscita, la repubblica rivela tutti i suoi limiti, la sua incapacità a autoriformarsi.

A tutto ciò si deve considerare un altro fattore che aggrava la situazione, e che naturalmente il regime repubblicano nasconde, e cioè la mancanza di un capo di stato davvero super-partes.
Infatti al Quirinale c’è un politico - esponente del PCI che nel 1956 difese l’invasione militare dell’URSS in Ungheria e che non ha mai ripudiato il comunismo - che è stato votato solo dalla maggioranza che ha sostenuto il governo prodi.

Il governo prodi aveva una maggioranza numerica risicata, grazie ai senatori vita, ma non politica, ed ora al parlamento non c'è una maggioranza che rispetta la volontà popolare.
Il quadro completo di ciò che vogliono i partiti è chiaro, il centro-sinistra vuole un governo istituzionale per evitare di andare alle elezioni, al contrario il centro-destra punta alle elezioni, certo di vincerle.
Con la scusa che la differenza numerica al parlamento tra le due strade è minima, napolitano vuole verificare se al parlamento può esiste un altro governo.

Ora secondo me, non ha senso avere un governo che abbia l'unico scopo di stabilire una nuova legge elettorale anche perché sarebbe molto debole.
Inoltre un governo del genere è dannoso al Paese perché i problemi che assillano gli italiani peggiorerebbero ed inoltre non è possibile che in pochi mesi i partiti, che nel frattempo non fanno altro che litigare, possano mettersi d'accordo.

Il presidente della repubblica nominando un politico per creare un governo istituzionale, mette in luce uno dei tasti dolenti della repubblica, cioè la mancanza di un capo di stato apolitico e garante di tutti.

In una situazione politica complessa e difficile come questa, qualsiasi scelta che prenderà napolitano sarà destinata ad attirare non poche critiche.

Si sa già che tutti i presidente della repubblica sono dei politici, che difendono i partiti che li hanno portati al quirinale, e quindi se napolitano non scioglie le Camere per andare al più presto alle elezioni, diventa palese che vuole aiutare la parte politica dalla quale proviene.

Insomma qualsiasi scelta faccia napolitano è sospetta, in particolare se soddisfa la linea politica indicata dal centro-sinistra.

Ci si illude che il presidente della repubblica (PdR) possa essere superpartes, ma è impossibile.
Infatti ogni decisione del Pdr può essere interpretata come azione politica e quindi criticabile.
Insomma inevitabilmente le azioni e scelte di napolitano alimentano ulteriormente la degenerazione.

Quando cade un governo, non c’è un’altra maggioranza che rispetta la volontà popolare, ed in più non si ha più fiducia nella classe politica, si capisce molto bene quanto la monarchia sia meglio della repubblica.

Solo il Re è un capo di stato super-partes perché, non appartenendo alla classe politica, le sue azioni non sono influenzate dai partiti.

Magari adesso avessimo un Re invece di un politico al Quirinale !

domenica, gennaio 27, 2008

In Memoria della Regina Maria Jose'



A Ginevra il 27 gennaio 2001 moriva la Regina Maria Josè.

Per Suo espresso volere venne sepolta nell'Abbazia Reale di Altacomba (Alta Savoia in Francia) ed adesso riposa al fianco di S.M. Umberto II.