Articoli in evidenza:
Visualizzazione post con etichetta europa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta europa. Mostra tutti i post

venerdì, maggio 11, 2018

Premio Carlo V 2018

Il re Felipe di Spagna consegna il Premio Carlo V ad Antonio Tajani

9 maggio 2018

Sua Maestà il re Felipe VI di Spagna ha consegnato il Premio europeo Carlo V a Antono Tayani, Presidente del Parlamento europeo, per la sua ferma difesa delle istituzioni europee, basate sui valori democrazia, libertà, uguaglianza e rispetto dello stato di diritto per garantire una solida Unione Europea di cui i suoi cittadini possano fidarsi.

La cerimonia si è svolta al Monastero de Yuste, nella provincia di Cáceres (Spagna).
Nel 1556 Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero, si ritirò nel monastero di Yuste, dopo aver abdicato alla corona spagnola in favore del figlio Filippo II di Spagna e la corona del Sacro Romano Impero in favore del fratello Ferdinando I.

venerdì, settembre 19, 2014

Scozia Monarchia Democrazia Europa

Nel Regno Unito, guidato dalla Corona, il popolo ha scelto il suo futuro, invece l'UE, dominata da burocratici e banche, umilia le persone.

Nello storico referendum sull'indipendenza della Scozia gli scozzesi hanno deciso di continuare a far parte del Regno Unito: il 55,3% dei votanti ha votato contro l’indipendenza, solo il 44,7% ha votato a favore.
Dal risultato referendario gli scozzesi hanno detto “NO” all'indipendenza dal Regno Unito, e questo evento ha importanti significati politici.
Intanto nessuno ha perso ma hanno vinto la Monarchia, il Regno Unito, la Scozia, la Democrazia, il popolo britannico.


Chiariamo subito che in questo referendum la Monarchia non è mai stata messa in discussione (Elisabetta II sarebbe rimasta anche Regina della Scozia indipendente), anzi la Corona si è ulteriormente rafforzata per l'altro valore unitario dimostrato.
Inoltre con la vittoria del "sì" gli scozzesi, una volta indipendenti, non avrebbero rinunciato alla monarchia, la Scozia è sempre stato un regno ...

Alcuni politici o politologi da 4 soldi, che in Italia la fanno purtroppo da padroni - spacciando la loro visione come verità - hanno già detto che la Regina e la nascita del nuovo Royal Baby avrebbero influenzato il voto.
La Regina Elisabetta ha rotto il silenzio solo di fronte alla chiesa di Crathie Kirk, quando ha detto : "Spero che la gente rifletta". 
E non solo perché un portavoce di Buckingham Palace non ha voluto commentare quanto attribuito alla sovrana perché si tratta solo di “conversazioni private"...

In realtà l'affetto degli scozzesi nei confronti della Famiglia Reale è grande, un affetto che nessun presidente della repubblica può sperare di avere ...

La Corona ha giocato un ruolo importante e non trascurabile, ma non perché possa aver influenzato i risultati, ma piuttosto perché ha consentito il dialogo democratico, permettendo lo svolgimento del referendum in un ambiente sereno, democratico e senza timori di pericolose richieste di secessione.

Tutto sommato anche la vittoria del Si non sarebbe stata una tragedia, l'indipendenza si sarebbe realizzata con armonia e senza guerra, garantita anche dalla presenza della Corona, Elisabetta sarebbe stata la regina della Scozia ...

Comunque se la Scozia non è riuscita ad ottenere l'indipendenza, grazie alla vittoria misurata dei NO, si rafforza politicamente ed economicamente. Infatti il Governo di Sua Maestà, in prima persona col Premier David Cameron, si è già impegnato a venire incontro alle richieste scozzesi in ambito di autonomia e devolution.

Un altro punto da sottolineare è che solo le Monarchie moderne possono garantire l'Unità di una Nazione, assicurando il pieno rispetto e la valorizzazione delle realtà territoriali.
Il referendum scozzese insegna che solo uno stato monarchico con piena consapevolezza e forza di sé, può fornire il massimo baluardo dell'Unità, ridimensionando le pericolose richieste di secessione.
Un altro esempio è il Belgio dove il paese rimane unito grazie alla presenza della Corona che garantisce l'armonia tra le diverse popolazioni.

Infine da questo referendum si capisce un altro importante aspetto, e cioè la profonda differenza tra uno Stato e la Unione Europea.
Con il referendum il Regno Unito ha ancora una volta dimostrato di essere uno stato democratico, dove il popolo, unito sotto la Corona, ha potuto scegliere il suo futuro.
Al contrario l’Unione Europea che è una oligarchia guidata da burocrati e banche, impedisce ai popoli di fare altrettanto.

Insomma il caso della Scozia dovrebbe far riflettere tutti, soprattutto i politici e politologi nostrani.
E' assurda l'idea che questo referendum avrebbe diffuso timori in Europa per aver rafforzato gli stati nazionali.
Non si possono creare uno Stato ed un Popolo su dei parametri economici, come gli spread, la moneta e le tasse .... questa Unione Europea senza anima e popolo è destinata a morire.

W la Scozia
W il Regno Unito
W la Monarchia

sabato, marzo 30, 2013

La repubblica ha svenduto la sovranità

La repubblica ha svenduto la nostra sovranità.

I drammatici avvenimenti che assistiamo è la conseguenza della rinuncia alla sovranità monetaria e nazionale da parte della repubblica.

Lasciando da parte il complesso percorso storico attraverso il quale la repubblica è riuscita ad imporsi (nata con dei brogli dopo una guerra persa, dominata fin dall'inizio dalla partitocrazia, caratterizzata da corruzione e incapacità....) ci sono alcuni passaggi più recenti che ci hanno portato verso la perdita di sovranità: il Trattato di Maastricht e il passaggio dalla Lira all'Euro, l'ultimo tassello è la nomina a capo del governo di Monti da parte di Napolitano.

