Articoli in evidenza:
Visualizzazione post con etichetta storia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta storia. Mostra tutti i post

domenica, febbraio 04, 2024

Legge dello Stato di Magnus Lagabøte

In Norvegia si celebra il 750° Anniversario della Legge dello Stato di Magnus Lagabøte

31 gennaio 2024

Il principe ereditario reggente Haakon e la regina Sonja di Norvegia hanno tenuto un ricevimento al Palazzo reale  di Oslo in occasione dell'apertura del 750° anniversario della Legge dello Stato di Magnus VI Lagabøte, sottolineando l'importanza di questo anniversario non solo per la storia legale della Norvegia ma anche per il suo impatto sulla società moderna. 

Alla cerimonia hanno partecipato importanti figure, tra cui il Ministro della Cultura e dell'Uguaglianza Lubna Jaffery, il direttore della Biblioteco Nazionale, Aslak Sira Myhre,  con diversi discorsi e letture di giovani studenti e performance musicali.

Discorso del Principe Haakon

Il Principe Haakon che è reggente in quanto il Re Harald ha problemi di salute, ha sottolineato l'importanza della legge nel costruire una società basata su giustizia ed uguaglianza, ricordando il significato storico e attuale della legislazione di Magnus Lagabøte.

Re Magnus VI

Il re Magnus VI, soprannominato Lagabøte dopo la sua morte, fu il primo re a unire tutta la Norvegia sotto un'unica legge comune, introducendo i diritti fondamentali per donne, bambini ed i meno abbienti, riflettendo l'influenza culturale europea del Medioevo. Questa legge ha gettato le basi per una società di welfare equa e funzionante che c'è ancora oggi in Norvegia.

Legge dello Stato di Lagabøte

La Legge di Magnus VI di Norvegia (Magnus Lagabøters landslov) è un insieme di leggi scritte dal re Magnus VI di Norvegia ; leggi applicabili a tutta la Norvegia . Queste leggi scritte tra1274 e 1276 è uno dei primi esempi di legislazione applicabile in un paese. Questo è il motivo per cui il re Magnus VI è chiamato Lagabøte, cioè "Colui che migliora la legge".
Gran parte della legge è stata usata per quattro secoli. È stato rivisto e tradotto in danese il 4 dicembre 1604 poi ribattezzato Legge per la Norvegia da Cristiano IV. Ma concretamente poco era cambiato, solo dal 1687 c'è stato un cambiamento con la promulgazione della Legge per la Norvegia da parte di Cristiano V.

La Biblioteca Nazionale

La Biblioteca Nazionale ha un ruolo centrale nel coordinare le celebrazioni nazionali, evidenziando l'importanza di diffondere la conoscenza sulla legislazione nazionale attraverso le istituzioni culturali del paese.


giovedì, febbraio 01, 2024

Regicidio in Portogallo

Il Re Carlo I del Portogallo e il principe ereditario Luigi Filippo uccisi dai repubblicani.

1 febbraio 1908

Oggi ricorre il 116° anniversario del più tragico episodio della storia del Portogallo, cioè il regicidio, quando il 1° febbraio 1908, il Re Carlo I ed il principe ereditario Luigi Filippo furono assassinati, rispettivamente all'età di 44 e 20 anni.

La morte del re Carlo (figlio di Maria Pia di Savoia) e del principe causarono indignazione in tutta Europa. 

Il Tragico Regicidio

Questo atto di violenza, perpetrato da un gruppo di terroristi sostenuti dalla Massoneria e dal partito repubblicano portoghese, causò non solo la morte del sovrano e del suo erede, ma anche un'ondata di indignazione in tutta Europa. La Monarchia, che fino ad allora aveva retto le sorti del Portogallo, si trovò improvvisamente sul baratro.

Dopo la Monarchia la repubblica

La morte di Re Carlo e del principe Luigi Filippo fu l'inizio del declino del Portogallo. La Monarchia riuscì a sopravvivere per altri 33 mesi sotto Re Manuele II, ma la repubblica,riuscì a prendere il suo posto. 

Da allora il Portogallo va verso il declino. La prima repubblica fu segnata da eventi sanguinosi, seguita dalla dittatura di Salazar, in seguito la seconda e poi la terza repubblica, spesso percepite come sistemi falliti e corrotti.

Nostalgia della Monarchia

Nonostante il passare degli anni, il popolo portoghese conserva un profondo rispetto e amore per la Monarchia. Questo sentimento è alimentato dalla percezione del fallimento della repubblica, con diversi governi deboli ed instabili e pieno di corruzione. La nostalgia per i tempi della Monarchia riflette il desiderio di un Portogallo stabile ed orgoglioso.

Considerazioni

Il regicidio in Portogallo è un esempio che spesso per rovesciare un sistema monarchico, la repubblica prende il potere con la violenza, causando poi instabilità e portando il Paese verso il declino. 

Che questo tragico episodio storico servi da monito sulla nascita di una repubblica corrotta, violenta ed instabile .

W la Monarchia !!!

martedì, gennaio 09, 2024

Vittorio Emanuele II

Vittorio Emanuele II di Savoia, Primo Re d'Italia, muore al Quirinale di Roma.

9 gennaio 1878

Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele II di Savoia è nato a Torino il 14 marzo 1820, ed è morto il 9 gennaio 1878, alle ore 14:30, al Quirinale di Roma dopo 28 anni e 9 mesi di regno.

E' stato l'ultimo Re di Sardegna (dal 1849 al 1861) e il primo Re d'Italia (dal 1861 al 1878). Dal 1849 al 1861 fu Principe di Piemonte, Duca di Savoia e Duca di Genova.

