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lunedì, maggio 01, 2023

1° maggio senza lavoro

Festa del primo maggio senza lavoro cosa c’è da festeggiare?

1 maggio 2023

Il primo maggio dovrebbe essere un giorno di festa nel quale si celebrare il lavoro ed i diritti dei lavoratori, ma come si può festeggiare se la disoccupazione aumenta, troppi lavoratori italiani sono sfruttati e pagati male , privi di prospettive e di dignità ?

Mi domando: se la nostra Repubblica si fonda sul lavoro, come può permettersi di non tutelare l'occupazione ? Non è forse questo un fallimento totale, una dimostrazione della sua inadeguatezza e della sua incapacità di proteggere i lavoratori e di garantire un futuro dignitoso per tutti ?

Di fatto la repubblica ha dimostrato di essere incapace di tutelare l'occupazione e di garantire un futuro dignitoso agli italiani, in quanto la disoccupazione dilaga, le aziende e negozi chiudono, senza contare il tessuto sociale minacciato dall'insicurezza economica.

La repubblica ha tradito i cittadini, ha preferito fare affari con le multinazionali ed i poteri forti, piuttosto che proteggere i diritti dei lavoratori e garantire un futuro dignitoso per tutti. È inaccettabile che ci siano milioni di italiani senza lavoro, costretti ad affrontare la disoccupazione, la povertà e l'umiliazione.

La disoccupazione non è solo un problema economico, è un'umiliazione per chi non trova lavoro, una condanna per coloro che non riescono a sbarcare il lunario ed un'ingiustizia per coloro che sono costretti a vivere nella povertà.

Con quale coraggio si festeggia il primo maggio quando la situazione è così drammatica ?





sabato, maggio 02, 2020

1° maggio senza lavoro

Festa del primo maggio senza lavoro ...

1 maggio 2017

La repubblica italiana si fonda sul lavoro, come è scritto nell'articolo 1 della Costituzione, ma moltissimi italiani hanno perso il lavoro, la disoccupazione aumenta, e trovare lavoro è sempre più difficile.

In questa repubblica anche la “Festa del Lavoro” è diventata una presa in giro.

Se una repubblica, che si "fonda sul lavoro", non è in grado di tutelare la occupazione, non è forse la dimostrazione del suo totale fallimento ?


lunedì, maggio 01, 2017

1° maggio senza lavoro

Festa del primo maggio senza lavoro cosa c’è da festeggiare?

1 maggio 2017

La repubblica italiana si fonda sul lavoro, come è scritto nell'articolo 1 della Costituzione, ma moltissimi italiani perdono lavoro, la disoccupazione aumenta, e trovare lavoro è sempre più difficile.

In questa repubblica anche la “Festa del Lavoro” è diventata una presa in giro.


Se una repubblica, che si "fonda sul lavoro", non è in grado di tutelare la occupazione, non è forse la dimostrazione del suo totale fallimento ?


mercoledì, aprile 30, 2014

1° maggio senza Lavoro

1° maggio Festa dei Lavoratori o dei disoccupati ?

Festa del primo maggio senza lavoro : cosa c’è da festeggiare?

1 maggio 2014

In questa repubblica italiana anche la “Festa del Lavoro” è diventata una presa in giro.
Dopo aver distrutto il Paese ed il Popolo, la repubblica cancella anche l'articolo 1 della sua Costituzione: col Trattato di Lisbona il Popolo ha perso la Sovranità ed il Lavoro diminuisce ...