Prima la casta dei partiti ha votato il Trattato di Maastricht (1992), che di fatto trasforma la Costituzione in un orpello agli organi sovranazionale (UE, BCE, FMI) e apre la strada alla perdita di sovranità.
Il Trattato di Maastricht modifica la nostra Costituzione, sovrapponendole degli impegni internazionali e sottoponendo l'Italia ad una dittatura monetarista al servizio degli interessi delle banche.
L'Italia rinuncia alla sovranità monetaria nazionale per trasferirla alla Banca Centrale Europea (BCE) e la Lira è convertita in Euro.
Inoltre questi cruciali passaggi sono avvenuti senza il coinvolgimento del popolo, senza referendum.
In questa maniera la repubblica ha tradito sia la costituzione sia il popolo.

Gli ultimi momenti della perdita di sovranità sono legati a quando la classe politica cede alle pressioni internazionali e allo spread (Berlusconi si dimette) e quando il presidente della repubblica nomina a capo del governo una persona che fa parte di organismi sovranazionale (UE, Club Bilderberger).  Come se non bastasse  il presidente della repubblica premia Monti senatore a vita ...

Il governo tecnico voluto dal presidente Napolitano è il frutto finale della perdita di sovranità, Monti più che un premier è stato l'esecutore delle disposizioni ordinate dalla nomenklatura dell'UE.
Monti si è quasi esclusivamente impegnato a realizzare una serie di misure economiche (era quello che gli avevano ordinato), come il Fiscal Compact, il MES, il pareggio del bilancio pubblico. Tutti questi obiettivi sono stati ottenuti con una miriade di tasse e con l'austerità che hanno impoverito gli italiani, non certo la classe politica e le spese dello stato repubblicano.

Anche il caso dei marò è una conferma della perdita di sovranità nazionale, non è una vicenda contingente causata da errori del governo. 
Uno stato che perde la sua sovranità diventa una colonia o uno stato di serie B che deve subire i diktat di altre nazioni o organismi più forti, e nello scacchiere internazionale conta ben poco.

D'altronde un primo ministro non eletto dal popolo e che raggiunge questa carica solo perché appartiene ad organismi sovranazionali, non può difendere gli interessi nazionali.

Il regime repubblicano, nelle mani di una classe politica inetta, ha impoverito, svenduto e umiliato l'Italia .
Dobbiamo liberarci di questa repubblichetta da operetta che rovina l'Italia, l'Italia deve ritornare ad essere la Patria degli Italiani.

Solo con un Nuovo Risorgimento potremo riconquistare la Sovranità politica e monetaria.



lunedì, settembre 12, 2011

Alberto di Monaco al Parlamento europeo

Il Principe Alberto di Monaco si è recato al Parlamento europeo di Bruxelles, per partecipare alla conferenza
"Foreste europee e mondiali - quale futuro ?

7 settembre 2011

Il convegno è stato aperto dal Principe Alberto II di Monaco.

Alla conferenza del Parlamento europeo che celebra l'Anno Internazionale delle Foreste 2011, Sua Altezza Serenissima il Principe Alberto II di Monaco ha detto : "Dobbiamo lottare per salvare le foreste minacciate in questo pianeta".


Gli obiettivi della conferenza erano quelli di scambiare le migliori pratiche e soluzioni per la conservazione e gestione delle foreste, sensibilizzare l'opinione pubblica sui principale ostacoli legati alla deforestazione, come il disboscamento illegale e il rispetto dei diritti delle popolazioni, e riaffermare il legame tra la lotta contro la povertà e la deforestazione.

LINK
European and global forests – which way for the future?

giovedì, febbraio 03, 2011

Il sistema Euro è insostenibile?

Al Forum Economico Mondiale di Davos, dopo si discute su grandi questioni dell'economia globalizzata, a proposito della crisi che colpisce la moneta unica europea, il professor di Economia all'Università di Francoforte Wilhelm Hankel ha affermato che il piano di salvataggio previsto farà sprofondare l'Europa in una crisi ancora maggiore, in quanto - a suo dire - 2/3 degli stati di eurozona sono già in fallimento.

Secondo l'economista i tagli drastici al bilancio voluto dagli "eurocrati", dopo aver sacrificato la vecchia moneta nazionale in favore di quella artificiale dell'euro, rende i governi incapaci di creare tutta la prosperità possibile per le proprie nazioni e rimuove i pilastri – bilancio e moneta – su cui poggia qualunque stato sovrano.

Inoltre queste politiche sono un pericolo per la democrazia stessa e ha detto che, in considerazione della bancarotta di due terzi delle nazioni dell'euro, il sistema della moneta unica è destinato al fallimento.

Inoltre si sta compiendo un errore analogo a quello commesso un'ottantina di anni fa dal governo tedesco che, per risparmiare sulle spese pubbliche e contemporaneamente colmare il debito pubblico, portò al regime di Hitler.

Link
Il salvataggio bancario portò al regime di Hitler

venerdì, dicembre 17, 2010

Re di Giordania e l'Unione Europea

A Bruxelles, il re di Giordania è stato ricevuto dal presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso.

15 dicembre 2010

In un discorso al vertice del Partito popolare europeo (PPE, il più grande blocco in Parlamento) e con 20 presidenti e primi ministri europei e leader dell'opposizione, il re Abdullah ha sottolineato la necessità di attivare il dialogo inter-religioso attraverso gli sforzi comuni per diffondere i valori della pace e della tolleranza.

Inoltre re Abdullah ha sottolineato l'importanza di un'azione immediata ed efficace per risolvere il conflitto israelo-palestinese sulla base della soluzione dei due stati.