LEGGI ANCHE : Re Vittorio Emanuele II entra a Napoli accompagnato da Garibaldi

Rispettoso dello Statuto Albertino, Vittorio Emanuele II, insieme al primo ministro Camillo Benso, conte di Cavour, porta a compimento il Risorgimento e il processo di unificazione italiana.

È ricordato anche con l'appellativo di Re galantuomo, perché dopo la sua ascesa al trono non ritirò lo Statuto Albertino promulgato da suo padre Carlo Alberto.

Per questi avvenimenti Vittorio Emanuele II è proclamato Padre della Patria ed è sepolto al Pantheon, che da allora è il sepolcreto dei Re e delle Regine d'Italia.

A lui è dedicato il monumento nazionale del Vittoriano, in Piazza Venezia di Roma.

LEGGI ANCHE : 163 anni fa lo storico incontro tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi a Teano

La immagine è relativa ai Solenni Funerali al Pantheon del Re Vittorio Emanuele II che si svolsero il 17 Gennaio 1878.




domenica, gennaio 07, 2024

Festa del Tricolore del Regno d'Italia

Il vero primo Tricolore è quello del Regno d'Italia

7 gennaio 2024

La repubblica italiana invece di ricordare il Tricolore Sabaudo, (che per Lei ha la colpa di essere una bandiera monarchica) il 7 gennaio festeggia il vessillo della "repubblica cispadana" del 1797.

Il significato di una bandiera è legato al periodo storico nel quale è vissuto, e quindi non si può, a posteriore, applicare al vessillo del 1797 un significato diverso da quello che aveva, che non aveva il significato dell'Unità d'Italia. 

Durante il triennio (1796-1799) i giacobini volevano imporre nella nostra penisola la rivoluzione francese, la bandiera della repubblica cispadana era imposta dagli stranieri (Napoleone), lo stato cispadano era un piccolissimo stato fantoccio dell’esercito napoleonico che non simboleggiava l'Unità d'Italia e la sua Indipendenza, anzi era esattamente l'opposto.

E poi come si spiega che fino a pochi anni fa questo vessillo era sconosciuto dagli italiani e mai insegnato nelle scuole ?

Inoltre la bandiera della repubblica cispadana è graficamente molto diversa da quella attuale, le bande sono orizzontali invece che verticali, al centro è dipinto la faretra con 4 frecce e la sigla “R C” .

Ironia della sorte : sotto la faretra c’è anche un simbolo (fascio) che ricorda il fascismo, e quindi la repubblica italiana, che si considera essere antifascista, onora una bandiera con un simbolo fascista…

Come se non bastasse non esiste l’originale della bandiera del 1797, esiste solo la ricostruzione storica fatta da un certo Ugo Bellocchi, un giornalista di Reggio Emilia che nel 1945 fondò il quotidiano “Reggio Democratica”, organo del Comitato Provinciale di Liberazione Nazionale.

La presunta ricostruzione del vessillo avvenne solo nel 1963 quando lui riuscì a identificare le  caratteristiche della bandiera cispadana...

Insomma è impossibile festeggiare il Tricolore senza la Bandiera Sabauda !

Il primo vero Tricolore dell'Italia è quello scelto da Re Carlo Alberto e usato dai patrioti nel glorioso Risorgimento.

W il Tricolore!
W la Bandiera di Re Carlo Alberto!
W il Risorgimento!
W la Monarchia!
W il Regno d'Italia!

sabato, novembre 04, 2023

4 novembre 1918

4 novembre 1918 : la più grande Vittoria Italiana

Il 4 novembre 1918 è una data di fondamentale importanza per la Storia Italiana. Centocinque anni fa, il Regno d'Italia vinse la guerra della 1° Guerra Mondiale, una vittoria epocale che segnò un punto di svolta nella costruzione dell'identità nazionale. Per questa data memorabile si deve ricordare il ruolo chiave che il Re Vittorio Emanuele III svolse nel guidare la Nazione verso la vittoria.

Prima Guerra Mondiale

La Prima Guerra Mondiale coinvolse nazioni di tutto il mondo e soprattutto per l'Italia è stato un momento cruciale. Gli italiani, uniti dall'ideale patriottico, si trovarono a fronteggiare insieme le difficoltà della guerra, e questa guerra fu un catalizzatore per la formazione del popolo italiano, indipendentemente dalle differenze regionali.

Re Vittorio Emanuele III

Nel corso di questo conflitto, la figura di Re Vittorio Emanuele III emerse come un simbolo vivente della Patria. Il Re si distinse per il suo impegno straordinario, recandosi personalmente al fronte per valutare la situazione militare e sollevare il morale delle truppe. La sua leadership e la sua presenza furono determinanti per il raggiungimento della vittoria.

Un momento significativo che testimonia le doti del Sovrano avvenne durante il Convegno di Peschiera, l'8 novembre 1917, quando dimostrò una padronanza assoluta della situazione militare ed una fiducia incondizionata nell'esercito italiano. Da quel momento, la direzione della guerra tornò sotto la guida del Re, unendo tutti gli italiani intorno alla Casa Savoia.

La Deformazione dell'Evento

Purtroppo, nel corso degli anni, la celebrazione del "4 Novembre" ha subito delle distorsioni, spinte dalla propaganda repubblicana. Alcuni lo vedono come una "vittoria militare" o addirittura come un primo passo verso il fascismo. Tutte falsità, ed è importante riaffermare che il 4 novembre rappresenta, innanzitutto, la più grande vittoria italiana.