I dati rilevati dall’Istat sono sempre più drammatici.
La disoccupazione resta ai massimi storici con un tasso al 12,7%, quella giovanile raggiunge il 42,7%.
Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 248 mila, è aumentato del 6,4% su base annua (+194 mila).
Per quanto riguarda i giovani, a marzo erano occupati 915 mila tra i 15 e i 24 anni, in diminuzione del 6,0% su base annua (-59 mila).
Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati o disoccupati), è pari al 42,7%,

Certamente il Mondialismo e l'Euro hanno peggiorato l'occupazione - delocalizzazione delle imprese, austerità, indicatori macroeconomici peggiorai per gli Stati che hanno adottato l’euro, spread ... - ma non si deve mai dimenticare che in Italia il problema del lavoro ha delle cause interne.
Con questo intendo dire che per mantenere il potere la repubblica ha sempre preferito elargire assistenzialismo e clientelismo invece di far crescere il lavoro, premiare la meritocrazia e sostenere la ricerca e lo sviluppo.

In Italia non esiste la meritocrazia, fanno carriera i figli di papà alla Napolitano e di mamma alla Fornero, ed i cervelli migliori sono obbligati ad emigrare all'estero.
Il poco lavoro che rimane è quello precario ed intanto aumentano le diseguaglianze sociali.

Tra i tanti privilegiati della casta repubblicana c'è ad esempio un certo Giuliano Amato, che ha una super pensione, mentre i lavoratori, dopo una vita di lavoro e di sacrifici, rischiano di morire di fame e stenti.

L’articolo 1 della Costituzione recita: "L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo".

Niente di più menzognero e falso.  
Col Trattato di Lisbona, la repubblica senza chiederlo al Popolo, ha di fatto annullato la carta costituzionale, e adesso siamo ormai privi di sovranità ...
E che senso ha fondare uno Stato sul lavoro, invece che su principi come Libertà, Uguaglianza, Solidarietà  ...?

Insomma visto che il Popolo ha perso la Sovranità ed il lavoro diminuisce sempre di più, su cosa si fonda la repubblica ... 


mercoledì, maggio 01, 2013

1 maggio - Festa del Lavoro ?

1° maggio Festa dei Lavoratori o dei disoccupati ?

1 maggio 2013

Una festa del primo maggio senza lavoro : Che cosa c’è da festeggiare?

In questa repubblica italiana anche la “Festa del Lavoro” è diventata una beffa.
1 Maggio Festa del Lavoro ?
I dati rilevati dall’Istat sono drammatici : nel mese di marzo il numero degli occupati resta fermo a 22 milioni 674 mila, in diminuzione dello 0,2 per cento rispetto a febbraio, con la perdita di 51 mila posti di lavoro. L’1,1% su base annua: in questo caso la diminuzione è di 248 mila unità.
Il tasso di occupazione cala al 56,3%, diminuisce di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e di 0,6 punti rispetto a 12 mesi prima. Preoccupa il numero di disoccupati: sono 2 milioni 950 mila, anche se c’è una leggera diminuzione dello 0,5% rispetto a febbraio (-14 mila), che riguarda sia gli uomini che le donne. Ma su base annua la disoccupazione cresce (+297 mila).

Preoccupa soprattutto il dato che riguarda i giovani: il tasso di disoccupazione dei 15-24enni è pari al 38,4%, anche questo in aumento di 0,6% rispetto al mese precedente.

Il problema del lavoro è una questione antica soprattutto nel mezzogiorno, ma in questi sessant'anni di repubblica la situazione è peggiorata.
La repubblica per mantenere il potere ha sempre preferito elargire assistenzialismo e clientelismo invece di far crescere il lavoro, premiare la meritocrazia e sostenere la ricerca.

La disoccupazione aumenta anche in altri paesi d’Europa, ma la repubblica italiana si fonda proprio sul lavoro (primo articolo della costituzione) e quindi questo dovrebbe farci riflettere.

L’Italia è una repubblica democratica (?), fondata sul lavoro, recita la prima parte del primo articolo della costituzione repubblicana, ma se non c'è il lavoro, su cosa si fonda la repubblica  ?

La repubblica affonda nel lavoro...

giovedì, maggio 03, 2012

1 Maggio, Festa dei Lavoratori?

1° maggio Festa dei Lavoratori

Che cosa c’è da festeggiare?

In questa repubblica italiana anche la “festa dei lavoratori” è diventata una beffa.