Il re ha anche incontrato imprenditori e dirigenti di diverse società belghe ed internazionali per incoraggiarli a investire in Giordania e ad aumentare gli scambi economici e gli investimenti.

Link
King takes interfaith effort to EU stage

venerdì, maggio 14, 2010

LA CRISI DELLA GRECIA E DELL’EURO

Con il fallimento della repubblica ellenica, ci troviamo di fronte alla più grande crisi dell’Unione Europea e dell’euro.

La situazione è drammatica. La Grecia è stata commissariata, in quanto è già in default, ossia insolvente, ha bisogno di prestiti per ripagare le scadenze del proprio debito.
La crisi greca è soprattutto una crisi di fiducia. Il governo ha bisogno di soldi per intervenire nell’economia “reale” e per farlo li chiede in prestito attraverso titoli di debito pubblico, ma ormai i compratori non si fidano dello stato greco di ripagare i titoli di Stato e per essere indotti all’acquisto dei titoli chiedono interessi sempre più alti.

Nonostante il mega-prestito, il fallimento della repubblica ellenica non è stato affatto scongiurato.
Il prestito Ue-Fmi servirà a tamponare le prime necessità finanziarie e già si prevedono la sollevazione popolare per le enormi difficoltà economiche che dovrà subire la popolazione greca.
Infatti per diminuire il debito pubblico e far ripartire l’economia servono provvedimenti impopolari, osteggiate anche dai politici che temono di perdere voti.

Assistiamo alla solita sceneggiata dei politicanti che questa volta trovano il capro espiatorio nella trama degli speculatori che, in nome dell'avidità, osano dissolvere l'euro. Si parla anche di "contagio" di altri paesi, Portogallo, Spagna, Irlanda.. Italia.

Alla fine i politicanti europei decidono di acquistare i titoli tossici greci attraverso le banche centrali : 750 miliardi di euro, come se fossero noccioline, invece sono una cambiale che dovrà essere pagata dai poveri europei.

I problemi economici e politici non sono un'invenzione, e questa speculazione spazza via finalmente le falsità e le mistificazioni dei politicanti sulla situazione economica reale.
Si scopre che la Grecia truccava e taroccava i propri conti da decenni e nessuno in Europa se ne era accorto...nessuno sapeva...

Quindi altro che colpa della speculazione... la speculazione è utile perché svela le vere colpe e responsabilità dei politicanti, incapaci di svolgere il loro compito e preoccupati solo di essere rieletti alle prossime elezioni.
Manca totalmente un'idea e una visione politica che vada oltre l’immediato.

Quindi la commissione europea, l'Ecofin, la Bce e i politicanti hanno lanciato l’ordine di “salvare l’Euro a tutti i costi” e hanno deciso di stanziare 750 miliardi per impedire che la crisi dopo la Grecia possa mettere in ginocchio altri Paesi.

Di fronte a questo ordine mondiale non si può che rimanere sospettosi e preoccupati.

- Siamo sicuri che la crisi finanziaria sia causata dalla speculazione e non dalla Globalizzazione?
- E perchè la Politica non fa nulla contro la speculazione?
- E perchè la Politica non contrasta l’enorme potere dell’economia?
- E perchè la Politica subisce gli ordini dei Grandi Gruppi Finanziari?
- Quali vantaggi hanno avuto i cittadini dalla moneta unica europea?


Invece di godersi dei vantaggi(?) dell'euro, cominciamo ad "assaggiare" tutte le sue negatività, si diceva che l’euro ci avrebbe portato stabilità e ricchezza, ed invece ha già perso metà del valore della lira e tutti siamo più poveri e insoddisfatti di prima.

La economia dovrebbe essere un mezzo per avere la prosperità degli uomini, invece è la religione della società globalizzata dominata dalle “agenzie di rating” che classificano le aziende e che, aggiungendo (o togliendo) una A, segnano il destino delle nazioni.
Queste agenzie rating (Moody's, Standard & Poor's, Fitch) sono i nuovo santuari dove inginocchiarsi e prostrarsi al Dio Denaro.

Non sono un economista ma non mi fido delle rassicurazioni di rito che arrivano da Bruxelles o dai Palazzi dei politici.
La maggior parte dei politici pontificano quanto sia bello e grandioso la “Globalizzazione”, ma io invece vedo uno scenario catastrofico.

Si sono compiuti troppi errori: credere che il Fmi e il Bce potessero agire da soli, che il Mondo debba essere guidato dal Mercato, che la Finanza comandi sulla Politica, alimentare il materialismo, distruggere le nazioni e le tradizioni...

Nel caso greco l’errore grave è stato ignorare volutamente le bugie e falsità raccontate dai responsabili della Grecia.
L’Europa avrebbe dovuto muoversi molto prima. Oggi l’ipotesi più probabile rimane quella di un default sul debito con tutto ciò che ne consegue.

La speculazione è sorta perchè il mercato (giustamente) ha ritenuto che la Grecia non sia in grado di pagare i suoi debiti. Quindi la colpa non è della speculazione ma la speculazione certifica il fallimento della repubblica greca e della Unione Europea.

Il debito è stato creato dalla repubblica Grecia e l’UE non si è mai accorta di nulla, e adesso i popoli dovranno pagare gli errori fatti da chi ha creato questo sfacelo.

Ebbene la Grecia chiede soldi agli altri stati, i quali, nel timore di trovarsi in una situazione analoga (a chi tocca la prossima volta..), lo aiutano per nascondere il fallimento del sistema globale. L’ordine è stato: “salviamo la Grecia per non far fallire l’UE”.

Domanda: la Grecia a rischio default è l’inizio della fine dell’euro?