La data è oggi festeggiata come "il Giorno dell'Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate". Questa celebrazione è un tributo doveroso ai sacrific dei soldati caduti nella difesa della Patria e all'Unità Nazionale, ma è essenziale ricordare che il 4 novembre è, prima di tutto, una celebrazione della straordinaria vittoria del Regno d'Italia.

Festa Nazionale

Va notato che con il Regio decreto n.1354 del 23 ottobre 1922, il 4 novembre fu dichiarato Festa nazionale, sottolineando ulteriormente la sua importanza nella storia del paese.

Trento e Trieste all'Italia

Un aspetto spesso trascurato riguarda la conseguenza storica della vittoria del 4 novembre: l'annessione dei territori di Trento e Trieste all'Italia. Questo evento segnò il compimento dell'Unità Nazionale, che aveva avuto inizio con il Risorgimento Nazionale.

Conclusione

Il 4 novembre 1918 è una data che dovremmo onorare con orgoglio, ricordando la vittoria italiana e il ruolo determinante del Re Vittorio Emanuele III nel guidare il paese verso questo trionfo. È un giorno che simboleggia l'unità e la forza della Nazione italiana, un capitolo fondamentale nella nostra storia nazionale.


W il Regno d'Italia !!!
W il Re !!!
W le Forze Armate !!!
W il 4 Novembre !!!

venerdì, ottobre 27, 2023

Teano Vittorio Emanuele II e Garibaldi

163 anni fa lo storico incontro tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi a Teano

26 ottobre 1860

Lo storico incontro di Teano tra Re Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi fu l'episodio del Risorgimento con il quale si concluse la spedizione dei Mille, un importante evento per la realizzazione dell'Unità d'Italia.

Garibaldi assisteva al passaggio delle truppe piemontesi, quando ad un certo momento si sentì suonare la Marcia reale d'ordinanza e gridare le parole "Il re! Viene il re!".

"Salute al Re d’Italia” furono le parole che Garibaldi disse a Vittorio Emanuele II.

Due settimane dopo l'incontro di Teano, il 7 novembre, Vittorio Emanuele II e Garibaldi entrano trionfalmente in Napoli.

Di fronte alla decadenza portata da una repubblica oligarchica e incapace, l'Italia potrà risorgere solo onorando il glorioso passato del Risorgimento e del Regno d'Italia !!!

W il Risorgimento ! 
W la Monarchia !
W' l'Italia !


lunedì, ottobre 16, 2023

Regina Maria Antonietta

La Regina Maria Antonietta uccisa dalla repubblica del Terrore 230 anni fa 

16 ottobre 1793

Dopo  230 anni ricordiamo la uccisione della Regina Maria-Antonietta, che ancor oggi suscita interesse, e considerata martire dellarivoluzione francese, che è il germe della instabilità patologica delle repubbliche, del declino della società moderna e atto fondatore del moderno totalitarismo.

Maria Antonia d’Asburgo-Lorena nacque a Vienna il 2 novembre 1755, divenne regina di Francia e di Navarra il 10 maggio 1774, dopo aver sposato Luigi XVI.

La Regina Maria Antonietta fu processata dal Tribunale Rivoluzionario il 14 ottobre 1793 ed uccisa a Parigi il 16 ottobre 1793. Al processo con calunnie e falsità fu addirittura accusata di aver abusato sessualmente del proprio figlio. In realtà l'esito del processo era già stato deciso dal Comitato di Salute Pubblico e la regina Maria Antonietta fu dichiarata colpevole di tradimento nel primo mattino del 16 ottobre, dopo due giorni di lavori.

Tornata nella sua cella, compose una lettera consegnata alla sua cognata Madame Elisabetta, nella quale afferma la sua coscienza, la sua fede cattolica e i suoi sentimenti per i suoi figli. Alcuni passi del testamento morale della Regina Maria Antonietta : "....Muoio nella religione cattolica, apostolica e romana, in quella dei miei padri, in quella in cui sono stata educata e che ho sempre professata; nessuna consolazione spirituale avendo da attendere, ignorando se qui esistano ancora preti di questa religione, senza contare che il luogo ove io sono li esporrebbe troppo se vi entrassero anche una volta soltanto. Chiedo sinceramente perdono a Dio di tutte le colpe che ho potuto commettere da che sono al mondo; spero che, nella sua bontà, vorrà benignamente accogliere gli estremi miei voti, così come quelli che ho fatto da gran tempo ormai perché voglia ricevere la mia anima nella sua grande misericordia e nella sua bontà. Chiedo perdono a tutti coloro che conosco....."

Il 16 ottobre 1793 con le mani legate dietro la schiena, attraversa le strade di Parigi su un carretta, sale i gradini che portano alla ghigliottina, e giunta alla Place de la Révolution (oggi de la Concorde), rifiuta di farsi aiutare a scendere dal carro e sale i gradini con coraggio e serenità. Al patibolo inavvertitamente calpesta il piede del boia e cortesemente dice "Mi scusi". Si inginocchia per un istante e pronuncia una preghiera a metà udibile, poi alzandosi e guardando verso le torri del Tempio : "Saluto, ancora una volta, i miei figli. Vado a ricongiungermi con vostro padre."

Il boia Sanson afferra la testa della regina per i capelli per brandirla alla folla gridando:"Viva la repubblica".

Improvvisamente, nessuno più urla, basta insulti. Allo spettacolo pietoso la folla in silenzio si disperde in fretta....