Migliaia d’italiani hanno perso il lavoro, la disoccupazione aumenta,  trovare lavoro è sempre più difficile, tanto che molti hanno smesso addirittura di cercarlo.

L’Istat ha appena rilevato che il tasso di disoccupazione giovanile (cioè la fascia dai 15 ai 24 anni) a marzo è salito al 35,9%, 2% in più di febbraio.

In termini generali,il tasso di disoccupazione a marzo è al 9,8%, in rialzo di 0,2 punti percentuali su febbraio e di 1,7 punti su base annua. E’ il tasso più alto dal gennaio 2004.
Il numero dei disoccupati a marzo è di 2 milioni e 506 mila, in rialzo del 2,7% su febbraio. Su base annua il rialzo è del 23,4%.

Il problema del lavoro è una questione atavica soprattutto nel mezzogiorno, dove la repubblica ha sempre preferito elargire assistenzialismo e clientelismo come una ricetta per lo sviluppo, anche se in realtà era solo un modo per conquistare i voti necessari per mantenere il potere.

Penso che si debba ricordare anche coloro che, a causa della crisi, si sono suicidati.
La crisi colpisce anche i lavoratori che presi dalla disperazione e sul precipizio del fallimento hanno stroncato la loro la vita.

La disoccupazione aumenta anche in altri paesi d’Europa,, ma visto che la repubblica italiana si fonda proprio sul lavoro (primo articolo della costituzione), questo dovrebbe farci riflettere.

Il "Lavoro", considerato dalla repubblica come un diritto inalienabile, è in realtà abbandonato proprio dalle istituzione.

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, recita la prima parte del primo articolo della costituzione repubblicana.
Ma se non c'è il lavoro, su cosa si fonda la repubblica ?


giovedì, marzo 29, 2007

Stipendi repubblicani



Secondo una ricerca pubblicata dall' Eurispes, in Europa il potere di acquisto di un lavoratore italiano è al penultimo posto, superiore solo a quello di un portoghese.
CLASSIFICA PER STIPENDI.
Gran Bretagna 28.007, Olanda 23.289, Germania 21.235, Irlanda 21.112, Finlandia 19.890, Danimarca 18.735, Francia 19.731, Belgio 19.729, Spagna 17.412, Grecia 16.720, Italia 16.242, Portogallo 13.136.

Inoltre l'Eurispes specifica che
negli ultimi tre anni la nostra posizione è peggiorata: nel 2004 ed ancora nel 2005 le nostre retribuzioni nette erano superiori a quelle greche e appena inferiori a quelle spagnole: solo nel 2006 vi è stato il sorpasso della Grecia.


L'effetto congiunto dell'erosione del potere d'acquisto causata dall'inflazione, dell'elevato peso del cuneo fiscale e della contenuta dinamica salariale insieme concorrono a spiegare buste paga fra le più leggere d'Europa.
L'inflazione - conclude lo studio - ha infine giocato un ruolo non trascurabile nel deprimere i salari dei nostri lavoratori in termini di potere d'acquisto: essa infatti negli ultimi quattro anni ha avuto un andamento decisamente superiore alla crescita dei salari lordi calcolati in euro riducendo ulteriormente il valore reale dei salari netti in termini di potere d'acquisto.

Crescono poco i salari in Italia e comunque molto meno degli altri paesi europe.

In Italia il costo medio in euro per ora di lavoro è inferiore a quello di tutti paesi europei ad eccezione della Spagna, della Grecia e del Portogallo.

A questo punto una osservazione :
ma cosa fanno i sindacati in Italia ?

Ah già, ora ci sono !
CGIL CISL UIL fanno politica, anche loro sono diventati dei partiti e quindi pensano ai loro interessi ....

Poveri lavoratori italiani...


Lavoro, Eurispes: Salari italiani tra i più bassi d'Europa

salari in Italia sono tra i più bassi in Europa, e in termini di potere d'acquisto addirittura inferiori a quelli della Grecia e superiori, in Europa, solo a quelli del Portogallo. È quanto emerge da una ricerca dell' Eurispes intitolata "Povero lavoratore: l'inflazione ha prosciugato i salari".