E poi, se fosse davvero colpa della speculazione, come si potrebbe continuare a credere nel “progresso” provocato dall’euro e dalla globalizzazione (come appunto si propaganda) se è facilmente e banalmente messo in crisi dagli speculatori?
Ma allora gli speculatori sono più forti e importanti dei governi e degli Stati....

Vogliamo una civiltà controllata dal denaro?
E’ questo il futuro che ci attende?

mercoledì, marzo 24, 2010

La regina olandese alla conferenza del Parlamento europeo

La Regina Beatrice dei Paesi Bassi ha partecipato all'apertura ufficiale della 32° Conferenza Internazionale del Modello del Parlamento Europeo tenuta a L'Aja.
22 marzo 2010.

Il modello del Parlamento europeo offre agli studenti di tutti gli Stati membri europei la possibilità di partecipare ad una simulazione del Parlamento, cioè alcuni studenti agiscono come se fossero membri del Parlamento europeo.

Link
Model European Parliament

sabato, novembre 14, 2009

Elisabetta incontra il Segretario NATO

La Regina Elizabeth ha incontrato a Buckingham Palace il nuovo Segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, ex primo ministro della Danimarca.

Il Segretario generale della NATO, dopo la riunione con il Primo Ministro britannico Gordon Brown, ha detto che è fiducioso che i paesi presto aumentanno il loro impegno per la missione dell'Alleanza in Afghanistan.

La Gran Bretagna ha deciso di aggiungere 500 uomini ai suoi contingente se il governo afghano diminuerà la corruzione.

giovedì, novembre 05, 2009

Crocefisso, Europa, repubblica

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito che: “il crocefisso nelle aule scolastiche è una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e una violazione alla libertà di religione degli alunni”.

Primo punto
L’Europa è culturalmente e storicamente fondata su radici cristiane quindi il crocefisso è soprattutto la nostra identità culturale e sociale.
E’ parte di noi, non solo religiosamente, ma anche culturalmente e quindi cancellare le radici, rappresentati anche dal crocefisso nelle scuole, è come rinnegare chi siamo.

D'altronde non è una novità che uno degli obiettivi della UE sia quello di cancellare le radici cristiane dell'Europa, già nella stesura della Costituzione europea aveva evitato di menzionare le nostre radici cristiane.

Secondo punto
Stupisce e, ancora di più è preoccupante, registrare che la sentenza arrivi da una anonima corte di giustizia europea in seguito ad una richiesta sollevata da una cittadina italiana che nel 2002 chiese all'istituto statale, frequentato dai suoi figli, di togliere i crocifissi dalle aule.

Da questa sentenza, molto discutibile, si desume l’assoluta arroganza della oligarchia europea, ed è scandaloso che una semplice sentenza giuridica possa cancellare l’identità di una civiltà e per di più da una nomenklatura anonima europea, non votata e non conosciuta da nessuno.
L’UE vuole imporre il proprio volere ai cittadini. Fermiamola!

Terzo punto
Questa imposizione non è laicità, non garantisce la pari dignità dei cittadini senza differenza di religione, ma è propugnare l’ateismo di Stato, insegnare ai ragazzi che si deve credere in nulla, impedire la difesa della propria identità.

La laicità non significa negare la propria identità, non significa reprimere e sopprimere la volontà della maggioranza degli italiani e la loro fede religiosa.
Laicità significa semplicemente rispettare i cittadini che hanno una fede diversa.

Quarto punto
Inoltre questa sentenza della Corte Europea è in palese contrasto con i nostri principi costituzionali. La prima parte della Costituzione riconosce la particolare posizione della cattolicesimo nella nostra società.
Infatti la repubblica italiana non è uno Stato laico, ma concordatario, come sancito dall’articolo 7 della Costituzione.

Questo è un'altra dimostrazione dell’arroganza della nomenklatura dell’UE che non tiene conto delle costituzioni dei membri.

Quinto punto
Il “pluralismo” dovrebbe essere soprattutto applicato in ambito politico e non solo in quello religioso e culturale.

Se il crocifisso è così scandaloso nelle scuole allora, in base alla stesso principio della libertà, in difesa delle convinzioni di ciascun cittadino, si dovrebbe cancellare le foto del presidente della repubblica esposte in tutti gli edifici pubblici.

Infatti tutti i presidente della repubblica sono politici che appartengono ad un partito, quindi le loro foto negli edifici pubblici sarebbero un continuo spot politico a favore del partito di riferimento del presidente che condizionerebbe le idee dei cittadini.

Sesto punto
Per la sentenza UE il crocefisso nelle scuole viola il diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e viola la libertà di religione degli alunni.
Allora, con lo stesso ragionamento, le foto del presidente della repubblica negli edifici pubblici, essendo fortemente associate al repubblicanesimo, condizionerebbero l'educazione e le convinzioni dei cittadini e alterebbero la libertà politica.
Le immagine fotografiche del presidente della repubblica sarebbe l’icona della repubblica, strumento della propaganda repubblicana, che inoltre sarebbero un insulto nei confronti dei monarchici.

Visto che l’UE non ha tenuto conto dei principi costituzionali italiani (concordato e l’articolo 7 della Costituzione), l’UE dovrebbe chiedere all’Italia di togliere l’immagine fotografica del presidente della repubblica.
Mi aspetto che i laici, che hanno appreso con soddisfazione la sentenza, condividano l’idea di cancellare le foto del presidente della repubblica dagli edifici pubblici.

Settimo punto
Il crocifisso è anche il simbolo della storia e della cultura europea (potrebbe dare fastidio a qualcuno ma è così) mentre la foto del presidente della repubblica non rappresenta la storia e l’identità del Paese.
Infatti l’Italia nacque nel 1861 grazie all’opera di Casa Savoia,
il Risorgimento fu un fenomeno monarchico, il primo stato unitario fu quello del Regno d’Italia e solo poche decine di anni fa la identità dell'Italia era rappresentata dai Re d’Italia.