Il corpo regale, una volta famoso per la bellezza e lo splendore, viene buttato, con la testa tra le gambe, in una fossa comune del non più esistente Cimitero della Madeleine. I resti dei sovrani, come quelli di altri decapitati, furono cosparsi di calce viva e sepolti in due vicine fosse separate anziché in una fossa comune. 

Dopo l'intermezzo napoleonico il congresso di Vienna, nel 1814, rimise sul trono di Francia i Borboni e il conte di Provenza poté ascendere al trono come Luigi XVIII, che si adoperò affinché suo fratello maggiore e sua cognata avessero degna sepoltura. Le spoglie della regina furono ritrovate il 18 gennaio 1815: il corpo era ridotto a un mucchietto di ossa, ma vi erano applicate le sue giarrettiere, in perfetto stato di conservazione; la testa, invece, era quasi intatta, cosa che provocò grande sgomento. Le spoglie del re Luigi XVI furono ritrovate il giorno dopo.

Il 21 gennaio 1815, giorno in cui cadeva il 22° anniversario dalla morte del re, avvenne una solenne processione sino all'abbazia di Saint-Denis, dove Luigi XVI e Maria Antonietta furono inumati nella necropoli reale; su parte del cimitero della Madeleine Luigi XVIII fece costruire una cappella espiatoria, accanto alla Chiesa della Madeleine. 

Re Luigi XVI e la Regina Maria Anonietta furono, da papa Pio VI, paragonati ai martiri in due allocuzioni.


domenica, ottobre 08, 2023

452° anniversario battaglia di Lepanto

La battaglia di Lepanto che salvò l'Europa,  grazie anche ai Savoia

7 ottobre 1571

La battaglia di Lepanto fu uno scontro navale avvenuto il 7 ottobre 1571, nel corso della guerra di Cipro, tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa.

La coalizione cristiana era stata promossa da Papa Pio V per soccorrere la veneziana città di Famagosta, sull'isola di Cipro, assediata dai turchi.

La coalizione cristiana riuniva le forze navali del Regno di Spagna, del Regno di Napoli, del Regno di Sicilia, dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana, del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca, del Ducato di Ferrara, dal Ducato di Mantova e della repubblica di Venezia.

Lo Stato sabaudo partecipò con tre galee (la "Capitana", la "Margherita" e la "Piemontesa"), al comando di Andrea Provana di Leynì. Papa Pio V aveva addirittura proposto quale comandante supremo di tutta la flotta cristiana il Duca Emanuele Filiberto di Savoia, ma il Duca sabaudo respinse l'offerta perchè, pur essendo stato un grande condottiero sulla terraferma, non era esperto di battaglie navali.

Durante la battaglia i piemontesi si batterono eroicamente come sempre, che si concluse con una schiacciante vittoria della Lega Santa che salvò la Cristianità da uno dei più massicci tentativi di invasione islamica.


lunedì, giugno 05, 2023

209 anni dei Carabinieri

L'Arma dei Carabinieri festeggia il 209° anniversario della sua Fondazione.

5 giugno 2023

Dal 1920 il 5 giugno è stata assunta la data per la celebrazione annuale della Festa dell'Arma dei Carabinieri, in occasione della ricorrenza della concessione della prima Medaglia d'Oro al Valor Militare per l'eroica partecipazione dei Carabinieri al conflitto mondiale con la seguente motivazione : "Rinnovellò le sue più fiere tradizioni con innumerevoli prove di tenace attaccamento al dovere e di fulgido eroismo, dando validissimo contributo alla radiosa vittoria delle armi d'Italia".

La fondazione del corpo dei Carabinieri Reali fu ideata nel giugno 1814 dal Re di Sardegna, Vittorio Emanuele I di Savoia, con lo scopo di fornire al Regno un corpo di polizia simile a quello francese della Gendarmerie.

I Carabinieri Reali furono poi istituiti con le “Regie Patenti” del 13 luglio 1814.

Nello stesso anno della loro creazione, il 13 agosto 1814, Giuseppe Thaon di Revel divenne il primo Generale dei Carabinieri Reali.

Il loro nome deriva dall'arma che ogni carabiniere aveva in dotazione: la carabina, mentre i colori del pennacchio (lo scarlatto e il turchino) sono stati scelti il 25 giugno 1833 dal Re Carlo Alberto, al quale successivamente i Carabinieri salvarono la vita durante la battaglia di Pastrengo.

Viva l’Arma dei Carabinieri !

Viva l’Italia!


giovedì, maggio 04, 2023

Fascino irresistibile dell'incoronazione

L'incoronazione non è un atto politico è un rito mistico che emana il fascino più profondo e regale della Monarchia.

6 maggio 2023

Il 6 maggio si svolgerà l’incoronazione di Re Carlo III con la medesima Corona indossata dall’ultimo regnante degli Stuart, unto con olio proveniente dal Monte degli Ulivi a Gerusalemme, e consacrato nella Chiesa del Santo Sepolcro.

La corona sottolinea la continuità della tradizione monarchica britannica e la sua capacità di conservare le proprie radici storiche e culturali nel tempo. L'olio ha un forte significato simbolico, rappresentando il legame tra la monarchia e la fede cristiana. L'incoronazione di un nuovo Re sancisce il passaggio di potere e la continuità della monarchia che avviene in un momento di celebrazione e di unità nazionale, in cui tutti i britannici possono unirsi per onorare la figura del sovrano e la storia della loro nazione.

