Articoli in evidenza:

venerdì, marzo 26, 2010

Perchè votare una oligarchia?

Nelle recenti elezioni regionali francesi circa il 50% degli elettori non si è recato alle urne e quindi quasi un francese su due oggi non se la sente di sostenere i partiti al governo o all’opposizione.
Questo significa che l’emorragia è davvero forte, moltissimi elettori hanno preso la fuga dai partiti e questa alta astensione rende più debole anche le istituzioni repubblicane francesi.


Domanda: Succederà la stessa cosa anche in Italia?
Ancor più che in Francia, in Italia esiste un evidente distacco dei cittadini dai partiti, che spesso si trasforma in disgusto della classe politica e dello stato.

Inoltre i partiti ottengono voti per lo più per la fidelizzazione dell’elettorato militante o per la convenienza oppure per lo spauracchio che possa vincere la fazione politica più lontana dai propri convincimenti politici.
Insomma molti italiani si recano alle urne solo per votare il meno peggio.

In pochi anni si è passato da un periodo durante il quale si votava i partiti di riferimento delle ideologie – finalmente abbandonate – che hanno fondato la repubblica (un fattore non certo esaltante), ad un altro dove c’è una assoluta mancanza di adesione ai partiti.
Una situazione politica del genere avviene solo quando uno stato fallimentare, invece di servire il popolo, diventa ostacolo agli interessi dei cittadini ed infatti si usa sempre più il termine oligarchia.

Dalla prima alla seconda repubblica sono cambiati partiti e c’è stato un ricambio di classe dirigente – il meglio o in peggio è da discutere - ma la repubblica continua ad essere una oligarchia.

Nella cosiddetta prima repubblica l’oligarchia era stabilita dalle ideologie del secolo scorso (l’arco costituzionale) dove chi governava e chi era all’opposizione controllavano il paese.

L’entrata in campo di Berlusconi ha cambiato il mondo politico, adesso ci sono due schieramenti politici che ambedue hanno governato il nostro Paese, ma queste due forze politiche sono le due facce della stessa medaglia, cioè di un regime oligarchico.

Insomma nella prima repubblica l’oligarchia era formato dalla DC e il PCI, adesso dal PdL e PD.

Di fronte a questo disincanto generale verso la politica e le istituzioni, tra gli italiani sta crescendo una presa di coscienza della mistificazione della politica e più in generale del sistema repubblicano italiano.

In questa grave situazione bisogna allora chiederci se questa miscela esplosiva possa produrre una spinta verso l’azione di un contropotere e che possa far nascere una nuova classe politica.

Finora l’elettore, sempre più convinto che tutti i suoi rappresentanti si equivalgono e che sono indegni del suo voto, si limita a lamentarsi a parole senza impegnarsi di prima persona a fare azioni costruttive.

Evidentemente assistiamo solo ad un sintomo di nausea e torpore verso la repubblica perché non esiste ancora una credibile forza politica alternativa al sistema oligarchico che riesca ad attrarre l’attenzione dei cittadini.

In questo periodo di attesa e incertezza è davvero difficile prevedere quello che potrà succedere, mi limito a dire che un popolo non può accettare supinamente un regime oligarchico e che, a meno che non sia ormai morto, deve avere la forza per scegliere il suo destino.