Quindi se si cancella il crocefisso, simbolo davvero delle radici europee, a maggior ragione si dovrebbe cancellare le foto del presidente della repubblica che hanno una valenza molto ma molto minore.

Ottavo punto
Tra i i diritti umani violati si dovrebbe includere l’Articolo 139 della costituzione italiana che impedisce agli italiani di decidere quale sistema istituzione debba regolare il nostro Paese.
Tale articolo, oltre che antidemocratico, è offensivo nei confronti degli italiani che non possono né devono subire il vincolante pensiero di chi le ha imposte precedentemente.

Con l'Art. 139 la repubblica italiana, oltre non rispettare le volontà degli italiani, non rispetta le numerose monarchie che ci sono in Europa.

Nono punto
Il repubblicanesimo genericamente è l'ideologia di una nazione governata da una repubblica ma in Italia è diventato una religione laica.
Infatti l'art.139 - la repubblica non può essere oggetto di revisione costituzionale - ha trasformato la repubblica in dogma e lo dimostrano anche alcune affermazioni come quella di Ciampi quando osò affermare che la Costituzione repubblicana è la Bibbia Civile.

Per la Libertà si deve reagire all'oligarchia europea ed al repubblicanesimo italiano!

giovedì, giugno 04, 2009

Filippo e Matilde di Belgio alla sede dell'EU a Bruxelles

Il Principe ereditario Filippo e la consorte, Principessa Matilde, accompagnati dal presidente della Commissione Europee, Jose Manuel Barroso, hanno visitato la sede dell'Unione Europea di Bruxelles.
(2 giugno 2009)

domenica, maggio 17, 2009

Re di Spagna riceve il presidente della commissione europea

Al Palazzo Zarzuela di Madrid, il Re Juan Carlos ha ricevuto il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, che è in visita di lavoro in Spagna.
(14 maggio 2009)

domenica, marzo 29, 2009

Giustizia processi repubblica

La repubblica italiana continua ad accumulare rimproveri da parte della Unione Europea.

Questa volta il consiglio d’Europa bacchetta l’Italia per le lungaggine dei processi e d'altronde chiunque sa quanto i processi in Italia siano lenti.
Il Consiglio d’Europa ci chiede ufficialmente di risolvere questo problema, chiedendo di adottare le necessarie misure per accelerare i processi civili, penali e amministrativi.

E' anche giusto ricordare che la Banca Mondiale aveva stilato una classifica (rapporto Doing Business), nella quale l'Italia si trova al 156.mo posto su 181 paesi, dietro a paesi come Angola, Gabon, Guinea.

Il problema non è la mancanza di leggi (ce ne sono troppe) ma renderle efficaci e farle rispettare. Basta pensare a tutte quelle leggi che poi si sono rivelate inutili.

Piuttosto c'è bisogno di uno stato in grado di risolvere i problemi degli italiani e di una classe politica diversa da quella attuale.

Come si può pensare che lo stesso sistema che ha distrutto il funzionamento della Giustizia possa adottare misure ad hoc per ridurre l’elevato numero di cause pendenti?


ROMA (26 marzo) - Per la lentezza dei processi, l'Italia è al 156.mo posto su 181 paesi presi in considerazione dalla Banca Mondiale: nella graduatoria viene dopo Angola, Gabon, Guinea e Sao Tomè e precede Gibuti, Liberia, Sri Lanka e Trinidad. Il dato ha suscitato lo sconcerto maggiore alla fine dello scorso gennaio in occasione dell'apertura dell'Anno Giudiziario e giustifica gli allarmi - l'ultimo dei quali è di oggi - lanciati a ripetizione dal Consiglio d'Europa.

Nel descrivere le cifre del disastro della Giustizia, il primo presidente della Cassazione Vincenzo Carbone spiegò che la classifica internazionale più attendibile sui tempi dei processi non era da ricercare in studi giuridici ma proprio nel rapporto Doing Business che la World Bank stila per fornire indicazioni alle imprese sui Paesi in cui è più vantaggioso investire.

In Italia - stando allo studio - un processo civile dura in media 1.210 giorni; in Germania, che è al nono posto, 394 giorni. La Francia è al decimo con 331 giorni; Il Regno Unito al 24/mo con 404 giorni;la Spagna al 54/mo con 515 giorni.

Nel sud Italia ancora più lenti - Nel Nord Ovest una causa di lavoro dura (in primo grado) 369 giorni, nel Nord Est 609, nel Centro 591 e nel Sud 1031.

Indennizzi - Nel 2008 sono costati più 32 milioni di euro all'erario dello Stato i risarcimenti ai cittadini per la lentezza dei processi, in base alla legge Pinto.

Napoli capitale dei ritardi, Brescia vurtuosa - Il capoluogo campano conduce la classifica dei tribunali più lenti: 11 mila le richieste di 'indennizzò. Segue Roma con 3992, Potenza con 2149, Venezia con 1474, Salerno e Firenze con 1100, Catanzaro con 894, Genova con 793, Catania con 694, Ancona con 666, Milano con 661. Brescia - 'fanalino di cosà in positivo con 561.

Durata media processo in Cassazione - È di 1.140 giorni nel settore civile, 990 se dal calcolo si escludono le cause fiscali. Nel penale si aspettano 266 giorni.

Ricorsi alla Corte Europea per i diritti umani - Dai dati forniti alla fine di gennaio dal presidente, Jean Paul, per l'Italia le cause pendenti sono 4.200 (2.600 relative ai processi-lumaca) contro le 2.500 della Germania e le 1.289 della Gran Bretagna. Nel 2008 la lentezza dei processi è stata la causa di 51 delle 82 condanne inflitte dalla Corte all'Italia.