Per i i media italiani (lacchè del regime repubblicano) l'incoronazione del Re è visto come una semplice tradizione pittoresca e solo giustificata da fornire un contributo positivo al bilancio economico del turismo britannico. Questa misera giustificazione che i repubblicani danno alla incoronazione dimostra quanto sia materialista la loro visione del mondo, e d'altronde anche il presidente della repubblica per vincere le elezioni deve ricevere ingenti quantità di denaro da persone o gruppi , che a sua volta dovrà ringraziare, dividendo il popolo in fazioni.

Per capire bene cos'è la incoronazione è importante conoscere gli oggetti principali che saranno utilizzati durante la cerimonia.

Il momento più sacro della incoronazione è l’unzione, e che non verrà trasmessa in tv per rispetto e per questo sarà nascosto alla vista del pubblico. Il re siede su un antico trono, noto come "Sedia di sant’Edoardo", costruito per re Edoardo I nel 1300 per contenere la "Pietra del Destino", nota anche come la "Pietra di Scone", sulla quale i re di Scozia sono stati incoronati da tempo immemorabile fino a quando, nel 1296, l’ultimo re fu sconfitto da Edoardo I. Nel 1996 la "Pietra di Scone" è stata rispedita in Scozia dal primo ministro John Major per rispetto agli scozzesi, ma viene ora restituita per la cerimonia della incoronazione.

Carlo III sarà unto sul petto, sul capo e sulle mani con l’olio contenuto in un’aquila d’oro realizzata per l’incoronazione di Carlo II, il 23 aprile 1661. L’aquila evoca la foggia del primo contenitore di olio santo di circa 900 anni fa che si dice fosse stato donato a San Thomas Becket dalla Vergine Maria. Il cucchiaio d’oro in cui viene versato l’olio risale al XII secolo ed è l’oggetto più antico utilizzato nella cerimonia.

La fase successiva è quella dell'investitura. L'arcivescovo di Canterbury porrà sul capo di Carlo III la corona di Sant'Edoardo, risalente al 1661. Nella Corona Imperiale di Stato (che non si riferisce all’impero coloniale, ma alla sovranità autonoma della Monarchia inglese) spiccano due gioielli. La grande pietra rossa sul davanti, nota come il rubino del Principe Nero e lo zaffiro nella croce in alto che è al tempo stesso una reliquia sacra ed un gioiello della Corona, tolto 900 anni fa dalla tomba del santo Edoardo il Confessore. 

Poi il sovrano riceverà gli altri simboli del suo potere: il globo, l'anello dell' incoronazione, lo scettro con la croce e lo scettro con la colomba. Tutti questi oggetti e le altre insegne regali per l’incoronazione non appartengono al re, bensí alla Corona, che condividono ciò che resta dell’aura archetipa della regalità.  

L'incoronazione di un Re non è un atto politico, è un rito mistico con una forte connotazione religiosa, che dona alla Monarchia il senso di sacralità, che è proprio il fascino più profondo e straordinario della Monarchia. 

W il Re !

sabato, febbraio 18, 2023

Carlo Alberto concede diritti ai valdesi

Il Re di Sardegna Carlo Alberto riconosce i diritti civili e politici ai Valdesi.

17 febbraio 1848

175 anni fa con Lettere Patenti Re Carlo Alberto di Savoia poneva fine a secoli di discriminazione riconoscendo ai suoi sudditi valdesi i diritti civili e politici. Da quel momento in poi era loro consentito frequentare le scuole pubbliche e conseguire i gradi accademici ed i valdesi e gli ebrei diventavano cittadini del Regno di Sardegna. 

A distanza di 175 anni, i Valdesi celebrano e ricordano questa importante decisione voluta da Re Carlo Alberto con grandi manifestazioni tra cui con falò alla vigilia della festa, simbolo di libertà, in attesa del culto del giorno dopo. 

Con il Regno d'Italia, proclamato il 17 marzo 1861, tali leggi furono estese dal Re Vittorio Emanuele II a tutto il Regno d'Italia e ciò significò per i protestanti la possibilità di predicare liberamente ed avere un culto pubblico.

17 Febbraio è la Festa della libertà degli evangelici che ricorda la data in cui nel 1848 re Carlo Alberto di Savoia concesse i diritti civili alla minoranza valdese.

IL 17 FEBBRAIO LE LETTERE PATENTI DEL XVII FEBBRAIO 1848 

CARLO ALBERTO

per grazia di Dio

re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme

duca di Savoia, di Genova, ecc. ecc.

principe di Piemonte, ecc. ecc.

Prendendo in considerazione la fedeltà ed i buoni sentimenti delle popolazioni Valdesi, i Reali Nostri Predecessori hanno gradatamente e con successivi provvedimenti abrogate in parte o moderate le leggi che anticamente restringevano le loro capacità civili. E Noi stessi, seguendone le traccie, abbiamo concedute a que' Nostri sudditi sempre più ampie facilitazioni, accordando frequenti e larghe dispense dalla osservanza delle leggi medesime. Ora poi che, cessati i motivi da cui quelle restrizioni erano state suggerite, può compiersi il sistema a loro favore progressivamente già adottato, Ci siamo di buon grado risoluti a farli partecipi di tutti i vantaggi conciliabili con le massime generali della nostra legislazione. 

Epperciò per le seguenti, di Nostra certa scienza, Regia autorità, avuto il parere del Nostro Consiglio, abbiamo ordinato ed ordiniamo quanto segue: 

I Valdesi sono ammessi a godere di tutti i diritti civili e politici de' Nostri sudditi; a frequentare le scuole dentro e fuori delle Università, ed a conseguire i gradi accademici. Nulla è però innovato quanto all'esercizio del loro culto ed alle scuole da essi dirette. 