Inoltre negli ultimi tre anni, specifica l'Eurispes, "la nostra posizione è peggiorata: nel 2004 ed ancora nel 2005 le nostre retribuzioni nette erano superiori a quelle greche e appena inferiori a quelle spagnole: solo nel 2006 vi è stato il sorpasso della Grecia".

Quindi - si legge nel rapporto - se a fine mese un dipendente italiano mette in tasca mediamente 16.242 euro, un tedesco arriva a 21.235, un inglese a 28 mila.
Prendendo in considerazione il periodo 2000-2005, l'istituto demoscopico sottolinea che "mentre vi è stata una crescita media del salario comunitario (per l'insieme dei paesi europei) del 18%, nel nostro Paese i lavoratori dell'industria e dei servizi (con esclusione della Pubblica amministrazione) hanno visto la propria busta paga crescere solo del 13,7%". Il risultato è la "posizione infima del lavoratore italiano" quanto agli stipendi netti e "penultimo nel 2006 fra tutti i paesi europei".
In Italia il costo medio in euro per ora di lavoro, calcolato sui dati forniti dallo Yearbook dell'Eurostat, è inferiore a quello di tutti i paesi europei ad eccezione della Spagna, della Grecia e del Portogallo, che è anche il paese dove i costi del lavoro sono minimi (9,5 euro all'ora) mentre Danimarca e Svezia fanno registrare i valori massimi (30,7 e 30,4 euro per ora rispettivamente).
L'effetto congiunto dell'erosione del potere d'acquisto causata dall'inflazione, dell'elevato peso del cuneo fiscale e della contenuta dinamica salariale insieme concorrono a spiegare buste paga fra le più leggere d'Europa.
Proprio il cuneo fiscale, spiega l'Eurispes, "appare, se confrontato con quello degli altri Paesi europei, particolarmente gravoso nel nostro Paese", e "tanto più punitivo in quanto la base di partenza (ossia il salario lordo) è molto al di sotto della media europea e poco più della metà di quello dei tedeschi, degli inglesi e dei danesi".
Quanto al peso delle diverse politiche della famiglia sui salari, l' Eurispes mette a confronto il cuneo fiscale del lavoratore single, ossia senza persone a carico, e quello del lavoratore con moglie e due figli a carico.
Con due sole eccezioni (Francia e Grecia) il cuneo fiscale è più lieve nei confronti del lavoratore con carichi familiari, ma alcuni paesi (Irlanda, Gran Bretagna, Spagna e Portogallo, ad esempio) si mostrano abbastanza insensibili alle necessità familiari, ed il cuneo fiscale si riduce solo di poco per favorire la famiglia.
Germania e Olanda invece attuano decurtazioni del cuneo superiori al 14% del costo complessivo del lavoro e quindi nella fiscalità complessiva sul lavoro danno vita a una decisa politica 'familiare'.
L'Italia attua una moderata politica 'familiare'. Infatti il cuneo che si inserisce fra il costo complessivo del lavoro ed il salario netto in busta e' del 9% inferiore per il lavoratore con tre persone a carico, rispetto a quello senza carichi familiari.

web
noipress

martedì, marzo 06, 2007

Lavoro nero repubblicano



Un'altra vergogna della repubblica italiana:
il lavoro nero in Parlamento.


Dopo i test antidroga e i test sul livello culturale dei parlamentari italiani, un servizio delle Iene mostra come il Parlamento italiano sia pieno di persone che lavorano in nero.

Secondo una inchiesta portata avanti da "Le Iene", sono 683 gli assistenti degli onorevoli (il 92% del totale) che vengono pagati senza alcun contratto, a prezzi molto bassi, con orari di lavoro massacranti e reperibilità di 24 ore.
Solo 54 su 683 hanno un contratto secondo le regole.