Ogni giorno rinviati 7 processi su dieci - Il dato, emerso da un rapporto sul processo penale pubblicato nel settembre scorso dall' Eurispes, si riferisce ai motivi più vari: assenza del giudice titolare (12,4%), notifica all'imputato omessa o sbagliata (9,4), problemi tecnico-logistici (6,8), esigenze difensive (6,6), assenza del difensore
ilmessaggero

venerdì, novembre 07, 2008

Europa, droga, Italia


Anche se molti studi scientifici hanno dimostrato i danni cerebrali provocati dalle droghe ed anche l'alterazione della normale maturazione del cervello degli adolescenti, nonostante ciò, molti giovani ne fanno sempre più uso.

È allarmante il risultato del rapporto annuale dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, Oedt.
C'è un continuo aumento dell'uso della droga, in particolare salgono le quotazioni della cocaina, scendono gli spinelli, crolla l'ecstasy e l'eroina rimane stabile.
L'Italia purtroppo è tra i Paesi europei che nell'ultimo anno ha fatto registrare il più alto consumo di cocaina: il 3,2% dei giovani tra i 15 e i 34 anni
Con molta amarezza registro il triste primato di cui il nostro paese è protagonista, l’Italia ai primi posti in Europa per consumo di droga.

Sembra dai dati si scopre che in questa Europa ogni ora un giovane muore per un’overdose.
A livello europeo circa 2 milioni di giovani (15-34 anni) hanno provato le anfetamine nell'ultimo anno e circa 2,5 milioni l'ecstasy.
Nonostante il calo di popolarità nel consumo di cannabis, oltre 71 milioni di persone ne ha fatto uso almeno una volta nella vita e circa il 7% (23 milioni) ad averla consumata nell'ultimo anno, la sostanza illecita più utilizzata in Europa.

Di fronte a questo allarme - già noto da molto tempo - significa che c'è assolutamente bisogno di un forte intervento della società civile e delle autorità al fine di sensibilizzare i giovani sui seri rischi dell’assunzione di stupefacenti.

Mesi fa si era aperta una polemica sull'uso di stupefacenti da parte di molti parlamentari, e quindi se anche le istituzioni sono colpite da flagello della droga, come si può sperare che i giovani siano sensibili ad una propaganda antidroga proposta dalle istituzioni?

Un'Europa sempre più drogata e l’Italia patria della canna
E' questa l'europa che vogliamo?
Cosa fa la repubblica per combattere la droga?

L'enorme consumo di droga è indice di una società in profonda crisi dove non ci sono più punti di riferimento e dove gli uomini hanno paura del futuro.

sabato, settembre 06, 2008

euroscetticismo e napolitano

Invece di preoccuparsi della decadenza del nostro Paese, della povertà dilagante tra gli italiani, della mancanza di punti di riferimento, napolitano si preoccupa delle prossime elezioni europee perchè si è diffuso un certo euroscetticismo.

Secondo napolitano i governi nazionali dovrebbero spiegare ai cittadini l'importanza dell'Unione e non dovrebbero fare polemiche sulla burocrazia eccessiva.

Innanzitutto napolitano dovrebbe chiedersi perchè ci sia questo euroscetticismo e se è giusto che ci sia questa eccessiva burocrazia.
Inoltre, a parte l'eccessiva azione politica svolta dalla persone che invece non dovrebbe fare politica, mi sembra che il presidente della repubblica si dimostra lontano anni luce dalle vere necessità ed interessi degli italiani.
Agli italiani interessa che ci sia lavoro, benessere, uno stato efficente, ed una classe politica corretta e capace di svolgere il proprio mestiere.

E poi una domanda.
Come si può dire la verità ai cittadini se si nasconde la realtà e si impedisce agli italiani di esprimere, ad esempio con un referendum, la loro adesione alle decisioni prese dalla casta dei politici ?


Napolitano: "Sono preoccupato per le elezioni europee"

COMO - "Guardo anch'io alle elezioni europee con apprensione perchè nei nostri Paesi si è diffuso un certo euroscetticismo". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, collegato in video conferenza con il workshop Ambrosetti a Cernobbio. "Non c'è dubbio - ha spiegato Napolitano - che c'è il maggiore o minore scetticismo è legato alle risposte che l'unione sa dare". L'appello del capo dello Stato è chiaro: i governi nazionali spieghino ai cittadini l'importanza dell'Unione e non usino l'Ue come alibi: " Non si possono fare polemiche sull'eccesso di regolamentazione o sul carattere burocratico delle direttive europee nascondendo ai cittadini che nessuna direttiva è stata approvata senza il consenso dei governi. Bisogna saper fare un discorso di verità ai cittadini".

larepubblica

venerdì, giugno 13, 2008

Referendum irlandese boccia il trattato di lisbona

In una repubblica il capo dello stato superpartes è una leggenda metropolitana, una falsa percezione della verità propagandata dalla repubblica.

Si dice con enfasi che il presidente della repubblica è al di fuori delle parti e che non fa politica.
Ebbene Napolitano continua a fare politica non solo con la chiara intenzione di condizionare il parlamento italiano ma si permette di dare indicazioni agli altri stati.
Infatti ha chiesto di lasciare fuori chi dice no. Non si può pensare che la decisione di poco piu' della metà degli elettori di un Paese che rappresenta meno dell'1% della popolazione dell'Ue possa arrestare il processo di riforma.

Innanzitutto la percentuale detta da napolitano non ha senso in quanto ricorda solo gli irlandesi e non anche i francesi,olandesi, e danesi che precedentemente avevano bocciato i trattati europei.