Date in Torino, addì diciassette del mese di febbraio, l'anno del Signore mille ottocento quarantotto e del Regno Nostro il Decimottavo.


venerdì, febbraio 10, 2023

10 Febbraio ricordo delle Foibe

10 febbraio : ricordiamo le foibe e l'esodo degli italiani che vivevano in Istria e in Dalmazia

QUESTI  ITALIANI SONO STATI ABBANDONATI 
DALLA  REPUBBLICA ITALIANA  !!!

Solo dopo quasi 60 anni da quei drammatici eventi, (Legge n. 92 del 30 marzo 2004) la repubblica italiana ha istituito questa ricorrenza.

Il comportamento della repubblica nei confronti degli italiani che vivevano in Istria e Dalmazia è vergognoso, che invece di difenderli li ha abbandonato preferendo tenersi buoni i rapporti con i comunisti.

Per il PCI il comunismo era un valore superiore a quello di Patria e di Nazione, e collaborarono con il governo jugoslavo fino ad appoggiare le pretese di Tito sulla Venezia Giulia.

Invece di chiedere scusa agli italiani e di aprire una discussione, il regime repubblicano ha dato ordine di nascondere questa tragedia, tanto che nei libri scolastici non compare la drammatica tragedia degli istriani.

Molti italiani furono costretti a lasciare le loro case, altri addirittura furono uccisi dai partigiani comunisti di Tito, o gettati (molti ancora vivi) nelle foibe dove trovarono la morte dopo una lunga agonia tra atroci sofferenze.

A Trieste la "Liberazione" coincise con l'arrivo delle truppe partigiane e comuniste del maresciallo Tito, che per 40 giorni imperversarono a Trieste torturando, uccidendo e deportando migliaia di cittadini, colpevoli solo di essere italiani o anticomunisti.


sabato, gennaio 07, 2023

Festa del Tricolore del Regno d'Italia

Il vero Tricolore è quello del Regno d'Italia

7 gennaio 2023

La repubblica italiana invece di ricordare il vero Tricolore, (che per Lei ha la colpa di essere una bandiera monarchica) il 7 gennaio festeggia il vessillo della "repubblica cispadana" del 1797.

Il significato di una bandiera è legato al periodo storico nel quale è vissuto, e quindi non si può, a posteriore, applicare al vessillo del 1797 un significato diverso da quello che aveva, che non aveva il significato dell'Unità d'Italia.

Durante il triennio (1796-1799) i giacobini volevano imporre nella nostra penisola la rivoluzione francese, la bandiera della repubblica cispadana era imposta dagli stranieri (Napoleone), lo stato cispadano era un piccolissimo stato fantoccio dell’esercito napoleonico che non simboleggiava l'Unità d'Italia e la sua Indipendenza, anzi era esattamente l'opposto.

E poi come si spiega che fino a pochi anni fa questo vessillo era sconosciuto dagli italiani e mai insegnato nelle scuole ?

Inoltre la bandiera della repubblica cispadana è graficamente molto diversa da quella attuale, le bande sono orizzontali invece che verticali, al centro è dipinto la faretra con 4 frecce e la sigla “R C” .

Ironia della sorte : sotto la faretra c’è anche un simbolo (fascio) che ricorda il fascismo, e quindi la repubblica italiana, che si considera essere antifascista, onora una bandiera con un simbolo fascista…

Come se non bastasse non esiste l’originale della bandiera del 1797, esiste solo la ricostruzione storica fatta da un certo Ugo Bellocchi, un giornalista di Reggio Emilia che nel 1945 fondò il quotidiano “Reggio Democratica”, organo del Comitato Provinciale di Liberazione Nazionale.

La presunta ricostruzione del vessillo avvenne solo nel 1963 quando lui riuscì a identificare le  caratteristiche della bandiera cispadana...

Insomma è impossibile festeggiare il Tricolore senza la Bandiera Sabauda !

Il primo vero Tricolore dell'Italia è quello scelto da Re Carlo Alberto e usato dai patrioti nel glorioso Risorgimento.

W il Tricolore!
W la Bandiera di Re Carlo Alberto!
W il Risorgimento!
W la Monarchia!
W il Regno d'Italia!

domenica, novembre 27, 2022

128 anni fa Zar Nicola sposa Alessandra

128 anni fa lo Zar Nicola II sposava Alessandra Feodorovna

26 novembre 1894

Il matrimonio dello zar Nicola II di Russia con Alessandra Feodorovna (Alice d'Assia) si svolse il 26 novembre 1894 presso la Cappella Imperiale del Palazzo d'Inverno.

Il Granduca Nicola nacque il 18 maggio 1868, nel palazzo di Alessandro a Carskoe Selo, durante il regno di suo nonno, l'imperatore Alessandro II. Era il figlio maggiore dell'allora Tsesarevich Alexander Alexandrovich e Tsesarevna Maria Feodorovna.

La principessa Alix d'Assia (1872-1918) era la nipote della regina Vittoria. 

Nicola aveva incontrato Alice per la prima volta un decennio prima del matrimonio a San Pietroburgo, quando la sorella di Alice, la principessa Elisabetta d'Assia e del Reno, sposò lo zio di Nicola, il Granduca Sergei Alexandrovich.

