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sabato, luglio 07, 2007

Rifiuti in Campania, simbolo della repubblica


La situazione dei rifiuti in Campania rimane drammatica ed anche il capo della protezione civile si è dovuto arrendere.

Secondo me, non si può che avere comprensione umana per il povero bertolaso che si è trovato davanti ad una situazione di difficile risoluzione, abbandonato dal governo e dalla regione, malconsigliato dai tecnici fino a diventare lo scudo di chi ha causato l’emergenza in Campania.

La crisi dei rifiuti in campania è una condanna senza appello per la repubblica italiana, è il simbolo del suo fallimento che trova nella camorra un facile e comodo paravento e che penalizza l'intera nazione in tutto il mondo.

Inoltre ricordo che la cronica crisi dei rifiuti in Campania ha spinto la Commissione europea ad avviare una procedura d'infrazione contro la repubblica italiana per il rischio di diffusione di malattie e di inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo.

Dov'è lo Stato?
In Italia domina l'immobilismo, mai una soluzione credibile, solo l'autolesionismo perverso del rinvio, dello scaricabarile e promesse mai mantenute.


Perché Bertolaso ha fallito

Comprensione umana ma non solidarietà politica per Guido Bertolaso che ha alzato le mani. Non è la resa di un eroe ma la presa d'atto di un fallimento personale e di una impostazione politica sostenuta dai vertici della politica italiana, senza eccezioni. L'ultima decisione, quella di aprire (vecchie) discariche già colme, era solo l'atto finale della disperazione di un dirigente e dell'impotenza del governo. Adesso i sogni del Capo della protezione civile bruciano come bruciano i rifiuti che ammorbano l'aria. Bertolaso lascia il "triangolo della vergogna", al confine tra le province di Napoli e Caserta, come l'aveva trovato.
Una vergogna che più vergogna non si può. Una regione ferita, una terra offesa. Il simbolo peggiore dell'Italia alla rovescia. Niente fa più notizia. Nemmeno la gente che protesta, blocca strade e ferrovie, non per dire basta ai mafiosi ma per dire no, con sindaci in testa, agli impianti legali, alle discariche ufficiali, ai siti di stoccaggio, ai termovalorizzatori, male minore coi quali si convive in molte parti d'Italia e d'Europa. Così ha vinto la trappola delle ecomafie.

Di riciclato c'è solo la rete della delinquenza organizzata. Tempi nuovi, nuovi business. Per la malavita, e per i troppi ecofurbi, i rifiuti sono la manna. Altro che iattura! Le montagne di monnezza portano montagne di soldi. Da queste parti d'Italia, prima che di rifiuti, si muore di illegalità permanente. La stessa protesta rinfocola la malapianta del malaffare. Fornisce, come si dice, il "consenso" popolare, le basi di massa a chi se ne frega delle autorizzazioni, delle norme, dell'ambiente e della salute. Alla fine il ciclo si chiude. Emergenza chiama emergenza. Delinquenza copre delinquenza. Illegalità spinge illegalità. E i cittadini si trovano spalla a spalla con chi succhia il loro sangue e li priva di ogni futuro.
Dov'è lo Stato? A dominare è l'immobilismo. Mai una soluzione credibile. Solo l'autolesionismo perverso del rinvio, dello scaricabarile. Promesse mai mantenute. A cominciare dal "rinascimento" tradito di Bassolino.

Nessuno ha il coraggio di dire la verità: qui comandava e comanda, indisturbata, la camorra. Anche perché i pieni poteri ottenuti in questi 13 anni sono stati esercitati come una bolla di sapone e lo stesso forte consenso elettorale è stato mal speso. Da una parte l'ha fatta (e la fa) da padrone l'illegalità organizzata, dall'altra dominano l'intrallazzo politico, gli interessi correntizi, la spartizione dei posti, l'uso protervo del potere per il potere.
All'impotenza dello Stato (si salvano solo la Magistratura e le forze dell'ordine, sempre in prima fila) fa riscontro l'assenza della politica dei piani alti, dei partiti, delle segreterie nazionali. Oggi come ieri e come l'altro ieri. Chi paga? Per primi, non c'è dubbio, i napoletani e i campani. Ma pagano tutti gli italiani. Con le montagne di soldi inviati e sperperati e con una immagine che penalizza l'intera nazione in tutto il mondo.

affariitaliani