Inoltre se poco più della metà di un popolo, che corrisponde all'1% degli europei, non può bloccare il cosiddetto processo di riforma allora mi permetto di ricordare che questo processo è voluto dagli euroburocrati di bruxelles (una minoranza), e che in Italia la decisione è stata presa solo dal Parlamento, cioé da circa 1000 persone, una quisquilia rispetto alla popolazione.
In Italia l'adesione alla costituzione ed ai trattati europei è stata presa dalla casta dei politici, la repubblica italiana non ha permesso agli italiani di decidere il loro futuro.
A quanto pare napolitano non rispetta la scelta democraticamente voluta dai popoli che con un referendum hanno bocciato il trattato.
Alla faccia del principio, così tanto decantato dai repubblicani, che la sovranità appartiene al popolo.

La verità è che quando i popoli sono stati consultati con un referendum, i trattati costituzionali europei sono stati rifiutati.

L'Europa è fatta dai popoli, non dagli euroburocrati

Ue: Napolitano, non partire da zero
Capo Stato, 'lasciare fuori' chi blocca costruzione europea

(ANSA) - ROMA, 13 GIU - Dopo il no irlandese al Trattato europeo 'non si puo' ripartire da zero'. Lo dice Napolitano che chiede di 'lasciare fuori' chi dice no.'Non si puo' pensare -afferma- che la decisione di poco piu' della meta' degli elettori di un Paese che rappresenta meno dell'1% della popolazione dell'Ue possa arrestare il processo di riforma'. Quindi 'l'iter delle ratifiche dovra' andare avanti' ed 'e' l'ora di una scelta coraggiosa' lasciando fuori dalla costruzione europea, 'chi minaccia di bloccarla'.

ansa

martedì, febbraio 12, 2008

napolitano burocrate europeo

Un capo di stato dovrebbe essere molto prudente nel parlare, in particolare in tema di politica estera, anche perché non mi risulta che il presidente della repubblica abbia poteri di indirizzo in politica.

Lo scorso 11 febbraio nel corso della Lectio Magistralis svoltasi a Trento, il presidente della repubblica ha detto che È indispensabile che il nuovo Trattato europeo di Lisbona entri in vigore l’anno prossimo, prima delle elezioni per il Parlamento di Strasburgo ed ha sollecitato l’Italia a ratificare il Trattato europeo di Lisbona anche in questa fase elettorale e criticando, con impliciti riferimenti, Paesi come la Gran Bretagna.

Non sono un costituzionalista ma so che un presidente deve evitare di fare politica e quindi napolitano, spingendo i politici a non indugiare nel ratificare la Costituzione europea, e’ andato ben oltre le sue prerogative, ed inoltre non puo’ certo permettersi di criticare le scelte politiche di altri Stati.

Ricordo che il regime repubblicano ha deciso di giungere all'Unione Europea via parlamentare e senza consultare gli italiani, al contrario di quello che hanno fatto altri paesi, come la Francia ed Olanda.
Io penso che il metodo parlamentare è una scorciatoia che avvalora la tesi del deficit di legittimità del sistema istituzionale europeo e nonche’ la mancanza di una effettiva democrazia della repubblica italiana.

Nonostante la classe politica e la grande imprenditoria lodano gli effetti positivi dell'Unione Europea (e mi chiedo se sia proprio vero ..), gli italiani non sono per nulla soddisfatti dell’unione europea, l'euro ha indebolito il loro potere d'acquisto, e l’entusiasmo europeo e' ormai solo un ricordo.
Ritengo che solo un referendum popolare può garantire la democrazia in Europa e quindi il trattato europeo dovrebbe comunque sempre passare al vaglio del corpo elettorale.
Purtroppo in Italia non è stato così ed ora napolitano addirittura ritiene che si debba procedere alla ratifica del Trattato di Lisbona anche se le Camere sono sciolte.

Napolitano (come precedentemente ciampi) spinge i politici ad essere europeisti ad ogni costo, e percio’ svolge un ruolo politico di primo piano che è in contrasto con la costituzione.
Ci risiamo con la solita doppiezza della costituzione repubblicana.
La repubblica considera il capo di stato la persona apolitica e superpartes, mentre in realtà è un politico, per mestiere e passato, imposto dai partiti ( se non addirittura solo dalla maggioranza) al quirinale che continua ad influenzare la classe politica.

L’ultima dichiarazione di napolitano dimostra che il Parlamento è una variabile dipendente invece che l’espressione del popolo sovrano.
Infatti non conta il consenso dei cittadini e napolitano formalizza apertamente la dittatura dei burocrati di Bruxelles e cioe’ che l'Italia e gli Italiani soprattutto, non hanno voce in capitolo nelle decisioni che riguardano il loro futuro.
Napolitano e’ sempre un comunista non solo perche’ non ha mai ripudiato il passato, ma anche perche’ con l’ultima dichiarazione sembra eseguire gli ordini della nomenklatura di bruxelles tanto simile al politburo sovietico.

lunedì, giugno 11, 2007

Demagogia di napolitano


Non capisco come napolitano possa non rispettare la scelta di altri popoli europei che con un referendum popolare hanno rifiutato la costituzione europea.
A questo punto il presidente napolitano da l'impressione di ignorare il più banale principio democratico, quel trattato è stato bocciato da milioni di cittadini europei, ed è molto grave la sua dichiarazione.

C'è il grosso problema politico se sia preferibile giungere all'Unione Europea via referendum popolare o via parlamentare, se sia meglio procedere dall’alto verso il basso o viceversa.
Il metodo parlamentare mi sembra una scorciatoia che avvalora la tesi del deficit di legittimità del sistema istituzionale europeo.
Forse solo un referendum popolare può garantire la democrazia in europa e secondo me il trattato europeo dovrebbe comunque sempre passare al vaglio del corpo elettorale.
Purtroppo in Italia succede esattamente l'opposto.
La repubblica italiana non solo non ha chiesto agli italiani se sono favorevoli oppure no al trattato europeo, ma non rispetta neanche i popoli che hanno rifiutato il trattato..