Inizialmente Alice respinse la proposta di matrimonio da Nicola poiché per sposare l'erede al trono, avrebbe dovuto convertirsi all'Ortodossia russa. Il cugino di Alice, il Kaiser Guglielmo II e la regina Vittoria insisterono che Alice accettasse di sposare Nicola, nonostante i suoi scrupoli religiosi. Su suggerimento del Kaiser, Nicola propose di nuovo il matrimonio ad Alice che questa volta accettò.

Il 1 novembre 1894, Alessandro III morì ed il ventiseienne Nicola divenne zar di Russia. Il giorno seguente, Alice, che era a Livadia da diversi giorni prima per ricevere la benedizione dello zar morente, fu accolta nella Chiesa ortodossa russa come granduchessa Alessandra Feodorovna. Alice aveva espresso il suo desiderio di prendere il nome Caterina, ma prese il nome Alessandra su richiesta di Nicola.

Alessandra indossava l'abito tradizionale delle spose Romanov e Nicola l'uniforme da ussaro. Nicola e Alessandra, ciascuno con in mano una candela accesa, si trovarono di fronte al prete del palazzo e si sposarono pochi minuti prima dell'una del pomeriggio.

L'imperatrice Alessandra indossò la corona al matrimonio con l'imperatore Nicola II che faceva parte dei regali nuziali imperiali. La Corona di semplice forma a sfera, è formata da sei bande d'argento sormontate da una croce ed è incrostata da circa 1535 diamanti, attaccati a strisce di tessuto in file, per essere usati come ornamento per spalline. 


venerdì, novembre 04, 2022

Festa del 4 novembre

4 novembre 1918, la più grande Vittoria Italiana

La Prima Guerra Mondiale è un punto di riferimento indispensabile per costituire l’identità italiana, con questa guerra tutti gli Italiani, senza distinzione, si trovarono concordi nell’affrontare i pericoli ed i disagi della guerra, e così gli italiani diventarono un Popolo.

E' doveroso sottolineare che per la Vittoria fu essenziale la guida del Re Vittorio Emanuele III, che era il simbolo vivente della Patria, il quale si recava al fronte per capire la situazione militare e per sollevare il morale dei soldati.

Le doti del Sovrano emersero l’8 novembre 1917 al Convegno di Peschiera, allorché seppe esporre la situazione militare con assoluta padronanza e con una assoluta fiducia nel nostro Esercito. Da quel momento la direzione della guerra ritornò nelle mani del Re e tutti gli Italiani si strinsero attorno a Casa Savoia.

Purtroppo anche il "4 novembre" ha subito la deformazione propagandata dalla repubblica, che invece di ricordare con orgoglio la vittoria della prima guerra mondiale, tende a considerarla una "vittoria militare" ...

Questa assurda logica è grave perché non solo sminuisce la Monarchia ma indebolisce l'Identità Nazionale, che è essenziale per l'Italia in quanto il 4 Novembre permise il compimento del Risorgimento Nazionale e dell’Unità d’Italia.

La debolezza e la miseria della repubblica italiana hanno dato eco e forza alle voci anti risorgimentali, ben lontane dalla realtà dei fatti storici, ed è dal 1946 che in Italia si discute sulla mancanza di valori, di una cultura condivisa, di fiducia nel futuro, mancanza di Identità.

La risposta è rivalutare la nostra Storia, rifiutare la propaganda della repubblica che ha indebolito l'Identità Nazionale, e riscoprire i valori che furono essenziali per realizzare l'Italia : 

W il Regno d'Italia !!!
W il Re !!!
W le Forze Armate !!!
W il 4 Novembre !!!

venerdì, ottobre 28, 2022

Teano Vittorio Emanuele II e Garibaldi

162 anni fa lo storico incontro tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi a Teano

26 ottobre 1860

Lo storico incontro di Teano tra Re Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi fu l'episodio del Risorgimento con il quale si concluse la spedizione dei Mille, un importante evento per la realizzazione dell'Unità d'Italia.

Garibaldi assisteva al passaggio delle truppe piemontesi, quando ad un certo momento si sentì suonare la Marcia reale d'ordinanza e gridare le parole "Il re! Viene il re!".

"Salute al Re d’Italia” furono le parole che Garibaldi disse a Vittorio Emanuele II.

Due settimane dopo l'incontro di Teano, il 7 novembre, Vittorio Emanuele II e Garibaldi entrano trionfalmente in Napoli.

Di fronte alla decadenza portata da una repubblica oligarchica e incapace, l'Italia potrà risorgere solo onorando il glorioso passato del Risorgimento e del Regno d'Italia !!!

W il Risorgimento ! 

W la Monarchia !

W Casa Savoia !

W l'Italia !


lunedì, ottobre 10, 2022

451 anni fa battaglia di Lepanto

La battaglia di Lepanto che salvò l'Europa,  grazie anche ai Savoia

7 ottobre 1571

La battaglia di Lepanto fu uno scontro navale avvenuto il 7 ottobre 1571, nel corso della guerra di Cipro, tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa .

La coalizione cristiana era stata promossa da Papa Pio V per soccorrere la veneziana città di Famagosta, sull'isola di Cipro, assediata dai turchi.

La coalizione cristiana riuniva le forze navali della  Repubblica di Venezia, del Regno di Spagna, del Regno di Napoli, del Regno di Sicilia, dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana, del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca, del Ducato di Ferrara e del Ducato di Mantova.

Lo Stato sabaudo partecipò con tre galee (la "Capitana", la "Margherita" e la "Piemontesa"), al comando di Andrea Provana di Leynì. Papa Pio V aveva addirittura proposto quale comandante supremo di tutta la flotta cristiana il Duca Emanuele Filiberto di Savoia, ma il Duca sabaudo respinse l'offerta perchè, pur essendo stato un grande condottiero sulla terraferma, non era esperto di battaglie navali.

