Articoli in evidenza:

lunedì, marzo 05, 2007

Maggioranza variabile = imbroglio repubblicano

Nel disperato tentativo di non cadere un'altra volta, nel governo si fa strada la cosiddetta formula delle “maggioranze variabili”, già molto usata in molte legislature repubblicane.

In un’intervista pubblicata sul corrieredellasera, il dottor sottile Amato riprende il tema della governabilità e della stabilità, e da scaltro politico propone la vecchia e pericolosa formula delle “maggioranze variabili”.

Più correttamente si dovrebbe parlare di una manovra che consentirebbe una più lunga sopravvivvenza a questo governo traballante.

Inoltre se molte decisioni (ad esempio la politica estera) sono il frutto di un accordo tra maggioranza ed opposizione ne risulta che chi guida l’esecutivo lo fa solo in una logica di potere per essere sicuro della sua poltrona.

E' proprio quest'ultimo punto che è intollerabile.
Infatti in questa repubblica è avvenuto che la politica è diventata secondaria alla gestione del potere ed agli interessi personali.

Inoltre se pur di non perdere il potere un governo si appoggia ai voti della opposizione significa che non ha proprio più senso andare a votare.
Perchè votare un partito quando poi si allea con un altro partito che aveva un progetto politico opposto a quello che preferivo?

D'altronde non c'è nulla di nuovo.
Nella storia repubblicana il gioco era stato fin troppo sperimentato per garantire la continuità dell'esecutivo a dispetto della variabilità delle maggioranze.

Inoltre la Dc e PCI litigavano solo al momento delle elezioni, ma poi molto spesso si mettevano d'accordo per far passare le leggi e le finanziarie.

La formula delle maggioranze variabili è solo un imbroglio per conservare il potere !