Napolitano (come ciampi) spinge i politici a ed essere europeisti ad ogni costo e quindi svolge un ruolo politico di primo piano che è in contrasto con la costituzione.
La solita falsità della costituzione repubblicana.
Il presidente della repubblica è considerato il capo di stato apolitico e superpartes, mentre in realtà è un politico, per mestiere e passato, imposto dai partiti (anzi solo dalla maggioranza) al quirinale.

No a questa UE
W l'Europa delle Patrie


Napolitano: salvare il Trattato Ue

'Superare il 'punto morto' dopo i no di Francia e Olanda'

(ANSA)- SIENA, 11 GIU - Di fronte agli studenti di Siena, a fianco al presidente tedesco Koehler, il capo dello Stato Napolitano chiede di salvare il Trattato Ue. Secondo il presidente della Repubblica occorre superare il 'punto morto' nato dai 'no' dei referendum francese e olandese, e non arrendersi di fronte 'alla reticenza di altri paesi che pur avendo firmato il Trattato non lo hanno ratificato'.
Sul Trattato 'si fa spesso molta demagogia' ha aggiunto il capo dello Stato.
ansa

martedì, maggio 15, 2007

Napolitano contro Regno Unito e Francia

Non capisco come napolitano possa permettersi di muovere aspre critiche all’indirizzo dei paesi che non hanno ancora ratificato la Costituzione europea.
Come avevo già scritto in questo post, un capo di stato deve sempre essere molto prudente, in particolare in tema di politica estera, anche perchè non mi risulta che il presidente della repubblica abbia poteri di indirizzo in politica estera.

Il presidente della repubblica italiana - dicendo che "da parte del Regno Unito c'è un atteggiamento “scandaloso” e che la Francia non è sufficientemente coraggiosa - dimentica che con un referendum i francesi hanno rifiutato la Costituzione europea, e che nella società britannica c'è un'avversione largamente diffusa nei confronti dell'Europa.
Il presidente napolitano ignora il più banale principio democratico che quel trattato è stato bocciato da milioni di cittadini europei, ed è molto grave la mancanza di rispetto della scelta di altri popoli europei.

Inoltre in Italia l’entusiasmo europeo è imposto ed amplificato dalla classe politica e dalla grande imprenditoria, ma in realtà gli italiani non sono molto soddisfatti anche perchè con l'entrata in vigore dell'euro tutti sono diventati più poveri.

C'è il grosso problema politico se sia preferibile giungere all'Unione Europea via referendum popolare o via parlamentare, se sia meglio procedere dall’alto verso il basso o viceversa.
Il metodo parlamentare mi sembra una scorciatoia che avvalora la tesi del deficit di legittimità del sistema istituzionale europeo.
Forse solo un referendum popolare può garantire la democrazia in europa e secondo me il trattato europeo dovrebbe comunque sempre passare al vaglio del corpo elettorale.
Purtroppo in Italia succede esattamente l'opposto.

Inoltre diciamo la verità.
Il Trattato europeo è un farraginoso trattato inter-governativo, intricato di diritti e regole, espressione dell'establishment degli "europeisti corretti", in totale dispregio del costituzionalismo liberale.

No a questa UE.
W l'Europa delle Patrie.

martedì, aprile 10, 2007

impeachment europeo

Tempo fa napolitano aveva rilanciato il progetto Costituzione europea.
A Riga in un incontro con altri sette capi di Stato, il presidente della repubblica italiana napolitano chiede che i governi degli stati europei non lascino cadere il progetto di una Costituzione unitaria.

A questo punto mi chiedo :
Il capo di stato della repubblica italiana può auspicare la nascita di una costituzione europea?

Se non sbaglio il presidente della repubblica ha il dovere di difendere la costituzione, compito secondo me incompatibile con la nascita della costituzione europea.
Infatti la costituzione europea inevitabilmente altera profondamente lo stato italiano, una costituzione europea creerebbe un superstato europeo che ingloba e forse distruggerebbe lo stato italiano, e quindi mi chiedo se il capo di stato possa essere messo in stato d'accusa.
empeachment


Inoltre napolitano (come precedentemente ciampi) spinge i politici ed essere europeisti, e quindi svolge un ruolo politico di primo piano che è in contrasto con la costituzione.

Ecco la solita doppiezza della costituzione repubblicana.
Il presidente della repubblica è considerato il capo di stato apolitico e superpartes, mentre in realtà è un politico, per mestiere e passato, imposto dai partiti ( se non addirittura solo dalla maggioranza) al quirinale.

Per quanto riguarda l'Unione Europea un capo di stato dovrebbe avere una posizione molto più bilanciata, e non dovrebbe dichiararsi europeista.
Come ho già scritto, l'UE altera profondamente gli stati e quindi per il capo di stato l'UE è una questione molto delicata che impone perlomeno cautela.

Napolitano è il capo di stato dell'Italia o dell'UE?


Ue, Napolitano: servono riforme

Presidente a Riga incontra 7 capi di Stato europei

(ANSA) - RIGA - 10 APR - Senza le riforme previste dalla Costituzione, l'Unione europea rischia di non sopravvivere: lo sottolinea il capo dello Stato, Napolitano. In particolare senza il voto a maggioranza, si va incontro alla paralisi e all'irrilevanza sul piano internazionale. Napolitano auspica dunque che il Consiglio di giugno crei le condizioni per approvare le riforme prima delle elezioni 2009. Il presidente della Repubblica ne ha parlato a Riga con gli altri sette capi di Stato che partecipano all'incontro.

ansa