Durante la battaglia i piemontesi si batterono eroicamente come sempre, che si concluse con una schiacciante vittoria della Lega Santa che salvò la Cristianità da uno dei più massicci tentativi di invasione islamica.


domenica, giugno 05, 2022

208 anni dei Carabinieri

L'Arma dei Carabinieri festeggia il 208° anniversario della sua Fondazione.

5 giugno 2022

Dal 1920 il 5 giugno è stata assunta la data per la celebrazione annuale della Festa dell'Arma dei Carabinieri, in occasione della ricorrenza della concessione della prima Medaglia d'Oro al Valor Militare per l'eroica partecipazione dei Carabinieri al conflitto mondiale con la seguente motivazione : "Rinnovellò le sue più fiere tradizioni con innumerevoli prove di tenace attaccamento al dovere e di fulgido eroismo, dando validissimo contributo alla radiosa vittoria delle armi d'Italia".

La fondazione del corpo dei Carabinieri Reali fu ideata nel giugno 1814 dal Re di Sardegna, Vittorio Emanuele I di Savoia, con lo scopo di fornire al Regno un corpo di polizia simile a quello francese della Gendarmerie.

I Carabinieri Reali furono poi istituiti con le “Regie Patenti” del 13 luglio 1814.

Nello stesso anno della loro creazione, il 13 agosto 1814, Giuseppe Thaon di Revel divenne il primo Generale dei Carabinieri Reali.

Il loro nome deriva dall'arma che ogni carabiniere aveva in dotazione: la carabina, mentre i colori del pennacchio (lo scarlatto e il turchino) sono stati scelti il 25 giugno 1833 dal Re Carlo Alberto, al quale successivamente i Carabinieri salvarono la vita durante la battaglia di Pastrengo.


giovedì, maggio 05, 2022

161 anni dell'Esercito Italiano

161° Anniversario dell'Esercito Italiano

4 maggio 1861 - 2022

Celebrando questa ricorrenza, rendiamo omaggio alle Forze Armate e ricordiamo commossi tutti i soldati caduti nell'adempimento del dovere di difendere la Patria.

L'Esercito Italiano (EI) è la più antica delle tre Forze Armate italiane, assieme alla Marina Militare, all'Aeronautica Militare ed all'Arma dei Carabinieri elevata a rango di Forza Armata, tutte dipendenti dal Capo di Stato Maggiore della Difesa ed inserite nel Ministero della Difesa.

Conclusa la seconda guerra di indipendenza, alla fine del 1859, Re Vittorio Emanuele II capì che l'esercito del Regno di Sardegna non era sufficiente ad assolvere i complessi compiti che invece avrebbe dovuto affrontare il nuovo esercito a base nazionale.

Nel 1861, anno dell'Unità d'Italia, nacque il Regio Esercito Italiano, il nome che assunse per decreto l'Armata Sarda unificata con molti altri eserciti operativi prima dell'Unità d'Italia; questo avvenne il 4 maggio 1861, con decreto (nota n. 76 del 4 maggio 1861) firmato dal ministro Manfredo Fanti.

Il 4 maggio 1861 un provvedimento del Ministro della Guerra Manfredo Fanti decretava la fine dell'Armata Sarda e la nascita dell'Esercito Italiano.

Vista la legge in data 17 marzo 1861, colla quale S.M. ha assunto il titolo di Re d'Italia, il sottoscritto rende noto a tutte le Autorità, Corpi ed Uffici militari che d'ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere il nome di Esercito Italiano, rimanendo abolita l'antica denominazione di Armata Sarda.

Firmato Manfredo FANTI, Ministro della Guerra.

Ma la storia del nostro Esercito ha radici molto più lontane.

Nel 1659, il duca Carlo Emanuele II di Savoia, volendo disporre di militari addestrati e pronti all'impiego, creò cinque nuovi reggimenti interamente piemontesi: il reggimento "Piemonte", il "Savoia", il "Monferrato", il "Saluzzo" e quello delle "Guardie".


domenica, febbraio 27, 2022

80 anni battaglia del Mar di Giava

La principessa Beatrice commemora l'80° anniversario della battaglia del Mar di Giava

26 febbraio 2022

La principessa Beatrice dei Paesi Bassi, ex regina olandese, ha partecipato a un evento commemorativo delle battaglie del Mar di Giava, una delle più importanti battaglie navali della Guerra del Pacifico, che si svolsero 80 anni fa.

A Kloosterkerk, una chiesa dell'Aia, la principessa Beatrice ha partecipato alla cerimonia commemorativa in memoria di queste battaglie, alla quale hanno partecipato sopravvissuti e parenti di veterani. 

In occasione di questo 80° anniversario è stato appositamente realizzato un dipinto che rappresenta un momento decisivo della battaglia, che sarà esposto al Museo Navale.

Questa commemorazione della battaglia del Mar di Giava è organizzata dalla Marina reale olandese e dal Karel Doorman Fund, fondo istituito nel 1944 e la principessa Beatrice è la patrona.

La battaglia del Mare di Giava venne combattuta tra le forze navali alleate nell'area del sud-est asiatico, sotto il comando olandese e la sigla ABDA (American-British-Dutch-Australian Command), e le forze imperiali giapponesi. Le operazioni navali terminarono disastrosamente per gli alleati e tutti i possedimenti delle Indie orientali olandesi caddero sotto il controllo giapponese.