Oltre a testimonianze degli assistenti, che hanno raccontato la loro condizione lavorativa, le Iene hanno intervistato un parlamentare che ha ammesso, davanti alle telecamere, che anche in parlamento c'è lavoro in nero.
C'è anche chi ha sostenuto che i costi della politica sono troppo alti e che si ricorre al nero perchè costa troppo assumere regolarmente un collaboratore.

Se i dati raccolti e diffusi dalle Iene corrispondono alla realtà è una vergogna.
Questo significa che i politici che a parole vorrebbero approvare leggi contro la precarietà e il lavoro nero, sarebbero i primi a ricorrere a pratiche di impiego illegali e irrispettose della dignità umana.
La battaglia contro la precarietà è solo un modo per accalappiare i voti dei poveri lavoratori.

I politici sfruttano il lavoro di tanti giovani assistenti.
Lo Stato repubblicano predica bene e poi inevitabilmente razzola male.

Se un imprenditore assume un lavoratore in nero e lo scoprano finisce nei guai, mentre alla casta parlamentare repubblicana tutto è concesso.

A questo punto è chiaro che i giornalisti sono solo i lacchè del potere repubblicano!!!
Infatti scoop del genere non sono mai scoperti dai giornalisti, i quali evidentemente svaccano sulle poltrone del Transatlantico interessandosi solo degli avvezzi e magagne del Palazzo.


Un'inchiesta delle "Iene" su come vivono i "bracci destri" degli onorevoli
Dieci ore al giorno, per anni e anni, gratis o 800 euro al mese
Lavoro nero anche in Parlamento
Senza contratto 629 assistenti su 683

Lavoro nero anche in Parlamento
Senza contratto 629 assistenti su 683

ROMA - Neanche in Parlamento si sfugge al lavoro nero. Sono 683 gli assistenti degli onorevoli. Lavorano in un posto di prestigio, passano le giornate tra le "stanze dei bottoni" e gli spostamenti dei loro assistiti, hanno contatti con "quelli che contano". Ma dietro tutto questo fumo c'è davvero poco di concreto: il 92 per cento di loro lavora in nero, da anni, per tante ore al giorno, senza una retribuzione regolare. In numeri: solo 54 su 683 hanno un contratto secondo le regole.

L'inchiesta è stata portata avanti da "Le Iene", che sono riuscite ad entrare in possesso di documenti che testimoniano come funziona il lavoro dell'esercito di persone che aiuta gli onorevoli.
Ogni anno, per accreditare alla Camera i propri assistenti, i parlamentari devono dichiarare se lavorano a titolo oneroso - e quindi devono allegare un regolare contratto - o a titolo gratuito. Attraverso l'ufficio di presidenza della Camera, le Iene sono venute in possesso di questi documenti. Ne emerge un quadro disastroso. Sono ben 629, su un totale di 683, a prestare servizio senza aver mai firmato un contratto.
Molti di loro sono laureati in attesa di trovare, tra un contatto e l'altro, qualcosa con cui poter svoltare.
Ma stare accanto al potere spesso significa non averlo ma esserne schiavizzati: come hanno testimoniato alcuni di loro, con il volto oscurato, ai microfoni delle Iene, le loro giornate lavorative variano da otto a dieci ore al giorno, con disponibilità praticamente h24. Una vita che per alcuni va avanti così anche da dieci anni, per ottocento euro al mese, nella speranza che un giorno qualcosa possa cambiare.
Durante il servizio che andrà in onda domani, intervengono anche vari parlamentari. Uno in particolare, spiegano gli autori, ammette davanti alle telecamere il lavoro nero in Parlamento.
L'inchiesta è partita da una dichiarazione rilasciata diverso tempo fa da Casini che, da presidente della Camera, aveva spiegato, in seguito a un servizio delle Iene, la procedura per dare il badge agli assistenti. Il servizio di
Filippo Roma, di cui è autore Marco Occhipinti, andrà in onda domani sera su Italia Uno.

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